Donne greche: non lasciamole sole!

Arriva un grido di dolore dalla Grecia: ascoltiamolo!

Della Grecia qui da noi non si parla. Evidentemente non vogliono farci sapere a quali rischi corriamo incontro e non vogliono farci sapere cosa si nasconda dietro le politiche di austerità imposte ai nostri vicini.

Nell’ articolo che si può leggere cliccando sul link qui in alto, è descritta la situazione che si è venuta a creare in Grecia in questi ultimi tempi: lo stato sociale è stato cancellato e  tutti i servizi di cura a bambini, anziani, handicappati, malati sono ora a pagamento, con la conseguenza che, per la stragrande maggioranza della popolazione, sono le donne a doversene occupare, come succedeva decenni fa.

Anche il parto in ospedale è a pagamento e chi non può permettersi questo “lusso” deve rinunciare all’ assistenza in un momento così delicato per la vita della madre e del nascituro.

Vi sono poi le conseguenze politiche di una siffatta situazione : il diffondersi di ideologie razziste e fasciste , che possono mettere a repentaglio la democrazia nel paese.

La Grecia sta soffrendo e in particolare le donne greche stanno soffrendo: non lasciamole sole!

Un ” ordine” atroce.

Auschwitz: un luogo in cui regnava l’ ordine…!!!!!!???!!! Questa è la frase con cui una prof. di una scuola romana si giustifica per aver rivolto un rimprovero razzista a una ragazza ebrea.

  • Cosa intende per ordine questa donna vicina alla pensione? Forse ordine per lei significa eliminare donne , anziani , bambini nei forni crematori? O forse significa ridurre milioni di persone innocenti a scheletri semoventi  a furia di stenti, fame e freddo ? Allude forse all’ ordine dei tavolacci a più piani adibiti a giacigli nelle camerate o alle file di internati ben allineati  per ore sotto  pioggia o  neve sui piazzali dei lager?
  • Come è possibile che una persona con queste idee sia arrivata a insegnare in una scuola della Repubblica? Non sarebbe bene sottoporre gli aspiranti insegnanti anche a un test attitudinale che evidenzi la loro sensibilità e la loro sicura adesione ai valori della democrazia e del rispetto dei diritti umani?
  • Per fortuna in questa vicenda i giovani, i compagni della studentessa ebrea, si sono comportati in modo ammirevole: non hanno fatto finta di non sentire le parole sconcertanti della prof., non hanno avuto paura di eventuali sue rappresaglie sulla pagella, ma si sono schierati al fianco della loro compagna e hanno dato inizio a una protesta che è sfociata in un provvedimento disciplinare (forse troppo indulgente)

L’ episodio è certo sconcertante, ma l’ atteggiamento dei giovani ci autorizza ad avere fiducia nel futuro…..

Malala candidata al Nobel per la Pace!!! (sottotitolo: firmare gli appelli a volte serve).

Ricordate Malala? E’ la ragazzinapakistana di 15 che si è battuta con coraggio contro i talebani che distruggevano le scuole femminili e per questo le hanno sparato alla testa. E’ stata ricoverata a lungo in Inghilterra e solo così ha potuto sopravvivere. Il suo caso commosse il mondo e in tantissimi abbiamo firmato perchè fosse candidata al Nobel per la Pace.

Ieri ho ricevuto via e.mail questa bella notizia:

……. Malala è stata nominata al Premio Nobel per la Pace. Le 280.000 firme raccolte in tutto il mondo per la sua candidatura hanno fatto sì che esponenti dei partiti PD, UDC, IDV e FLI aderissero alla campagna. Soprattutto il Presidente della Camera dei Deputati Gianfranco Fini e il Nobel Dario Fo hanno inoltrato la lettera ufficiale di candidatura al Nobel per Malala! Questo risultato è grazie a tutte le nostre firme. Grazie per la differenza che stai facendo.

Fare rete sulla rete

W&W = With and Within

E’ una community di sole donne, quasi cinquantamila al momento.

Una community di donne creative ed in movimento, che non si danno per vinte: cosi’ si legge sulle pagine di W&W. Ogni mamma puo’ trovarvi un consiglio di altre mamme, ogni Donna in cerca di lavoro puo’ trovare  modo di pubblicizzare le proprie competenze  e Anche qualche Buona occasione; se poi sei una creativa  puoi propagandare il frutto del tuo ingegno  e magari trovare acquirenti o chi puo’ metterti in contatto con chi potrebbe essere interessata al tuo lavoro.

Ci sono poi molti gruppdi che si occupano di interessi specifici, ma c’ e’ anche modo di scambiare qualche chiacchiera in liberta’.

Io ho appena scoperto questo sito, ma mi pare molto interessante e puo’ realizzare un nuovo modo  per le donne di “fare rete” sfruttando le innumerevoli potenzialita’ della rete di internet.

La città felice.

Una notte ho sognato che parlavi – libro di G. Nicoletti

Da molti anni seguo alla radio la rubrica “Melog” di G. Nicoletti, ma solo da poco ho scoperto   quale dramma sia riuscito a tenere nascosto per tanto tempo dietro la  fine ironia e il disincanto con cui mette sotto la lente di ingrandimento fatti e problemi del mondo d’ oggi.

Il giornalista in questione è padre di un ragazzo autistico, di quelli per cui si può sognare che parlino solo in una notte felice. Ora ha scritto un libro sulla sua esperienza di genitore  e intende portare avanti un’ idea: creare a Roma una città per ragazzi autistici, dove essi possano trovare occasioni di incontro e stimoli per riempire il tempo delle loro giornate spesso troppo lunghe e vuote.

Stamattina Radio 24 ha dedicato a questa iniziativa un servizio all’ interno del notiziario e ha assicurato l’ appoggio della radio e del giornale cui è legata alla sua realizzazione.

Credo che comprerò il libro di Nicoletti e spero che lo facciano in tanti perchè la “Città felice dei ragazzi autistici” possa diventare realtà.

8 Marzo: Non restiamo in silenzio!!!!

Pensando a come ricordare su questa pagina la festa di domani , 8 marzo – festa delle donne – ho vagato un po’ sulla rete e mi sono imbattuta in inviti a feste tenute in locali pubblici , feste che prevedevano cene, musiche, balli e anche qualche nota osé.

Mi son detta che non mi pare il modo giusto di festeggiare, anche perchè ci sono ancora tante donne qui da noi e altrove nel mondo che  non hanno accesso ai diritti generalmente riconosciuti agli esseri umani.

Mi pare perciò più giusto celebrare questa ricorrenza firmando questo appello di Amnesty International rivolto al presidente dell’ Egitto, paese in cui restano impuniti atti di violenza compiuti da branchi di uomini sulla piazza Tahrir (teatro delle proteste contro il regime di Moubarak  e ultimamente contro Morsi) ai danni delle donne che si uniscono alle manifestazioni.

Firmando questo appello forse non riuscirò a contribuire al miglioramento della condizone delle donne egiziane, ma almeno sentirò di aver fatto quello che è nelle mie possibilità , e non mi sarò chiusa nell’ indifferenza verso la sofferenza di tante  “sorelle”.

Non restiamo in silenzio; meglio gridare, anche se solo attraverso la rete, la nostra solidarietà .

 

 

Notizie dalla Palestina.

Le condizioni di vita nella Palestina   devono essere veramente penose, dato che qualcuno ha definito i territori occupati come “lager a cielo aperto”; ma a leggere alcuni articoli di questi giorni si scopre anche un’ altra terribile realtà: quella delle carceri israeliane dove molti palestinesi stanno facendo lo sciopero della fame o dove vengono rinchiusi anche ragazzi minorenni per aver lanciato pietre contro gli occupanti.

Accanto a queste notizie che non occupano certo le prime pagine dei nostri giornali, ne arriva un’ altra sempre dalla Palestina:.L’ ONU annulla la maratona di Gaza.
Da qualche  anno l’ ONU organizzava una maratona per raccogliere fondi da destinare agli abitanti dei territori occupati e anche quest’ anno tale iniziativa era stata programmata per i primi di aprile. Hamas però ha vietato alle donne di parteciparvi e l’ ONU ha giustamente annullato la manifestazione.
Se in Palestina tutti vivono male per il peso dell’ occupazione, le donne sono doppiamente oppresse: dagli Israeliani e dai loro stessi uomini

Donne : lavoratrici, casalinghe, managers.

Donne e lavoro.

Donne italiane nel mondo del lavoro: arriviamo al 50% delle donne occupate in un lavoro fuori casa. Oltre alla mancanza di occasioni occupazionali, a tenere le donne ai margini del mondo produttivo è anche , e forse soprattutto, la mancanza di servizi.

Chi può immaginare la fatica di mandare avanti una famiglia con bambini piccoli che non si sa a chi affidare? Chi può immaginare lo stress di chi è alla continua ricerca di una baby sitter che possa essere presente quando non puoi contare su nessuna scuola o su nessun asilo  oltre certi orari? E se poi abiti in un paesino in cui non funziona nè il servizio scuolabus , nè la mensa, nè il tempo pieno, tutto diventa estremamente complicato se non hai dei nonni in grado di fare da supporto costante.

E allora le donne rinunciano al lavoro, contribuendo ad impoverire la  propria famiglia ed il proprio paese.

E’ comunque sempre più diffusa in alcuni paesi la figura del casalingo: dietro una donna- manager , c’è spesso un marito che rinuncia al lavoro fuori casa e si sobbarca la fatica del ruolo di “mammo”.