Nadia Murad.

nadia muradUna donna coraggiosa che sta lottando per la sua gente è Nadia Murad , una ragazza yazida rapita dai soldati dell’ISIS nel suo villaggio.

Dopo aver conosciuto l’orrore della schiavitù e dopo aver visto morire sei fratelli, è riuscita a fuggire e ora racconta al mondo l’inferno che l’ISIS ha creato, incurante delle minacce cui è fatta segno.

Ora è ambasciatrice ONU e ha ricevuto il premio Sacharov  e questo può incoraggiare chi combatte come lei contro la violenza e la sopraffazione.

La voce delle madri.

A conferma del fatto che le buone notizie non hanno grande risonanza, solo oggi ascoltando Rai3 ho saputo di una marcia delle madri in Israele. Quattromila donne, israeliane, palestinesi e cristiane, ai primi di ottobre hanno marciato per le strade della Terra Santa cantando insieme una “Preghiera per la pace”.
Sono convinta da tempo che l’unica speranza per il cambiamento del mondo possa venire dalle donne, che da sempre hanno tra le mani le vite da accudire dalla nascita alla morte: chi più di loro può sentire l’assurdità della guerra che spegne anzitempo le vite che loro hanno protetto e nutrito con tanto sacrificio ? Forza donne! Fatevi sentire sempre più forte!

Protesta contro “La Zanzara”.

Da molti anni ascolto Radio24 mentre sbrigo le faccende in cucina  : mi piace sentire le trasmissioni del mattino e il Focus del tardo pomeriggio. Una volta mi divertiva molto anche seguire “La Zanzara”, ma ora non più: da troppo tempo Cruciani dà sfogo a volgarità di ogni genere e incoraggia gli interlocutori a fare anche peggio di lui, mentre Parenzo insulta chi interviene facendo il finto moralista (se fosse sincero non parteciperebbe più alla trasmissione).

Ieri sera non ho sentito la trasmissione pre-serale, ma stanotte mi è capitato di ascoltarne la replica. A un certo punto un ascoltatore, un esagitato xenofobo, ha cominciato a vomitare insulti irripetibili contro il Papa perchè a suo dire attira qui da noi gli immigrati. Le sue urla potevano essere presto interrotte,  invece Cruciani ha lasciato ampio spazio all’invasato solleticando ancor di più il suo livore blasfemo. Quando si è capito che la cosa sarebbe diventata sempre più imbarazzante, finalmente i conduttori hanno chiuso la comunicazione.

Ho protestato vivamente sulla pagina FB de “La Zanzara” e se qualcun altro ha sentito la trasmissione è pregato di fare altrettanto.

UTE: donazione organi – donna nel ‘900.

La prima lezione di oggi, tenuta dalla giovanissima docente Elena Cantaluppi, ci ha permesso di approfondire un discorso forse un po’ scomodo, ma molto importante: la donazione di organi.

Sapevate che il primo trapianto di cui si abbia memoria fu tentato dai medici Cosma e Damiano? Tentarono di trapiantare una gamba, ma naturalmente l’esperimento fallì.  La stagione dei trapianti però comincia solo intorno al 1950 in USA , dati i progressi effettuati dalla chirurgia e dall’immunologia. Si ha infatti solo nel 1954 il primo trapianto di rene negli Stati Uniti tra gemelli, infatti non era ancora stato risolto il problema del rigetto che verrà controllato solo con la scoperta della ciclosporina nel 1978.

In Italia si hanno i primi trapianti solo negli anni ’60.

Si può avere un autotrapianto di tessuti propri dell’individuo, il trapianto singenico tra individui compatibile e l’allotrapianto tra individui di specie diverse.

Per prevenire i problemi di rigetto si effettuano molti esami per stabilire la compatibilità che è di uno su quattro tra fratelli e di uno a centomila tra estranei.

Si possono trapiantare: Fegato, cuore, polmoni, pancreas, intestino, cornea, midollo osseo , cellule staminali (per questo in tutto il mondo si stanno costituendo banche di sangue proveniente dal cordone ombelicale). Tutte le religioni accettano la donazione di organi e tutti i cittadini dovrebbero esprimere la loro volontà di donare o meno i propri organi al momento della morte, per evitare di addossare a familiari e parenti questa difficile decisione . Molti sono restii ad iscrivere il proprio nome nella lista dei donatori per paura che l’espianto degli organi avvenga quando ancora ci sono possibilità di vita, ma questo è impossibile, dato il grande numero di esami che un’intera équipe di medici deve effettuare prima di dichiarare la morte cerebrale di un individuo.

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Il prof. Cossi oggi ci ha illustrato i risultati della sua ricerca su “La donna nel secondo dopoguerra, protagonista della società dei consumi e della cultura di massa”

Nel 1962 il filosofo e sociologo francese Edgar Morin si occupa di cultura di massa e afferma che dall’inizio del 900 si rileva un progressivo innalzamento della donna verso i diritti dell’uomo e parallelamente l’uomo diventa più sensibile, più sentimentale. Tuttavia nella cultura di massa la donna è per certi versi protagonista, ma anche “oggetto” (si pensi all’uso dell’immagine femminile in pubblicità). La cultura “alta” disprezza la cultura di massa, perchè gli intellettuali temono di perdre la loro centralità.

La donna, anche nei mezzi di comunicazione, viene ancora rappresentata sempre nel ruolo di casalinga, ma nel frattempo riesce ad occupare sempre più un posto anche nella società, diventa sempre meno sottomessa e sempre più libera. Determinanti anche dal punto di vista economico sono le sue scelte quando va a fare la spesa, quando adotta gli elettrodomestici e quando organizza la sua casa secondo criteri di ottimizzazione delle risorse e degli spazi disponibili.

La donna impara poi a prendersi cura della sua bellezza imitando le dive del cinema, viste come le antesignane dell’indipendenza delle donne.

In Europa l’evoluzione delle donne segue un proprio percorso, in conseguenza dei due conflitti mondiali che hanno comportato per due volte la necessità per le donne di fare un passo indietro per lasciare i posti di lavoro ai reduci e agli invalidi.

In Francia negli anni ’30 nasce la prima fabbrica di cosmetici e la stampa femminile aveva una tiratura di ottocentomila copie! Nel 1938 comparve sulle riviste la posta del cuore: lettere anonime che raccontavano le sofferenze delle donne.

In Italia col fascismo le donne devono iscriversi alle formazioni femminili, che si esibiscono in pubblico, ma in casa la donna resta la moglie che deve fare molti figli da donare alla patria e deve fare da sè vestiti e maglie in obbedienza al regime autarchico imposto dalle autorità. E’ durante il fascismo che nascono in Italia le riviste femminili, ma le donne  sono (non  tutte) appena  alfabetizzate, quindi il linguaggio delle riviste è molto semplice e gli argomenti trattati sono quelli della quotidianità. La diffusione della stampa femminile raggiunge altissimi livelli (20 milioni di copie) intorno agli anni ’70, quando viene invasa dalla pubblicità che può occupare anche il 50% delle riviste.

 

Anche questo pomeriggio è passato in fretta ascoltando due belle e interessanti lezioni esposte con chiarezza e piacevolezza dai nostri validissimi docenti.

Finalmente sta per finire questo tormentone….

Finalmente sta per finire il tempo della campagna elettorale per il referendum sulla riforma costituzionale: non se ne poteva più!

Io ho ascoltato vari dibattiti, che a dir la verità non mi hanno fatto capire molto, ieri però mentre ero in auto ho ascoltato un intervento di Tosi, il sindaco di Verona e, cosa che non mi sarei mai aspettata, è stato lui a confermarmi sulla mia decisione, già “in nuce”, di votare per il “sì”.

Mi ha colpito la sua ricostruzione della storia di questa riforma, scritta da Calderoli e approvata in un primo tempo sia dalla Lega che da Forza Italia nonché da tutto il PD e mi ha convinto il suo ragionamento sul fatto che con la vittoria del NO tutto resterà così come è per chissà quanto tempo ancora. Non credo a pericoli di derive autoritarie nel nostro paese, ma credo che sia un bene che chiunque venga eletto possa contare su una maggioranza che gli consenta di governare, per poi essere riconfermato o bocciato alla tornata elettorale successiva.

Non sono certo all’altezza di prevedere cosa succederà se vincesse il SI’ né le conseguenze del NO, ma so che le regioni funzionano male e sono dei moltiplicatori di spesa (tranne pochissime eccezioni), che la burocrazia infinita e i veti incrociati dei vari enti stanno tenendo bloccato questo paese da troppo tempo e se si può cambiare qualcosa, forse è bene cogliere questa opportunità.

 

La storia di Francesca.

Questa di Francesca è una storia che non compare su tutti i giornali, anche se lo meriterebbe, ma si sa le buone notizie non incentivano le vendite…

Francesca ha avuto la malasorte di nascere in un ambiente molto difficile, tanto che da piccolissima ha contratto l’AIDS. Nessuna scuola voleva accettarla, ma poi i genitori affidatari sono riusciti a fare interessare al suo caso il giornale AVVENIRE e poi il ministero dell’istruzione.

Ora Francesca ha 11 anni, va a scuola, è bene inserita nella comunità scolastica e la sua salute ha fatto progressi miracolosi, forse perchè in lei si è acceso il gusto di vivere.

AIDS support cause
AIDS support cause

Oggi è la giornata dedicata all’impegno contro l’AIDS, malattia di cui si sente  parlare sempre meno, anche se le statistiche dicono che molti giovani vengono infettati ogni anno, magari senza rendersene conto. Nella scuola di Francesca l’argomento è stato dibattuto a fondo e i suoi compagni dovranno ringraziare lei se sapranno difendersi in futuro da questa malattia.

P.S.: cercando un’immagine da allegare al post ho trovato solo immagini riferite al 2012-2013-2014…..nessuna per il 2015 e 2016….mi sembra che la cosa si commenti da sè.

UTE: La violenza sulle donne nell’arte.

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particolare del ratto di Proserpina: il marmo non è più dura pietra, ma diventa morbida carne umana….
Apollo e dafne
Apollo corre e sta per raggiungere Dafne, che si sta trasformando in alloro per sfuggirgli….

 

 

 

 

 

 

 

 

Oggi la prof. Beretta ci ha guidato alla rilettura di alcune opere artistiche sul tema della violenza sulle donne. Molto eloquente la foto iniziale : una Barbie (simbolo della donna giocattolo) fatta con tante tessere ricavate da corpi di bambole  usando la tecnica del mosaico, ma è una Barbie con la bocca sanguinante e il viso pieno di lividi.

Poi  siamo tornati indietro nel tempo e abbiamo rivisto le opere del Bernini raffiguranti  i miti di Apollo e Dafne e del ratto di Proserpina e qui la bellezza e la sapienza delle forme fa passare quasi inosservata la tragedia che le due giovani stanno vivendo.  Abbiamo poi potuto ammirare molti altri capolavori di Tiziano, Rembrandt, Goya  e Klimt. Molte di queste opere si rifanno ai miti greci e romani e non pongono l’accento sulla sofferenza delle donne rapite, violentate e abusate…la sofferenza delle donne non contava molto né per i pittori (tutti maschi) nè per i destinatari e committenti di queste opere: la violenza sulle donne è come se facesse parte di un copione collaudato e immutabile da sempre. Solo in Goya appare la prima denuncia della violenza come sopruso da condannare.

 

Per un  impegno non ho potuto seguire la seconda lezione del prof. Galli.

UTE: Lettura scenica di ” IN DIFESA DI DANILO DOLCI”

“……Ma questa è, appunto, la maledizione secolare che grava sull’Italia: il popolo non ha fiducia nelle leggi perché non è convinto che queste siano le sue leggi. Ha sempre sentito lo Stato come un nemico. Lo Stato rappresenta agli occhi della povera gente la dominazione. Può cambiare il signore che domina, ma la signoria resta: dello straniero, della nobiltà, dei grandi capitalisti, della burocrazia. Finora lo Stato non è mai apparso alla povera gente come lo Stato del popolo.”

E’ uno dei tanti stupendi passaggi dell’Arringa di Piero Calamandrei in difesa di Danilo Dolci, che verrà letta e “rappresentata” da un binomio che è per tutti noi garanzia di qualità e di successo: il prof. Porro e l’attore Christian Poggioni.

L’evento è fissato per lunedì 5 dicembre alle ore 15 in sala Isacchi. Chi ha già avuto modo di assistere a uno spettacolo di Porro-Poggioni, non si lascerà certo sfuggire l’occasione di rivederli e riascoltarli.