Nato nel 1921, rimase orfano a 5 anni della madre, morta partorendo la sorella Angela. Un altro fratello, Gaetano era nato nel 22. A 14 anni perse anche il padre, mio nonno Antonio, a causa di una ferita, mentre tagliava un albero nel podere dove era fattore.Mio padre già lavorava dall’età di 11 anni alle Coltellerie di Caslino e con il fratello muratore, accudivano da soli la sorellina. Poiché era di carattere ribelle, si attirò le ire del Podestà di Proserpio e del Parroco che riuscirono a sottrarre ai due fratelli la sorellina, che venne portata alle Stelline di Milano e poi adottata da una famiglia con la quale mio padre non volle mai avere rapporti, trattandosi di impiegati fascisti della EIAR.Lui divenne comunista durante la guerra, ma anche da ragazzo aborriva il Regime e i suoi esponenti o adepti.Nonostante fosse orfano, a 19 anni, venne arruolato e inviato a Ventimiglia dove rimase alcuni mesi, quandofu dichiarata guerra alla Francia, senza partecipare ad alcuna operazione. Invece, credo a metà del 41, venne tradotto in Russia e partecipò alla riconquista di una postazione nei pressi di Nowo Kalitwa (era nella fanteria d’assalto) meritandosi la croce di guerra e acquisendo il grado di sergente maggiore. Purtroppo nelle varie peripezie smarrì la maggior parte dei documenti e non mi parlava volentieri di quanto aveva vissuto. Comunque, a quanto ricordo, partecipò alla disastrosa ritirata del Don e la conseguenza fu il parziale congelamento dei piedi.
Di quei momenti raccontava solo con piacere l’episodio dell’incontro insperato con suo fratello sulla via del ritorno. Successivamente si sbandò (non so se disertò o se fu in seguito all’armistizio) e comunque, dopo qualche mese di latitanza, venne preso dai tedeschi e mandato in un campo di lavoro in Germania da dove fuggì dopo qualche mese. Arrivò con mezzi di fortuna in Svizzera dove conobbe degli antifascisti che lo indirizzarono alla Brigata Giustizia e Libertà nel Cuneese, comandata da Giorgio Bocca (da ragazzo ricordo che teneva da conto un libro dello scrittore con dedica autografa che purtroppo ho smarrito). Rimase aggregato ai partigiani fino al 25 aprile e al ritorno a casa ebbe l’amara sorpresa di sapere che i genitori adottivi della sorella si erano impossessati della sua misera abitazione vendendo tutti i mobili e gli oggetti suoi dei miei nonni. Conoscendo il suo carattere incazzoso, non oso immaginare quale fu la reazione!Mi spiace di non aver annotato i racconti che sentivo da piccolo, che allora non è che mi interessassero molto e con mio zio non ne ho mai parlato o, se sì, non ricordo.Ti allego il diploma della decorazione, un encomio del Sindaco di Proserpio e delle foto, purtroppo tutto in cattivo stato di conservazione.marco
Per diradare il polverone…
Le polemiche politiche tra governatori regionali e governo centrale su come si è affrontata la pandemia, non è argomento che mi appassioni, ma i fatti hanno un’evidenza innegabile. Errori, in questa situazione così eccezionale, così nuova, così inaspettata, probabilmente ne hanno commessi tutti e si potrebbero fare molti esempi non solo in Italia, anzi più negli altri paesi che da noi.
Per questo si sente il bisogno di una voce obiettiva, che valuti i fatti con sguardo distaccato e scevro da interessi di qualsiasi genere (non so se sia possibile). Questo articolo di Avvenire può tornare utile per diradare il polverone sollevato dalle polemiche. Sembra comunque inconfutabile che in Lombardia qualcosa non ha funzionato per errori commessi nel corso degli anni passati e per errori commessi nell’affrontare la pandemia; non è utile a nessuno, e tanto meno ai Lombardi, il tentativo degli organi regionali di distrarre l’opinione pubblica con iniziative stucchevoli come l’ospedale in Fiera costato più di 20 milioni (sarebbe stato più utile un ospedale da campo) e non in grado di funzionare o acquistare intere pagine di giornali per dire quanto si è stati bravi…. In altre regioni si è fatto meno rumore, ma forse si è agito con più tempestività e più razionalità.
La solidarietà non è solo altruismo.
In condizioni normali la solidarietà è un atto di generosità di cui beneficia materialmente solo il destinatario, mentre il benefattore ne trae una gratificazione morale per il fatto di sentirsi “buono e bravo”.
Ci sono invece situazioni del tutto straordinarie in cui la solidarietà è necessaria per difendere anche i propri interessi. Prendiamo ad esempio la situazione attuale: in marzo la vendita delle auto è crollata dell’85,4% e la cosa è comprensibile, visto che le concessionarie sono rimaste chiuse e la gente è stata confinata in casa; chi produce più auto in Europa? La Germania. Cosa se ne farà la Germania delle sue auto se Italiani, Spagnoli ed Europei in genere saranno ridotti in povertà e non potranno più comprarle? Chiuderà le fabbriche? E che faranno i tanti Tedeschi che resteranno senza lavoro?
Forse conviene a tutti darsi una mano per tentare di attutire il contraccolpo di questa crisi che potrebbe essere disastrosa per tutti. La solidarietà è forse l’unica chance per risollevarsi e pare che anche nell’opinione pubblica tedesca si stia facendo largo questa convinzione.
E’ tempo di agire.
“Mosaico di Pace” il sito di Pax Christi mette in evidenza sempre fatti rilevanti e motivi di riflessione, che l’attualità propone.
Oggi vi ho trovato questo spunto di discussione, che mi pare si proponga con urgenza: è possibile e molto probabile che la criminalità organizzata riesca a mettere le mani sulle attività commerciali e industriali piegate dalla crisi, offrendo prestiti che diventeranno una corda al collo per gli imprenditori.
Ecco perché il governo deve agire in fretta; e visto che verosimilmente anche negli altri paesi la situazione si presenterà negli stessi termini, ecco perché anche l’Europa deve darsi una mossa, se vuole continuare ad esistere. E’ il tempo di agire con responsabilità.
Appello di Trapeiros.
20 lettera agli amministratori
Cliccando sul link soprastante, è possibile leggere l’appello che i “Trapeiros” della Comunità di Emmaus di Erba sta diffondendo . Chiede aiuto per affrontare questo momento critico, visto che il loro settore, nei decreti di questi giorni, non compare tra le attività che possono chiedere contributi.
In fondo alla lettera è riportato l’IBAN.
Solo la solidarietà può consentirci di superare questi momenti di grave difficoltà per tutti.
“Questo atomo opaco del”…….coronavirus…
Oggi più che mai questa nostra Terra ci appare come un “atomo opaco del male” (citando i versi finali della poesia di Pascoli “X agosto”) intendendo per “male” il coronavirus che sta mettendo in ginocchio l’intera umanità.
La globalizzazione ha arricchito enormemente una piccolissima parte della popolazione mondiale e ha forse migliorato le condizioni di vita in alcuni paesi prima poverissimi, (peggiorandole nel contempo in altri), ma sta ora dimostrando il suo lato più oscuro: la globalizzazione delle epidemie, favorite dalla grande facilità di spostamento di merci e persone nel mondo.
Di fronte a questa pandemia che ci sta mettendo a durissima prova, dovremmo capire che solo con la solidarietà e l’aiuto reciproco potremo uscirne, invece c’è sempre la tentazione di pensare al proprio piccolo orticello (addirittura fra paesi della UE).
Ma il record del più becero egoismo l’ha data Trump: ha tentato di comprare per una cifra astronomica il vaccino cui sta lavorando una casa farmaceutica tedesca, per poterlo riservare solo agli Americani. Ecco cosa significa “American first” , il suo slogan preso a prestito anche qui da noi. E forse ora capiamo come ci si sente quando non si è tra quei “first”, quando la nostra esistenza viene calcolata come elemento di secondaria importanza
Dobbiamo dare atto invece alla Cina, ufficialmente atea e comunista, di un atteggiamento nei nostri confronti solidale e umano, e molti paesi di tradizione e cultura cristiana dovrebbero arrossire di vergogna al confronto.
Un messaggio da Casa Prina.
Le direttive, emanate in questi giorni dal governo nazionale e dalle amministrazioni regionali al fine di arginare i contagi, hanno determinato la sospensione delle visite dei familiari agli anziani ospiti di Casa Prina. Certo questo provoca sofferenza in chi vorrebbe accorrere come d’abitudine accanto ai propri cari e proprio per rasserenare le famiglie, la direttrice di Casa Prina mi chiede di divulgare questo messaggio:
“Molti Ospiti, soprattutto quelli confusi, percepiscono un ambiente di vita più tranquillo e sono più sereni, in quanto il reparto è meno affollato di parenti e visitatori.
I Familiari, con comprensibile umana sofferenza, rinunciano alle visite per proteggere i Loro anziani, è un gesto d’amore e di responsabilità.”
In attesa che sia utilizzabile l’apposita APP “parla con noi” il personale di Casa Prina aiuta gli ospiti a collegarsi con le famiglie con il telefono e con videochiamate.
Il dilemma.
Immaginiamo di essere un medico impegnato ad affrontare questa emergenza “coronavirus” ; immaginiamo che abbia solo un posto disponibile in rianimazione e che ad attendere il ricovero ci siano una signora ultraottantenne e una giovane mamma di quarant’anni, entrambe in una fase critica. Cosa faremmo? A chi garantire una possibilità di sopravvivenza?
Davanti a questa eventualità non così remota, giustamente i medici chiedono chiarezza.
Per parte nostra, noi che siamo nella terza (o quarta) età sarà bene che usiamo tutte le cautele suggerite ad ogni piè sospinto in questi giorni: sarà meglio non ammalarsi….