Tasse: storia, attualità, populismo.

Il ministro Salvini non compare tra i miei contatti e quindi non posso inviargli questo link.

Credo che gli sarebbe utile conoscere la storia dell’imposizione delle tasse. Non esistono documenti che attestino il periodo in cui si è cominciato a pensare che tutti i membri di una comunità erano tenuti a contribuire ad esempio alla difesa del territorio o alla manutenzione delle fortificazioni. Immagino fossero contributi in mano d’opera, perchè ancora non si era pensato a introdurre il denaro come elemento di scambio.  Certamente però appena si sono costituite le prime comunità, i primi villaggi, le prime città si è sentita l’esigenza di mettere in comune parte delle proprie risorse per sopperire alle necessità della collettività.

E’ quindi un segno di civiltà pagare le tasse, anche se nella storia  (come si evince dall’articolo linkato) spesso i potenti hanno abusato di questo strumento e ne hanno fatto un’occasione  di oppressione.

Sarebbe forse redditizia, di questi tempi ( in cui la barba è ritornata di gran moda), l’ introduzione della tassa sulla barba come avveniva in Russia ai tempi di Pietro il Grande; più complicato sarebbe ai giorni nostri l’applicazione della tassa sulla pipì, come ai Tempi dell’imperatore Vespasiano (tassa che gravava solo sui poveri che dovevano servirsi delle latrine pubbliche)…

La nostra Costituzione, fortunatamente, prevede una tassazione progressiva basata sui redditi e sulle proprietà individuali, in modo che tutti contribuiscano in base alle proprie possibilità. Ma c’è chi non può evadere le tasse, perchè il prelievo viene effettuato sullo stipendio e c’è chi invece può decidere di pagare o meno le tasse o di pagarne solo una parte, danneggiando tutta la comunità e in particolare i più poveri.

Fare un condono come quello proposto dal ministro Salvini è come sputare in faccia a chi le tasse le paga sempre e fino all’ultimo euro; non credo che la sua proposta  andrà in porto, ma intanto il ministro sta già facendo campagna elettorale e si pone come paladino di tutti quelli che vogliono continuare a fare i furbi. Questo è populismo bello e buono.

 

Le due bambine di Firenze.

Nella storia agghiacciante dello stupro di gruppo a Capodanno, in una casa bene di Fiorenze, mi lascia veramente costernata l’idea che le due dodicenni non abbiano detto nulla ai genitori rientrando a casa: hanno accettato l’accaduto come fosse una cosa irrilevante o si sono vergognate tanto da non poterne parlare? Spererei che la risposta sia nella seconda ipotesi, perchè sarebbe indice che le bambine hanno preso coscienza della gravità dei fatti di quella notte, ma da ciò che si evince dai giornali sembrerebbe che le due ragazzine, invitate a non dire la loro età, siano state convinte ad accettare quei rapporti sessuali con ragazzi di poco più grandi e che abbiano quindi considerato l’accaduto come parte della festa, così come una volta si faceva il trenino cantando e correndo intorno alla stanza, uno scherzo insomma …

Uno scherzo che rivela una mancanza di autostima impressionante da parte delle ragazze (pardon, bambine), che pur di sembrare “emancipate” si adattano a diventare oggetti da usa e getta … Se fossi nei panni dei loro genitori mi sentirei davvero schiacciata dalla responsabilità di non aver saputo far capire a quelle bambine che cosa preziosa e irripetibile esse siano.

Cosa manca …

UN’altra storia angosciante che coinvolge dei giovanissimi e delle bambine, ma questa volta non ha come sfondo un ambiente di emarginazione, di povertà, di disadattamento. No! e forse per questo è anche più agghiacciante.

Ragazzi normali, di famiglie per bene arrivano a stuprare due bambine per Capodanno a Firenze; e chi sta attorno si diverte e continua a filmare per poi condividere le immagini ed averne in cambio popolarità….

L’articolista si chiede cosa manchi a questi ragazzi che hanno tutto: io credo che manchi il senso del limite, la consapevolezza che se una cosa è materialmente realizzabile non è detto che sia consentito farla.  Manca il senso del limite che viene dal valore che diamo alla vita nostra e degli altri, che viene dal riconoscere che siamo creature che devono rendere conto del loro agire a un Creatore.

Tutto è consentito se il fine è il divertimento… come se il divertimento fosse lo scopo principale del nostro vivere e non la realizzazione del meglio di sè per contribuire a rendere migliore questo mondo.

In questa storia così deprimente, brilla un seme di speranza, che viene da quella mamma che, scoprendo il video sul telefono del figlio, denuncia tutto alla polizia. A lei deve andare il nostro grazie: anche suo figlio andrà nei guai, probabilmente, ma ne trarrà una lezione importante e imparerà che ci sono dei limiti che non vanno mai travalicati.

Daniel e Stefan e la solitudine..

…E allora a preoccupare non è solo una cattedrale mezza vuota, ma il cuore di un Paese mezzo vuoto. Ma, in fondo, erano solo due bimbi rumeni.

Queste sono le righe conclusive dell’articolo di “Avvenire” dedicato ai funerali dei due fratellini di Manfredonia, morti annegati.

La chiesa era quasi vuota, solo poche persone della città si sono unite al dolore immenso dei familiari e questo tradisce una indifferenza che fa paura. Se non ci sentiamo coinvolti, se non ci lasciamo straziare dal dolore per la morte di due bambini innocenti, a che punto di stravolgimento di valori e di coscienze siamo arrivati? Abbiamo davvero il cuore vuoto?

Altri casi in cui dei bambini sono rimasti vittime di atti di violenza o di tragedie diverse si sono verificati anche recentemente, suscitando scalpore e partecipazione da parte della gente, ma in questo caso nulla di questo genere è accaduto: i due bambini erano rumeni e questa loro condizione  ha condannato loro e la loro famiglia alla solitudine.

Forse le persone di retta coscienza piangono per Daniel e Stefan, ma forse si deve piangere ancora di più per il degrado morale di questo nostro paese.

Bambini come arma di guerra…

Qualcuno pensa sia solo propaganda antirussa, ma non credo che Papa Francesco avrebbe mandato il card. Zuppi a Mosca a trattare questo problema se non sapesse che è un fatto accertato.

Mi riferisco ai bambini deportati dalle zone ucraine occupate in Russia, di cui si parla anche in questo video .

Che cosa orribile approfittare della propria forza, del proprio potere per imporre a dei poveri bambini un cambiamento di identità, convincendoli che i loro genitori sono morti o che non li vogliono più …

Mi pare che Zuppi abbia ottenuto dalla funzionaria russa, responsabile di questi ostaggi di guerra, l’impegno a restituire ai legittimi genitori che ne facciano richiesta i propri figli. Ma se davvero sono stati sottoposti a un così terribile lavaggio del cervello, cosa ne  sarà di quei bambini?

La guerra riesce a tirar fuori dagli uomini il peggio di sé e, come sempre , le vittime che vengono colpite più crudelmente sono i più inermi, i più innocenti …

 

Martiri dell’emancipazione…

Un altro terribile femminicidio con l’aggravante della circostanza che la donna era incinta di sette mesi…

E’ difficile per certi uomini, abituati da sempre a pensarsi padroni della donna che hanno accanto, accettare la sua autodeterminazione, il suo diritto a decidere della propria vita e le donne che intendono farlo valere vanno incontro a molte difficoltà sia morali che economiche, ma il delitto non dovrebbe mai essere ipotizzato da nessuno.

L’orrore che suscita il ripetersi di questi crimini dovrebbe indurre la nostra società a dichiarare le vittime “martiri” della emancipazione femminile. Dovremmo istituire una giornata mondiale delle vittime di femminicidio e in quel giorno fare memoria di tutte le donne che sono cadute sotto la mano omicida di quelli che avrebbero dovuto amarle e custodirle.

 

Vittime collaterali.

Ieri sera in seconda serata su Rai1, è andata in onda la terza puntata di “Vittime collaterali” condotta da Emma D’Aquino.

Cliccando sul link qui sopra avrete modo di avere informazioni esaurienti sul tema della trasmissione, tema che mi ha sempre molto interessato e coinvolto: il dramma delle giovani donne cresciute in Italia in famiglie di cultura diversa.

Sono ragazze che vivono in una specie di terra di nessuno: sono andate a scuola in Italia, hanno assorbito la nostra cultura, il nostro modo di vivere, ma in famiglia questa cultura viene osteggiata. Quelle che riescono a soffocare il loro desiderio di indipendenza e libertà, riescono a sopravvivere  costringendosi a sopportare una vita di subordinazione e di umiliazione. Quelle che rifiutano questa prospettiva  vanno incontro a lotte terribili all’interno della famiglia e della comunità e, nei casi più tragici (e la cronaca ne ha riportati parecchi), si arriva anche al “delitto d’onore”.

Per prevenire eventi delittuosi si dovrebbe puntare sull’informazione e sull’educazione, affidando questo compito alla scuola per le nuove generazioni e ai capi delle comunità straniere in Italia per gli adulti. Dovrebbero essere gli Imam ad assumersi la responsabilità di spiegare ai membri delle loro comunità le nostre leggi, il nostro diritto di famiglia, aggiornandoli anche su come si evolve la società nei loro paesi di origine: da sempre gli emigranti conservano nelle loro menti un quadro fossilizzato del modo di vivere del loro paese, mentre in realtà là tutto, come è giusto che sia, si evolve e si adegua alle innovazioni culturali, economiche, sociali.

Bisogna affrontare in fretta questo problema perché anche in questo momento tante donne e tante ragazze vivono situazioni terribili, con sofferenze che provocano ferite profonde nelle menti e nei cuori.

 

Brividi.

Mi si torce lo stomaco mentre ci penso, mi vengono i brividi, ma mi rendo conto di essere d’accordo con la Meloni!!!

L’utero in affitto, o, per dirlo meglio, la “maternità surrogata” mi fa orrore!!!

Far nascere un bambino nel ventre di una donna che accetta questa situazione dietro un compenso, togliere il neonato alla donna di cui ha sentito per nove mesi il battito del cuore, le sensazioni, positive e negative, e la  voce per essere dato a un’altra “mamma” (ma potrebbe essere un “mammo”) del tutto estranea mi pare una cosa talmente contro natura da far accapponare la pelle.

Spero vivamente che tutte le donne, indipendentemente dalle loro idee politiche, difendano la meraviglia della maternità, così come la natura ha predisposto in miliardi di anni di evoluzione.