La città che muore.

Ieri  sulla pagina Facebook de “Il Dieci”, giornale di informazione gratuito cittadino, è stata pubblicata una foto di un complesso di stabili in grave stato di abbandono a commento di un articolo che parla di Erba come città che muore . La foto ritraeva uno scorcio di un comune in provincia di Trapani, ma nessuno dei moltissimi visitatori della pagina si è chiesto  che angolo di Erba fosse ritratto in quell’immagine, nemmeno io, che la attribuivo a una viuzza vicino alla stazione.

Questo significa a mio avviso che molti erbesi vedono ogni giorno lo stato di degrado di molte aree dismesse,  anche nel centro cittadino, e  hanno dato per scontato che da qualche parte ci fosse proprio quel complesso di edifici cadenti che la foto mostrava.

Forse  ci stiamo abituando a vedere la nostra città in stato di abbandono  e non ci chiediamo nemmeno se sia possibile cambiare questo stato di cose. Erba che può vantare un passato glorioso come meta preferita dell’élite milanese, che può vantare una posizione geografica che la pone al centro di un territorio di grande bellezza, non può essere lasciata morire nell’indifferenza di tutti.

Mi chiedo: se un immobile abbandonato diventa col tempo un pericolo potenziale per la comunità, non può essere espropriato? Quali mezzi ha la collettività per tutelarsi?

Parlando di sardine….

Stamattina un pensiero  mi frulla per la testa.

Il movimento delle sardine sta riempiendo le piazze da una ventina di giorni ed è un movimento simpatico: non-violento, libertario, antirazzista, ecc.  ecc. Ma mi chiedo: al momento di votare, le sardine  andranno alle urne o si asterranno come fa ormai la maggioranza degli aventi diritto al voto italiani?

Ci tengono a non essere etichettati con simboli di partito, perchè probabilmente nessun partito li rappresenta in toto, ma se aspettano il partito perfetto, fatto su misura, continueranno a manifestare inutilmente nelle piazze senza ottenere nulla, dato che forse le “sardine” stesse al loro interno non rappresentano un mondo monolitico…. Un antico proverbio dice che “il meglio è nemico del bene”: per inseguire la perfezione non si può stare in disparte a vedere cosa succederà… pertanto, care sardine, andate a votare: è l’unico modo per rendere concreta ed efficace la vostra protesta.

La guerra per cellulari e tablet.

A Radio24, Alessandro Milan sta dicendo che il 5,5% dei genitori, secondo una ricerca della Bocconi, dà abitualmente ai propri figli di 3/5 anni il cellulare e che i bambini delle elementari ne fanno uso fino alle 11 di sera!!!

bambini-e-cellulareCredo che sia una situazione assai desolante: i genitori, per pigrizia o malavoglia o depressione cronica, non sanno riempire il tempo dei loro figli, non sanno parlare con loro, non sanno dire di no.  E’ vero che è una guerra imporre delle regole nell’uso di tablet o cellulari e richiede un enorme dispendio di energie, ma sanno quei genitori che un giorno rimpiangeranno amaramente il tempo che non dedicano ai loro figli ? Lo sanno che cosa accadrà quando i loro pargoli sentiranno il vuoto che li circonda e penseranno  di non avere accanto persone di cui fidarsi e a cui affidarsi? Allora sarà inutile  fare prediche e forse sarà anche troppo tardi….

La tecnica non è mai solo tecnica.

Stamattina a Eupilio nella sede dei Padri Barnabiti, si è tenuto il solito incontro organizzato dal GRANIS di Erba per l’inizio dell’Avvento.

Il tema proposto è più che mai interessante ed attuale, anche se trae spunto dall’enciclica di Papa Benedetto XVI “Caritas in veritate” pubblicata dieci anni fa (con due anni di ritardo rispetto al previsto, perchè lo scoppio della crisi ha indotto il Papa a ripensare l’argomento tenendo conto della nuova situazione).

Il pensiero espresso in questa enciclica si richiama al concetto di Paolo VI di sviluppo integrale della persona e al concetto di ecologia integrale  di Giovanni Paolo II, tema quest’ultimo che verrà poi approfondito da Papa Francesco.

L’argomento su cui si è incentrato l’incontro odierno, “La tecnica non è mai solo tecnica”, ci interpella sul modo di interpretare lo sviluppo  da parte della Chiesa e dei cristiani: non c’è altro modo che rifarsi a come Gesù ha vissuto la carità, fondamento dell’azione ecclesiale.

Nel mondo attuale, dati i moderni mezzi di comunicazione che enfatizzano gli eventi, si corre il pericolo di lasciarsi trascinare dalle emozioni, che durano un attimo, senza però concretizzare azioni veramente efficaci.

Senza Dio l’uomo non sa dove andare e questo è vero anche in campo economico e sociale: se ci pensiamo come soli autori dello sviluppo, siamo destinati a fallire. L’approccio cristiano al tema dello sviluppo riconosce il valore del dono e della gratuità: la fraternità ha bisogno dell’economia del dono.

Il modello del consumismo come strada per la felicità è ampiamente fallito ed è piuttosto evidente che “La vita economica ….ha bisogno di leggi giuste e di forme di redistribuzione guidate dalla politica e inoltre di opere che rechino impresso lo spirito del dono”.

Anche grandi dirigenti di impresa oggi asseriscono che  non si può continuare perseguendo solo il massimo dei profitti: così facendo le ricchezze si concentrano sempre più in mano a pochissime persone e cresce l’ingiustizia sociale.

E’ necessario invece avere responsabilmente cura  delle persone e del creato:  tutto è creato da Dio e dobbiamo trovare Dio in tutto il creato.

Lo sviluppo è strettamente legato al progresso tecnologico, che libera l’uomo dalla fatica e migliora le condizioni di vita, ma la tecnica non è mai solo tecnica: essa esprime il desiderio dell’animo umano di superare i condizionamenti materiali, ma si corre il rischio di intenderla come elemento di libertà assoluta, senza limiti, come nuova ideologia. Spesso lo sviluppo dei popoli è inteso solo come problema tecnico ed è forse per questo che non si sono ottenuti risultati apprezzabili. Gli algoritmi e la robotizzazione non potranno risolvere tutti i problemi

Lo sviluppo è impossibile senza uomini retti, senza operatori economici e uomini politici che vivano fortemente nelle loro coscienze l’appello del bene comune” (Caritas in veritate, 71).

A questo primo commento dell’enciclica è seguita una breve pausa e una discussione interessante su come realizzare concretamente i dettami dell’enciclica, sul modo migliore di coinvolgere anche i giovani nell’approcciare i problemi del mondo d’oggi, su come porre fine a logiche di sfruttamento ancora presenti nel mondo del lavoro, sulla mancata cooperazione coi paesi poveri. Ci si è poi soffermati sulla necessità che i cristiani si sentano impegnati a cambiare stile di vita nel rispetto dell’ambiente, senza aspettare che tutti lo facciano; ognuno di noi deve sentirsi impegnato in prima persona, senza alibi.

Ieri in senato.

liliana-segre_lChi è Liliana Segre? Penso che in pochi possano dire di non averne mai sentito parlare, ma proprio per questi pochi ecco qui un link : seguendolo potranno colmare questa loro lacuna.

Dopo la lettura della sua biografia, chi potrebbe non renderle omaggio, chi potrebbe non  onorarla per le sofferenze che ha dovuto subire, per il coraggio della sua testimonianza che continua anche in questa sua tarda età, per le offese e le umiliazioni che ha subito in passato e che continuano ancora oggi?

Eppure, ieri, c’è stato chi non si è alzato in piedi e non l’ha applaudita al suo ingresso in Parlamento: ce lo potevamo aspettare da Lega e FdI, nelle cui file si annidano gli odiatori per professione, ma Forza Italia? Pur  di dare un’immagine di compattezza delle destre, ha accettato di omologarsi ai partiti più estremisti di questo dopoguerra; qualcuno però sui banchi di FI ha subito denunciato forti mal di pancia… Ciò però non cancella  la meschinità di questa presa di posizione. Se c’erano motivi per non votare la mozione, non credo ce ne fossero per non rendere omaggio a una donna di grande carisma e grande levatura morale.

Morire insieme ai propri sogni.

Un’altra terribile strage!!!

Questa volta non nel Mediterraneo, ma in un TIR in cui hanno trovato la morte 38 adulti e un adolescente.

Queste notizie sono sempre sconvolgenti soprattutto se si pensa che queste persone trovano la morte proprio quando sono sul punto di raggiungere la meta del loro viaggio. Hanno superato sofferenze inimmaginabili, disagi di ogni genere e quando stanno già vedendo la fine delle loro tribolazioni, il destino li beffa nel modo più crudele: muoiono insieme ai loro sogni.

Sono persone  che tentano di sfuggire a prospettive di una vita fatta di stenti, che rivendicano il diritto alla dignità del vivere, che vogliono dribblare le ingiustizie create da secoli di iniquo sfruttamento delle risorse naturali che hanno finito per accumulare ricchezze in alcune comunità e per impoverirne altre.

Il miglior antidoto contro le emigrazioni di massa dei nostri tempi sarebbe una migliore distribuzione dei beni della nostra Madre Terra, ma questa resterà forse per sempre un’utopia…

UTE: Rapporti civili e diritti di libertà – Infiammazione acuta e cronica (sintesi di Angela D’Albis)

Il dottor Spagnuolo riprende l’argomento della volta scorsa, ma con un taglio diverso, perché passa a trattare delle libertà collettive, sancite dagli liberta-e-dirittiarticoli 16, 17, 18, 19, 20 della nostra Costituzione. Nell’ articolo 16 si parla di libertà di circolazione e di soggiorno. Questa libertà riguarda i cittadini italiani, ma anche tutti quelli che si trovano sul territorio dello Stato. Se non ci sono ristrettezze imposte in base a una legge dello Stato, i cittadini, ma anche gli stranieri che si trovano in Italia, hanno il diritto di circolare sul territorio italiano, su quello europeo e anche nei paesi dell’area Schengen (area che comprende 26 Stati europei che, in base a un Trattato, hanno abolito i controlli sulle persone alle frontiere e hanno costituito un’unica frontiera e funzionano come un unico paese). Per gli stranieri, naturalmente regolari, è necessario il permesso di soggiorno (o anche l’attestazione della sua richiesta) per permettere loro di circolare liberamente in Italia e in Europa. Il docente ci spiega che il permesso di soggiorno può essere dato per motivi di studio, di lavoro, per ricongiungimento familiare e per ragioni umanitarie. Il docente aggiunge che il permesso per ragioni umanitarie o asilo politico è sancito in modo specifico dall’art. 10 della Costituzione. Comunque, ci sono delle restrizioni alla “libertà di circolazione”, legate a motivi di sicurezza e di sanità. Il docente continua sottolineando che la libertà di circolazione è fondamentalmente garantita, ma deve rispettare l’interesse collettivo. Infatti, dall’articolo 17, la Costituzione comincia a trattare di libertà collettive e, in modo specifico, della libertà di riunione. La libertà di riunione si può esercitare: • in un luogo privato; • in un luogo aperto al pubblico; • in un luogo pubblico. Al fine di evitare disordini, la Costituzione prevede che la libertà di riunione in un luogo pubblico possa essere esercitata solo in presenza di un preavviso alle autorità. L’art. 18 sancisce, invece, la libertà di associazione. Sono permessi tutti i tipi di associazioni, tranne quelle che vanno contro l’interesse dello Stato. Il docente sottolinea che le associazioni devono essere senza scopo di lucro, altrimenti diventano Società. Sono anche vietate le associazioni militari. Infine, gli articoli 19 e 20 trattano della libertà religiosa. Il docente sottolinea che l’Italia è un paese laico dove non esiste la religione di stato, per cui i cittadini sono liberi di professare la loro religione, purché non vadano contro il buon costume e l’ordine pubblico. L’art. 20 sancisce il non pagamento delle tasse da parte degli enti religiosi. Il docente termina la sua lezione invitandoci al prossimo incontro nel quale parlerà della famiglia e del diritto sociale.

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Alle 16.00 il dottor Lissoni ci parla delle infiammazioni acute e croniche. L’infiammazione acuta è essenziale per la sopravvivenza; essa si risolve in breve tempo perché i meccanismi immunitari contrastano i microbi invasori mettendo in attività un sistema per ripristinare le cellule spegniamo-le-infiammazioni-299x205danneggiate e eliminare quelle morte. Nell’ infiammazione acuta i capillari si dilatano, diventano permeabili per portare più sangue e facilitare, così, il passaggio dei globuli bianchi che devono raggiungere le cellule danneggiate. Le caratteristiche dell’infiammazione acuta sono 5: 1. Dolore da lesione; 2. Arrossamento; 3. Gonfiore e calore; 4. Dolore infiammatorio; 5. Riduzione della funzionalità del tessuto infiammato. Le cause dell’infiammazione acuta sono le seguenti: infezione; ipersensibilità; lesione dei tessuti e autoimmunità; corpi estranei. L’infiammazione cronica, invece, è un fenomeno negativo. Le sue caratteristiche sono: 1. Maggior durata nel tempo; 2. Prevalenza dell’infiammazione dei tessuti; 3. Focolai simultanei infiammatori e di guarigione, 4. Fibrosi e necrosi dei tessuti. Questo tipo di infiammazione è negativo perché facilita l’insorgere di diverse malattie. Infatti, mentre fino a pochi anni fa l’infiammazione era un problema come gli altri, un sintomo da “spegnere” con i medicinali giusti ma di cui non preoccuparsi più di tanto, negli ultimi decenni la visione è cambiata e l’infiammazione è al centro degli interessi di medici e ricercatori. Si è capito, infatti, che questo “fuoco” può compromettere la salute e che è fra i meccanismi principali di una serie interminabile e variegata di malattie come il diabete e l’asma. Per contrastarla bisogna sapere da che cosa può dipendere; bisogna conoscere le modalità con le quali influenza la salute e scoprire come curarla con eventuali farmaci. L’infiammazione cronica può essere influenzata da: autoimmunità; familiarità; obesità; diabete; asma; allergie; problemi intestinali; scarsa igiene dentale; sindrome metabolica. L’infiammazione cronica danneggia le arterie e il cuore. Il sistema nervoso, le articolazioni, la cute. Dopo aver analizzato in modo minuzioso tutte le cause che provocano l’infiammazione cronica e tutte le patologie che possono derivare da essa, il dottor Lissoni ci rimanda alla prossima lezione del 5 novembre alle ore 16.00 nella quale ci spiegherà che cosa fare per evitare le infiammazioni e come curarle. Arrivederci alla prossima lezione

UTE: Diritti di libertà – La nascita della cattedrale di Milano

Alle 15.00 il professor Spagnuolo ci introduce in un argomento molto interessante e attuale: I Rapporti Civili e i Diritti di Libertà.

Il professore parte dall’art. !3 della Costituzione, dove viene enunciato che la libertà personale è inviolabile. Il professore ci spiega che i Rapporti civili e i diritti di libertà nascono dal pensiero liberale che li ha voluti nella prima parte della Costituzione.

Freedom
Freedom

La prima parte della Costituzione comincia, infatti, con l’art. 13 e termina con l’art. 54.Nella parte iniziale ci sono I Principi Fondamentali, che hanno valore universale.Analizzeremo, quindi, alcuni di questi articoli inseriti nella Costituzione per volere del Partito Liberale di allora, partendo dall’articolo 13, che parla della libertà personale. Poi si passerà agli altri articoli (art.14: libertà di domicilio; l’art. 15: libertà di segretezza nelle comunicazioni (privacy); art. 16: libertà di circolazione; art. 17: libertà di riunione; art. 18: libertà di associazione; art. 19-20: libertà di culto; art. 21: libertà di manifestazione e di pensiero).

Questi articoli evidenziano tutti quegli aspetti e valori importantissimi che vanno a toccare ciascuno di noi e che, purtroppo, spesso si capiscono quando si perdono! Continue reading “UTE: Diritti di libertà – La nascita della cattedrale di Milano”