In quali casi si può richiedere una visita della guardia medica?

Una mia vicina ha il marito (86 anni) ammalato da molto tempo e riconosciuto invalido al 100%; questa notte, questi forse risentiva di una probabile forma influenzale incipiente o chissà per quale altro motivo ha passato una notte molto agitata ed è caduto dal letto più volte: non si reggeva in piedi.

Questa mattina la sua temperatura era salita notevolmente e i familiari, dopo aver provato a chiamare inutilmente i medici di loro conoscenza (ed è comprensibile che non rispondessero), hanno chiamato la guardia medica : e si sono sentiti rispondere di caricare il malato (80 chili??) in macchina e di portarlo alla sede del presidio sanitario, perchè è prevista la visita domiciliare solo per persone allettate.

Io mi chiedo: se uno non si regge in piedi non è da considerarsi allettato? In queste situazioni come ci si deve comportare? chiamare l’autoambulanza e portare il malato alla guardia medica o al pronto soccorso? O è forse l’età del paziente a suggerire la mancata sollecitudine per il paziente? Non esiste più il diritto costituzionale alle cure ad ogni età?

Poesia per il 1° maggio: Lavoro di donna (Maya Angelou)

Ho dei bambini cui badare
vestiti da rattoppare
pavimenti da lavare
cibo da comprare
poi, il pollo da friggere
il bambino da asciugare
un reggimento da sfamare
il giardino da curare
ho camicie da stirare
i bimbetti da vestire
la canna da tagliare
e questa baracca da ripulire
dare un’occhiata agli ammalati
e raccogliere cotone.
Risplendi su di me, sole
bagnami, pioggia
posatevi dolcemente, gocce di rugiada
e rinfrescate ancora questa fronte.
Tempesta, spazzami via di qui
con una raffica di vento
lasciami fluttuare nel cielo
affinché possa riposare.
Cadete morbidi, fiocchi di neve
copritemi di bianco
freddi baci ghiacciati
lasciatemi riposare questa notte
Sole, pioggia, curva del cielo
montagne, oceani, foglie e pietre
bagliori di stelle, barlume di luna:
siete tutto quello che io posso dire mio.

Questa poesia mi fa ricordare la vita delle nostre mamme e nonne, quando la povertà era una compagna sgradita, ma inseparabile e la fatica un’oppressione quotidiana. Donne che non conoscevano le parole “ferie” o “vacanze” e che, nonostante il loro lavoro, non hanno mai avuto la benché minima indipendenza economica. Quanta gratitudine dobbiamo a loro!!!

 

 

 

 

Ancora sul 25 Aprile….

L’accusa è: la sinistra si è appropriata del 25 aprile!!! Ma possiamo chiederci il perché?

Non è che forse la destra non sentiva questo giorno come una festa, ma come una data tanto funesta da dover far finta che non si fosse mai verificata? Sappiamo che la Resistenza è stata combattuta da uomini e donne appartenenti a culture diverse, ma tutte con il desiderio di costruire una società democratica. Chi si è schierato contro la Resistenza, anche solo per fedeltà a un giuramento (estorto perché pronunciato in condizioni di sudditanza psicologica) ha ritenuto più importanti altri valori, diversi dalla democrazia.

Ora che tali condizionamenti non ci sono più, perché continuare a difendere scelte fuori dal tempo e dal contesto culturale in cui viviamo ora?

Se puoi   essere di destra  o di sinistra oggi, lo dobbiamo a chi ha scelto di stare dalla parte della libertà anche a costo di enormi sacrifici e a costo  della vita stessa.

Il mio amico Giorgio mi ha parlato del suo papà che è stato nei campi di lavoro in Germania e mi raccontato delle sue sofferenze, tali da non riuscire nemmeno a raccontarle ai suoi familiari: era troppo dolore riaprire quel cassetto dei ricordi e rievocare la fame, il freddo, la stanchezza, la paura…

Davanti a tutto questo gli interessi di partito non contano e non devono contare: ciò che conta è essere consapevoli del bene immenso che è la libertà e custodirlo ogni giorno, per rendere onore a chi l’ha pagata a un così caro prezzo.

25 Aprile 2023: festeggiamenti con incertezze.

Stamattina alle manifestazioni per il 25 Aprile qui a Erba, c’era molta più gente rispetto agli altri anni e questo è stato forse l’effetto del “nullaosta” lanciato da Salvini nei giorni scorsi quando ha detto che il 25 Aprile va festeggiato.

Tuttavia, ho notato come in alcuni momenti si avvertisse l’imbarazzo di chi si vedeva costretto a festeggiare, ma non voleva scontentare nessuno, soprattutto la maggioranza politica che governa la città.

Così ho ascoltato un’ omelia molto attenta a non sbilanciarsi, un “sermoncino” breve (fin troppo breve) del nostro sindaco, in cui si menzionavano tutti i caduti dell’ultima guerra.  Solo una giovane donna, forse rappresentante dell’ANPI, ha parlato del partigiano Puecher, fucilato senza processo dai fascisti, e di tutti quelli che hanno sacrificato la propria vita per riconquistare le libertà democratiche. alla fine di questo discorso solo una parte dei presenti ha applaudito a lungo, mentre molti tra le autorità e le forze dell’ordine se ne sono astenuti.

Una nota altrettanto significativa del clima che aleggiava sui presenti: un ingombrante veicolo della polizia municipale era parcheggiato proprio di fronte al monumento davanti al quale si svolgeva la cerimonia, ostacolando la partecipazione dei cittadini presenti. Qualcuno ha detto: forse non si aspettavano tanta gente…

Perché, mi chiedo, si fa ancora tanta fatica, dopo 78 anni, ad ammettere che chi ha combattuto (pur se in buona fede) accanto ai nazifascisti era dalla parte sbagliata?

Poesia: Il biancospino (U. Saba)

biancospinoDi marzo per la via
della fontana
la siepe s’è svegliata
tutta bianca,
ma non è neve,
quella: è biancospino
tremulo ai primi
soffi del mattino.

Una bellissima immagine costruita con pochi tratti efficaci: sembra di vederla quella siepe coi fiori appena sbocciati, che tremano appena il vento leggero del mattino li sfiora.

Come è nello stile di Saba la poesia nasce da parole semplici, scarne, ma che rivelano un a grande attenzione e un grande amore per la natura.

Tutto il dolore del mondo.

Ieri sera la Via Crucis al Colosseo ha dato voce a tutte le sofferenze del mondo.

A portare la croce nelle tradizionali 14 stazioni, si sono alternate persone provenienti da tutte le zone più martoriate della terra:  da quelle afflitte dalla guerra a quelle devastate dal terrorismo che costringe intere popolazioni ad abbandonare le proprie case e ad affrontare viaggi pericolosi in balia di trafficanti senza scrupoli e di ogni avversità.

Ancora una volta al dolore del Crocifisso si è unito il dolore di un’umanità oppressa  non tanto da un fato ineluttabile, ma dall’ egoismo di chi coi soprusi e con la violenza più spietata vuole imporre le ragioni del proprio meschino tornaconto.

Chi raccoglierà il grido di dolore del mondo che ieri sera abbiamo ascoltato? Chi vorrà veramente far trionfare diritto e giustizia? Dietro le parole di tanti politici che proclamano il loro desiderio di pace ci sarà davvero una ferma volontà di perseguirla con onestà e fermezza?

Possiamo solo sperarlo e pregare.

Centro Italiano Femminile: una storia gloriosa.

E’ tempo di tesseramento per il CIF (Centro Italiano Femminile).

Molti si chiederanno :- Cos’è il CIF? – e forse assoceranno questo nome a un vecchio detersivo.

Infatti è un’associazione gloriosa, ma in declino come una principessa decaduta e squattrinata. Rovistando nei suoi archivi si scopre tuttavia quanto sia stato importante il suo apporto   nel campo dell’assistenza ai bambini, quanto abbia fatto per promuovere la partecipazione delle donne alla vita politica, rendendole più consapevoli dei propri diritti e dei propri doveri.

La sua nascita risale ai tempi difficili della fine della Seconda Guerra Mondiale, quando  tutto era da ricostruire e le donne potevano finalmente esercitare il loro diritto di voto.  Ecco qualche nota storica rintracciata in internet su quel periodo :

Il Centro Italiano Femminile (CIF), fondato ufficialmente nel 1945 dalle donne cattoliche e presieduto da Maria Federici,  deputata alla Costituente, fu un’organizzazione collaterale dell’Azione Cattolica e, quindi, di appoggio alla DC. La data ufficiale della costituzione del CIF risale al dicembre 1945, momento dell’approvazione formale di Pio XII, ma già dall’autunno dell’anno precedente a Roma le donne cattoliche avevano dato vita al movimento e il 16 marzo del 1945 su Azione Femminile (organo del Movimento Femminile DC) era comparso l’appello alle adesioni.
Chiari i compiti del nuovo movimento: coordinare e concentrare le iniziative benefiche, le opere sociali, l’attività assistenziale ed educativa delle associazioni femminili. Il CIF inoltre, in vista delle nuove responsabilità civili e dei nuovi compiti sociali ai quali le donne erano chiamate, si proponeva di promuovere “la soluzione dei problemi della vita femminile e sociale secondo lo spirito e la dottrina cristiana”, nonché “di preparare la donna mediante lo studio, la propaganda e l’azione, all’esercizio dei diritti civili e politici e all’adempimento dei doveri” conseguenti.

Ora naturalmente le donne  sono molto più emancipate, rispetto agli anni ’40 del secolo scorso, ma il CIF continua ad operare  soprattutto nelle scuole superiori proponendo corsi di avviamento al volontariato e di supporto psicologico. Noi del CIF di Erba ci gloriamo di aver dato un contributo determinante nella fondazione dell’Università della Terza Età e di continuare a supportarla con impegno appassionato.

Per tutto questo io continuo a iscrivermi al CIF ed estendo il mio invito a fare altrettanto alle amiche che, bontà loro, leggono questa pagina.

Dio e la Costituzione non discriminano.

Come si può leggere in questo articolo di “La Provincia di Como”,  a Erba e a Cantù, città amministrate dalla destra, gli Italiani di fede musulmana sono discriminati al punto che non è loro consentito di celebrare il Ramadan, perchè il Comune non concede loro un posto per riunirsi in preghiera.

Addurre motivi pretestuosi per negare questo diritto Costituzionale significa creare discriminazioni che possono sfociare in giustificate manifestazioni di protesta, significa non volere l’integrazione di cittadini considerati (è il caso di dirlo) “figli di un Dio minore”.

Come spesso dice don Ivano nelle sue lezioni all’UTE, Dio non è cattolico, non è protestante, non è musulmano: Dio, se esiste ( e io credo che esista), è DIO di tutti ed è Uno Solo, siamo noi, nella nostra ristrettezza mentale a dargli etichette diverse.

So che i partiti di opposizione, sia a Cantù che a Erba, stanno appoggiando le giuste rivendicazioni dei nostri concittadini islamici e spero che riescano a far rispettare la Costituzione anche in terra leghista.

Aggiornamento: Il TAR ha sospeso l’ordinanza del comune, quindi i musulmani di Cantù e di Erba potranno celebrare il loro Ramadan