Un po’ di Africa ….

Ieri per 10 minuti sono stata in Uganda …..

No, non ho imparato a volare, ma la moderna tecnologia mi ha fatta entrare in un villaggio dove opera la Associazione di Italia Solidale: lì molte persone stavano aspettando i collegamenti coi sostenitori e ho potuto vedere e parlare con una volontaria italiana, che faceva da interprete, con il bambino che sostengo e con sua madre.

uganda-italia-solidale Erano tutti seduti a cerchio su un prato verdissimo e in lontananza si vedevano alcuni alberi  tra abitazioni basse. Il bambino aveva un sorriso dolcissimo e due grandi occhi luminosi. La sua mamma dopo aver ringraziato per il sostegno alla sua famiglia, mi ha raccontato la sua fatica per cercare di recuperare il marito che ha problemi di alcolismo, a quanto  ho potuto capire.

Non mi aspettavo questa videochiamata e mi sono un po’ commossa.

Spero che col sostegno dell’Associazione quella gente non sia costretta a scappare dalla propria terra, ma possa continuare a viverci dignitosamente mantenendo la propria cultura e le proprie tradizioni.

Incubi di una notte insonne.

La forzata inattività porta inevitabilmente con sé anche disturbi nel ritmo del sonno e la notte appena trascorsa è stata veramente interminabile….. trascinare una gamba ingessata e dolorante in infinite evoluzioni tra le coperte in cerca di un posizione “comoda” è cosa che non induce a pensieri rosei.

E’ così che ho passato la notte con la sgradevole compagnia dei fatti più incresciosi riportati ieri dalle cronache: ho rivisto centinaia di volte il gesto profondamente vigliacco e crudele di quel triestino (vicesindaco?) che gettava in un cassonetto le coperte di un clochard e accompagnava questa sua prodezza con un tweet carico di disprezzo.   Mi dispiace non aver studiato diritto: a quest’ora saprei se quel prode cittadino potrebbe essere denunciato per appropriazione indebita o furto o qualche altro capo di imputazione…..

Un’altra immagine che mi ha perseguitato è stata quella della stazione di Roma in cui erano state allestite 30 brandine per ospitare i senzatetto vista la notte particolarmente gelida, ma solo alcune erano state occupate. Fuori premevano per entrare alcuni immigrati, ma qualcuno ha impedito loro di entrare in stazione e le brandine vuote sono state smantellate….Nella città di Roma!!!!!! Cose così non si erano mai viste…..

E da ultimo è venuto il battibecco virtuale con un onorevole leghista che ha pubblicato su Facebook degli slogan, attribuendone falsamente uno al PD: non c’è nulla che mi irriti di più di chi attribuisce ad alti intenzioni e pensieri mai espressi…..è così che allo slogan leghista “prima gli Italiani” ho commentato parafrasando un altro slogan: Primo: restare umani.  Si è così innescato un breve battibecco da tastiera in cui alla fine ho fatto presente che l’ esibizione muscolare della Lega di questi giorni pare spropositata: alla fine dei conti rappresenta poi solo il 17% dei votanti…fino a nuove elezioni…

Facebook di questi tempi poi mette a nudo una umanità talmente sconvolgente nella sua ottusità  che penso di starne alla larga stasera … forse la prossima notte potrò chiudere gli occhi almeno per un po’…

 

La catena delle donne.

catena-di-donneNell’ospedale di Lewisham, dove sono stata curata dopo la frattura alla gamba, gran parte del personale medico e paramedico, altamente qualificato, è di origine indiana o indo-pakistana.  Sono in gran parte donne, che contribuiscono col loro lavoro al sostentamento della propria famiglia e al funzionamento dei servizi per la comunità.

Da questo punto di osservazione sembra inverosimile che in India si possa ancora proibire l’accesso a un tempio alle donne, solo per il fatto di essere donne. E sembra altresì inverosimile che le donne subiscano ancora tanti soprusi e siano oggetto di tanta discriminazione.

E’ perciò con grande soddisfazione che leggo di milioni di donne che hanno fatto una catena lunga 620 Km. per garantirsi  la possibilità di entrare in un tempio.  La libertà bisogna guadagnarsela, nessuno ce la regala, perciò, donne, non perdetevi di coraggio e continuate su questa strada. Potrete così contribuire di più al progresso del vostro paese e soprattutto potrete lasciare alle vostre figlie una speranza di una vita più dignitosa.

 

Saresti nato su quella nave

Duemila anni fa sei nato in una stalla, avvolto solo dall’amore di Maria e Giuseppe, mentre già Erode organizzava la tua cattura…. eri pellegrino e fuggiasco…

Se oggi tu ritornassi a nascere, non credo che sceglieresti altro posto se non la nave dei migranti che vaga nel Mediterraneo in cerca di un porto per sbarcare …..

Molti credono di festeggiare degnamente il Natale facendo grandi pranzi, riempiendo di lucine l’albero, il presepe e ogni angolo della casa, ma non credo che Tu, Bambino di Betlemme, possa essere d’accordo… Natale è spirito di fratellanza e di solidarietà verso gli ultimi… e oggi più che mai gli ultimi sono quelli a cui è negato anche il diritto a fermarsi in un porto e devono continuare a girare a vuoto nel freddo di un mare in tempesta…

 

Se la voglia di pace cresce nei ragazzi….

Segnalo questo articolo che meglio di tante manifestazioni esteriori rappresenta il vero Spirito del Natale.

In Bosnia-Erzegovina, la guerra atroce, che più di venti anni fa ha seminato morte e distruzione, ha lasciato tracce evidenti di un odio che persiste: ogni etnia ha programmi scolastici diversi, testi diversi, studia in lingue diverse e anche le stesse strutture scolastiche sono divise in aree separate da reti metalliche.

Ora  sono i ragazzi stessi a chiedere di abbattere questi steccati per costruire una società multiculturale capace di convivere pacificamente.

Questo è davvero un segno di speranza: forza ragazzi!

Parlando di treni

Un po’ di tempo fa scrivevo questo post in cui esprimevo il disagio di certi viaggi in treno e me ne sono ricordata stasera andando alla conferenza sui trasporti nell’erbese.

In questa conferenza ho potuto constatare che la situazione non è affatto migliorata, anzi forse si è aggravata per il disinteresse della regione che forse ritene marginale il nostro territorio. Basti dire che da mesi i pendolari usufruiscono di uno sconto sull’abbonamento per i continui ritardi dei convogli dovuti ai motivi più disparati: solo un treno su quattro arriva in orario

Ho imparato questa sera che esiste un’Agenzia per il TPL (Trasporto Pubblico Locale) che si occupa di monitorare tutta la rete dei trasporti ferroviari e su strada della zona Como, Varese, Lecco. Da questa agenzia vengono alcune proposte che mi sono parse interessanti, tra queste l’attivazione di una linea ferroviaria Erba-Merone-Como, che potrebbe togliere traffico automobilistico dalla statale sempre troppo intasata con tempi di percorrenza biblici per fare pochi chilometri.

E’ stata una serata ben riuscita: c’era parecchia gente (e, incredibile a dirsi, anche molti giovani!!!)  e ci sono stati anche numerosi e interessanti interventi da parte del pubblico presente. Speriamo che le proposte presentate possano andare a buon fine e non restino solo parole al vento….

 

Ricordando Kofi Annan

E’ morto Kofi Annan, che è stato Segretario ONU dal 1996 al 206 e voglio ricordarlo con queste parole tratte da un suo scritto pubblicato su Avvenire:

“Dobbiamo sottolineare ciò che ci unisce molto di più di ciò che ci divide. E dobbiamo cominciare ribadendo – e dimostrando – che il problema non è il Corano, né la Torah o la Bibbia. La fede, lo ripeto spesso, non è mai il problema, lo è semmai il modo con cui i fedeli si comportano nelle relazioni degli uni verso gli altri. È per questa ragione che dobbiamo sottolineare ed enfatizzare i valori fondamentali comuni a tutte le religioni: compassione, solidarietà, rispetto per la persona umana. Soprattutto la regola d’oro del nostro agire deve essere di «fare agli altri quel che vorresti fosse fatto a te».

In un tempo di incertezza, di divisioni, di scontri e di paure abbiamo invece bisogno di uscire da stereotipi, generalizzazioni e preconcetti. Occorre fare attenzione a non lasciare che i crimini commessi da singole persone o da piccoli gruppi ci facciano cadere nella trappola delle generalizzazioni, in modo che questi atti condizionino il nostro modo di guardare a intere popolazioni, intere regioni e religioni.”