A Francoforte:
Mamme contro la dislessia.
Donne in campo contro le carenze della scuola.
Tra il dire e il fare si sa…come dice il proverbio c’ è di mezzo il mare. Sulla carta sono scritte tante belle leggi per il diritto allo studio di tutti, per il sostegno a chi si trova in difficoltà, per assicurare a tutti percorsi scolastici che possano valorizzare le potenzialità di ognuno. In realtà però poi a dettare veramente legge sono i mezzi finanziari a disposizione e tutto viene demandato alla buona volontà degli insegnanti (quando questa buona volontà c’è) e allo spirito di servizio e di abnegazione delle famiglie , in modo particolare delle mamme.
E’ il caso delle due mamme di cui si parla al link riportato sopra: i loro figli sono dislessici, un disturbo non particolarmente tragico, ma che complica la vita scolastica .
Di fronte alla scarsità degli interventi statali ecco queste due donne rimboccarsi le maniche per organizzare eventi e interventi al fine di diffondere la conoscenza della dislessia e delle strategie che possono essere adottate proficuamente per agevolare il percorso scolastico dei ragazzi che presentano questa difficoltà.
Di questa storia mi piace il fatto che queste due donne non si limitano ad aiutare i propri figli, ma si prodigano per migliorare la capacità della scuola e del personale scolastico ad accogliere tutti i ragazzi un po’ meno fortunati : esse vivono una maternità “estesa”, che sa preoccuparsi dei figli di tutti.
Beatificazione di Don Puglisi: un martire dei nostri giorni.
Segnalo (e ne raccomando la lettura) l’ articolo dell’ amico Ivano Maddalena che scrive su “Il popolo Veneto”. Al link qui sopra potrete leggere un ricordo appassionato di don Puglisi, il prete “scomodo” che testimoniò il suo amore per la sua gente , consapevole di attirare così la vendetta della mafia, ma non per questo smise di educare i ragazzi del Brancaccio a Palermo.
Questo è un segnale inequivocabile che la Chiesa lancia alla mafia oggi, dopo che per troppo tempo ha fatto finta di non vedere e non sapere ….Ancora pochi giorni fa leggevo che in un paese ad alta densità mafiosa ( di cui non ricordo il nome) il corteo di una processione religiosa ha fatto sosta sotto il balcone del boss locale per rendergli omaggio.
Questo non deve più accadere e chi permette queste oscenità dovrebbe essere condannato severamente . Ogni prete dovrebbe essere come don Puglisi e schierarsi con forza dalla parte dei deboli per difendere la loro dignità di cittadini e di figli di Dio..
Il Papa contro la tirannia del mercato…
Il Papa contro la tirannia dei mercati….
“Mentre il reddito di una minoranza cresce in maniera esponenziale, quello della maggioranza si indebolisce. Questo squilibrio deriva da ideologie che promuovono l’autonomia assoluta dei mercati e la speculazione finanziaria, negando così il diritto di controllo agli Stati pur incaricati di provvedere al bene comune. Si instaura una nuova tirannia invisibile, a volte virtuale, che impone unilateralmente e senza rimedio possibile le sue leggi e le sue regole».
Queste parole sono tratte dall’ articolo di Famiglia Cristiana linkato sopra ; in esso è riportato il discorso del Papa contro l’ attuale tirannia del mercato, contro l’ idolatria del profitto e del denaro, moderno vitello d’ oro cui vengono sacrificate le esistenze di miliardi di uomini che vengono ridotti alla disperazione.
Anche il monito rivolto al clero ricordando che S. Paolo non aveva un conto in banca è dinamite allo stato puro. Non è certo il primo Papa a puntare il dito contro le storture del capitalismo, ma è certo il primo che punta il dito anche contro i membri della stessa Chiesa e contro lo IOR.
Non sarà un caso se i grandi porporati, che riempivano i media fino a un paio di mesi fa, si fanno notare per il loro silenzio assordante.
Certo si starà facendo molti nemici e , avendolo previsto, ha scelto di non vivere in Vaticano. Spero vivamente che possa avere il tempo di rinnovare la Chiesa, che porta numerosi segni di invecchiamento.
Per non diventare complici…..
200 fabbriche chiuse in Bangladesh
Credo che tutti ricordino il crollo del palazzo di Dacca (già dichiarato inagibile) in cui sono morte più di mille persone, in maggioranza giovani donne.
Da quel momento la gente è scesa in piazza per chiedere migliori condizioni di lavoro e risarcimenti. Questo ha indotto il governo a chiudere 18 fabbriche, ma soprattutto ha indotto alla fuga i grandi marchi: è di oggi la notizia che 200 fabbriche hanno chiuso i battenti.
Nell’ articolo di “UNIMONDO” (secondo link) figurano i nomi di alcune delle case di moda coinvolte in questo sfruttamento abietto e tra esse figura la Benetton , che nega.
Dovremmo abituarci a guardare bene le etichette dei capi di vestiario che compriamo per non diventare complici .
Pochi ricchissimi e molti poveri : questo è il nodo da sciogliere…
Ecco perchè il capitalismo più sfrenato che ha governato il mondo in questi ultimi decenni sta causando questa crisi ( doveva essere solo psicologica, ricordate?) che ci sta soffocando da anni ormai….La spiegazione è questa.
E’ molto facile capire che concentrando le ricchezze in mano di pochissimi , si allarga la massa di quelli che non possono accedere ai consumi e questo riduce le richieste del mercato per tutti quei prodotti che non sono strettamente legati alla sopravvivenza, con conseguente chiusura di fabbriche e licenziamenti a catena.
Anche Draghi, il governatore della Banca Europea, ha detto che il problema italiano non si risolve senza una più equa ridistribuzione delle ricchezze e se lo dice lui…… Letta si dia una mossa o se non riesce in questo intento si vada alle urne e che la Provvidenza ci assista!
Sentirsi italiani
Sulla pagina Facebook di Magdi Cristiano Allam compare a caratteri cubitali l’ invito ad aderire a una petizione finalizzata alle dimissioni della ministra Kienge, perchè ha dichiarato di sentirsi italiana e congolese e pertanto non può tener fede al giuramento fatto di perseguire l’ interesse esclusivo del nostro paese.
Ho scritto al giornalista Magdi Allam che se è questa la motivazione, non vedo perhè non abbia mai chiesto le dimissioni di Bossi , o di Maroni, o di Calderoli, quando erano ministri: loro rinnegavano apertamente la loro italianità e hanno pubblicamente e ripetutamente offeso i nostri simboli nazionali….contro di loro però nessuno ha mai raccolto firme per chiederne le dimissioni.
Consiglierei alla Kienge di parlare di meno, di essere meno presente sui media nazionali per offrire meno occasioni ai razzisti di casa nostra per poterla attaccare; quanto a Magdi Allam credo che abbia colto quest’occasione per acquistare visibilità, per far parlare di sé, facendo leva sul razzismo strisciante e crescente di casa nostra.