Utopia.

Mentre si sta verificando la tragedia afghana, viene da porsi qualche domanda: Perchè non riusciamo a trovare vie diverse dalla guerra per risolvere  i  problemi? Non abbiamo capito che al giorno d’oggi non si può imporre ad altri popoli con la forza l’adozione di istituzioni e di sistemi organizzativi importati dall’esterno? Può reggere ancora la motivazione spesso ipocrita di imporre il rispetto dei diritti umani o di prevenire il terrorismo?

Tutte le tragiche avventure verificatesi dalla fine della Seconda Guerra Mondiale ad oggi si sono rivelate clamorosi fallimenti: questo non significa nulla?

E’ venuto il momento di pensare nuovi modi per risolvere i contrasti (come sosteneva Gino Strada), dando più potere alle organizzazioni internazionali (ONU in primis) e smettendo di investire in armamenti per dirottare quelle risorse verso la promozione dello sviluppo dei vari paesi, per potenziare l’istruzione e il rispetto dei diritti umani …. ma tutto questo è talmente ovvio che resterà allo stato di utopia…

Aggiornamento:

Un amico mi ha inviato via email questo commento che riporto qui ringraziandolo di vero cuore.

Diana,
ti ringrazio per le tue riflessioni scritte nel Diario.
Sei un’anima poetica che sa trasmettere le proposte per cercare la comprensione e le possibili strade da intraprendere per la “soluzione” dei problemi del nostro mondo.
“Utopia”? Può essere! Ma la costante ricerca di nuove vie può portare l’umanità, l’uomo, a soluzioni mai “pensate”. La strada della Storia è piena di “novità” che sanno di molto vecchio, perché il pensiero di oggi divenga realtà per il “presente” di altri uomini.
La goccia impiega molto tempo a scavare il sasso, proprio come il  pensiero di uno per divenire la coscienza di tanti.
Sperare, confidare che l’amore possa veramente essere la medicina del futuro…..

 

“Pagella in tasca”

pagella in tascaE’ una iniziativa encomiabile. Penso che abbia preso il nome e l’ispirazione da quel ragazzo che volendo giungere in Italia aveva portato con sè la sua pagella: voleva dimostrare di essere un bravo ragazzo con tanta volontà di studiare. Purtroppo la sua pagella è servita solo a farne identificare il cadavere dopo uno dei tanti naufragi.

Per evitare ad altri ragazzi la stessa sorte ecco l’iniziativa rivolta a bambini dei campi profughi che abbiano dimostrato buone capacità nello studio: possono arrivare in Italia e frequentare le nostre scuole senza dover affrontare i pericoli e le sofferenze di un viaggio da clandestini.

Spero che iniziative del genere vengano poste in essere in tanti altri paesi ….sono tanti i bambini da salvare…

Cosa penseranno questa notte le madri…

bimbo dato ai soldatiCosa staranno pensando questa notte quelle madri afghane che sono riuscite a consegnare ai soldati i loro figli … anche bambini piccolissimi…

Credo stiano piangendo stringendo al petto una foto del loro bimbo o un suo indumento.

Ripenseranno ai momenti più belli vissuti insieme, ai progetti e ai sogni accarezzati mentre lo guardavano la sera dopo averlo aiutato ad addormentarsi con il racconto di una favola o col canto di una nenia. Ripenseranno ai momenti angosciosi vissuti quando sopravveniva una febbre improvvisa e alla paura di perderlo…..E ora….

Ora loro stesse lo hanno allontanato da sè col rischio di non poterlo più rintracciare, ma con la speranza che almeno per lui ci possa essere una possibilità di vita degna di essere vissuta; per loro non c’è futuro in quella  terra infelice.  Lo strazio di aver abbandonato la propria creatura potrà avere solo per un attimo conforto dalla speranza che chi l’ha presa in consegna possa darle quella sicurezza su cui in Afghanistan in questi giorni nessuno può contare.

L’amore per i figli è tanto forte da riuscire a vincere il desiderio innato di tenerseli accanto se questa scelta straziante può significare un bene per loro.

Oggi tutto questo accade in Afghanistan, ma vi accadeva anche tanto tempo fa come testimonia questo libro;  e accade anche altrove, lontano dai riflettori dell’informazione ed accade da molto tempo come testimonia questo film ambientato nel 1984

 

Oggi avrebbe 140 anni…

Oggi avrebbe 140 anni, proprio come mia nonna Marcellina.

Questa mattina, infatti, la RAI ha ricordato il 140° anniversario della nascita di Alcide De Gasperi, avvenuta a Trento nel 1888, quando il Trentino era sotto il governo austriaco. Già negli anni dell’Università, a Vienna, partecipò a manifestazioni per chiedere il riconoscimento della cultura italiana e in difesa della sua regione e per questo subì un arresto e una breve detenzione in carcere.

Dopo la laurea, seguì le orme di don Sturzo e lo sostituì quando questi fu costretto all’esilio. Da quel momento si impegnò in  politica, intendendola come servizio alla comunità nazionale e come  la “forma più alta di carità” (Paolo VI).

Il suo modo di vivere la politica è  e sarà sempre un luminoso esempio di coerenza al proprio credo religioso, ma anche di limpida laicità, sapendo ben distinguere i suoi doveri di cristiano e quelli che gli derivavano dai ruoli politici sempre più importanti che andava via via ricoprendo.

Riuscì a meritare rispetto per l’Italia sconfitta, devastata dalla guerra, e a porre le basi per rendere realizzabile il sogno di una  nuova Europa.

I politici di oggi, spesso più interessati a conquistare visibilità a ogni costo per poter essere rieletti, dovrebbero tutti avere sulla scrivania una sua foto per non dimenticare mai quale sia il modo più autentico di fare politica.

 

Ci sono bambini in Africa….

Ci sono bambini in Africa che sognano di poter venire in Italia o in Francia per tentare di diventare calciatori.

Sono bambini che non sempre hanno abbastanza da mangiare in casa loro e sanno che diventando calciatori potranno provvedere a se stessi, alla famiglia e a tutto il parentado.

Ci sono società sportive  in Italia e in altri paesi europei, che mandano dei loro emissari in Africa a cercare giovani promesse per poterli ingaggiare per qualche euro e poterli poi rivendere a suon di milioni.

Queste due realtà danno vita a un traffico di un gran numero di giovanissimi che affrontano da soli viaggi pieni di pericoli con il miraggio di un futuro radioso, però solo qualcuno di loro riuscirà a realizzare quel sogno, per gli altri sarà l’inizio di una vita di stenti e di  moderna “schiavitù” nelle periferie delle nostre città.

Spesso questi ragazzi  non hanno il coraggio di rientrare in famiglia perchè dovrebbero ammettere di aver deluso le aspettative dei propri congiunti e restano qui tra noi poveri e disperati nella totale indifferenza di chi ha alimentato le loro illusioni. (Ieri sera su Rai3 un servizio giornalistico ha raccontato alcune di queste storie)

 

 

Io ho il green pass e pretendo ….

Chi ha sofferto di più dalla crisi? Le fonti di informazione ci hanno ripetuto fino alla noia che sono stati i lavoratori e gli imprenditori dei settori della ristorazione, del turismo e dello spettacolo, categorie che solo da pochi giorni hanno potuto riprendere le loro attività in modo più normale.

Ora non vedo come queste persone che tanto hanno penato per oltre un anno e che sono riuscite a resistere alla buriana COVID (mentre tanti hanno dovuto arrendersi) ora dovrebbero rischiare di doversi fermare di nuovo per l’aumento inevitabile dei contagi. A differenza di un anno fa, abbiamo avuto a disposizione i vaccini e chi ha voluto mettersi in nota ora è in possesso di un codice che lo qualifica come non contagioso (per un altissima percentuale): perchè questi non dovrebbero poter frequentare liberamente i locali pubblici in caso di ritorno alle zone variamente colorate?  Perchè io, vaccinata, non dovrei potermi spostare secondo le mie necessità da una regione all’altra? Mi pare giusto il provvedimento di Macron che impone delle limitazioni solo ai non vaccinati o comunque ai non immunizzati: chi non si vaccina non può condizionare la vita di una nazione.

Può essere un mestiere?

Sono totalmente d’accordo: la prostituzione non può essere considerata un lavoro, nemmeno nel caso in cui, inizialmente,  fosse stata scelta  liberamente. Sono queste le conclusioni a cui è arrivata una commissione del Senato dopo due anni di indagini e di ricerche.  Pertanto non credo che la si debba regolamentare, ma combattere, colpendo la domanda, come si fa in Svezia.

Se si pensa che molte donne che si trovano a fare questo “mestiere” sono vittime di sfruttamenti e violenze inenarrabili, come si legge qui, credo che sia una vera ipocrisia solo pensare di tollerare che la dignità umana possa essere così ignobilmente calpestata.

 

 

La fame uccide più del COVID

Un rapporto pubblicato da OXfam denuncia che la fame sta uccidendo più persone di quante non ne faccia morire il COVID. Pertanto l’emergenza principale a livello globale è rappresentata dalla malnutrizione, spesso usata come arma di guerra. Come si può battere la fame?

Ecco quanto si legge nel rapporto Oxfam.

Il COVID colpisce molto democraticamente anche i paesi ricchi che si sono rapidamente rimboccate le maniche e hanno trovato subito un rimedio…. La fame invece colpisce i paesi più poveri o paesi resi poveri dalle guerre e da politiche ingiuste nella distribuzione delle ricchezze e delle risorse, per questo  non scandalizza nessuno.