Festa a Baan Saeng Arun.

Oggi gran festa a Baan Saeng Arun, località Thailandese in cui sorge il monastero “Mater Ecclesiae” delle suore Clarisse Cappuccine: Madre Giovanna (mia sorella festeggia il 60° anniversario della sua prima professione. Al convento sono arrivati il vescovo, tanti sacerdoti, tanti seminaristi tutti felici di far festa a Madre Giovanna.

Lei ha assistito  e partecipato ai festeggiamenti dalla carrozzina che ormai abbandona solo a tratti, ma questo non le ha tolto il sorriso. E’ commovente vedere l’entusiasmo di tante persone attorno a lei, il rispetto e, oserei dire, la venerazione di cui la circondano. Sarebbe stato molto bello poter andare di persona, ma la Thailandia è veramente lontana…. ringrazio comunque suor Fede (che segue Madre Giovanna in ogni momento) per avermi inviato il filmato della S. Messa e del rinnovo dei voti, dal quale ho tratto questi fotogrammiVanna e s3 seminaristi2022-04-23 Vanna e seminaristi

Finalmente la pioggia!

Un inverno così arido non si ricordava: quattro mesi di siccità ininterrotta, se si esclude una pioggerella che non è riuscita nemmeno a bagnare le primule sotto il cedro pendulo.

Ora sta piovendo e la speranza è che continui a cadere con dolcezza per ristorare prati, orti e giardini, che sembrano accoglierla con grande gioia e sollievo.

Ho trovato questa poesia di Du Fu, un poeta cinese dell’ VIII sec. d.C., scritta alla fine di una lunga carestia causata dalla siccità.

Gioia della pioggia di una notte primaverile

pioggia-12La pioggia benefica conosce la stagione

e cade in primavera al tempo dei germogli. 

Con il vento, penetra furtiva nella notte,

minuta e silenziosa impregna le piante.

Fosche nubi sovrastano il sentiero campestre,

solo sul battello del fiume una luce sfavillante.

All’alba vedremo macchie rosse bagnate,

sono fiori grevi di pioggia della città

di Broccato.

 

Come un gambero…

Quante parole, proclamate in lungo e in largo per tanto tempo, appaiono oggi più che mai suoni vuoti, senza senso.

Abbiamo sentito declamare l’uguaglianza tra gli uomini e il loro diritto alla libertà e alla felicità da quasi tre secoli e assistiamo continuamente a soprusi, verso individui meno fortunati, perpetrati al solo fine di schiavizzarli.

Abbiamo sentito proclamare in tutte le lingue del mondo il diritto all’autodeterminazione dei popoli e ancora oggi si nega la possibilità di esistere a popoli come i Palestinesi o i Curdi e ultimamente abbiamo sentito dire che l’Ucraina come Stato non ha diritto di comparire sulle carte geografiche.

Credevamo di essere nel XXI secolo, ma forse la storia ci sta riportando indietro di qualche secolo… come se fosse un perfido, sadico gambero.

Putin non è il popolo russo.

Ho trovato su Avvenire questa lettera che invita a non confondere il popolo russo con i suoi dirigenti. E’ un popolo che non ha mai conosciuto la libertà se non per sperimentarne le fatiche e gli insuccessi (la lettera parla in questo senso del periodo Gorbaciov) e trova nella guida forte e antiliberale l’unica possibilità di sopravvivere come comunità.

E’ per questo che certe prese di posizione contro singoli cittadini russi, artisti, sportivi, intellettuali mi lasciano molto perplessa.

La guerra: negazione della civiltà e del progresso.

La guerra ha sempre scatenato la parte bestiale che c’è nell’uomo: il fatto di vedere ogni giorno la morte in faccia, di sentire che la propria vita è appesa a un filo sottile che ogni momento può spezzarsi, anestetizza l’anima di fronte al dolore e all’orrore.

Oggi accade quello che è sempre accaduto: distruzioni, torture, stupri, violenze di ogni genere anche contro gli indifesi, sciacallaggio per impossessarsi dei beni dei morti o dei profughi… Affiora dalle oscurità dell’anima e della mente la ferocia più sconvolgente.

L’uomo, che oggi può dominare lo spazio attorno al pianeta e oltre, che può scrutare l’infinità del cosmo o l’infinitamente piccolo della materia, non è molto diverso dall’uomo che accendeva il fuoco scheggiando insieme due pietre.

La guerra è sempre una regressione dell’uomo, una negazione del progresso e della civiltà.

Il NON-EXPEDIT non è più attuale … lo sanno tutti?

Cosa succede a certi cattolici?

Sono pronti a criticare i governanti, a condannare certe politiche, ma, se interpellati, non osano “metterci la faccia”, non vogliono impegnarsi direttamente. E’ come se restasse nelle loro menti una lontana reminiscenza dei tempi in cui ai cattolici era proibito impegnarsi in politica (ricordate il NON-expedit del 1874?) .

Eppure quei tempi sono lontani e già ai primi del 900 Don Sturzo potè addirittura fondare un partito grazie al Patto Gentiloni e qualche anno più tardi Pio XI ebbe a dire:

“E tale è il campo della politica, che riguarda gli interessi di tutte le società, e che sotto questo riguardo è il campo della più vasta carità, della carità politica, a cui si potrebbe dire null’altro, all’infuori della religione, essere superiore …Tutti i cristiani sono obbligati ad impegnarsi politicamente. La politica è la forma più alta di carità, seconda sola alla carità religiosa verso Dio”. (Papa Pio XI – dicembre 1927)

Certe remore sono spiegabili solo con il timore di “esporsi”, di far sapere come la si pensa, in fondo è solo una comoda forma di pigrizia e di ipocrisia.

Un ronzio felice.

La primavera appena iniziata invita a riprendere i lavori nell’orto e stamattina mi son decisa ad ascoltare quell’invito almeno per togliere le erbacce che hanno esteso il loro dominio ovunque .

Stavo dunque cercando di liberare le zolle rinsecchite per questa lunga siccità, quando ho sentito sopra la mia testa un intenso ronzio: tra i rami del rosmarino   una schiera di api, che volava freneticamente da un fiore all’altro, sembrava esprimere col proprio ronzio la felicità di tanta ritrovata abbondanza.

La natura, per fortuna, resta indifferente alla stoltezza degli umani e rinnova il suo miracolo nonostante tutto.

Visti da lontano,  i piccoli fiori del rosmarino sono poco appariscenti nel loro tenue e modesto color celeste, ma, se osservati da vicino, sono invece meravigliosamente complessi: un vero prodigio di efficienza per attirare gli insetti e favorire la propria riproduzione.

fiore-di-rosmarino

Ho capito, Signore, (Padre D.M.Turoldo)

Questo  è l’inizio di una preghiera di Padre David Maria Turoldo, scritta presumibilmente in quel periodo che abbiamo definito pace e che era invece una “guerra fredda”, che si reggeva sulla paura. Non può esserci vera pace quando una parte del mondo vive nel benessere a spese del resto dell’umanità e non può esserci pace senza il riconoscimento del diritto alla libertà di ogni popolo.

Ho capito, Signore. La pace non me la può dare nessuno. E’ inutile che speri. I governi, gli stati, i continenti hanno bisogno di pace anche loro e non ne sono capaci. E camminano tutti su strade sbagliate.

Essi pensano che la pace si possa ottenere con le armi, incutendo paura agli altri stati e agli altri continenti. E intanto si armano, e studiano sistemi sempre più potenti e micidiali. Tutti vogliono essere forti. Dicono: solo un forte può imporre il rispetto e la pace. Come se la pace fosse un fatto di imposizione e non d’amore. Io non ho mai visto che ci sia pace per queste strade. Questo è uno squilibrio di terrore: un’altra maniera per essere schiavi; una maniera apparentemente civile. Invece è barbarie come tutte le altre barbarie.

Infatti il più forte dice al più debole: guai se ti muovi! E non ha importanza che magari la situazione del debole sia insostenibile, ingiusta, umiliante. Non ha importanza che sia, ad esempio, la fame o la mia condizione di uomo di colore a spingermi a gesti assurdi. Ma verrà, uomini, verrà – e non è lontano: io per questo prego e spero – quel giorno che l’oceano nero di miseria e di dolore si metterà in moto, uscirà dai suoi confini con il boato della disperazione. Quell’oceano della collera dei poveri, degli oppressi, dei delusi! Un oceano misteriosamente ancora calmo. Ma fino a quando? Perché non può durare così. …

Per continuare a leggere questa preghiera , cliccate QUI