Alunni speciali.

Alunni speciali.
Un’ insegnante di scuola secondaria superiore parla, in un libro, della sua esperienza con gli alunni portatori di handicap, mettendo in risalto come l’ integrazione in un gruppo classe di un alunno con disabilità non debba essere considerato come un peso per alunni e insegnanti, ma come un’ occasione di crescita umana e di formazione.

A dire la verità mi è parso di rileggere quanto si scriveva oltre trent’ anni fa prima che entrassero in vigore le leggi che regolano l’ inserimento di alunni con handicap e mi pare strano che si senta il bisogno di ripetere ancora oggi che è giusto offrire possibilità di inserimento anche a chi è meno fortunato: pare talmente ovvio tutto ciò… Posso capire che solo ora, forse, il problema si sta ponendo anche a livelli scolastici che prima non erano interessati dalle problematiche dell’ inserimento e che quindi si ritenga necessario proporre temi di discussione un po’ stantii.

Seppure a livello di scuola elementare, ho avuto sempre a che fare con l’ handicap e ho potuto sperimentare quanto sia stimolante doversi confrontare con problemi di apprendimento che richiedono la ricerca di nuove strade per comunicare , per rendere accessibili, in modo semplice, concetti e tecniche complessi, per adeguare alle capacità individuali gli obiettivi educativo-didattici, per ripensare l’ organizzazione della classe e delle strutture e questo alla fine è andato sempre a vantaggio anche dei ragazzi senza problemi. Vantaggi che non sono solo a livello di socializzazione e di sviluppo di una sensibilità umana e di una solidarietà più elevata, come parrebbe dall’ articolo linkato, ma anche e soprattutto a livello di qualità di apprendimento.

Save the Children in Congo.

Bambini da salvare

Nel Congo imperversa la guerra civile e molti sono quelli che per sfuggire ai massacri sono costretti a lasciare i loro villaggi per cercare scampo nella foresta o nei campi per rifugiati. In queste fughe di massa càpita spesso che i membri di una stessa famiglia restino separati senza sapere più nulla della sorte toccata ai congiunti. Se a restare soli sono i bambini, questi rischiano di andare incontro ad abusi di ogni genere e anche di venire reclutati forzatamente come soldati.
Per questo Save the Children opera principalmente per ricongiungere il maggior numero di bambini alla propria famiglia . Nell’ articolo, di cui sopra ho indicato il link, si possono leggere alcune storie a lieto fine, ma si legge anche che sono migliaia i bambini tuttora in pericolo.

Donne in India.

Donne in India.

In questi giorni sono giunte dall’ India , a ripetizione, notizie di stupri di gruppo, perpetrati su donne giovani o meno giovani e anche su bambine.Chi leggerà l’ articolo linkato sopra , potrà rendersi conto del fatto che non sono sorprendenti gli stupri, ma piuttosto il fatto che essi abbiano finalmente suscitato l’ indignazione della gente e abbiano indotto i governanti ad adottare provvedimenti per punire i colpevoli.

Tutta la mia solidarietà alle donne indiane, alle quali auguro un nuovo anno pieno di conquiste verso il riconoscimento della loro dignità di esseri umani.

Martiri cristiani… 105 mila vittime ignorate.

Martiri di ieri e di oggi.

Oggi si ricorda S. Stefano, il primo martire cristiano ; dopo di lui molti altri subirono la stessa sorte fino all’ editto di Milano da parte dell’ imperatore Costantino (a Milano sono state programmate molte manifestazioni per celebrare i 1700 anni da quell’ evento).
Sappiamo però che nella storia anche i cristiani sono diventati a loro volta persecutori verso chi professava altre religioni, contraddicendo con ciò il comandamento del Cristianesimo stesso : ” Ama il tuo Dio…..Amerai il prossimo tuo come te stesso.”.. Per non parlare poi dello scandalo delle guerre tra Cristiani, che hanno insanguinato le terre d’ Europa per secoli e secoli fino ad arrivare alle guerre mondiali.

Ora però tornano le persecuzioni dei Cristiani in molti paesi e sono 105.000 quelli che sono stati uccisi in quest’ anno.
Come sempre nella storia, la religione fornisce solo il pretesto per individuare un “nemico” cui addossare la colpa di ingiustizie, sperequazioni, prepotenze , che hanno radici in ben altri campi…. questo però non giustifica l’ indifferenza con cui qui da noi vengono accolte le notizie di eccidi sempre più frequenti…

ONU: al bando le mutilazioni genitali femminili!!!

Onu bandisce le mutilazioni genitali femminili

E’ di ieri la notizia (passata in sordina qui da noi, distratti come siamo dalla politica nostrana) che l’ ONU ha messo al bando le mutilazioni genitali femminili e contemporaneamente ha invitato i Paesi, che ancora non lo hanno fatto, a legiferare in modo da stroncare questa antichissima e ferocissima pratica cui ancora molte bambine vengono sottoposte, con gravi conseguenze per la loro salute e per la loro vita affettiva.

Ce n’ è voluto di tempo! Non so quante volte anch’ io ho firmato gli appelli che periodicamente comparivano sulla rete. In questa battaglia, che ha visto impegnate molte donne africane coraggiose, l’ Italia si è distinta , grazie anche all’ opera instancabile di Emma Bonino che se ne è fatta paladina.

Certo la condanna dell’ ONU non impedirà che ancora altre bambine vengano sottoposte a questa tortura, ma è certo un passo importante e nessuno potrà più false motivazioni religiose : 193 paesi, anche quelli africani in cui la pratica è più diffusa, hanno riconosciuto che essa è solo un’ assurda tortura per mortificare e sottomettere le donne.

I lager italiani.

Prigioni dimenticate

Qui sopra ho linkato un articolo di LiberaInformazione che segnala una realtà che si vuole occultare: è una realtà scomoda, che costringerebbe porsi domande altrettanto scomode: è la realtà dei CIE , Centri di Identificazione ed Espulsione (sigla ipocrita che nasconde la realtà di veri lager nel nostro paese), dove vengono rinchiusi molti uomini e molte donne che hanno la sola colpa di aver inseguito la speranza di una vita più sicura e più degna di essere vissuta.

Se sono comprensibili le ragioni di chi intende controllare chi arriva qui da noi , non è però accettabile che chi non si trova in linea con le regole che ci siamo dati, venga privato della libertà per periodi anche molto lunghi e sia costretto a vivere in condizioni sub – umane .

Pannella in questi giorni sta facendo lo sciopero della fame e della sete per attirare l’ attenzione sulle condizioni di vita nelle nostre carceri, ma sarebbe bene che accomunasse nella sua protesta anche questi centri , di cui nessuno parla mai.

P.S. L’ articolo interessantissimo, che riporta le storie di alcuni internati, è pubblcato da “Libera” l’ associazione fondata da Don Ciotti, che sostiene le cooperative che coltivano i terreni sottratti alla mafia. I prodotti di queste cooperative sono in vendita nei negozi del Commercio Equo e Solidale come SHONGOTI, che qui a Erba si trova in Via Mazzini. Chi intendesse regalare qualche cestino con prodotti alimentari troverà in questo negozio prodotti portatori di solidarietà….

CCC: campagna abiti puliti.

Campagna Abiti Puliti

Le notizie delle tragedie di cui si parla in questo articolo, sono comparse sui nostri media, ma non hanno fatto tanto clamore: forse tutti noi abbiamo pensato che non ci riguardassero, come può interessarci la morte di 500 persone in Bangla Desh o in Pakistan? Se poi erano solo operaie (in gran parte) o operai di fabbriche tessili trasformatesi in forni crematori per l’ assoluta inosservanza di qualsiasi norma di sicurezza, cosa c’ entriamo noi?

Se leggiamo l’ articolo pubblicato da Unimondo , possiamo capire invece che la cosa ci riguarda eccome! Forse anche in questo momento indossiamo jeans o abiti cuciti da quelle donne morte laggiù, che hanno accettato un lavoro che non prevede nessuna tutela, nemmeno quella della propria vita, per pochi soldi.
A servirsi della loro mano d’ opera sono notissimi marchi della moda internazionale, che pagano un tozzo di pane chi cuce i loro prodotti rivenduti qui da noi a carissimo prezzo. La situazione è talmente “normale” a quelle latitudini, che i governi di Bangla Desh e Pakistan non si sono ancora mossi per accertare la responsabilità dei roghi e per emanare leggi che tutelino la sicurezza dei lavoratori.

La CCC (Clean Clothes Campaign = Campagna Abiti Puliti) si pone l’ obbiettivo di sensibilizzare l’ opinione pubblica mondiale e i governi dei paesi emergenti perchè si ponga fine a questo sfruttamento becero e perchè si pongano in atto provvedimenti atti a cancellare questa forma di moderna schiavitù, che non ha catene visibili.
Se molti sosterranno questa campagna potremo ottenere due obbiettivi importanti:
– comprare più tranquillamente i nostri abiti, senza pensare che grondino sangue;
– rendere meno conveniente per gli imprenditori delocalizzare le loro produzioni in cerca di guadagni fin troppo facili.

Le donne e le rivoluzioni arabe.

“… Egitto, Libia, Tunisia, ma anche Siria, Bahrein, Algeria, Yemen, Marocco e non solo: le donne delle primavere arabe continuano a lottare per fermare l’avanzata del passato che ritorna. “Le persone, e le donne in particolare, sono scese nelle strade innanzitutto per liberare se stesse – commenta ancora la giornalista egiziana Gameela Ismail – nonostante i problemi odierni, ci sono state e ci sono storie molto promettenti, e i movimenti per la libertà e il cambiamento continuano, a prescindere dal numero dei seggi e dei posti in parlamento”. E termina: “Oggi stiamo combattendo in queste sabbie mobili post-rivoluzionarie, ma sono sicura che a lungo andare troveremo delle donne abbastanza forti da prendere il timone di questo processo verso la libertà e l’emancipazione”.”

Così si conclude l’ intervista a una giornalista egiziana, Gameela Ismail, che parla del ruolo delle donne nella primavera araba e dei risultati ottenuti per la rivendicazione della parità di diritti . Certo le rivoluzioni arabe avevano fatto sperare cambiamenti epocali, che non si sono verificati, anzi in Egitto pare che si assista al ripristino di una dittatura non certo migliore di quella precedente, ma credo e spero che l’ ansia di libertà non possa essere soffocata per sempre.