Giornata del rifugiato.

http://www.avvenire.it/Cronaca/rapporto+rifugiati_201106201333343000000.htm

Quasi 44 milioni di persone nel mondo sono in fuga dalle loro terre martoriate dalla guerra.

Credo che noi abituati a una vita tranquilla, a svegliarci la mattina nel nostro letto, ad annoiarci davanti alla TV leccando un gelato, a chiedere al nostro frigorifero quanto può saziare il nostro appetito, credo che  noi, dicevo, non riusciamo nemmeno lontanamente a immaginare come sia la vita di un profugo.

Credo che siano ormai pochi qui da noi quelli che ricordano cosa significhi vivere sotto i bombardamenti, quando la morte è sempre in agguato ed è esperienza quotidiana , mentre la vita è un calvario continuo tra fame , malattie e violenze di ogni genere.

Forse solo per questo tolleriamo tranquillamente parole come quelle sentite ieri a Pontida , che trasudano indifferenza e ostilità.

Ma 60 anni fa anche l’ Italia ha firmato , il 20 giugno 1951, la Convenzione di Ginevra sui diritti dei rifugiati e ad essa lo Stato Italiano deve adeguare la propria accoglienza all’ umanità sofferente che si affaccia alle sue porte.

Ballata delle donne.

 Quando ci penso, che il tempo è passato,
le vecchie madri che ci hanno portato,
poi le ragazze, che furono amore,
e poi le mogli e le figlie e le nuore,
femmina penso, se penso una gioia:                 
pensarci il maschio, ci penso la noia.

Quando ci penso, che il tempo è venuto,
la partigiana che qui ha combattuto,
quella colpita, ferita una volta,
e quella morta, che abbiamo sepolta,
femmina penso, se penso la pace:
pensarci il maschio, pensare non piace.

Quando ci penso, che il tempo ritorna,
che arriva il giorno che il giorno raggiorna,
penso che è culla una pancia di donna,
e casa è pancia che tiene una gonna,
e pancia è cassa, che viene al finire,
che arriva il giorno che si va a dormire.

Perché la donna non è cielo, è terra
carne di terra che non vuole guerra:
è questa terra, che io fui seminato,
vita ho vissuto che dentro ho piantato,
qui cerco il caldo che il cuore ci sente,
la lunga notte che divento niente.

Femmina penso, se penso l’umano
la mia compagna, ti prendo per mano. ( E. Sanguineti)

In questo giorno un po’ particolare per me, mi fa piacere pubblicare questa poesia che ho trovato navigando per blog. Mi sembra un bell’ inno alla donna … anche se non condivido le parole “la lunga notte, che divento niente”.

Penso che nessuno di noi diventi niente, che restiamo nel cuore di chi ci ricorda e nel dna di chi viene dopo di noi , in più chi crede “sa” che  “vita mutatur, non tollitur” (la vita cambia, non finisce).

 

 

Week end.

Il nostro week end e’ cominciato la mattina presto perche’ dovevamo andare con una famiglia di vicini al Museo in cui era stata allestita una mostra sui dinosauri mirata soprattutto ad attirare l’ interesse dei bambini. Dopo aver attraversato mezza Londra passando da un treno all’ altro (i tempi d’ attesa sono sempre contenutissimi, pochi minuti al massimo per le coincidenze), siamo arrivati a destinazione. L’ attrazione si e’ rivelata un po’ un bluff dal punto di vista meramente conoscitivo, ma un successo per la ricostruzione di alcune scene con suoni, luci ed effetti vari che hanno incantato Samuele e il suo amichetto.  C’ erano certamente altre cose piu’ valide scientificamente, ma il nostro itinerario non poteva comprenderle, visto che sarebbe stato impossibile interessare oltre due bambini di tre anni.

Dopo uno spuntino al bar del museo e un salto allo shop, ci siamo avviati verso il treno che ci avrebbe portato verso il centro citta’ dove ci aspettava quello che si puo’veramente chiamare “il paese dei balocchi”: un enorme supermercato di cinque piani in cui si vendono solo giocattoli  di ogni genere. C’ erano anche costruzioni sofisticatissime adatte certo piu’ a qualche ingegnere astronautico che a dei comuni mortali in tenera eta’. Samuele si e’divertito li’ per un buon paio d’ ore e al ritorno abbiamo incrociato moltissimi catalani che avevano invaso il centro della citta’ in attesa della partitissima tra il Barcellona e il Manchester: erano tantissimi e Trafalgar Square risuonava dei loro cori da stadio. Visto come sono andate le cose il loro entusiasmo era ben riposto.

Oggi c’ era in programma una visita a una famiglia inglese che inaugurava la  casa appena ristrutturata. All’ inizio sono rimasta un po’ delusa dall’accoglienza a mio parere piuttosto freddina, poi Samuele ha cominciato a divertirsi come un matto su un tappeto elastico ; altri bambini si sono avvicinati e hanno giocato dandosi correttamente il turno cosi’ anche i loro genitori hanno cominciato a scambiare qualche parola (non certo con me) e l’ ambiente si e’ a poco a poco fatto piu’ cordiale. Alla fine un signore anziano mi si e’ avvicinato rivolgendomi alcune parole alle quali io ho risposto come al solito: Sorry, non capisco…Mi e’ venuta in soccorso mia figlia che  mi ha detto che quel signore credeva di avermi incontrata a un certo matrimonio….non credo proprio che alludesse al MATRIMONIO di William e Kate comunque…  :-))))

Week end caratterizzato dal vento, a tratti anche freddo, e da nuvole alternate a sprazzi di sole caldo. La proverbiale pioggia londinese si e’ vista un  solo giorno da quando sono qui.

Ricordate quando raffiguravano i gentlemen inglesi con la bombetta e l’ immancabile ombrello? Niente di piu’ anacronistico ormai…

Mi piace-ma non c’e’ il bottone su cui cliccare…

Vivere in una grande citta’ cosmopolita e multietnica non facilita i rapporti tra le persone, anche se le opportunita’ di incontro sono infinite.

I nuovi mezzi di comunicazione pero’ offrono una nuova opportunita’ e le amicizie virtuali diventano amicizie reali, quando si incontrano persone con la stessa voglia di condividere esperienze e interessi.

E’ tramite internet che stamattina quattro giovani mamme si son potute dare appuntamento in un parco di Londra, tutte desiderose di contatti con connazionali con cui stabilire un rapporto di amicizia e solidarieta’: con le mamme inglesi e’ difficile scambiare qualcosa di piu’ di un saluto o un sorriso.

Il parco era molto bello, con angoli attrezzati per il gioco; fatto il percorso tra piccoli stagni e boschetti profumati si arrivava alla zona pic-nic e li’ una piccola band allietava gli astanti con ritmi jazz molto piacevoli.  Le quattro mamme hanno potuto chiacchierare tranquille dandosi il cambio a sorvegliare i bambini che hanno fatto presto amicizia.  E’ stata una mattina piacevole…. vorrei cliccare su “mi piace” ma il bottone non c’e’.

In attesa che si accenda la luce…

Ho trovato tra gli articoli di Gramellini su “La Stampa” questa riflessione, che prende spunto dalla risposta che il Papa ha dato a una bambina giapponese che gli chiedeva il perchè della sofferenza di tanti bambini come lei: Il Papa le ha detto semplicemente che non c’ è risposta a questa domanda, ma che un giorno capiremo. E Gramellini scrive :”

 “Mi sono sempre immaginato la vita come un film di Woody Allen, dove gli attori recitano le scene senza che il regista mostri loro l’intero copione. Solo al termine delle riprese vengono ammessi in sala montaggio e finalmente comprendono il motivo per cui si erano baciati o presi a schiaffi.

“Per tutta la vita ci sentiamo sballottare da eventi che non afferriamo e siamo pervasi da un senso di inadeguatezza, come se ogni cosa sfuggisse al nostro controllo e il cinismo rappresentasse l’unico antidoto allo smarrimento. Ma appena diamo tregua al cervello e inneschiamo il cuore, sentiamo che tutto ciò che d’incomprensibile ci succede contiene un significato. E il fatto di trovarci al buio non significa che la stanza sia vuota, ma solo che bisogna aspettare che si accenda la luce.” (da La Stampa del 13/4/2011)

Mi viene in mente anche il discorso del sassolino nel film “La strada” : il matto spiega a una Gelsomina  sfiduciata e senza speranza che ogni cosa ha un suo senso , un significato, un valore; noi non sempre riusciamo a capire , ma ciò non toglie che anche la vita più umile e disgraziata e il sasso apparentemente più inutile ricoprano un ruolo unico e insostituibile nell’ economia della Vita.

(Avvertenza: l’ uso dei vari caratteri non rispecchia un’ intenzione precisa, ma solo una casualità che sfugge al mio controllo!!)

Giovedì Santo.

Stasera  la  chiesa era piena di gente , ma c’ era un’ atmosfera di grande raccoglimento: forse questo rinnovato rito ambrosiano in cui si mescolano sapientemente la tradizione e il nuovo o forse la bravura del coro, poco numeroso , ma con voci ben armonizzate hanno coinvolto profondamente  l’ assemblea. Lo si capiva  da come tutti partecipavano ai vari momenti della Liturgia, iniziata con la lavanda dei piedi a dodici ragazzini e conclusa con il trasferimento delle ostie consacrate nel vecchio altare, attorno al quale era stato ricreato l’ Orto degli Ulivi.

Per tutta la notte la gente si alternerà in preghiera ai piedi di questo altare in ricordo della veglia di Gesù prima del suo arresto. 

Solo all’ uscita, mi son resa conto che la celebrazione si era protratta per quasi due ore…

Di villa in villa.

Passeggiando sulla riva del lago  a Como, dopo essere inorriditi per il “muro” che nasconde ai turisti le bellezze del paesaggio e che è da un paio d’ anni la nota dolente della città , si può continuare  e rifarsi gli occhi con una serie di ville stupende. Questa qui di fianco è Villa Saporiti, opera dell’ architetto Pollack

Poco oltre si incontra Villa Olmo circondata da un bellissimo parco aperto al pubblico ; in questa villa ora è ospitata una mostra su “La belle époque”

Si passeggia accompagnati dalla vista mirabile del Lario , che si insinua tra le sponde montuose, e dai profumi che provengono dai giardini delle ville in piena fioritura : glicini rigogliosi, cespugli enormi di azalee fiorite anzitempo, aiuole vastissime di tulipani simili a  lingue di fuoco. Ci si sente avvolti dalla bellezza .

Chiara, fresca acqua …..di acquedotto.

Sull’ ultimo bolletino dell’ amministrazione comunale avevo letto dell’ inaugurazione del servizio di erogazione di acqua microfiltrata sia naturale che gasata , ma non avevo mai provato ad approfittarne.

Stamattina, in compagnia di mia figlia e di Davide  (4 anni) , ho deciso di vedere come funziona. Munite di un po’ di bottiglie ci siamo accostate al distributore. Inserendo le monete, si carica una tesserina, si sceglie il tipo di acqua e la quantità desiderata e tutto è fatto. Ogni litro di acqua buonissima e freschissima costa solo 5 centesimi !!! Anche Davide si è divertito a schiacciare i bottoni dell’ erogatore e a prendere in faccia gli spruzzi dell’ acqua frizzante.

Se la gente deciderà di usufruire di questo servizio, credo che sarà vita dura per le industrie dell’ acqua minerale, che qui da noi, più che altrove, facevano affari d’ oro.

So che in molti altri comuni l’ iniziativa ha già preso piede e questo alla lunga sarà di grande beneficio anche  per l’ ambiente (meno plastica in giro) e  per i bilanci  delle famiglie, bilanci  che di questi tempi sono sempre molto difficili da far quadrare.