Clandestino…

I capelli neri, il viso naturalmente abbronzato, la fronte bassa dichiarano la sua origine sudamericana e partecipa alla “festa delle genti” .

E’ in Italia da 18 anni, ma il suo permesso di soggiorno è scaduto e quindi risulta irregolare, tuttavia da questa sua condizione clandestina riesce ogni giorno a cucinare centinaia di pasti a Milano per aiutare tanta umanità bisognosa. Non avendo permesso di soggiorno, non riesce ad avere un posto di lavoro regolare e quindi deve adattarsi a lavoretti saltuari e mal pagati. Nella sua terra di origine non c’è più nessuno della sua famiglia e tornare là non avrebbe alcun senso… così come non ha alcun senso la condizione di clandestino cui le nostre leggi lo costringono…

Nessuno nasce straniero.

Festa delle genti ad Arcellasco.

img_20180603_113559_resized_20180603_010155729Anche quest’anno si è celebrata la festa delle genti organizzata dal gruppo Missione e dal gruppo Caritas della parrocchia di Arcellasco.

Hanno partecipato parecchi stranieri residenti in città o nei dintorni e un gruppo del Ghana ha animato la celebrazione della Messa con canti pieni di ritmo e di gioia.

Oggi pomeriggio si esibiranno alcuni gruppi musicali e in seguito Vladimir Coroletchi de “Il giardino delle ore” si esibirà nello spettacolo “IL MIO CANTO”, il cui sottotitolo recita: “Nessuno nasce straniero – stranieri si diventa attraverso le proprie scelte di estraniarsi dalla società…”

E’ una bella occasione di incontro e di dialogo per conoscersi e creare relazioni positive.

Il 2 giugno e le donne.

Il 2 giugno di 72 anni fa, l’Italia sceglieva di dare una svolta storica alla sua storia, votando a favore dell’istituzione della Repubblica. In quell’occasione votarono anche le donne… ecco come il nostro Presidente Mattarella ha ricordato quell’evento in un discoso di due anni fa, riportato in un articolo di Repubblica.it

“Le elettrici, sin dalle amministrative del ’46 e dal referendum del 2 giugno, parteciparono in massa al voto, smentendo i timori che affioravano nei gruppi dirigenti dei partiti di massa, e conferendo alla nostra democrazia una forza che e’ stata poi decisiva per superare momenti difficili e minacce oscure”. La Repubblica e’ donna insomma, fin dal primo istante.(AGI)

Ma come si era arrivati a riconoscere questo diritto alle donne? Leggo dallo stesso articolo linkato sopra…

All’inizio del ‘900 il movimento per il voto alle donne aveva avuto un sussulto con la comparsa sulla scena di personaggi come Anna Mozzoni e Maria Montessori e nel 1919, dopo la Grande Guerra, la Camera voto’ a larga maggioranza la legge sul diritto di voto alle donne. Ma la legge si areno’ in Senato……

  (Nello stesso periodo) ….alcune esponenti del mondo cattolico si espressero a favore del suffragio amministrativo, poi giunse il si’ di don Luigi Sturzo nel 1917, quindi nel 1945 quello di Pio XII: perche’ si difendesse la famiglia e la stabilita’. A non entusiasmarsi rispetto alla questione del suffragio femminile furono ... gli azionisti, i liberali e i repubblicani. I partiti di ispirazione liberale, in parte, sottolinearono lo scarso livello culturale delle donne e i limiti della loro coscienza politica

Poesia: Le lacrime degli avi.

Ho trovato questa poesia di Patrice Lumumba, un uomo che ha amato il suo Congo fino alla morte…p

L’Africa sarà libera…..

Piangi, amato mio fratello negro!
Le tue ceneri furono sparse per la terra dal simun
dall’uragano ..
tu, che non hai mai innalzato piramidi.

Per tutti i tuoi potenti boia,
tu, catturato nelle razzie, tu, battuto
in ogni battaglia in cui trionfa la forza,
tu, che hai imparato in una scuola secolare
un solo slogan: schiavitù o morte,
tu, che ti sei nascosto nelle jungle disperate,
che hai affrontato tacendo migliaia di morti

Si asciughino ai raggi del sole
le lacrime che il tuo avo versò,
tormentato in queste lande luttuose!il nostro popolo, libero e felice,
vivrà e trionferà nel nostro Congo.
Qui, nel cuore della grande Africa!

 

Questa è solo una piccola parte della lunga e accorata poesia che ripercorre la storia tragica dell’Africa…..mi riprometto di provare a tradurre la versione integrale.

A vincere non sarà mai l’Italia.

salvini-mattarella-di-maio“….Insomma, siamo a una svolta. I partiti, tutti nessuno escluso, sono posti, in forma diversa, davanti alla medesima responsabilità che gli elettori avevano affidato loro settanta giorni fa: concorrere per il governo dell’Italia. Il che, con le attuali regole del gioco, vuol dire prima gareggiare, e poi trovare gli accordi possibili e necessari. Più di qualcuno, invece, si mostra convinto di essere l’eroe di un’ordalia, un giudizio avventuroso e senza ragioni e senza “sopravvissuti”, vincitore a parte. Ma con questa logica, qualunque storia s’impegnino a raccontarci, a vincere non sarà mai l’Italia.”

Così conclude il suo articolo il direttore de l’Avvenire.it e ha purtroppo ragione, ” a vincere non sarà mai l’Italia”….

Che tristezza assistere ieri sera alle dichiarazioni del Presidente Mattarella e rendersi ancora una volta conto che siamo in balia di un pugno di irresponsabili, che non sanno vedere oltre gli interessi di partito…e intanto lo spread sale….. e intanto l’Europa corre, mentre l’Italia, che si è appena messa faticosamente in moto, rischia di trovarsi tragicamente penalizzata…e a pagare il prezzo più salato saranno sempre gli stessi: i più poveri.

 

Se una farfalla batte le ali…

bangui-violenceGli attacchi a chiese, moschee, centri di assistenza medica in Africa, sono tanto frequenti che nessun giornale, tranne Avvenire, ne parla più…. Sono cose che non ci riguardano? Siamo sicuri che non si riflettano anche su di noi gli effetti di queste atrocità?  Ricordate il detto  “Se una farfalla batte le ali a Pechino, a New York si scatena una tempesta.“?

Rendere sempre più invivibile l’Africa vuol dire indurre gli Aricani a scappare e dove se non qui da noi, che siamo i più vicini?

Chi ha interesse  a seminare il terrore?

Festa del lavoro: perchè?

Il Quarto Stato di Giuseppe Pelizza da Volpedo.
Il Quarto Stato di Giuseppe Pelizza da Volpedo.

“Le persone uccise a Portella della Ginestra si chiamavano: Margherita Clesceri, Giorgio Cusenza, Giovanni Megna, Francesco Vicari, Vito Allotta, Serafino Lascari, Filippo Di Salvo, Giuseppe Di Maggio, Castrense Intravaia, Giovanni Grifò, Vincenza La Fata. Tre di loro avevano meno di 13 anni.”

Le righe qui sopra sono state copia-incollate da questo articolo che potrete leggere su “IL POST” . Vi troverete la spiegazione del perchè la Festa del lavoro si celebra proprio il 1° maggio (per ricordare i lavoratori morti in piazza o per condanna negli USA, per aver chiesto il rispetto dei loro diritti) e vi troverete anche il ricordo di ciò che accadde a Portella della Ginestra 71 anni fa.

Che questa festa e il rispetto di tutti coloro che sono morti per il lavoro e sul lavoro possano ricordare sempre ai nostri governanti che l’attuazione del primo diritto citato nella nostra  Costituziona deve essere sempre il loro primo imprescindibile obiettivo. Solo il lavoro onesto e retribuito adeguatamente garantisce ad ognuno di  poter vivere con dignità, da donne e uomini liberi.

Condanne a morte.

“Pisellino” aveva solo pochi anni in più di Alfie, il bambino che sta commuovendo il mondo. Chiedo la carità di una lacrima e di una preghiera anche per lui. E per tutti i piccoli sparsi nelle nostre periferie. Senza futuro, senza un traguardo. Sfruttati, ingannati, strumentalizzati. Lanciati come esche per le strade a fare gli interessi di altri. Sono loro a pagare il prezzo più alto, sono loro ad essere acciuffati, sono loro a finire facilmente in carcere. Sono sempre loro a finire molto presto al camposanto”.

Questo è l’appello accorato di un parroco di Napoli che, dalle pagine di “Avvenire”, vuole ricordarci la triste sorte di tanti bambini che, non certo per loro colpa, si trovano a crescere in ambienti in cui non c’è libertà di scelta: o ti fai ingaggiare dalla criminalità o ti condanni a una vita di stenti. E sono tanti i giovanissimi che muoiono per mano di quella criminalità che li ha resi schiavi; se Alfie è stato condannato a morte dallo Stato inglese, Pisellino e gli altri (morti nello stesso modo) sono stati condannati a morte dall’inadempienza dello Stato italiano.

L’appello di questo parroco mi commuove e certamente prego per il ragazzo ucciso, ….. ma  sarebbe ora che le istituzioni prendessero veramente a cuore il risanamento e lo sviluppo di quelle zone d’Italia per ridare speranza alle persone per bene.