“Mentre”.

Sono riuscita a rintracciare  la registrazione della puntata di venerdì 14 gennaio della trasmissione “Mentre” sul sito di TV2000.

Mi era stato segnalato che in quella trasmissione sarebbe stato trasmesso un servizio giornalistico sul convento di mia sorella in Thailandia, ma la mia antenna non riceve quell’ emittente e mi ero rassegnata . Invece cliccando qua e là ho rintracciato il sito giusto.

Il servizio è stato molto breve: mia sorella deve aver temuto di peccare di protagonismo se si fosse concessa troppo alle telecamere!!!!   :-))

E’ stato comunque bello sentir raccontare dall’ autrice del servizio un po’ della sua vita  e di quante opere abbia realizzato in quel lontano paese.

Mi son sentita importante anch’io (anche se solo per meriti di parentela) !!!!

Mattinata “burocratica”.

Mattinata all’ ASL : Sono arrivata prima delle nove ed avevo già 25 persone davanti a me. Dapprima i computer non funzionavano, poi l’ impiegata allo sportello (l’ unico aperto) doveva dividersi tra utenti in coda, chiamate al telefono, corse alla fotocopiatrice dislocata chissà dove….. Finalmente è stato aperto un altro sportello e le cose si sono un po’ velocizzate; si erano fatte le dieci e venti quando sono riuscita a lasciare quell’ ufficio, ma io avevo un’ altra pratica da sbrigare in un altro reparto e qui la cosa era anche più tragica perchè non c’ erano i numeri che indicassero l’ ordine di arrivo degli utenti e non c’ erano nemmeno posti a sedere: c’ era un corridoietto stretto stretto e la gente si metteva autonomamente in fila sui due lati a seconda se doveva entrare nell’ ufficio di destra o di sinistra. Ogni tanto sorgevano dispute causate dai soliti furbastri che tentavano di evitare la coda e una signora molto anziana era particolarmente combattiva.

Alla fine anche questa pratica è arrivata a compimento, ma che pena!!

Credo che uno degli scopi delle complicazioni burocratiche della nostra sanità sia quello di scoraggiare i meno motivati ad accedere ai servizi: solo i più “sfigati” accettano di sottostare a simili “vie crucis”.

Ora e sempre: UNITA’.

Nel mio sussidiario di quinta elementare c’ erano pagine dedicate alle biografie dei  personaggi più illustri della storia e della scienza, fra questi ricordo che allora ammiravo molto Giuseppe Mazzini : vedevo in lui il rivoluzionario irriducibile che aveva infiammato i cuori di tanti giovani proponendo loro i suoi ideali.

Alle medie invece mi appassionò maggiormente la figura di Garibaldi:  lui, l’ eroe dei due mondi, era sempre alla testa dei suoi uomini, ne condivideva i pericoli e i disagi , mentre Mazzini mi appariva come colui che dice”armiamoci e partite!!”

Quando poi fui alle superiori, imparai ad apprezzare soprattutto il conte di Cavour e le sue capacità di statista e di “tessitore” di relazioni diplomatiche, che gli permisero di portare il piccolo Regno di Sardegna al tavolo dei “grandi” d’ Europa.  Fu allora che sentii per la prima volta accennare anche ai problemi dei decenni successivi all’ unità d’ Italia : quello che era stato definito sbrigativamente brigantaggio e che era stato stroncato con violenza ottusa era la comprensibile reazione a una politca coloniale messa in atto da politici miopi.

In seguito ho avuto l’ occasione di leggere, molti anni fa, un libro di uno storico inglese che poneva l’ accento sul sorgere e sull’ evoluzione del problema meridionale in Italia e mi ha fatto capire come lo stato italiano , dopo l’ unificazione , non ha mai avuto tra i suoi obiettivi la valorizzazione del Sud, che a poco a poco si è sempre più impoverito anche grazie a una classe dirigente meridionale che mirava a tenere in soggezione dei sudditi, piuttosto che a promuovere dei cittadini.

Solo ultimamente si è cominciato a parlare degli orrori che hanno accompagnato l’ unificazione: massacri di interi villaggi, campi di concentramento, vere e proprie azioni di guerra per reprimere ogni richiesta di maggiore giustizia.

Con tutto questo ,  a mio avviso l’ unità di questo nostro paese è pur sempre cosa buona, perchè solo unito può sperare di far sentire la sua voce in Europa e quindi nel mondo. Vogliamo darci una struttura federalista? Va bene; questa può essere l’ occasione per costringere tutti a una maggiore responsabilità nei confronti della “cosa pubblica”, ma se qualcuno mirasse a dividere noi Italiani in tante “tribù” contrapposte, farebbe la rovina  sia del nord che del sud.

Prima seduta del Parlamento italiano: 18 febbraio 1861.

Natale a scuola

A scuola il periodo del Natale era quello più frenetico: c’ erano sempre da preparare i lavoretti , le letterine o i biglietti , la poesia da recitare ai genitori, gli addobbi per l’ aula , il presepe e a volte ci si imbarcava anche nell’ allestimento di una piccola recita inframmezzata da canti tradizionali. Il tutto poi non doveva andare a scapito delle normali attività curriculari. Era certo una gran fatica, ma il tutto contribuiva a creare quell’ atmosfera di festa che rendeva felici i bambini, almeno quelli che potevano permetterselo; infatti ricordo che in una classe c’ era una bimba, figlia di unaTestimone di Geova che restava sempre assente nel giorno degli scambi degli auguri , ma questo succedeva anche a Carnevale ad esempio: il problema non era la differenza di credo religioso, era la festa in sè che era considerata “peccaminosa” .  Mi ha sempre fatto molta tristezza vedere quella bimba costretta a sentirsi diversa dagli altri….

http://milano.repubblica.it/cronaca/2010/12/15/news/l_asilo_multietnico_ci_ripensa_la_festicciola_di_natale_si_far-10247606/?ref=HREC1-5

Per ovviare al problema delle culture diverse, in una scuola milanese le maestre avevano deciso di abolire proprio la celebrazione del Natale, visto che la maggioranza degli alunni è di origine straniera; ora ci hanno ripensato e hanno fatto bene: è un’ occasione per far avvicinare i bambini, figli di immigrati, alle tradizioni del paese in cui vivono .

Non c’ è bisogno di imporre nessun dogma di fede, solo di far capire cosa succede attorno a loro.

Non vorrei essere maligna, ma quanto ha influito sulla prima decisione di quelle maestre il desiderio di sottrarsi a una serie di impegni faticosi col pretesto della multiculturalità?

Una predica silenziosa.

http://www.repubblica.it/cronaca/2010/12/06/news/yara_famiglia-9870283/?ref=HRER2-1

Il timore che ha colto tutti fin dai primi momenti si sta rivelando profetico: Yara è stata uccisa… resta solo da trovare un piccolo cadavere sepolto da mani sacrileghe in chissà quale angolo nascosto. In paese c’ è chi vorrebbe approfittare di questa ghiotta occasione per gridare odio verso gli stranieri, ma la famiglia Gambirasio , per bocca della mamma di Yara, dice parole ammirevoli:: 

“Mia figlia è nelle mani di Dio, e Dio saprà fare in modo che chi me l’ha portata via paghi per quello che ha fatto. Ma ora, per carità, nessuno aggiunga violenza a violenza”.
 

E’ ammirevole la famiglia Gambrasio : chiede silenzio e rispetto  e non offre nessuna occasione a giornali , televisioni, politici per speculare sul suo dramma.

L’ esempio di questa famiglia e le parole di questa mamma sono la più efficace ” lezione di Cristianesimo vissuto” che io abbia mai sentito.

Comincia l’ autunno

Sta cominciando bene questo autunno. Il sole fa risplendere la superficie del lago perfettamente liscia.  Le montagne che lo racchiudono, appena velate da una leggerissima foschia , vi si specchiano tingendolo di un verde intenso.

La gente passeggia sulle piste, appositamente allestite, in abbigliamento estivo e molti affollano il piccolo bar gustando una bevanda o un gelato. Un branco di oche invade il sentiero, dopo aver abbandonato per un po’ le acque  limacciose della riva, fitta di canneti. Una farfallina arancione e una azzurra volteggiano sui pochi fiori come per rincorrersi E’ piacevole camminare senza fretta lasciandosi accarezzare  dal vento leggero che si alza ogni tanto. Godiamoci queste giornate: tra poco ne sentiremo la nostalgia.

P.S. la foto ritrae proprio il laghetto cui si riferisce il post. :il lago del Segrino.

Quella carezza della sera….

Ero andata a trovare i miei e mia madre a un certo punto se ne uscì dicendo: 
– Che bello questo momento per te: hai i tuoi bimbi vicini, quando esci o vai in viaggio te li porti con te e sai che sono al sicuro …
 
Era il periodo in cui  correvo tutto il giorno tra scuola materna, scuola elementare , lavoro, faccende di casa e ospedali (che hanno avuto una buona parte nella vita familiare) e dissi a mia madre che  quello non poteva essere ciò che di meglio potevo aspettarmi dalla vita: non avere mai tempo per me, correre, sempre correre, dover sempre occuparsi delle cose non rinviabili, più pressanti…. non vedevo l’ ora che i bambini crescessero e fossero più indipendenti….

Ora , a distanza di tanti anni, con una casa sempre troppo spaziosa e silenziosa, penso che mia madre aveva ragione e la sera, quando vado a dormire, vorrei tanto poter aprire le camerette e vederli tutti e tre dormire sereni e tranquilli, abbracciati al loro orsacchiotto  e poterli sfiorare ancora con una carezza…