A volte basta una firma per migliorare il mondo ….

Ricevo via mail e copio qui questa notizia, perché è importante convincersi che vale sempre la pena di prendere posizione per affermare i diritti delle persone.  Anche con una firma su un sito internet si può contribuire a migliorare questo mondo.

Grazie a te abbiamo ottenuto un’altra vittoria

Mondelez (ex Kraft Food) si è unita a Mars e Nestlé e ha deciso di agire per migliorare i diritti delle donne che lavorano nella sua filiera del cacao
. Abbiamo fatto tripletta! Gli impegni presi da queste tre compagnie sono un esempio per il resto dell’industria alimentare: i consumatori sono sempre più attenti alle conseguenze delle scelte delle aziende sulle comunità dei paesi in cui le aziende operano.
La tabella di marcia degli impegniOxfam è pronta a lavorare con Mondelez, Mars e Nestlé per assicurarsi che mantengano gli impegni presi nei confronti delle donne: anche tu puoi fare in modo che queste aziende rimangano sulla giusta strada. Controlla la nostra tabella di marcia che mostra le promesse fatte da queste aziende, e la data entro la quale si sono impegnate a cambiare le cose.Questa vittoria è importante, ma è solo un inizio

La Resistenza di Irma….

La Resistenza ha avuto molte donne come protagoniste, ma siccome sono solitamente gli uomini a scrivere la storia, non hanno mai ritenuto degne di menzione tutte quelle loro compagne di lotta che svolgevano ruoli magari non sempre e non prettamente militari, ma ugualmente importanti. Una di queste eroine fu Irma Bandiera; ecco alcune note copiate da Wikipedia.
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Irma Bandiera (Bologna8 aprile 1915 – Bologna14 agosto 1944) è stata una partigiana italianaMedaglia d’oro al valor militare (alla memoria)..Di famiglia benestante, divenne staffetta partigiana nella VII brigata GAP Gianni Garibaldi di Bologna col nome di battaglia di Mimma.Catturata dai fascisti dopo aver trasportato armi alla base di Castelmaggiore della sua formazione, venne torturata e infine fucilata al Meloncello di Bologna il 14 agosto 1944. Il suo corpo fu esposto dai fascisti sulla strada adiacente alla sua abitazione per un intero giorno

In suo onore, nell’estate del 1944, una formazione di partigiani operanti a Bologna prese il nome Prima Brigata Garibaldi “Irma Bandiera”.

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Ecco la motivazione per cui fu insignita della medaglia d’ oro al valore militare:«Prima fra le donne bolognesi a impugnare le armi per la lotta nel nome della libertà, si batté sempre con leonino coraggio. Catturata in combattimento dalle SS. tedesche, sottoposta a feroci torture, non disse una parola che potesse compromettere i compagni. Dopo essere stata accecata fu barbaramente trucidata e il corpo lasciato sulla pubblica via. Eroina purissima degna delle virtù delle italiche donne, fu faro luminoso di tutti i patrioti bolognesi nella guerra di liberazione[1].»

— Meloncello, 14 agosto 1944

Anche a lei andrà il nostro pensiero e la nostra gratitudine nel giorno in cui celebriamo la conquista della libertà.

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La carissima nonna Mimma, che mi fa l’ onore di seguire questa pagina, mi ha segnalato un episodio della Resistenza accaduto a Diano Marina e che gli alunni della locale scuola  hanno ricordato in questo 25 Aprile. Sulle lapidi i nomi dei caduti che, col loro sacrificio, hanno pagato il prezzo per la nostra libertà.

Per non dimenticare.

India : un tragico “usa e getta”.

Violentata e uccisa a 6 anni.

Violentata e mutilata a 5 anni.

Segnalo questi articoli  (visto che mi ripugna parlare dello squallore delle nostre vicende politiche); in questi ultimi giorni due episodi terribili hanno scosso l’ India: bambine piccolissime usate come oggetti ” usa e getta”.  Un avvertimento: sconsiglio la lettura integrale dei due articoli linkati alle persone sensibili, perchè i particolari dei due delitti sono raccapriccianti.

A questo  punto bisogna però considerare che nascere femmina in India è una vera disgrazia : gli aborti selettivi hanno impedito la nascita di almeno 50 milioni di femmine negli ultimi dieci anni e non si contano le bambine uccise subito dopo la nascita o nei primi anni di vita (a furia di maltrattamenti e scarsa nutrizione).

Le donne in India non possono ereditare dai genitori , inoltre devono portare alla famiglia del futuro marito una dote cospicua, che può portare alla rovina della propria famiglia , mentre non sono rari i casi in cui la giovane sposa  “rimane vittima” di strani incidenti domestici se la sua dote non soddisfa le richieste avanzate dal marito, che, rimasto vedovo potrà cercarsi una nuova moglie con dote più consistente.

In questo clima, anche rapire una bambina piccolissima , usarle violenza in modo disumano, ucciderla e gettarla via come si fa con una carta straccia, non  è poi così lontano da ciò che la mentalità comune tollera ogni giorno.

Le donne indiane scendono in piazza sempre più spesso per reclamare il diritto ad essere considerate persone , ma non si dovrebbe lasciarle da sole.

Chi voleva fare di Maso una star televisiva?

Pietro Maso da ieri è un uomo libero. Ventidue anni fa uccise i suoi genitori con la complicità di due amici, per averne l’ eredità. La buona condotta e l’ indulto gli hanno consentito di uscire con 8 anni di anticipo e questo non mi fa gridare allo scandalo.

Era molto giovane all’ epoca dei fatti e 22 anni di carcere possono trasformare le persone: a volte in peggio, a volte in meglio. Pare che Pietro Maso sia diventato un uomo migliore. ….e questa è cosa buona. Quello che però mi sconvolge è la notizia, appresa ieri mattina alla radio, che nel periodo delle ultime festività natalizie Maso era stato invitato a partecipare a una trasmissione di mediaset per parlare dell’ amore per i genitori!!!!!! E la cosa non è andata in porto  per l’ opposizione del giudice (per fortuna!!)

Ora, ripeto, si può capire che Maso sia oggi, a 41 anni, un uomo diverso e che possa godere della libertà alla quale la legge gli riconosce il diritto, ma perchè farne una star televisiva ?

Quali obiettivi si proponeva una simile iniziativa? E’ troppo facile capirlo, ma è anche tanto deprimente capire quale sia la statura morale di chi ha in mano i media nostrani.

Bambini di strada….

Oggi si dovrebbe riflettere sul tristissimo fenomeno dei bambini di strada, ma  mi mancano le parole ….come descrivere le pene di bambini piccolissimi abbandonati a se stessi, che trovano, come unica mano  tesa, quella di altri bambini che vivono nelle stesse condizioni? Esposti ad ogni violenza , ad ogni sopruso, sono spesso figli di ragazzi di strada poco più grandi di loro……

Che mondo è quello in cui milioni di creature innocenti si vedono negato ogni diritto?

Speranza contagiosa.

Stamattina lezione alla Scuola di Italiano per stranieri.  Contrariamente a quanto accadeva da qualche tempo, il gruppetto era abbastanza numeroso, anche se composto per la maggior parte da persone che non avevano mai frequentato al mattino.

Vengono da Liberia, Moldavia, Algeria, Brasile, Romania. Sono tutti giovani e con tanta voglia di imparare. Una ragazza è qui da appena sette mesi, ma parla e legge benissimo l’ italiano, solo per averlo studiato assieme al figlio che frequenta le scuole. Una coppia di moldavi , entrambi laureati, si adatta qui a lavori non certo adeguati al proprio livello di preparazione:  il loro titolo qui non viene riconosciuto.

Una giovane mamma è arrivata con carrozzina e figlioletta al seguito e ogni tanto la attaccava al seno per allattarla. A un certo punto l’ ho presa io in braccio per consentire alla madre di scrivere un esercizio. Dopo un po’ si è giustamente ribellata, ma poi veniva (già cammina, la piccoletta!)a stuzzicarmi e a sorridermi per farmi capire che potevamo anche continuare sulla strada dell’ amicizia.

Ho imparato che in Moldavia si parla il rumeno e che il russo oggi si studia come seconda lingua.

Mi piace insegnare a questi ragazzi: si viene contagiati dalla speranza nel futuro che li ha spinti a venire qui.

 

Grazie , Emilia!

Ricordiamoci di Emilia!

“Informazione Libera”  il giornale on line dell’ associazione di don Ciotti, oggi riporta una notizia che non troveremo in nessun altro giornale o notiziario:  ieri è morta EMILIA CATALANO.

Il suo nome è sconosciuto, ma la sua storia merita di essere ricordata: suo figlio morì nell’ attentato a Paolo Borsellino (era un agente di scorta) e lei da quel momento ha cominciato a impegnarsi per educare alla legalità andando nelle scuole a parlare ai ragazzi.

Emilia aveva ben  capito che la lotta alla mafia non si fa solo arrestando i boss o i “picciotti”, ma richiede un lavoro lungo e paziente di educazione alla legalità , al rispetto di sè e degli altri, alla consapevolezza dei propri doveri e dei propri diritti e per questo non si è limitata a piangere nel ricordo del figlio ucciso barbaramente, ma si è spesa per contribuire a costruire coscienze di uomini e donne liberi.

Grazie, Emilia!