Una volta c’erano i falò.

Venivo allora allora dal mio paesino nella Bassa  Reggiana e, transitando in auto di sera sulla Valassina ,vedevo con mia grande meraviglia dei falò accesi lungo i bordi della strada. Una volta ho chiesto il loro significato e qualcuno , per prendermi in giro, mi ha  risposto che si trattava di una festa di paese. Io , naturalmente ci credetti, anche se mi sembrava un’usanza molto strana. Dopo qualche tempo capii cosa stesse dietro a quei falò.

Ora non se ne vedono più, ma di giorno e di notte, percorrendo le strade extraurbane della zona, vedi ovunque giovani donne sedute ai lati della strada ….alcune sono quasi bambine e mi fa tanta pena vederle esporre il proprio corpo in abiti succinti e provocanti in attesa di clienti, di cui non posso pensare che tutto il male possibile

Immagino quali storie tremende ci siano alle spalle di tante ragazze africane o slave o sudamericane, costrette a una vita di orrori e di schiavitù.
Bene ha fatto Papa Bergoglio a incontrare alcune di esse riuscite a sottrarsi ai loro sfruttatori…. Si è chinato su di loro e ha accarezzato le loro ferite e  ha chiesto perdono per tutti quei cristiani che si sono approfittati di loro. Un cristiano non dovrebbe mai abusare di un suo simile, verso il quale può solo nutrire rispetto , carità., misericordia….
Se poi penso che tra quei “bravi” cristiani c’è anche gente con famiglia , il disgusto diventa insopportabile.
Grazie, Papa Bergoglio!

Se il pollice non è proprio verde verde…..

L’orticello, o meglio il mini-orticello, che coltivo nonostante il mio pollice non sia propriamente verde, mi sta offrendo i suoi frutti: qualche pomodoro, pomodorini di varie dimensioni, qualche cetriolo, ottimo prezzemolo, un po’ di rucola e profumatissimo basilico. Sono in attesa che la catalogna e i fagiolini si decidano a crescere…..

Non è una gran produzione, ma è sufficiente per avere quasi tutti giorni un po’ di verdura fresca da fare in insalata.

Devo dire che avevo cercato di preparare il terreno prima delle semine primaverili, zappando per bene e gettando sulle zolle un po’ di concime. La produzione di ortaggi tuttavia è rimasta quasi invariata rispetto agli anni scorsi, ma certamente ho le erbacce più rigogliose che si siano mai viste.

Storia di Yusra.

Sto guardando la cerimonia inaugurale dei Giochi Olimpici di Rio de Janeiro e mi è saltata agli occhi la grande presenza di donne portabandiera dei vari stati, oltre, naturalmente alla quasi nulla presenza di atlete in molti paesi islamici.  Mi sono messa alla ricerca di storie legate a queste donne portabandiera e ne ho trovate alcune veramente straordinarie.

Più di tutte mi colpisce la storia di Yusra, la diciottenne siriana portabandiera della squadra dei rifugiati: è riuscita, insieme alla sorella a salvare altri diciotto compagni di sventura che, volendo raggiungere Lesbo su un canotto, si erano trovati in balia delle onde. Yusra e sua sorella sono riuscite, a nuoto, a trascinare il gommone fino a riva.

Da lì è cominciata la sua rincorsa a un posto nelle Olimpiadi di Rio e il suo sogno si è realizzato.

Tra tante storie dolorose, qualche volta se ne trova anche qualcuna a lieto fine, per fortuna….

 

Grazie , Anna!!!

Ciao, Anna!

Anna MarchesiniHo saputo in questo momento della morte di Anna Marchesini e voglio rivolgerle un pensiero di gratitudine per i tanti momenti di allegria sempre intelligente e di buon gusto che ci ha fatto passare davanti alla TV, quando era ancora in salute. Credo che non dimenticherò mai i suoi personaggi come la signorina Carlo, o la sessuologa, o la Lucia dei “Promessi Sposi” o le protagoniste delle soap opera , di cui voleva mettere in evidenza i caratteri caricaturali.
Le sono però anche grata per l’esempio di forza e di coraggio che ci ha dato quando, ormai devastata dalla malattia, è apparsa in TV accanto a Fabio Fazio:  era apparsa serena , con tanta voglia di continuare a lavorare anche se  in modo diverso da prima, dimostrando  che la vita.è sempre degna di essere vissuta, anche quando ci mette davanti a prove dolorosissime.
Grazie  ancora , Anna!  Riposa in pace….

Là dove metà popolazione è prigioniera….

C’è chi vive tutta la vita agli arresti domiciliari senza aver commesso nessun reato.!!! E’ quello che accade alle donne in Arabia Saudita.

Se fossi una saudita io dovrei sottostare a mio figlio o a mio fratello per andare a fare la spesa, per decidere di andare a trovare le mie figlie e potrei farlo solo se accompagnata visto che non potrei guidare, pena l’arresto. Addirittura dovrei chiedere il permesso per poter andare dal medico e farmi curare!!!!!

Possibile che le donne possano sopportare ancora questo stato di cose? E gli uomini sauditi non si vergognano di tenere prigioniere le proprie donne? Ne hanno così tanta paura?

 

Elena Grifoni….chi è costei?

E’ una notizia che non ha fatto molto rumore, ma è una bella notizia e, di questi tempi, vale la pena evidenziarle (le buone notizie) visto che sono molto rare…

E’ una donna italiana  il nuovo capo-gabinetto dell’ ESA, l’Agenzia Spaziale Europea; mai nessun italiano aveva avuto questo ruolo e la prima ad averlo è una donna, Elena Grifoni Winters: ne sono molto felice.

L’ho sentita in un’ intervista alla radio lodare la scuola italiana, che sa dare un’eccellente preparazione a tanti ragazzi che vanno a ricoprire posti di grande responsabilità  in campo internazionale; l’ho sentita anche esprimere un forte timore per le sorti di questa Europa acciaccata e forse disorientata: cosa accadrà a istituzioni come l’ ESA (che ha ottenuto risultati clamorosi), che vivono di fondi europei? La ricerca è sempre una scommessa e in certi campi richiede tempi tanto lunghi che chi la promuove forse non potrà nemmeno vederne i risultati, ma la politica non può accontentarsi di guardare sempre e solo alle prossime elezioni…Questo diceva Elena Grifoni.

Sono consapevoli i paesi europei, e gli euroscettici in particolare, che le sfide della ricerca, della sicurezza, dell’immigrazione, del terrorismo,della difesa dell’ambiente e quella della lotta alle variazioni climatiche non possono essere sostenute, nè tanto meno vinte, dalle singole nazioni? Sanno quanto potremmo essere forti se unissimo le nostre forze? Io spero che questa consapevolezza si faccia strada, perché il sogno di un’Europa, “casa comune”, non può e non deve diventare un miraggio.

Letture: Storia del nuovo cognome – L’amica geniale (vol. 2°)

Avevo letto qualche tempo fa il primo volume de “L’amica geniale” di Elena Ferrante e ora ho avuto modo di leggerne il seguito : Storia del nuovo cognome.

Questi due libri fanno parte di una quadrilogia , che narra le vicende di due amiche , Lila e Lenù, dalla loro infanzia nel primo dopoguerra fino ai giorni nostri.

Questo secondo volume inizia esattamente là dove era finito il primo: dal matrimonio della sedicenne Lila, matrimonio che mostra la sua inconsistenza già dal pranzo di nozze, quando Lila scopre che suo marito non è come aveva sempre mostrato di essere. E da lì inizia una storia di maltrattamenti , di litigi alternati a momenti di apparente bonaccia; intanto Lenù (diminutivo di Elena) continua la sua carriera scolastica ,aiutata in vari modi da incontri fortunati, fino ad arrivare alla Normale di Pisa e alla laurea col massimo dei voti.  Mentre la vita di Lenù si svolge abbastanza lineare, pur tra delusioni, sconfitte e sbandamenti, quella di Lila , che  resta sempre  ribelle e immune dall’ipocrisia dominante, è molto più tumultuosa e passerà dall’agiatezza alla povertà senza rimpiangere nulla, ma sempre con la voglia di conoscere e sperimentarsi che la contraddistingueva già da bambina…. Il finale un po’ a sorpresa lascia la voglia di sapere come continuerà questa storia, che racconta dei rioni popolari di Napoli più di un’inchiesta giornalistica….

Riporto qui un brano che ben illustra la mentalità diffusa tra le donne costrette a subire da sempre la violenza maschile; perchè si possa meglio capirne il senso è bene sapere che ci troviamo al punto in cui la giovane sposa ha già subito parecchie volte la violenza del marito…

……….Ma verso Stefano adesso non manifestava nessuna esplicita aggressività. Certo, la spiegazione era semplice: avevamo visto i nostri padri picchiare le nostre madri fin dall’infanzia.  Eravamo cresciute pensando che un estraneo non ci doveva nemmeno sfiorare, ma che il genitore, il fidanzato, il marito potevano prenderci a schiaffi quando volevano,  per amore, per educarci, per rieducarci…..

Ma Lila ha ben capito che in tutto questo modo di vedere è la parola “amore” che è fuori posto e ne trarrà le conseguenza.

Una lettura piacevole e appassionante.