In memoria di un carrello amico.

L’ avevamo comprato 26 anni fa, dopo alcune esperienze in tenda, che ci avevano lasciato il ricordo di notti scomode e dell’ umidità che ristagnava dopo la pioggia.

Era bello , essenziale nel design e pratico: bastavano cinque minuti  dopo l’ arrivo in campeggio per aprirlo e avere tutto in ordine : era un carrello-tenda made in Denmark.

Il primo viaggio fu una vera avventura fantozziana: avevamo imballato le attrezzature in modo sbagliato e il telo di plastica che le avvolgeva si gonfiava d’ aria ogni pochi chilometri percorsi, perciò ci dovemmo  fermare a più riprese per risistemare il tutto

Arrivammo in Costa Azzurra e precisamente a S. Raphael decisamente provati  e fu così che ci fermammo al primo campeggio sulla costa che esponeva il cartello “posti liberi”; lì però tutte le piazzole migliori erano occupate stabilmente e ce ne venne assegnata una piuttosto   scoscesa e sassosa. Fu un’ impresa improba trovare una posizione di equilibrio e nonostante tutto quando si saliva sulle camerette il carrello ondeggiava sensibilmente. In realtà non c’ era nessun pericolo, ma  passammo ugualmente una notte insonne tra un ondeggiamento e l’ altro ogni volta che uno dei nostri figli si rigirava nel lettuccio.

Il giorno dopo ci trasferimmo in un campeggio poco più distante dal mare e potemmo sistemarci in una piazzola ampia, ben spianata e ombreggiata da alti pini marittimi: si stava veramente bene . Negli anni successivi andammo in Spagna, ancora in Francia e in varie località marine in Italia (campeggi carissimi, allora).

Lo abbiamo usato l’ ultima volta una decina di anni fa. Eravamo ai primi d’ agosto e avevamo penato tutto il giorno per trovare un posto libero sulla riviera adriatica. Era già buio quando abbiamo trovato un posto dove posizionare il carrello, aprirlo e buttarci esausti nelle camerette. Ci eravamo appena addormentati, quando un rumore terribile ci svegliò di soprassalto mentre tutto il carrello vibrava paurosamente: eravamo quattro adulti, per fortuna, e tutti e quattro ci catapultammo fuori dalla tenda mentre quel rumore assordante continuava ancora . Stavamo rischiando un infarto collettivo, ma subito capimmo cos’ era che ci aveva spaventati a morte: avevamo piazzato il carrello accanto a una rete metallica che ci separava dalla massicciata della ferrovia: quello che era passato a tre o quattro metri di distanza era un direttissimo Bari- Milano che in quel tratto sprigionava tutta la velocità di cui era capace!!!! Non cercammo di cambiare campeggio, perchè in quei giorni c’ era il tutto esaurito su tutta la costa; per due o tre notti non ci fu possibile dormire , poi venne un nubifragio che allagò il campeggio e ci costrinse a scappare in fretta e furia.

Da allora il carrello è rimasto inoperoso a deteriorarsi maliconicamente sotto le intemperie, anche perchè quando chiedevamo come potercene sbarazzare sorgevano sempre difficoltà: era targato, quindi bisognava portarlo alla demolizione, ma il demolitore voleva solo la carcassa e non le parti non metalliche…. il tempo ha fatto marcire queste ultime  e venerdì il carrello (ridotto a una scatola vuota) è stato issato su un carro attrezzi e portato via, ma sembrava non volesse andarsene, tanto hanno dovuto penare per caricarlo.

Nel vederlo allontanarsi mi son venuti in mente tutti questi ricordi che ho scritto qui.

“Mentre”.

Sono riuscita a rintracciare  la registrazione della puntata di venerdì 14 gennaio della trasmissione “Mentre” sul sito di TV2000.

Mi era stato segnalato che in quella trasmissione sarebbe stato trasmesso un servizio giornalistico sul convento di mia sorella in Thailandia, ma la mia antenna non riceve quell’ emittente e mi ero rassegnata . Invece cliccando qua e là ho rintracciato il sito giusto.

Il servizio è stato molto breve: mia sorella deve aver temuto di peccare di protagonismo se si fosse concessa troppo alle telecamere!!!!   :-))

E’ stato comunque bello sentir raccontare dall’ autrice del servizio un po’ della sua vita  e di quante opere abbia realizzato in quel lontano paese.

Mi son sentita importante anch’io (anche se solo per meriti di parentela) !!!!

Mattinata “burocratica”.

Mattinata all’ ASL : Sono arrivata prima delle nove ed avevo già 25 persone davanti a me. Dapprima i computer non funzionavano, poi l’ impiegata allo sportello (l’ unico aperto) doveva dividersi tra utenti in coda, chiamate al telefono, corse alla fotocopiatrice dislocata chissà dove….. Finalmente è stato aperto un altro sportello e le cose si sono un po’ velocizzate; si erano fatte le dieci e venti quando sono riuscita a lasciare quell’ ufficio, ma io avevo un’ altra pratica da sbrigare in un altro reparto e qui la cosa era anche più tragica perchè non c’ erano i numeri che indicassero l’ ordine di arrivo degli utenti e non c’ erano nemmeno posti a sedere: c’ era un corridoietto stretto stretto e la gente si metteva autonomamente in fila sui due lati a seconda se doveva entrare nell’ ufficio di destra o di sinistra. Ogni tanto sorgevano dispute causate dai soliti furbastri che tentavano di evitare la coda e una signora molto anziana era particolarmente combattiva.

Alla fine anche questa pratica è arrivata a compimento, ma che pena!!

Credo che uno degli scopi delle complicazioni burocratiche della nostra sanità sia quello di scoraggiare i meno motivati ad accedere ai servizi: solo i più “sfigati” accettano di sottostare a simili “vie crucis”.

Ora e sempre: UNITA’.

Nel mio sussidiario di quinta elementare c’ erano pagine dedicate alle biografie dei  personaggi più illustri della storia e della scienza, fra questi ricordo che allora ammiravo molto Giuseppe Mazzini : vedevo in lui il rivoluzionario irriducibile che aveva infiammato i cuori di tanti giovani proponendo loro i suoi ideali.

Alle medie invece mi appassionò maggiormente la figura di Garibaldi:  lui, l’ eroe dei due mondi, era sempre alla testa dei suoi uomini, ne condivideva i pericoli e i disagi , mentre Mazzini mi appariva come colui che dice”armiamoci e partite!!”

Quando poi fui alle superiori, imparai ad apprezzare soprattutto il conte di Cavour e le sue capacità di statista e di “tessitore” di relazioni diplomatiche, che gli permisero di portare il piccolo Regno di Sardegna al tavolo dei “grandi” d’ Europa.  Fu allora che sentii per la prima volta accennare anche ai problemi dei decenni successivi all’ unità d’ Italia : quello che era stato definito sbrigativamente brigantaggio e che era stato stroncato con violenza ottusa era la comprensibile reazione a una politca coloniale messa in atto da politici miopi.

In seguito ho avuto l’ occasione di leggere, molti anni fa, un libro di uno storico inglese che poneva l’ accento sul sorgere e sull’ evoluzione del problema meridionale in Italia e mi ha fatto capire come lo stato italiano , dopo l’ unificazione , non ha mai avuto tra i suoi obiettivi la valorizzazione del Sud, che a poco a poco si è sempre più impoverito anche grazie a una classe dirigente meridionale che mirava a tenere in soggezione dei sudditi, piuttosto che a promuovere dei cittadini.

Solo ultimamente si è cominciato a parlare degli orrori che hanno accompagnato l’ unificazione: massacri di interi villaggi, campi di concentramento, vere e proprie azioni di guerra per reprimere ogni richiesta di maggiore giustizia.

Con tutto questo ,  a mio avviso l’ unità di questo nostro paese è pur sempre cosa buona, perchè solo unito può sperare di far sentire la sua voce in Europa e quindi nel mondo. Vogliamo darci una struttura federalista? Va bene; questa può essere l’ occasione per costringere tutti a una maggiore responsabilità nei confronti della “cosa pubblica”, ma se qualcuno mirasse a dividere noi Italiani in tante “tribù” contrapposte, farebbe la rovina  sia del nord che del sud.

Prima seduta del Parlamento italiano: 18 febbraio 1861.

Natale a scuola

A scuola il periodo del Natale era quello più frenetico: c’ erano sempre da preparare i lavoretti , le letterine o i biglietti , la poesia da recitare ai genitori, gli addobbi per l’ aula , il presepe e a volte ci si imbarcava anche nell’ allestimento di una piccola recita inframmezzata da canti tradizionali. Il tutto poi non doveva andare a scapito delle normali attività curriculari. Era certo una gran fatica, ma il tutto contribuiva a creare quell’ atmosfera di festa che rendeva felici i bambini, almeno quelli che potevano permetterselo; infatti ricordo che in una classe c’ era una bimba, figlia di unaTestimone di Geova che restava sempre assente nel giorno degli scambi degli auguri , ma questo succedeva anche a Carnevale ad esempio: il problema non era la differenza di credo religioso, era la festa in sè che era considerata “peccaminosa” .  Mi ha sempre fatto molta tristezza vedere quella bimba costretta a sentirsi diversa dagli altri….

http://milano.repubblica.it/cronaca/2010/12/15/news/l_asilo_multietnico_ci_ripensa_la_festicciola_di_natale_si_far-10247606/?ref=HREC1-5

Per ovviare al problema delle culture diverse, in una scuola milanese le maestre avevano deciso di abolire proprio la celebrazione del Natale, visto che la maggioranza degli alunni è di origine straniera; ora ci hanno ripensato e hanno fatto bene: è un’ occasione per far avvicinare i bambini, figli di immigrati, alle tradizioni del paese in cui vivono .

Non c’ è bisogno di imporre nessun dogma di fede, solo di far capire cosa succede attorno a loro.

Non vorrei essere maligna, ma quanto ha influito sulla prima decisione di quelle maestre il desiderio di sottrarsi a una serie di impegni faticosi col pretesto della multiculturalità?

Una predica silenziosa.

http://www.repubblica.it/cronaca/2010/12/06/news/yara_famiglia-9870283/?ref=HRER2-1

Il timore che ha colto tutti fin dai primi momenti si sta rivelando profetico: Yara è stata uccisa… resta solo da trovare un piccolo cadavere sepolto da mani sacrileghe in chissà quale angolo nascosto. In paese c’ è chi vorrebbe approfittare di questa ghiotta occasione per gridare odio verso gli stranieri, ma la famiglia Gambirasio , per bocca della mamma di Yara, dice parole ammirevoli:: 

“Mia figlia è nelle mani di Dio, e Dio saprà fare in modo che chi me l’ha portata via paghi per quello che ha fatto. Ma ora, per carità, nessuno aggiunga violenza a violenza”.
 

E’ ammirevole la famiglia Gambrasio : chiede silenzio e rispetto  e non offre nessuna occasione a giornali , televisioni, politici per speculare sul suo dramma.

L’ esempio di questa famiglia e le parole di questa mamma sono la più efficace ” lezione di Cristianesimo vissuto” che io abbia mai sentito.

Comincia l’ autunno

Sta cominciando bene questo autunno. Il sole fa risplendere la superficie del lago perfettamente liscia.  Le montagne che lo racchiudono, appena velate da una leggerissima foschia , vi si specchiano tingendolo di un verde intenso.

La gente passeggia sulle piste, appositamente allestite, in abbigliamento estivo e molti affollano il piccolo bar gustando una bevanda o un gelato. Un branco di oche invade il sentiero, dopo aver abbandonato per un po’ le acque  limacciose della riva, fitta di canneti. Una farfallina arancione e una azzurra volteggiano sui pochi fiori come per rincorrersi E’ piacevole camminare senza fretta lasciandosi accarezzare  dal vento leggero che si alza ogni tanto. Godiamoci queste giornate: tra poco ne sentiremo la nostalgia.

P.S. la foto ritrae proprio il laghetto cui si riferisce il post. :il lago del Segrino.