Sala Argento.

wp_20171227_08_52_23_proChi è andato a Messa ad Arcellasco nella notte di Natale, o il mattino seguente, ha ricevuto in dono un biglietto come quello nella foto. E’ un semplice cartoncino colorato a mano dalle donne, che da un paio d’anni si ritrovano tutti i lunedì pomeriggio nella Sala Argento per dedicare due ore del loro tempo ad attività di vario genere.

Di volta in volta si realizzano semplici lavoretti da offrire ai parrocchiani nelle ricorrenze più importanti e particolare cura viene riservata a quelli da portare  agli ammalati o agli ospiti della casa di riposo.

Del gruppo fanno parte donne non più giovanissime (ma lo spazio è aperto a tutti), ma con il desiderio di fare, di sentirsi utili stando in compagnia in modo semplice e sereno. C’è anche uno spazio dedicato a chi vuole divertirsi col burraco, il gioco a carte che sta appassionando alcune nostre amiche.

E’ stata una bella idea quella della Sala Argento: la stanno frequentando persone che si erano chiuse in una malinconica solitudine e che ora invece trovano piacere a ritrovarsi insieme, gustando un tè con una torta o dei pasticcini preparati prima di uscire di casa. Se c’è tanto da fare e il tempo stringe, alcune si portano a casa il lavoro e riempiono così le proprie serate, sempre troppo lunghe per chi le deve passare in solitudine.

Mattinata movimentata.

Dovete andare all’estero e dovete sottoporvi a vaccinazioni varie? La trafila non è così semplice come potrebbe sembrare.  Prima di tutto mi sono rivolta alla mia dottoressa, che mi ha indirizzata verso la locale Azienda Sanitaria. sotto-la-neveStamattina ho cercato di contattarne l’URP, che però non rispondeva, quindi mi sono armata di stivali antineve e pantaloni da montagna e mi sono fatta una bella camminata sotto il nevischio per sentirmi dire che le vaccinazioni per l’estero vengono effettuate solo a Como e a Cantù e che si può chiamare un numero verde.

Tornata a casa, ho chiamato a più riprese quel numero verde, solo per sentire ogni volta la stessa cantilena preregistrata sulle varie opzioni di contatto, che finivano con l’invito a richiamare più tardi.

Senza scoraggiarmi , cerco su internet il modo di contattare l’AST di Como, ma anche qui nulla da fare. Mi viene l’idea di chiamare Cantù e, dopo lunga attesa, miracolosamente una voce mi chiede che cosa io desideri…… Quasi incredula,  espongo la mia richiesta e la stessa voce angelica mi chiede il mio numero di cellulare e mi informa che sarò ricontattata al più presto!!!!

Ci ho impiegato una mattinata, ma almeno spero di aver risolto il problema…..però quanto sono odiose quelle voci preregistrate che ti sottopongono una dopo l’altra tante opzioni che non c’entrano nulla con quello che vuoi sapere!!!!

P.S.=  Ho appena finito di parlare con l’ospedale di Cantù che mi ha fissato l’appuntamento: Obiettivo raggiunto!

 

Film: The Help.

Ieri sera su Rai1 ho potuto vedere un bel film : The Help.

the-helpE’ ambientato nel Mississipi negli anni sessanta, quando Martin Luther King ancora lottava per i diritti della gente di colore e quando John Kennedy sembrava portare aria nuova in America e nel mondo.

Una ragazza ottiene il suo primo lavoro in un giornale locale: deve rispondere alle lettere delle lettrici e per svolgere al meglio il suo incarico, chiede aiuto alla cameriera nera di una sua amica, visto che non c’è più in casa sua la donna di servizio (anche lei di colore) che l’ha cresciuta.  Man mano che la collaborazione tra le due donne procede, nella giornalista si affaccia un’idea: perchè non raccontare il mondo dei bianchi visto dalla parte delle donne di servizio? Ci sono storie avvincenti da scrivere, episodi che mettono in evidenza l’ipocrisia dei ricchi bianchi benpensanti, ma crudeli oltre ogni dire nel loro ottuso razzismo. Naturalmente la cosa implica notevoli rischi per chi si espone  e solo un ultimo episodio di ingiustizia verso un’amica convince la cameriera ad accettare di collaborare al progetto della giornalista.  A poco a poco però anche altre domestiche di colore vincono la paura e collaborano alla scrittura del  libro che otterrà un notevole successo editoriale  e metterà in ridicolo il perbenismo e l’ipocrisia imperante.

Il film è interpretato in maniera egregia da tutti gli interpreti, quasi tutte donne e fa riflettere sul problema certamente non ancora risolto della convivenza tra le diverse etnie, in America e nel mondo. Soprattutto evidenzia l’assurda pretesa di sentirsi superiore da parte di chi non sa educare i propri figli o organizzare la propria vita senza l’aiuto di coloro che ritiene esseri inferiori.

Mons. Delpini al CIF.

Stamattina a Milano, al congresso regionale del Centro Italiano Femminile è intervenuto il neo-arcivescovo Mario Delpini.

La presidente regionale e nazionale al congresso.

Sua Eccellenza ha esordito dicendo di aver accettato senza pensarci due volte l’invito a partecipare a questo Congresso, perchè, avendo vissuto sempre tra preti e seminaristi, ha bisogno di imparare dalle donne a conoscere  i loro problemi, le loro peculiarità nell’agire sull’ambiente sociale, il loro modo di essere. Questo suo esordio ha subito conquistato l’uditorio che poi ha continuato a pendere dalle sue labbra quando ha proposto a tutte noi, come a tutti i cristiani,  di riscoprire “l’arte del buon vicinato”, la capacità cioè di farsi prossimo con chi abita accanto a noi, anche quando ha abitudini e origini molto diverse dalle nostre. Solo così si può vincere la solitudine che è il male oscuro delle città grandi e piccole del nostro tempo.

Dopo la sua breve riflessione, l’arcivescovo si è prestato allegramente a farsi fotografare con i vari gruppi presenti, mentre tutte le partecipanti al congresso gli si affollavano intorno per  stringergli la mano e  scambiare un saluto.

E’ sempre un piacere ascoltare le parole semplici, ma sapienti del nostro arcivescovo, perchè esse rivelano l’autenticità di chi le pronuncia.

Uomini e quaquaraquà.

E’ una riunione per  genitori di bambini di sette anni. Arrivano molte coppie, qualche mamma è da sola e c’è anche qualche papà che porta le scuse della moglie impegnata in un turno di lavoro festivo.

uomini-che-aiutano-in-casa Quando comincia la discussione, sono parecchi gli uomini che intervengono e che manifestano le loro preoccupazioni e i loro dubbi circa l’educazione dei figli e il modo migliore per crescerli sereni e farne delle persone per bene.

Mi pare un bel segno del cambiamento dei tempi ……qualche decennio fa in un’occasione analoga non avremmo visto un solo uomo: gli impegni inerenti l’educazione dei figli erano cose da donne!!!

Oggi invece i giovani papà sono più attenti ai loro figli, si sentono più responsabili della loro educazione, sono più collaborativi con le mogli e più impegnati a condividere le responsabilità che derivano dall’essere genitori. Questi sono uomini veri.

Credo che tale cambiamento sia dovuto alle giovani donne d’oggi che non vanno più nelle piazze a manifestare, ma sanno, nelle proprie case, impostare i rapporti coniugali su una base di maggiore comprensione reciproca e quindi di reciproco rispetto.

….poi ci sono gli uomini che hanno paura delle donne che rivendicano un ruolo alla pari e per questo  diventano violenti e qualche volta assassini…..e questi sono i quaquaraquà, per dirla alla maniera di Sciascia.

Un CIF da riscoprire (e il detersivo non c’entra…).

donne-del-cifEra il 1944. L’Italia era in piena guerra civile e, mentre gli uomini combattevano con le armi in pugno, le donne non stavano certo alla finestra ….C’erano le donne che lavoravano nelle fabbriche o sui mezzi pubblici, quelle che facevano parte dei gruppi partigiani e quelle che pensavano già al dopo, a quando la guerra sarebbe finita….

In quella situazione nacque il CIF (Centro Italiano Femminile …..da non confondere col noto detersivo….). Un gruppo di donne, di ispirazione cattolica, si riunì per dare vita a un’associazione che aveva come obiettivo la collaborazione con qualunque istituzione o associazione si prefiggesse di ricostruire materialmente , moralmente, politicamente e socialmente questo nostro paese distrutto da tanti anni di guerra e di dittatura.

Il CIF si diffuse in tutte le regioni e si dedicò all’assistenza di reduci e orfani di guerra, a promuovere tra le donne la coscienza dei propri diritti e del proprio valore sociale, a partecipare attivamente al dibattito politico in campo nazionale e internazionale.

Al mio arrivo a Erba ebbi notizia delle molteplici attività svolte dal CIF cittadino, poi il mondo anche femminile cominciò a correre vorticosamente e del CIF non sentii più parlare a lungo. Qualche tempo fa però, venni a sapere che se a Erba funziona tanto bene la benemerita Università della Terza Età si devono ringraziare soprattutto il Cif e le sue aderenti, che hanno profuso energie e ingegno senza risparmiarsi.

Oltre a questo, a Erba il CIF comunale e quello di Como organizzano e sostengono i corsi di “Volontariamo”, rivolti ai ragazzi delle Scuole superiori, sensibilizzando i giovani verso quel mondo di associazioni che si dedicano al sostegno di  quelli coi quali la vita è stata piuttosto avara e che per questo hanno bisogno della solidarietà altrui.

Fosse anche solo per questo, il CIF merita di continuare a vivere e di essere riscoperto.

 

Grazie, Presidente!

Grazie, Presidente!!!

Le sue parole  le fanno onore e danno conforto e speranza  a tutti quelli che, come me, assistono sgomenti agli innumerevoli fatti di cronaca di questi giorni, in cui la violenza sulle donne ha fatto tante vittime innocenti.

E’ vero: fino a che gli uomini, tutti gli uomini, non prenderanno atto delle proprie responsabilità a questo riguardo, la violenza assurda e insensata di chi  ritiene la donna un oggetto di sua proprietà non verrà mai debellata.

Una bella storia

santa-bakhitaDopo aver conosciuto l’orrore della schiavitù più aberrante, Questa donna riuscì a trovare in sè la forza non solo per cancellare dal suo cuore l’amarezza e il dolore per le ingiustizie subite, ma anche per donare la sua vita ai bambini soli, come lo era stata lei…

Bella la storia di Santa Bakhita.