Fine della storia di una strada ballerina?

Era la metà di gennaio, quando raccontavo questa storia assurda  https://www.nonnaonline.it/?p=1092

Raccontavo le mie perplessità circa l’ eventuale (ventilato) esproprio di una parte del cortile condominiale dopo oltre trent’ anni di possesso.

Ora parrebbe che questa storia si stia concludendo felicemente, con l’ accordo tra i due contendenti sull’ individuazione della strada di passaggio oltre i nostri confini.

Se questa soluzione verrà confermata, potremo dire che ha prevalso la logica e la razionalità; ma mi verrà allora da chiedermi:

– Come mai si è tentato di far pressione sui condòmini  per indurli a firmare un patto autolesionista con la minaccia di doversi cacciare in un ginepraio di  scartoffie e di cause civili?

– Si è tentato di spaventarci visto che ormai siamo tutti anziani?

– E che ruolo ha avuto l’ amministratore ? E per quale motivo alcuni condòmini facevano pressione sugli altri dicendo che ormai non c’ era altro da fare?

Queste ed altre ancora sono le domande che restano senza risposta e questo basta a spegnere la contentezza per la fine di un’ assurda e surreale  storia all’ italiana che aveva per protagonista una strada ballerina.

Liste d’ attesa.

http://www.ilsole24ore.com/art/notizie/2011-09-29/liste-attesa-infinite-cure-131213.shtml?uuid=Aau8UW8D

Nell’ articolo si parla della Sanità italiana: la regione Emilia Romagna riporta una buona valutazione, ciononostante dopo quasi sei mesi in lista di attesa per un piccolo intervento, non sono ancora stata chiamata .  Se qui la situazione è questa , come sarà nelle regioni che figurano agli ultimi posti nella classifica?

Tornare bambini.

In attesa che due vecchie amiche si scambino saluti e convenevoli all’ interno del convento, io e mio fratello (più vicino agli ottanta che ai settanta) andiamo a sgranchirci le gambe e a prendere un caffè. Capriate non offre mete particolarmente famose verso cui andare, quindi avvistata un’ edicola ci avviamo a comprare il giornale ( a proposito: com’ è che uno va a comprare un quotidiano e si ritrova con due chili di carta tra le mani?).

Dietro l’ edicola un minuscolo angolo verde con due panchine: ecco il posto giusto per leggere il giornale . Appena seduti, mio fratello esclama : – Quanti fischietti! (in dialetto: – Ma quant sciflèn!)- Subito non capisco poi lo vedo guardare a terra: l’ albero che ci regala la sua ombra è una grande quercia e il terreno ai nostri piedi è tappezzato di ghiande. Lui prende il “cappuccio” di una di esse, se lo sistema tra l’ indice e il medio e poi soffiando sulle nocche produce, con mia grande sorpresa,  un fischio acutissimo. E’ una reminiscenza della sua infanzia ormai lontana, un gioco a me del tutto sconosciuto. La cosa però è molto interessante, visto anche che dobbiamo riempire un po’ di tempo e non c’ è alle viste niente di meglio.  Anch’ io provo a imitarlo, ma non è così facile: ci vuole una ghianda  nè troppo piccola nè troppo grande, bisogna posizionare alla perfezione lo “strumento ” tra le dita e fischiare con forza e con l’ inclinazione giusta. I miei tentativi falliscono miseramentei, devo confessarlo: “per fare certe cose, ci vuole orecchio” dice Jannacci. Io tuttavia a mia volta gli mostrocome si ottiene un perfetto ” chicchirichì” con uno stelo d’ erba teso tra i due pollici… insomma è  un bel momento…. di ritorno all’ infanzia.

Posso solo  immaginare quello che  pensano i non rari passanti vedendo due “monelli” coi capelli bianchi divertirsi con passatempi ormai dimenticati…. nel migliore dei casi certo qualcuno, molto benevolo,  penserà che ” è proprio vero che invecchiando si torna bambini “. Lascio immaginare (con preghiera di essere moderati)  ai miei lettori quello che possono dire i più malevoli…  :-))

Mattinata al volante.

Mattinata al volante : sono partita da Erba verso le dieci  e ho imboccato la strada per Bergamo .Il primo tratto si snoda tra i laghi di Pusiano e di Annone, che appaiono splendenti e lisci sotto il sole di questo fine- settembre. Poi , a Lecco , ecco che ti accompagna per un bel tratto la vista del ramo orientale delLario e subito dopo  quella dell’ Adda che lì riprende il suo cammino verso la pianura. I panorami sono bellissimi, non c’ è che dire , anche grazie alle montagne che si specchiano nelle acque calme e gremite di uccelli acquatici .Un altro scorcio di  notevole bellezza ti coglie , quasi d’ improvviso sul ponte di Brivio sotto il quale l’ Adda compare per l’ ultima volta lungo il mio itinerario.

A questo punto si entra nel cuore del Leghismo  e, attraversate alcune contrade, si arriva al sancta sanctorum : il “pratone ” di Pontida.  E questo fazzoletto poco più grande del mio orto sarebbe il “pratone”? Ma non fatemi ridere!!! Tolto lo spazio per il palco e per l’ immancabile angolo barbecue rimane spazio solo per poche decine di persone.

Così pensando a come può essere manipolata la realtà da una telecamera, arrivo all’ autostrada: un bel traffico, non c’ è che dire, ma abbastanza ordinato , anche se i continui sorpassi tra camion costringono spesso ad occupare la terza corsia, mentre nella direzione opposta un lungo serpentone di auto e TIR fa capire che c’ è stato un incidente.

In sottofondo l’ autoradio, che mi fa compagnia , fa una rassegna di spezzoni di commedie cinematografiche che illustrano il rapporto degli Italiani con il fisco, considerato da sempre , come una sanguisuga, un vampiro, un mostro da incubi notturni.

Imbocco la Modena- Brennero verso mezzogiorno e  mi ritrovo dopo poco nelle terre dei Gonzaga, dove il Mincio e il Po  si incontrano per continuare insieme il loro viaggio.  Il mio (viaggio) si sta concludendo, proprio all’ inizio dell’ Emilia; metto la freccia e …sono arrivata.

Che soddisfazione!!

” Te l’ ho già detto tante volte, possibile che non ti ricordi? …. mamma, guarda che non è difficile…. Usa il tasto destro…….”

Quante volte mi son sentita dire queste frasi quando mio figlio cercava di insegnarmi a usare il computer e io mi sentivo molto “matusa” (come si diceva ai miei tempi).

Ora che i miei figli , lavorando full time, non hanno molto tempo per tenersi aggiornati sulle ultime novità della rete, mi sto prendendo qualche rivincita. E’ capitato proprio due giorni fa : nella posta  ho trovato un’ offerta Groupon: pulizia dentale (con annessi e connessi) a 29 euro, anziché 200) in uno studio di Como. Presa la carta prepagata, mi son messa subito all’ opera e ho proceduto all’ acquisto. Verso sera è arrivata la conferma che il numero di richieste consentiva l’ acquisto collettivo .

 Nella rituale telefonata della sera ho detto a mia figlia: – Sai ho acquistato un’ offerta Groupon ecc. ec.- 

E lei:  Cosa sarebbe sto Groupon?- Non sapeva nulla delle nuove tecniche di vendita su internet e io mi son messa PAZIENTEMENTE a spiegarle come funzionano !!!!

Che soddisfazione, ragazzi!

P.S. Ieri mi è arrivato anche il buono da presentare lunedì pomeriggio  al momento della visita e ho subito provveduto a stamparlo.

 

L’ altra faccia dell’ 11 settembre

http://www.youtube.com/watch?v=jNiZD1FQevk&feature=player_embedded

Sono appena finite le cerimonie in ricordo dell’ attacco dell’ 11 settembre 2001, che per molti giorni ha riempito giornali e TV. Sono corsi fiumi di parole e di immagini, ma proprio ieri mi chiedevo come mai si facesse riferimento solo all’ abbattimento delle Torri Gemelle e non ci fosse mai nessun accenno all’ attacco al pentagono…. Forse la spiegazione è nel video linkato sopra…. troppi dubbi restano ancora…Sì , se ne è parlato molto, ma qui risulta forse più evidente l’ incongruità di certe versioni ufficiali dell’accaduto.

Comunque siano andate le cose, tante persone hanno perso la vita in seguito a quel giorno tragico, non solo in America, e a tutte loro deve andare il nostro pensiero e il nostro ricordo.

Dedicato a Vanna…

Ripubblico qui , con qualche adattamento , un post scritto qualche tempo fa,  in occasione dell’ anniversario dell’ entrata in convento di mia sorella.

Cinquantuno  anni fa, l’ 8 settembre 1960, una bella ragazza di diciassette anni nata in un paesino dell’Emilia, entrava nel convento delle Clarisse Cappuccine di Carpi.
Era una scelta che aveva gettato nello sconforto soprattutto  la sua mamma, che pensava di perdere per sempre una figlia, che sarebbe stata per sempre come “sepolta viva”.
Anche in paese la cosa aveva suscitato grande scalpore, perchè suora sì, si sentiva dire ogni tanto, allora, che qualche ragazza faceva questa scelta, ma per occuparsi degli orfani, degli ammalati, degli anziani o degli handicappati, ma la clausura era un’ altra cosa.Eppure quella ragazzina era stata irremovibile e alla fine, dopo un lungo braccio di ferro coi genitori, l’aveva spuntata ed ebbe il permesso di seguire la sua vocazione.
Quella ragazzina era ed è mia sorella; otto anni dopo, se ne andò inThailandia per aiutare alcune consorelle e presto divenne una figura importante, perchè le comunità aumentavano velocemente di numero ed era lei a coordinare tutte le attività e a progettare i nuovi conventi.
Ancora oggi si trova là in una terra che ormai ama come la sua terra e fra giovani suore che la amano come una madre amorosa. E, incontrandola, vedi una donna pienamente felice e serena, che sa di aver  seguito la sua strada con coerenza, senza sbandamenti , lasciando un’ampia impronta di sè al suo passaggio.
So che ogni tanto si collega a questo blog, per questo scrivo queste poche righe: per dirle che ho sempre ammirato la sua scelta coraggiosa e la sua determinazione, anche se, quando se ne andò via da casa, io mi sentii più sola.
Auguri, Vanna!

Olmi: una grande anima.

Vorrei suggerire ai cattolici, e io sono tra questi, di ricordarsi più spesso di essere anche cristiani. Il vero tempio è la comunità umana. Più la Chiesa, la casa e noi tutti ci liberiamo degli orpelli, meglio è. Sennò siamo maschere, uomini di cartone. La vera fede, la cultura ideale la si ha solo quando il peso dei dubbi è maggiore delle nostre certezze. Dobbiamo pensare in proprio, sempre. Anche essendo religiosi ci si pongono domande, ci si devono porre domande.”
Olmi risponde seccamente a chi domanda se non si rischia di ridurre il Cattolicesimo a mera accoglienza: “Cos’è più importante dell’accoglienza? Cosa? La sacralità dei simboli? Il simbolo deve rimandare ad una realtà di carne per avere valore. Non è possibile che ci genuflettiamo davanti ad un Cristo di cartone o di legno e poi non abbiamo solidarietà per chi soffre. È troppo comodo . http://www.voto10.it/cinema/not.php?NewsID=2285&Titolo=Ermanno%20Olmi:%20i%20Cattolici%20si%20devono%20ricordare%20di%20essere%20Cristiani

Cosa aggiungere a queste parole pronunciate ieri da Ermanno Olmi durante la presentazione della sua opera, “Il villaggio di cartone”, al festival di Venezia? E’ questo un modo di intendere la religiosità che mi è particolarmente vicino e che invece pare non essere condiviso da molti al giorno d’ oggi. Infatti tanti che frequentano regolamente la parrocchia e le funzioni religiose, non si sentono a disagio nel mostrare insofferenza per chi allunga la mano per le strade o per chi chiede di avere una possibilità di sfuggire alle guerre e alle persecuzioni. 

Sarebbe auspicabile veramente ritornare alle radici  e liberarci degli “orpelli” per dirla con Olmi, che dimostra ancora una volta la sua grande anima.

P.S. Troverete un ottimo articolo su questo argomento anche  a questo link  http://www3.lastampa.it/focus/venezia-2011/articolo/lstp/419013/