UTE: La tomba di Tuthankamon – Cosa sapere delle Assicurazioni

La nostra amatissima docente Manuela Beretta ci ha raccontato oggi la prima parte di una storia molto interessante: la scoperta della tomba di Tutankhamon fatta dall’inglese Howard Carter.

Chi era Tutankhamon?  Suo padre, Amenofi IV, fu il faraone che volle cancellare tutte le antiche divinità per affermare il culto di Aton (il Sole). Ciò gli attirò l’odio della casta dei sacerdoti degli innumerevoli templi sparsi per l’Egitto e portò a una  crisi sociale ed economica molto pesante. Gli succedette Tutankhamon a soli 9 anni di età, che fu costretto a ripristinare i culti tradizionali. Il giovane regnò poco tempo e morì all’età di 19 anni.

Carter aveva ottenuto il finanziamento di una campagna di scavi nella Valle dei Re in Egitto alla ricerca della tomba proprio di Tutankhamon. La sepoltura dei Faraoni egiziani in un primo periodo veniva accolta nelle piramidi, ma poi gli inevitabili furti, indussero gli Egizi a camuffare gli ingressi delle tombe nell’angusta Valle dei Re. Dal 1907 al 1917, Carter preparò la spedizione archeologica, poi, una volta iniziati i lavori, per cinque anni non si ebbero risultati incoraggianti, ma proprio quando Carter stava per abbandonare l’impresa, nel novembre  del 1922 scoprì un gradino che doveva inequivocabilmente essere il primo di una scala …sospese i lavori in attesa del suo finanziatore.  Fu così che, dopo lungo lavoro tra enormi difficoltà,  fu raggiunta la prima stanza piena di una grande quantità di oggetti preziosi e solo nel febbraio del 1923 fu raggiunta la stanza del sarcofago che era contenuto in una serie di strutture lignee una interna all’altra.  A testimoniare la difficoltà affrontate dagli archeologi basti sapere che la mummia fu raggiunta solo nel 1925.

Aspettiamo con ansia la seconda parte di questa interessantissima lezione.

____________________________________________

Le Assicurazioni.

Il dr. Faccini ci ha oggi illustrato le attività e le finalità perseguite dalla società “Assicurazioni Generali” che lui oggi rappresenta in Sala Isacchi.

Essa ha assorbito numerose altre società che operavano nei più diversi ambiti economici: dalla casa, all’automobile, al risparmio, alla salute, all’agricoltura, alle pensioni….

E’ importante soprattutto affidarsi a un consulente molto esperto, che sappia ben individuare le nostre esigenze e le nostre disponibilità, consapevoli che certi rischi non vanno sottovalutati.

 

 

Forse non tutti sanno che…

Forse non tutti sanno che esiste anche qui a Erba l’associazione ANTEAS (Associazione Nazionale Tutte le Età Attive per la Solidarietà), che si occupa di promuovere diverse attività  culturali e assistenziali, tra le quali è anche previsto un servizio di trasporto per per persone che abbiano bisogno di andare in ospedale o in altre strutture sanitarie per fare visite mediche, o cicli di cure.

Qui a Erba la sede è presso la CISL. Per poter usufruire del servizio trasporto, bisogna associarsi (10 euro annuali) e avvertire per tempo della data in cui se ne ha bisogno. E’ anche previsto un costo minimo in rapporto al chilometraggio.

Io non conoscevo questo servizio e penso che molti non lo conoscano.  Certamente si può ricorrere a figli e parenti in certe situazioni, , ma quando i tempi si allungano, dà serenità sapere che ci si può rivolgere ai benemeriti volontari dell’ANTEAS .

In fondo al mare.

E’ finita in fondo al mare. Voleva offrire al suo piccolo un’opportunità di vita dignitosa. Non sappiamo se fuggiva dalla povertà o dalla guerra, certo doveva aver pensato che doveva esserci un posto in cui crescere il suo bimbo senza l’orrore della violenza o senza i morsi della fame che attanaglia i visceri.

Ci vuole coraggio e una grande disperazione per lasciarsi alle spalle il proprio paese, i propri amici, la propria famiglia di origine, ma se con questo puoi evitare a tuo figlio gli stenti che tu stessa hai sofferto, il coraggio ti viene e accetti anche il rischio che un viaggio per mare su una barca fatiscente comporta: in fondo la morte non è il peggiore dei mali.

E quella donna di cui non sapremo forse mai il nome è salita su quella barca stringendo a sè il suo bambino e così li hanno trovati: stretti l’uno all’altra per sempre.

Giovani andate a votare!

In questo articolo di Avvenire (che potrete leggere cliccando QUI), viene ben analizzato il fenomeno del disinteresse dei giovani per la politica.

Lo abbiamo visto anche qui a Erba: i giovani che si sono candidati non hanno ottenuto molti consensi, ma è logico:  i loro coetanei disertano le urne e  le persone mature o anziane, che vanno a votare, non li conoscono.

I ragazzi si trovano da sempre a vivere in un paese democratico e danno per scontato ciò che  i giovani delle generazioni precedenti hanno conquistato a prezzo di lotte dolorose e, a volte, della vita.

E’ vero, la politica spesso si dimentica dei giovani, ma questo non cambierà fino a quando i giovani non diventeranno una platea di elettori interessante di cui catturare l’attenzione e l’interesse.

Chapeau!!

Mentre qui in Italia la campagna elettorale della destra è caratterizzata dalla gara a chi promette sempre meno tasse (c’è chi parla del 23% e chi rilancia al 15% senza fare alcun accenno a come poi far quadrare i bilanci), una giovane ereditiera austriaca dichiara di rinunciare alla sua miliardaria eredità. E non è una “boutade” dell’ultimo minuto per guadagnare un po’ di spazio sui giornali, infatti ha fondato il movimento “TASSATECI SUBITO” che chiede ai governi di tassare i grandi patrimoni per combattere le ingiustizie sociali sempre più accentuate.

“Chapeau!!” a questa ragazza e ai giovani che hanno aderito al suo movimento.

Sfruttati e sfruttatori.

Quanto è spregevole chi approfitta della debolezza altrui per sfruttarlo e trarne profitto!! Spesso queste situazioni restano nascoste: lo sfruttato teme le reazioni del suo sfruttatore e spesso sa di non essere tutelato adeguatamente dalle istituzioni.

Ma questa ragazza si è ribellata e il suo “datore di lavoro” andrà certamente incontro a dei guai.

Non pensiate però che lo sfruttamento più bieco sia riservato solo ai lavoratori clandestini o agli immigrati in genere. Cosa dire di quei professionisti (avvocati, architetti, et similia) che pagano i propri praticanti 500 euro al mese per 8/10 ore al giorno magari con trasferte in luoghi diversi dalla sede di lavoro con mezzi propri?

Questi sfruttatori in giacca, cravatta e targhetta luccicante al citofono non fanno che reiterare lo stesso sfruttamento cui sono stati sottoposti in gioventù, ma questo non fa che scoraggiare i giovani più meritevoli, che alla fine decidono di cercare altrove (all’estero) condizioni di lavoro più dignitose.

Credo che lo sfruttamento dei lavoratori, a qualunque livello, sia un peccato che grida vendetta verso il Cielo.

A proposito di “ius scholae”.

Si sta discutendo di “ius scholae”, cioè della possibilità di poter ottenere la cittadinanza italiana se si è compiuto un ciclo di studi in Italia.

Io credo che se un bambino o una bambina  frequenta regolarmente la scuola, cresce insieme ai nostri ragazzi, impara la nostra lingua, conosce la nostra cultura e la accetta, ha tutto il diritto di sentirsi italian/a e di essere trattato/a come tale.

In caso contrario questi nuovi cittadini  cresceranno sentendosi sempre degli estranei, dei fuori posto, degli emarginati e può covare in loro un senso di ribellione verso la società che li tratta da “diversi”, col risultato di avere poi tra noi dei giovani arrabbiati e ribelli.

La nostra è una società che invecchia sempre di più ( nascono sempre meno bambini ) e poter contare sull’apporto di giovani contenti di contribuire al benessere comune può solo essere un bene per tutti noi.

Per saperne di più sui contenuti della proposta di legge,  cliccare QUI

Bambini deportati.

La guerra è un orrore da qualunque punto di vista la si consideri: è terribile pensare ai giovani militari e ai civili disarmati caduti sotto i bombardamenti, è altrettanto terribile pensare alle sofferenze e alle privazioni di chi  vede la propria casa e tutti i propri averi distrutti da bombardamenti insensati, ma fa rabbrividire ancora di più quello che si dice in questo articolo di “Avvenire”.

Il fatto di vivere in un paese in guerra toglie ai bambini ogni possibilità di andare a scuola, di giocare all’aperto, sono spaventati dalle distruzioni, dal fragore delle bombe e degli allarmi, devono affrontare la scarsità di cibo per l’interruzione dei rifornimenti e tutto questo è terribile anche se vissuto vicino ai propri cari.

Ma la deportazione dei bambini dai territori occupati in orfanatrofi russi ha per me qualcosa di diabolico. Non posso immaginare cosa sia per i bambini deportati sentirsi sradicati da ogni relazione affettiva: genitori, familiari, amici, casa, i propri giochi e le proprie abitudini, la propria lingua….

Credo che un tale crimine possa essere concepito solo da uno Stato totalitario, senza nessun rispetto per i diritti umani, diretto da persone  spietate.