Screditare l’informazione?

Aiutatemi a capire….

Da un po’ di tempo tra le notifiche Facebook compare ogni giorno la comunicazione di un video trasmesso dalla TRUMP TOWER, sì proprio il grattacielo di Trump.

Cliccando su quella notifica l’altro giorno ho assistito al precipitare di una grossa frana in Norvegia: c’era la scritta: IN DIRETTA; ho verificato che l’avvenimento era reale, quanto alla diretta ho qualche dubbio, visto che le immagini si ripetevano.

Il giorno dopo è stata la volta di un incendio in non so più quale zona del mondo: le grida di sottofondo erano del tutto simili a quelle del giorno prima…. Poi è stata la volta di trasmissioni di una passeggiata spaziale : immagini che si sono ripetute per due giorni: tutte indecifrabili.

Oggi  sempre con la scritta IN DIRETTA vengono trasmesse immagini di uno tsunami in estremo oriente con immagini terrificanti. I commenti alle immagini sono in inglese, spagnolo, italiano, francese, e in lingue orientali che non so decifrare.

Facendo qualche controllo in rete, risulta che l’ultimo fenomeno di tale intensità e di questo genere risale a nove anni fa……che non sia affatto in diretta è confermato dal fatto che le immagini si ripetono sempre uguali ogni pochi minuti

Mi chiedo: A che scopo diffondere quei video in modo così martellante? Forse a certa gente piace vedere le catastrofi e godere al pensiero che tocca ad altri soffrire….. ma perchè far credere  che l’evento si stia verificando al momento? Basterebbe precisare data e luogo dell’evento, ma forse allora ci sarebbero meno contatti….

Secondo me tutto questo ha una sola finalità creare confusione e disorientamento nella gente, che poi non sa più a cosa credere; in definitiva credo che la Trump Tower si proponga la finalità di screditare l’informazione, forse perchè la stampa internazionale non è molto tenera con Trump …… credo che qualcuno dovrebbe intervenire.

Le due facce della medaglia.

La tecnologia moderna ha tanti lati oscuri e consente ai malintenzionati di commettere i reati più turpi, ma ha come retro della medaglia una capacità straordinaria di collegare una moltitudine di persone che, se animate di buona volontà, possono fare cose stupende.

Un esempio? Allo scoppio della pandemia un ragazzo ha pubblicato un’iniziativa di crowdfunding e in poche ore ha raccolto una somma consistente per l’Ospedale di Erba che si trovava a fronteggiare una situazione gravissima.

E oggi mi è arrivato verso le 13:30 un appello: bisognava trovare una bicicletta per un operaio che la usa per andare a lavorare. Dopo pochi secondi dall’inoltro del messaggio ad alcuni gruppi whatsapp, già avevo trovato non una, ma ben 4 biciclette  e un’ora dopo una di esse era già stata consegnata al destinatario.

Grazie, whatsapp!

 

I can’t breath!

A  Denver, capitale del Colorado, la gente sta manifestando, sdraiata a terra con le mani legate e ripete il grido angoscioso di Floyd, l’uomo morto mentre un poliziotto gli stava inginocchiato sul collo, indifferente alla sua invocazione di aiuto:”Non posso respirare!!!” Altri poliziotti lì accanto non hanno mosso un dito per fermare il collega e portare aiuto a Floyd.

Ora in molte città degli USA le manifestazioni si moltiplicano e si verificano devastazioni, incendi e attacchi alla polizia.  Purtroppo il sogno di Martin Luther King si è forse concretizzato nelle leggi, ma non ha trovato posto nei cuori e nelle menti della gente: i neri d’America sono sempre la fascia di popolazione più svantaggiata e questo non favorisce certo una vera integrazione. Il rancore di chi si sente costretto ai margini della società e la prepotenza di chi vuole mantenere i propri privilegi, riescono a rimanere allo stato latente per lunghi periodi, ma sono sempre pronti a riesplodere  con tutta la loro carica di odio e di distruzione.

Trump non mi sembra proprio il Presidente più adatto a riappacificare gli animi, anzi coi suoi tweet non fa che buttare benzina sul fuoco.

Criminalità e ciclo dei rifiuti. (videoconferenza)

Oggi pomeriggio una videoconferenza organizzata da Legambiente di Como e Libera aveva come tema  “Criminalità ambientale e ciclo dei rifiuti” . I relatori erano : Barbara Meggetto, presidente di Legambiente Lombardia, il magistrato Giuseppe Battarino, Adriano Cati ed Elisa Nava  di ARPA-Lombardia, Monica Forte della commissione antimafia della Regione Lombardia, Chiara Braga, membro della commissione parlamentare ecomafie.

Purtroppo  mi sono persa i primi interventi nei quali venivano comunicati dati statistici sulla penetrazione della criminalità  nel settore dello smaltimento dei rifiuti, però nel corso della conferenza si è potuto ben comprendere che il fenomeno è rilevante e le imprese sane subiscono  danni di una concorrenza sleale da quelle che non rispettano le regole. In questo momento in cui il mondo produttivo tenta la ripartenza,  l’economia circolare è il cardine della ripresa economica.

Adriano Cati ha spiegato la funzione dell’ARPA ; in conformità con le leggi nazionali e regionali effettua controlli sull’operato delle aziende, concede autorizzazioni per lo smaltimento dei rifiuti e gestisce ed aggiorna continuamente le banche dati  sulla loro gestione. Per una efficace lotta alle ecomafie è indispensabile la tracciabilità dei rifiuti.

Chiara Braga  ha  ricordato che la commissione parlamentare antimafia indaga da tempo sugli abusi ambientali e ne ha portato molti allo scoperto . Gli incendi in depositi, abusivi o anche autorizzati, sono aumentati notevolmente in questi ultimi anni, in corrispondenza con la diminuzione del traffico di rifiuti che portava da Nord  a Sud  i residui tossici delle industrie settentrionali. Non tutti gli incendi tuttavia sono da ascrivere a criminalità mafiosa: a volte sono le lacune del sistema a portare alla ricerca di una soluzione più facile. Il lavoro della commissione parlamentare ha consentito di delineare il profilo del problema e di approvare leggi più adeguate a rispondere alla necessità di proteggere l’ambiente.

Cati  ha fatto rilevare che, in un momento di grave crisi come questo, molte aziende potrebbero cedere alla tentazione di trovare soluzioni facili e sbrigative, per questo ARPA effettuerà un sondaggio per rilevare le loro necessità e sta drone per controllare il territorioattuando un aumento del personale per intensificare i controlli, favoriti questi anche dall’utilizzo di nuove tecnologie, come satelliti, elicotteri e droni per il monitoraggio del territorio. I cittadini che accertano comportamenti abusivi devono riferire alle amministrazioni comunali che provvederanno a  riferire ad ARPA.

Il magistrato Battarino ha informato che ultimamente si investe di più nella prevenzione e che sono diminuiti i comportamenti illegali, perchè c’è una maggiore sensibilità, ma è necessario diminuire il volume dei rifiuti.

Meggetto nel suo secondo intervento ha rimarcato l’importanza del volontariato per la segnalazione degli abusi e la necessità di potenziare gli impianti di smaltimento.

Monica Forte, interrogata sull’accordo Lombardia-Canton Ticino, ha fatto rilevare che esso è nettamente a svantaggio della nostra regione.  Proseguendo ha ribadito che non è più rinviabile la tracciabilità dei rifiuti e visto che possediamo la tecnologia per andare su Marte, possiamo certo disporre dei mezzi tecnologici per controllare la filiera dei rifiuti. E’ importante comunque anche la cooperazione tra diversi enti dello stato per ottimizzare risorse e competenze per monitorare il sistema con cui le ecomafie riescono a permeare anche le attività legali, soprattutto in periodi di emergenza come quello attuale.

Chiara Braga ha poi concluso la lunga videoconferenza (due ore e mezzo) ribadendo che la soluzione del problema  si troverà solo nella collaborazione tra economia legale, associazionismo e autorità. Prossimamente  nuove normative prolungheranno la vita dei prodotti, portando una vera rivoluzione nel mondo della produzione; infine sarà indispensabile utilizzare al meglio le risorse che il governo nazionale e la Comunità Europea  metteranno a disposizione del mondo produttivo.

 

L’ ora di Braga…

Ieri sera una interessante videoconferenza ha dato modo di avere un quadro dell’attuale situazione. Ne riferiva da Roma l’on. Chiara Braga del PD, che ha illustrato ampiamente gli innumerevoli provvedimenti deliberati a favore di famiglie, imprese, lavoratori autonomi, per la riqualificazione edilizia ed energetica, per preparare la scuola alla riapertura autunnale, per facilitare la trasformazione del sistema dei trasporti incentivando la mobilità individuale sostenibile … e molto altro. E’ stata un’impresa gigantesca, mai affrontata prima d’ora, ma certo potrà essere migliorata nei prossimi passaggi parlamentari.

E’ poi intervenuto un rappresentante dei commercialisti e dei consulenti del lavoro, che ha dato voce al “grido di dolore” che viene dal mondo delle imprese e del lavoro autonomo, alle prese con una crisi feroce e con una burocrazia che non riesce a  comprendere le esigenze di tanti che sono in attesa che i provvedimenti approvati vengano calati nella realtà concreta.

Il Segretario Provinciale, Federico Broggi, ha sottolineato positivamente il gran lavoro fatto dal governo in questi mesi, ma ha ribadito che i temi più scottanti sono ora la liquidità e e la scuola: le famiglie non potranno continuare a lungo a far fronte alle conseguenze della chiusura delle scuole, ma d’altro canto va ripensata tutta l’edilizia e l’organizzazione scolastica e non è problema facilmente risolvibile.

L’on. Braga ha poi sottolineato quanto l’Europa abbia cambiato atteggiamento in questo frangente e l’aiuto che ci può venire dalla  UE sarà determinante. Tutti hanno individuato nella burocrazia un ostacolo alla ripartenza veloce del Paese.

Gli amministratori locali hanno denunciato l’aumento esponenziale di domande di aiuto alimentare da parte delle famiglie, lo scarso coordinamento tra i gestori delle risorse erogate, la mancanza di sussidi telematici per le lezioni a distanza e la difficoltà di intravvedere una strategia chiara nei provvedimenti a pioggia del governo, le difficoltà dei comuni di assicurare i servizi di scuolabus, di mense scolastiche, di spazi per l’avvio del prossimo anno scolastico

Videoconferenza: sanità lombarda

Ieri sera c’è stata una videoconferenza coi consiglieri regionali Angelo Orsenigo e Gianni Girelli sulla situazione della sanità lombarda e su come è stata affrontata l’emergenza coronavirus.

Lo avevamo capito che qualcosa non aveva funzionato, che l’ingranaggio si era inceppato, ma forse non riuscivamo a immaginare fino a che livello di caos si fosse approdati.

La testimonianza di un assessore ai Servizi Sociali di un comune limitrofo, ha fatto capire quali situazioni hanno dovuto affrontare gli amministratori locali senza poter contare sul supporto nè  dell’ATS competente né di chicchessia:nessuna organizzazione, nessuna direttiva di comportamento, solo grandi parole scritte nelle numerose circolari che dipingono una realtà che non c’è.

Se questo è lo stato delle cose ancora oggi, non so con quale fiducia si possa affrontare la ormai mitica fase2.

I novelli zelanti.

Ho parlato con un’amica che ha vissuto il dramma  della famiglia del figlio contagiatosi sul posto di lavoro.

Mi ha fatto accapponare la pelle il suo racconto della sofferenza indicibile di chi si sente mancare l’aria e le forze, della sensazione di abbandono  vissuto da tutta la famiglia che poteva solo essere rifornita degli alimenti essenziali da parte di un congiunto, dell’angoscia di sapere che le nipotine erano sole in casa mentre papà e mamma non avevano nemmeno la forza di alzarsi dal letto.  E mentre accadeva tutto questo la mia amica viveva l’angoscia di non poter essere d’aiuto in nessun modo perchè affetta da patologie che la classificano come soggetto ad alto rischio.

Credo che solo chi ha vissuto di persona o  da vicino l’incubo della malattia da coronavirus, come il Vescovo di Pinerolo, sappia quale pericolo essa rappresenti e pertanto consiglia prudenza.

Capisco la disperazione di chi è rimasto senza reddito, di chi teme di veder fallire la propria piccola impresa, frutto dei sacrifici di una vita e spero che gli aiuti promessi dal governo arrivino tempestivi e tali da impedire il tracollo del tessuto economico delle nostre città.

Capisco molto meno le invettive di certi cattolici (sostenuti anche da molti vescovi) che indignati scalpitano per il ripristino della possibilità di partecipare alla messa arrivando ad affermare che in chiesa non ci si contagia, come se il virus rispettasse il diritto di asilo che consentiva di sfuggire ai rigori della legge a chi si rifugiava in una chiesa.

Anche il Papa stamattina ha invitato i vescovi alla prudenza e al rispetto delle decisioni dei governanti, ancora una volta la tentazione di essere più papisti dei papi si affaccia  più prepotente che mai. A sentire certuni pare che non possano più resistere ad assistere alle messe virtuali e allora mi chiedo: ma dove era tutta questa gente quando la domenica mattina io andavo a messa e trovavo la chiesa quasi vuota? Questo zelo  non mi convince, mi pare nasconda altri intenti.

 

Scelte difficili.

Ieri ci siamo ricordati tutti del disastro di Chernobyl, quando una nube radioattiva si sprigionò da un reattore fuori controllo nella centrale nucleare in Ucraina.

Di quel periodo io ricordo la gran confusione tra chi minimizzava il pericolo e chi lo enfatizzava. Alcuni dicevano che non c’era da aver paura perchè era come esporsi a una radiografia e gli altri replicavano che una radiografia al giorno non era come prendere un ricostituente. Ricordo che io non facevo uscire di casa i miei figli perchè non toccassero l’erba del cortile e c’era chi, al ritorno a casa, si metteva sotto la doccia tutto vestito per decontaminare gli abiti, mentre altri  sostenevano che si poteva benissimo portare in montagna i bambini per la settimana verde.

Poi però venne la proibizione di mangiare l’insalata dell’orto o i funghi raccolti nei boschi. Ma con l’andare del tempo a quelli che avevano consigliato prudenza  venne riconosciuto il merito di aver visto giusto: dopo qualche anno nei nostri boschi si aggiravano cinghiali radioattivi.

Quello stato confusionale ricorda molto quello che accade oggi: mentre da una parte si consiglia di limitare gli spostamenti, di usare strumenti di protezione, il distanziamento sociale, ci sono quelli che dicono che tutto questo è assurdo, che la pandemia  è solo un pretesto per limitare la libertà delle persone. Credo sia normale tutto questo quando ci si trova a fronteggiare situazioni inedite: la scienza non ha elementi sufficienti di giudizio e si brancola nel buio, si procede per tentativi e gli errori sono quasi inevitabili, perciò si sceglie la strada dei piccoli passi, attendendo l’effetto che produrranno gli interventi messi in atto.

Non invidio chi in questi momenti deve prendere decisioni che influiscono sulla vita  di interi popoli: è una responsabilità terribile e  gli errori possono comportare conseguenze ancora più devastanti della pandemia stessa. Non ci resta che seguire il consiglio di Papa Francesco e pregare per loro.