E la gente sta a guardare…

Cosa pensare di un popolo che guarda indifferente le stragi ricorrenti dei propri figli?

In America ieri un ragazzo di 19 anni ha aperto il fuoco uccidendo 17 persone in una scuola…. e questa è la 19^ sparatoria dall’inizio di quest’anno!!!! Ma nessuno parla di limitare il commercio delle armi….dicono che si devono curare le persone instabili: e questo va benissimo.

Ma se una persona instabile ha a disposizione un’arma da guerra, fa certo più danni che se avesse soltanto un coltellino svizzero o una cerbottana….direi io.

Il fatto che queste stragi avvengano preferibilmente nelle scuole, mi fa  pensare che ci sia anche qualche problema nel sistema educativo americano…..non sarà troppo selettivo? tenderà in maniera inadeguata all’integrazione  dei soggetti più deboli? Non so….

Certo è che la misura di armare anche gl’ insegnanti, proposta ventilata da qualcuno, mi pare la meno adeguata per arginare il problema. E intanto padri e madri stanno alla finestra a guardare…

Il popolo che sorride.

wp-phuketLa Thailandia è un paese meraviglioso per le sue spiagge, per la vegetazione sempre rigogliosa e verdeggiante e per la sua gente , che io definirei “il popolo che sorride”.

Qui ora è inverno, ma la temperatura va dai 22/23 gradi del mattino ai 28/30 del mezzogiorno e questo consente agli alberi di non perdere mai del tutto le foglie e di avere sempre verdura e frutta fresca di tante qualità per tutto l’anno. Quando vai dal nord al sud, percorri un’ ampia strada che ha tagliato la foresta che copriva questa terra, foresta che fino a 50 anni fa era abitata dalle tigri.  Ora quella strada è fiancheggiata da una serie quasi ininterrotta di bancarelle, di negozi, di templi, di hotel, di costruzioni varie. Nelle stazioni di servizio i bagni sono sempre pulitissimi, anche perchè c’è sempre un addetto che li lava in continuazione; in Italia non è proprio così.

Quando entri in contatto con questa gente che parla sottovoce, che si inchina sorridendo e congiungendo le mani per salutarti con il suo “sawaddii.caa” (naturalmente ho scritto il suono della parola non la sua grafia), senti che il nostro modo di salutare, al confronto, è quasi sgarbato. Nei ristoranti e nei bar il servizio è sempre ottimo e i prezzi sono veramente convenienti: si può mangiare un ottimo pasto a base di pesce e verdure per cinque euro!!! Le persone in genere sembrano più giovani della loro età e i bambini sono bellissimi.

Qui c’è un governo militare e spesso si vedono soldati lungo le strade e sulle spiagge, mentre grandi fotografie dei regnanti compaiono un po’ ovunque e questo mi fa pensare che “il popolo che sorride” abbia anche lui qualche problema …..

AGGIORNAMENTO del 26/1/18 :  Chi conosce bene questo paese mi dice che i Tailandesi sono contenti di questo governo che continua sulla strada delle riforme volute dal vecchio re morto da poco e tanto rimpianto da tutti. Auguro perciò  alla Thailandia un futuro di pace e di benessere, per continuare sulla via del progresso che ha portato tanti positivi cambiamenti in questi ultimi decenni.

 

Donne iraniane in lotta: meritano il nostro sostegno.

ragazza-iraniana-senza-hijabNoto che, sui social che frequento io, non ha grande risonanza ciò che sta accadendo in Iran: forse la gente, distratta dai festeggiamenti natalizi prima e di fine anno poi, non ha avuto tempo di documentarsi…  Sappiamo tutti che ci sono state decine di morti e centinaia di arresti dopo le manifestazioni contro il potere politico e contro le condizioni miserevoli in cui versa la popolazione? Sappiamo tutti che una ragazza è stata arrestata per essersi mostrata in una piazza senza l’hijab (il velo che copre i capelli)?

Io mi sarei aspettata un gran rumore sui social nazionali, soprattutto da parte delle donne, a sostegno delle rivendicazioni delle “sorelle” iraniane costrette a nascondersi dietro veli  e abiti medioevali e oppresse da un regime che le considera cittadine di serie B.

Invece  c’è solo sui giornali nazionali  qualche trafiletto, messo in ombra dalle notizie sui risultati delle partite di Coppa Italia.  Per questo io invito tutte le donne a informarsi sulle manifestazioni iraniane e a farsene portavoce sui social: le donne iraniane meritano il nostro appoggio.

Triste bilancio.

La fine dell’anno è sempre un momento adatto a fare bilanci, che non sempre ci rincuorano, ma a leggere quello dell’Unicef c’è da star male: si ha la misura della violenza che a tutt’oggi viene perpetrata contro i bambini in tutto il mondo e in special modo nei paesi devastati dalle guerre.

Anche qui da noi però non sempre i diritti dei bambini vengono tutelati, infatti sono  i più piccoli i primi a soffrire dei fallimenti familiari, delle crisi economiche che lasciano senza lavoro i genitori, del plagio mentale cui vengono sottoposti in ambienti malavitosi per indurli a imbracciare un’arma o a diventare piccoli pusher.

Quante sofferenze inutili! Quante infanzie negate! In fondo  un bambino non ha bisogno di molto per essere felice, lo sapeva anche Madre Teresa:

madre-teresa-e-i-bambiniChiedo un luogo sicuro dove posso giocare
chiedo un sorriso di chi sa amare
chiedo un papà che mi abbracci forte
chiedo un bacio e una carezza di mamma.

Io chiedo il diritto di essere bambino
di essere speranza di un mondo migliore
chiedo di poter crescere come persona
Sarà che posso contare su di te?

Chiedo una scuola dove posso imparare
chiedo il diritto di avere la mia famiglia
chiedo di poter vivere felice,
chiedo la gioia che nasce dalla pace

Chiedo il diritto di avere un pane,
chiedo una mano
che m’indichi il cammino.

Non sapremo mai quanto bene
può fare un semplice sorriso.

Lucy Kellaway, insegnante per vocazione.

Su Corriere.it c’è una serie di articoli dedicati alle donne del 2017 e tra queste c’è anche questa sconosciuta (almeno per me) insegnante. Era un’affermata giornalista del Financial Times e ha lasciato il giornalismo per dedicarsi all’insegnamento nelle scuole pubbliche inglesi, per sentirsi più utile.

In un paese in cui da molto tempo le scuole pubbliche vengono disertate da gran parte dei cittadini, che preferiscono rivolgersi alle pur costosissime scuole private, la signora Lucy Kellaway potrà certamente trovare il modo di soddisfare la sua aspirazione.

Nel Regno Unito  le scuole private fanno affari d’oro (la retta può arrivare anche 2.500 sterline al mese, per le scuole elementari ) e il servizio offerto non è sempre impeccabile: viene riservata molta attenzione soprattutto alle attività che “fanno immagine” per continuare ad essere appetibili, ma spesso vi si adottano sistemi educativi improntati a una competizione esasperata, che non so quanto possa essere condivisa dai pedagogisti.

Se la signora Kellaway riuscirà, insieme a chi ha seguito il suo esempio, a riformare le scuole pubbliche inglesi, potrà avere la gratitudine di molte famiglie e di molti ragazzi.

Come tradire il Natale.

Como è una città che per molti anni ha tollerato pazientemente l’indecoroso affare delle paratie sul lungolago, affare gestito dalla giunta di destra e costato una montagna di soldi, letteralmente buttati al vento….ma una città che tollera questo potrà mai tollerare che dei volontari portino un po’ di latte caldo ai senzatetto che dormono all’addiaccio?

Certamente no!!! La gente indaffarata a sciupare il proprio denaro in regali spesso inutili non deve essere disturbata dalla vista di un clochard! Tale vista potrebbe suscitare pericolosi sensi di colpa e indurre le persone  a gettare al povero sdraiato a terra qualche spicciolo ….  inibire la sua propensione a spendere…

In genere a Natale nelle città si moltiplicano le iniziative di solidarietà per dare alla festa il significato che dovrebbe avere: si fanno pranzi per i poveri, si allestiscono rifugi per le notti più fredde….a Como invece si proibisce alle associazioni di volontari di portare loro un po’ di sollievo!!!!  Ma si può immaginare  che la notte di Natale anche i membri della  giunta Comunale saranno nei primi banchi in Duomo ad assistere alla Messa, che è così bella!!!

 
Ipocriti!!!

Chi ha fame…

“Chi ha fame non si ferma con gli eserciti ma con lo sviluppo”.

Con questa frase che condivido pienamente si conclude un articolo, che si può trovare sul sito di Mosaico di Pace.

Vi si parla dell’invio di militari e di mezzi in Niger da parte dell’Italia; il pretesto ufficiale è la lotta contro i trafficanti di uomini, ma è fondato il sospetto che si voglia invece non lasciare sola la Francia ad affiancare il governo di quel paese, così ricco di uranio… E’ facile capire che non è con qualche centinaio di soldati in più o in meno che si fermerà la migrazione di chi vuole sfuggire alla fame e a condizioni di vita non degne di esseri umani.

Creiamo in Africa occasioni di lavoro dignitoso e certamente vedremo diminuire l’arrivo dei barconi…

 

 

Uno scoglio non basta.

Il futuro dell’Europa dipende anche dal futuro dell’Africa: questo è stato detto nel summit che si è tenuto ad Abidjan in questi giorni e sono parole del nostro primo ministro, Gentiloni.Credo sia la prima volta che si pone il problema delle migrazioni in modo serio e concreto.

Come può uno scoglio arginare il mare?  Così diceva una bella canzone di Battisti e ora si potrebbe dire: come arginare il mare delle migrazioni di milioni di affamati col piccolo scoglio del patto con la Libia?

Fortunatamente pare che anche l’Europa e l’ONU comincino a prendere consapevolezza di questa tragedia epocale e che finalmente si mettano in gioco anche loro per trovare soluzioni  più giuste che non quelle di prendere a cannonate i barconi. Una task-force per proteggere i migranti e politiche di sviluppo nei paesi africani: queste sono le decisioni prese nel vertice di Abidjan….. Bisognerà però  che ci sia controllo sui governi e sui burocrati dei paesi africani da cui partono i migranti, perchè gli aiuti vadano là dove devono andare e non nelle tasche di funzionari corrotti.

Credo che il merito di questo summit e delle sue decisioni vada attribuito in gran parte all’Italia  e questo mi fa molto piacere.