Politica, preziosa forma di carità.

Nella “Fratelli tutti”, ultima enciclica di Papa Francesco , al paragrafo 180 si legge: ” … la (buona)  politica ….è una forma preziosa di carità, perchè cerca il bene comune”.

Credo che un dei tanti modi  per esercitare la buona politica, intesa nel senso indicato da Francesco,  sia quello di riconoscere alle persone la loro dignità e per questo credo che la proposta dello “ius soli (diritto di suolo)” o “ius culturae” sia da appoggiare.

Cosa c’è di strano a riconoscere a chi è nato in Italia, ha frequentato le scuole italiane e parla l’italiano meglio della media dei cittadini autoctoni il diritto di cittadinanza? Una legge in tal senso non toglie nulla a nessuno, ma può cambiare in meglio la vita di tanti giovani e assicurare loro la dignità di persone che hanno il diritto di esistere alla luce del sole.

Solo per donne.

Siamo ancora a questo punto?

Siamo davvero nel 2021 o una bizzarra macchina del tempo ci ha riportato indietro di qualche secolo? Riporto dall’articolo linkato qui sopra:

Sul questionario della Asst Rhodense ci sono voci riservate “solo alle donne”: ‘preparazione del cibo’, ‘governo della casa’ e ‘biancheria’. (ANSA- Cronaca)

E’ triste constatare che anche nelle istituzioni amministrative del nostro paese resiste una mentalità che vede la donna come la serva-cameriera-governante-sguattera-guardarobiera- vivandiera da relegare alle mansioni più umili in casa.

Certamente chi ha concepito quel questionario ha la stessa mentalità di tanti uomini che ancor oggi ritengono  un loro preciso diritto  essere “accuditi” e che considerano la moglie come la propria personale domestica e, se questa si stufa di quel ruolo, nemmeno capiscono come sia possibile che  possa non essere soddisfatta dell’onore di poterli  servire scodinzolando.

Vicini al popolo birmano

https://youtu.be/EmdsZmJScDQ

https://youtu.be/jVUI1DGO3nE

https://youtu.be/FcPK92Dnca4

suora birmanaCollegandosi a questi video su you tube si può ascoltare la testimonianza diretta di due suore del Myanmar sulle violenze contro i dimostranti. La seconda testimonianza in particolare è di quella suora che ha fermato da sola i soldati, mettendosi in ginocchio davanti a loro, come si vede nella foto che ha fatto il giro del mondo.

Il terzo link è la registrazione di una canzone, cantata in inglese, per ricordare al mondo le sofferenze del popolo birmano.

Sono tre momenti molto intensi, con cui si chiede una preghiera per il Myanmar schiacciato dalla violenza: ricordiamoci di questo popolo coraggioso che lotta per il rispetto dei diritti e della democrazia.

 

 

Preghiera per lenire l’angoscia.

Guardando i funerali alla Tv.

Signore, accogli questi figli tuoi e figli nostri, generosi costruttori di pace; dai conforto ai loro familiari e conforta anche tutti noi che non comprendiamo e ci chiediamo:

  • Perché i migliori spesso ci vengono tolti tanto presto? Perchè non viene lasciato loro il tempo per compiere  la loro missione?
  • Signore, se tu consenti che chi si impegna per il bene, venga stroncato dalla violenza, chi potrà opporsi alla barbarie?

Forse non è giusto porsi queste domande e mi dico, come si legge in Giacobbe: chi siamo noi per sindacare la volontà e i disegni di DIO…

Un grido dall’Africa.

Solo un fatto luttuoso come quello che ci ha colpito ieri, l’uccisione dell’ambasciatore italiano in Congo e del carabiniere  sua guardia del corpo,  ha costretto i media italiani a occuparsi di ciò che accade in Africa. E’ stato come  un grido straziante che ha  squarciato un silenzio che durava da troppo tempo.

Da più di vent’anni, infatti, in quelle terre, le scorrerie di gruppi armati diversi terrorizzano la gente: piombano sui villaggi e sui centri abitati sparando all’impazzata, stuprando e  mutilando gente inerme. Spesso sequestrano  adulti per farli lavorare come schiavi e rapiscono i bambini per farne soldati.

Oggi hanno ritrasmesso in TV il film “Blood diamond” che dà un’idea di ciò che accade ancora oggi in quelle terre, con scene infernali davvero raccapriccianti, ma che fanno  ben capire quale cinica logica si nasconda dietro tutto quel caos. Credo che nessuno possa dirsi innocente: tutti sappiamo perché tanto sangue scorra  nelle terre africane, tutti sappiamo che a rinfocolare gli scontri armati sono speculatori senza scrupoli, ma stiamo tutti ben tranquilli, voltando la testa dall’altra parte. Ci scuote soltanto la paura di quelli che fuggono da quegli orrori e che giungono ai nostri confini, ma non ci interessa di sapere cosa li spinga a fuggire…

N.B.: E’ di questi giorni anche la notizia che in Costa D’Avorio vengono rapiti i bambini per farli lavorare come schiavi nella lavorazione dei baccelli di cacao …. a me piace molto il cioccolato, ma non credo che riuscirò a mangiarlo senza pensare al dolore di quei bambini…quindi lo abolirò dalla mia alimentazione.

Io sono Joy.

Sul sito “Vatican News” ho trovato questa storia, raccontata questa mattina durante un webinar sulla tratta di esseri umani. E’ una storia terribile, ma uguale a milioni di altre, visto che questa piaga coinvolge circa 40 milioni di persone  (due terzi sono donne e il 23% sono bambini). Sono persone costrette a prostituirsi o a lavori forzati, persone maltrattate, spesso torturate o usate come donatori di organi.

Joy è una donna nigeriana la cui storia è raccontata nel libro di Mariapia Bonanate, “Io sono Joy” (San Paolo), con la prefazione di Papa Francesco. Si tratta di una ragazza nigeriana che approda in Italia dopo un viaggio drammatico con l’illusione di trovare un lavoro, finendo invece sulla strada.

Joy racconta:“Il viaggio verso l’Italia è stato drammatico, mancavano acqua e cibo. Se qualcuno cadeva dalla macchina o dalle moto veniva abbandonato, non si tornava indietro. Siamo state quasi due settimane nel deserto”. Poi l’arrivo in Italia. “Mi hanno detto che dovevo lavorare in strada, il mio debito era di 35mila euro”. Sulla strada Joy è rimasta quasi un anno, anche incinta. “Mi hanno fatto abortire”, dice con la voce rotta dall’emozione. “Gesù, fammi conoscere persone che mi aiuteranno, io da sola non ce la faccio. Pregavo, pregavo sempre – racconta Joy nel video – ed ho sentito una voce, che mi diceva di non avere paura, di trovare il coraggio. Allora ho preso il telefono, il giorno dopo un poliziotto mi ha liberata e sono andata a Caserta”. Qui spunta il sorriso. La vita di Joy è cambiata, stavolta per sempre. (dal sito: Vatican news).

Joy ha trovato la salvezza grazie a questo numero verde telefonico: 800 290 290.  Questo numero può salvare altre persone e riportarle a una vita di dignità e di rispetto.

E le donne diventarono cittadine…

76 anni fa, fu riconosciuto alle donne il diritto di voto, furono considerate cittadine, ma non era la prima volta che lo stato italiano si ricordava che la metà dei suoi cittadini era rappresentato dal gentil sesso.

Infatti, 20 anni prima, il duce, per attirarsi le simpatie femminili, consentì alle donne di votare nelle elezioni amministrative, ma subito dopo tale diritto non poté più essere esercitato perché le cariche amministrative locali furono assegnate con nomina del governo.

La decisione del 1 febbraio 1945 fu presa certamente in considerazione del ruolo che tante donne avevano avuto durante la guerra  nelle attività produttive del Paese sostituendo nelle fabbriche, nei campi e negli uffici gli uomini che erano stati richiamati sotto le armi, ma anche in considerazione del loro apporto coraggioso nella lotta di  Resistenza.

Credo che se tutti fossimo consapevoli di quante battaglie e di quanti sacrifici sia costato il diritto di voto, nessuno rinuncerebbe ad esercitarlo con  leggerezza.

Anziani destinati all’isolamento e all’emarginazione?

Quasi 14 milioni di anziani over 65, e di questa la metà (7 milioni, quindi) sono over 75. L’Italia ha la popolazione più vecchia d’Europa con il 22,8% del totale che ha più di 65 anni a fronte del 20,3% della media dell’ Ue

Sono dati Eurostat riferiti all’anno 2019.

Dunque: quasi un quarto della popolazione italiana è anziana e per la quasi totalità non ha accesso alle nuove tecnologie; aggiungiamo a loro anche buona parte dei 50/60enni e avremo un numero enorme di persone che si troveranno sempre più a disagio in questo mondo che sta informatizzando molti aspetti della vita civile, persone destinate a sentirsi sempre più isolate ed emarginate.

IO quasi ogni giorno vengo contattata da persone anziane  afflitte da problemi facilmente risolvibili accedendo a internet, ma quasi insormontabili se non puoi accedere alle informazioni giuste.

Con l’UTE stiamo vedendo che, proponendo lezioni on line, un buon numero di soci è stato stimolato a consultare la propria mail, a installare l’app che permette il collegamento e ad attivarsi per partecipare. Col passaparola il numero di questi coraggiosi è via via aumentato ed è logico pensare che, se dovrà scaricare da internet gli esami del sangue, proverà a farlo e non dovrà più prendere il mezzo pubblico o l’automobile per andare a ritirare i referti.

Si sa che in questo campo l’ostacolo più difficile da superare è la paura di non farcela, di combinare pasticci, ma dopo i primi successi poi ogni giorno si può imparare una cosa nuova e non ci si sentirà più fuori dal mondo.

Ora mi pare ovvio chiedersi: chi si sta preoccupando di aggiornare questa parte  di popolazione? Credo che ne gioverebbe tutta la società.