Pur se nei guai, non siamo autorizzati a restare indifferenti…

Stiamo certamente vivendo un momento di gravi disagi e difficoltà del tutto nuove anche per chi ha parecchi anni alle spalle, ma, se non siamo tra quelli che stanno combattendo contro il coronavirus in una corsia di ospedale, possiamo avere una vita dignitosa e confortevole: riparati dal freddo, con la possibilità di riposare  e  di alimentarci  regolarmente, potendo essere informati da radio e Tv, avendo a disposizione molti modi per passare serenamente il tempo che pare essersi improvvisamente dilatato.

E’ vero, abbiamo tanti guai, ma questo non deve farci perdere il senso delle proporzioni e non deve farci restare indifferenti a ciò che sta capitando a poca distanza da  noi: riusciamo a immedesimarci nella povera gente che sta scappando dalla Siria, che vede i suoi bambini morire di freddo, che si vede spinta dai Turchi verso l’Europa e trova ad accoglierla i gas lacrimogeni dei Greci?

Pensando a loro sento un nodo che mi chiude la gola e mi chiedo cosa stia aspettando l’Europa a intervenire una buona volta per far finire quella guerra infinita e oltremodo crudele….

Se ti ammali, sei perduto… (in USA)

Gli Statunitensi non hanno mai visto con simpatia l’idea di un sistema sanitario nazionale esteso a tutta la popolazione, proposto in varie occasioni da Hilary Clinton  e da Obama.

Ora però avranno modo di pentirsene, almeno stando a quanto è detto in questo articolo, che evidenzia tutte le falle di un sistema sanitario basato principalmente sulle assicurazioni private che, notoriamente, non hanno come finalità principale il benessere e la salute dei cittadini, ma il freddo dividendo degli azionisti.

E’ vero, l’Europa (e l’Italia in particolare) arranca un po’ in economia, non ha gli indici di sviluppo così brillanti come gli USA o altri,paesi emergenti, perchè il nostro wellfare  appesantisce i nostri passi, ma in questo momento non vorrei essere un cittadino USA e aver paura della rovina se solo dovessi sottopormi a qualche accertamento.

Shirin Ebadi: la lotta per la democrazia e per i diritti delle donne.

Shirin-ʿEbādi“Solo quando fui molto più grande capii che l’idea dell’uguaglianza tra i sessi si era impressa dentro di me in primo luogo grazie all’esempio avuto a casa…vidi come la mia educazione mi avesse risparmiato la scarsa autostima e la dipendenza acquisita dalle altre donne, cresciute in famiglie più tradizionali. Il sostegno di mio padre alla mia indipendenza, dai giochi di bambina fino alla decisione di diventare giudice, mi ha instillato un senso di fiducia nelle mie capacità che non ho mai percepito consciamente ma che alla fine sono giunta a considerare come l’eredità più preziosa.”

Queste che ho copiato sono  parole di Shirin Ebadi, una donna iraniana che ho visto poco fa in TV nella rubrica STORIE ITALIANE e che , confesso con grande rammarico, non conoscevo. Alla Ebadi è stato assegnato il Premio Nobel per la pace nel 2003 per il suo impegno per i diritti delle donne e per la democrazia nel suo paese.

Stamattina ha parlato di quanto abbia lottato per i suoi ideali e di quanto questo le sia costato e ciò ha suscitato in me grande ammirazione, ma le parole  che mi hanno colpito di più sono state queste: ” La democrazia in Iran arriverà per merito delle donne” . Le donne di oggi in Iran sempre più rivendicano la parità di diritti sfidando le leggi oscurantiste e accettando anche la carcerazione. Diceva Shirin che  anche molti uomini stanno dalla  parte delle loro compagne e questo fa ben sperare.

Leggerò certamente il suo ultimo libro “Finchè non saremo liberi”: lo ritengo un dovere di solidarietà nei confronti di questa donna coraggiosa.

 

“Marginalità”: un’occasione per riflettere…

Ieri si è aperta allo Youthlab la mostra fotografica “MARGINALITA’: ritratti di invisibili”.

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L’autrice, Ljdia Musso, ha esposto una serie di scatti fotografici che ritraggono i “senzatetto” in varie città e località italiane e straniere. Le foto sono montate su support rivestiti con collage  di carta di giornale ( è coi giornali infatti  che spesso gli “invisibili” si riparano o allestiscono il loro angolo di marciapiede). In un angolo è posato a terra un materasso con l’immancabile borsa di plastica, una bottiglia, una coperta.

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A terra, addossati alle pareti, ci sono  dei pannelli di cartone (recuperati da scatoloni) che riportano alcune frasi dell’Abbé Pierre, il fondatore delle comunità di Emmaus, il primo a occuparsi dei più emarginati.  Ora sono tante nel mondo le comunità che si ispirano all’Abbé Pierre e il loro approccio alla solidarietà varia da paese a paese: qui da noi raccolgono  l’usato e il ricavato serve a sostenere le comunità  delle zone più povere, dove riesce ad assegnare piccoli crediti alle donne che riescono così a realizzare piccole attività con cui mantenere i figli e ripagare il debito. Altrove si occupano di incentivare i piccoli agricoltori.

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Questa mostra ha il merito di farci fermare a riflettere su quanti nelle nostre città sono in condizioni di estrema povertà, tanto da non potersi permettere una casa; li vediamo ogni giorno rannicchiati in qualche angolo di strada e i nostri occhi si sono talmente abituati alla loro presenza che non ci sentiamo più interpellare dai loro bisogni, dalle loro sofferenze. Grazie perciò a Maria Luisa dei Trapeiros e  grazie alla giovane Ljdia, che ha illustrato e commentato le sue foto con evidente viva partecipazione al dramma degli invisibili.

Trovandomi sul posto, ho potuto visitare l’ex-stazione ferroviaria (è lì che è allocata la mostra), concessa in comodato gratuito  alla cooperativa “concerto” e ristrutturata con i fondi donati dalla Cariplo. Vi trovano sede varie associazioni di giovani e meno giovani per svolgere attività di promozione culturale e ricreative. Può essere un’opportunità offerta all’associazionismo erbese.

 

La penna è più potente della spada

Ieri sera, Lucilla Giagnoni ha letto un brano tratto dal discorso della giovane Malala all’ONU  e siccome le sue parole sono ancora attuali e sono state fino ad ora inascoltate, le riporto anche qui, come promemoria per tutti noi.

…….Cari amici, il 9 ottobre 2012, i talebani mi hanno sparato sul lato sinistro della fronte. Hanno sparato ai miei amici, anche. Pensavano che i proiettili ci avrebbero messi a tacere, ma hanno fallito. Anzi, dal silenzio sono spuntate migliaia di voci. I terroristi pensavano di cambiare i miei obiettivi e fermare le mie ambizioni. Ma nulla è cambiato nella mia vita, tranne questo: debolezza, paura e disperazione sono morte; forza, energia e coraggio sono nati. Io sono la stessa Malala. Le mie ambizioni sono le stesse. Le mie speranze sono le stesse. E i miei sogni sono gli stessi.

Cari fratelli e sorelle, io non sono contro nessuno. Né sono qui a parlare in termini di vendetta personale contro i talebani o qualsiasi altro gruppo terroristico. Sono qui a parlare per il diritto all’istruzione per tutti i bambini. Voglio un’istruzione per i figli e le figlie dei talebani e di tutti i terroristi e gli estremisti. Non odio nemmeno il talebano che mi ha sparato.

Anche se avessi una pistola in mano e lui fosse in piedi di fronte a me, non gli sparerei. Questa è il sentimento di compassione che ho imparato da Maometto, il profeta della misericordia, da Gesù Cristo e Buddha. Questa è la spinta al cambiamento che ho ereditato da Martin Luther King, Nelson Mandela e Mohammed Ali Jinnah. Questa è la filosofia della non violenza che ho imparato da Gandhi, Bacha Khan e Madre Teresa. E questo è il perdono che ho imparato da mio padre e da mia madre. Questo è ciò che la mia anima mi dice: stai in pace e ama tutti.

Cari fratelli e sorelle, ci rendiamo conto dell’importanza della luce quando vediamo le tenebre. Ci rendiamo conto dell’importanza della nostra voce quando ci mettono a tacere. Allo stesso modo, quando eravamo in Swat, nel Nord del Pakistan, abbiamo capito l’importanza delle penne e dei libri quando abbiamo visto le armi. Il saggio proverbio “La penna è più potente della spada” dice la verità. Gli estremisti hanno paura dei libri e delle penne. Il potere dell’educazione li spaventa. Hanno paura delle donne. Il potere della voce delle donne li spaventa. Questo è il motivo per cui hanno ucciso 14 studenti innocenti nel recente attentato a Quetta. Ed è per questo uccidono le insegnanti donne. Questo è il motivo per cui ogni giorno fanno saltare le scuole: perché hanno paura del cambiamento e dell’uguaglianza che porteremo nella nostra società. Ricordo che c’era un ragazzo della nostra scuola a cui un giornalista chiese: “Perché i talebani sono contro l’educazione dei ragazzi?”. Lui rispose molto semplicemente: indicò il suo libro e disse: “I talebani non sanno che cosa c’è scritto in questo libro”.

Loro pensano che Dio sia un piccolo esseruccio conservatore che punterebbe la pistola alla testa delle persone solo per il fatto che vanno a scuola. Questi terroristi sfruttano il nome dell’islam per i propri interessi. Il Pakistan è un Paese democratico, amante della pace. I Pashtun vogliono educazione per i loro figli e figlie. L’Islam è una religione di pace, umanità e fratellanza. Che dice: è un preciso dovere quello di dare un’educazione a ogni bambino. La pace è necessaria per l’istruzione. In molte parti del mondo, in particolare il Pakistan e l’Afghanistan, il terrorismo, la guerra e i conflitti impediscono ai bambini di andare a scuola. Siamo veramente stanchi di queste guerre. Donne e bambini soffrono in molti modi in molte parti del mondo.

In India, bambini innocenti e poveri sono vittime del lavoro minorile. Molte scuole sono state distrutte in Nigeria. La gente in Afghanistan è colpita dall’estremismo. Le ragazze devono lavorare in casa e sono costrette a sposarsi in età precoce. La povertà, l’ignoranza, l’ingiustizia, il razzismo e la privazione dei diritti fondamentali sono i principali problemi che uomini e donne devono affrontare.

Oggi, mi concentro sui diritti delle donne e sull’istruzione delle ragazze, perché sono quelle che soffrono di più. C’è stato un tempo in cui le donne hanno chiesto agli uomini a difendere i loro diritti. Ma questa volta lo faremo da sole. Non sto dicendo che gli uomini devono smetterla di parlare dei diritti delle donne, ma il mio obiettivo è che le donne diventino indipendenti e capaci di combattere per se stesse. Quindi, cari fratelli e sorelle, ora è il momento di alzare la voce. Oggi invitiamo i leader mondiali a cambiare le loro politiche a favore della pace e della prosperità. Chiediamo ai leader mondiali che i loro accordi servano a proteggere i diritti delle donne e dei bambini. Accordi che vadano contro i diritti delle donne sono inaccettabile……

La più grande ingiustizia governa il mondo.

Questo articolo che riporta dati forniti da Oxfam, registra una situazione scandalosa che va peggiorando sempre più: i ricchi sono sempre più ricchi e i poveri aumentano di numero e sono sempre più poveri.

E’ il risultato di una globalizzazione senza regole e senza scrupoli che porta i capitali a spostarsi là dove lo sfruttamento di materie prime e mano d’opera consente maggiori introiti.

Quanto può durare una situazione di questo genere? E’ vero che i poveri non hanno molte possibilità di influire sulle scelte economiche, ma hanno la forza dei grandi numeri e se si stancassero del ruolo di poveri? Cosa potrebbe accadere? Forse converrebbe anche ai ricchi mettere un limite alla loro insaziabilità ….

Costruiamo la Pace.

Ognuno di noi può essere costruttore di Pace e per capire meglio come e cosa fare è bene partecipare a questa iniziativa : Dare casa a un futuro di Pace.

E’ infatti ormai una tradizione  consolidata: i mesi di Gennaio/febbraio, a Erba, sono dedicati alla pace.

Numerose sono le associazioni che collaborano alla realizzazione di una serie di eventi di notevole livello per l’importanza delle personalità coinvolte.

L’impegno profuso dagli organizzatori merita una vasta partecipazione da parte dei cittadini erbesi.  Ecco gli eventi proposti:

*Mercoledì, 15 gennaio ore 21 – Teatro Excelsior: Non si sogna mai da soli – con M. Tarquinio, direttore di AVVENIRE e M. Calabresi (noto giornalista).

*Mercoledì, 22 gennaio, ore 21:15 – Teatro Excelsior: Pacem in terris – spettacolo teatrale di e con Lucilla Giagnoni.

*Sabato 1 Febbraio, ore 21 – Teatro Excelsior : ‘U Parrinu – Spettacolo teatrale di Cristian Di Domenico – (La mia storia con Padre Puglisi)

*Mercoledì 12 febbraio, ore 21 -Sala della Comunità : La scommessa della Pace . con Mauro Magatti, sociologo e Chiara Giaccardi, docente di sociologia. 

*Giovedì, 27 febbraio, ore 21 -Sala della Comunità (Via S. Maurizio): Artigiani della pace – Mons. Gian Carlo Perego, vescovo di Ferrara e Kossi Komla Ebri (scrittore)

pace eventi

UTE: evoluzione del diritto di famiglia (I parte) – Informativa sulla privacy.

La famiglia è la cellula su cui si fonda la società e come tale essa preesiste allo Stato; è un’aggregazione spontanea finalizzata al soddisfacimento del bisogno primario dell’essere umano (cheè un essere sociale) di vivere insieme agli altri. Nel tempo si sono avuti molti modelli di famiglia e anche oggi nel mondo ne esistono diversi tipi.

In Grecia e a Roma nella famiglia predominava l’uomo, mentre alla donna erano riservati il ruolo di madre e di amministratrice del menage domestico.

Nella nostra Costituzione in vigore fino alla fine della II Guerra Mondiale,  era il marito che aveva potestà sui figli e sui beni di famiglia, i figli nati fuori dal matrimonio erano definiti illegittimi e non godevano dei diritti riconosciuti ai figli legittimi.  Quando la Costituente nel 47 stava discutendo di diritto di famiglia, la cofilumena Marturanommedia di Eduardo De Filippo ” Filumena Marturano” si inserì prepotentemente nel dibattito  e  fu abolita ogni distinzione: i figli erano figli e basta, indipendentemente dalle circostanze della loro nascita. La Costituente stabiliva inoltre che la famiglia era quella fondata sul matrimonio, ma con l’andare del tempo questa formulazione si è dimostrata non più adeguata ai mutamenti avvenuti nella società e recentemente la legge Cirinnà ha regolamentato le unioni civili, unioni di coppie comunque composte (eterosessuali o omosessuali) stabilendone  diritti e doveri .

Per quanto riguarda il matrimonio, esso può essere celebrato davanti a un ministro di un culto riconosciuto dallo Stato o davanti al sindaco o a un pubblico ufficiale  da lui delegato. L’età minima per potersi sposare è 18 anni, ma in caso di estrema gravità un giudice può autorizzare anche un/una sedicenne a sposarsi.

Nell’art. 87 vengono elencati i casi in cui il matrimonio non è possibile; tra parenti, affini e quando intercorrano rapporti di adozione; chi è riconosciuto colpevole di un omicidio o di tentato omicidio non può sposare la vedova (o il vedovo) della vittima; una vedova non può risposarsi prima che siano trascorsi almeno trecento giorni dalla morte del marito.

Il Matrimonio deve essere preceduto dalle pubblicazioni (almeno 8 giorni prima della data fissata per le nozze), ma si può derogare da questo obbligo in caso di matrimonio in imminente pericolo di vita.  Ci si può sposare anche per procura, come accadeva un tempo per gli emigrati.

Vi sono poi dei casi di nullità del matrimonio: quando uno dei contraenti non sia in grado di intendere e volere,  quando sia intervenuta una violenza fisica o morale, quando uno dei due sposi abbia nascosto al coniuge una qualità essenziale.  Esistono poi matrimoni simulati come separazioni simulate (in genere per interesse economico).

Questa lezione è stata molto interessante e ne aspettiamo  il seguito. Grazie, prof. Spagnuolo!!

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Nella seconda ora (per indisponibilità dei docenti non è stato possibile effettuare la lezione di musica prevista)  l’ingegner Fusi  ha illustrato a tutti noi le formalità da espletare da parte dei soci, per ottemperare agli obblighi previsti dalla normativa europea in materia di PRIVACY.  A queste spiegazioni sono seguite alcune comunicazioni da parte della nostra Presidente circa le prossime attività non presenti nel programma annuale: uscite sul territorio, proiezioni di film, spettacoli.