Rosa e Franca: due donne coraggiose.

Apprendo da facebook che in questi giorni ricorre l’ anniversario dell’ abolizione del matrimonio riparatore, quindi ripubblico un post  che ricorda la vicenda di  Franca Viola e di un’ altra donna coraggiosa…

Ci sono gesti che sembrano confinati nell` ambito della vita privata e che invece diventano il grimaldello che scardina tabu` secolari.

Ricordate il gesto di Rosa Parks che nel 1955 in Alabama rifiuto` , lei nera, di cedere il posto sull`autobus a un bianco? Da quel gesto ebbe inizio una grande battaglia per la rivendicazione di pari diritti da parte degli afro-americani , che porto` alla fine dell`apartheid (anche se il cammino per l`effettiva uguaglianza e` ancora incompiuto).

In Sicilia poco piu` tardi ci fu una ragazza che si oppose alle tradizioni tribali che opprimevano le donne della sua isola e non solo. Bastava rapire una ragazza per costringerla a un matrimonio non desiderato per evitare di essere esposta al pubblico ludibrio. Franca Viola allora si oppose: non ne volle sapere di sposare il suo sequestratore e con l`aiuto dei suoi familiari lo fece arrestare.

Da quel momento le donne , seguendo il suo esempio, si ribellarono sempre piu` ai matrimoni forzati e pochi anni dopo anche le leggi italiane abolirono la norma vergognosa secondo cui un matrimonio riparatore cancellava il reato di sequestro e stupro.

Ricordiamo sempre queste due donne coraggiose, che hanno cambiato la vita di tanta gente ….

Valutazioni di fine anno.

Stamattina ho partecipato all’ incontro del gruppo di inglese, un po’ ridotto a causa di vacanze e problemi vari. E’ stato probabilmente per me l’ ultimo incontro cui parteciperò prima dell’ autunno e mi viene spontaneo fare una sommaria valutazione di quanto abbiamo fatto insieme fino ad ora, quasi uno scrutinio di fine anno…

Tre anni fa eravamo tutte reduci da esperienze di corsi piuttosto fallimentari: di quanto avevamo fatto ci restava in testa solo una gran nebbia indistinta.

Poi ci siamo organizzate . Siamo in sette e non siamo più giovanissime ( io comunque sono la più vecchia di tutte) cinque di noi sono pensionate , due invece sono ancora lontane dalla pensione. Andiamo una volta alla settimana a lezione da una brava insegnante che ci dà le spiegazioni sugli argomenti che affrontiamo di volta in volta, poi ci incontriamo tra di noi per “fare i compiti” .  Non si può proprio dire che studiamo, studiare è una parola grossa; tuttavia tra una chiacchiera e l’ altra riusciamo a sostenerci a vicenda in un’ impresa che ci pareva impossibile : ad una certa età non è difficile capire, è difficile ricordare…. Il cervello che quando si è giovani somiglia a creta morbida e le nuove nozioni vi si imprimono facilmente e indelebilmente, ad una certa età è come creta indurita  sulla quale si può incidere a fatica e basta poco per cancellare ogni traccia.

Nonostante i nostri “insuccessi” (spesso pretesto per ridere di gusto) , stamattina abbiamo notato che tutte noi abbiamo fatto molti progressi e leggiamo semplici testi in modo molto più scorrevole, anche grazie alla conoscenza di un sempre maggior numero di vocaboli: pertanto ci dobbiamo considerare tutte promosse a pieni voti!!

Ormai questi nostri incontri sono diventati una piacevole consuetudine e io ringrazio queste mie amiche, che mi regalano tanti bei momenti sereni e mi rendono piacevole un’ impresa che, da sola, non mi sarei mai sognata di affrontare.

Arrivederci alla fine dell’ estate, ragazze!!!

 

 

Libri non proiettili.

Malala, la ragazza pakistana (la più giovane tra i premi Nobel) che ha rischiato la vita  per rivendicare il diritto  all’ istruzione di ogni bambino, e in particolare di ogni bambina, tra pochi giorni compirà 18 anni.

Una delle sue frasi più note è la seguente : “un bambino, un insegnante, una penna, un libro possono cambiare il mondo”  e, fedele a questa sua convinzione,  chiede a tutti noi di pubblicare una propria foto con in mano un libro : ” libri non proiettili” dice lo slogan di questa campagna , che merita la più ampia diffusione.

Leggo su IL FATTO QUOTIDIANO del 17 giugno (in occasione dei commenti alle tracce degli esami di stato)  quanto segue:

Una pagina nera si è abbattuta su di lei nei giorni scorsi. Otto dei dieci talebani che avevano attentato alla sua vita, sono stati assolti dai giudici e liberati in gran segreto. Malala, però, non si arrende e continua la sua battaglia pacifica a colpi di penna.

Credo non ci sia bisogno di alcun commento….., ma questo fatto fa capire quanto sia necessario sostenere la battaglia di Malala.

Mattine d’ estate.

In questi giorni sto gustando il piacere di fare quello che mi va , quando mi va.

Beninteso, non sto buttando via il mio tempo, anzi sto facendo un sacco di lavori che avevo trascurato durante i mesi scorsi, ma senza la preoccupazione di non mancare a impegni presi.

Vado a letto più presto e quindi alle sei del mattino sono sveglia; sto un po’ a sonnecchiare e poi, prima delle sette mi alzo: fa fresco e si sta benissimo. Si sentono solo il traffico in lontananza e il pigolio degli uccelli .  Allora vado nell’ orto e strappo le erbacce , oppure sarchio (si può dire?) il terreno attorno alle radici delle piantine, prima di annaffiare.

Stamattina ho dovuto rinvasare dei cactus che erano stati assediati dalle formiche: le solite petulanti e prepotenti formiche che riescono sempre a trovare il modo di invadere territori non di loro pertinenza. (E’ un fatto di cui ho già avuto modo di parlare QUI).

Dopo colazione, col sottofondo del giornale radio, c’ è il tempo per controllare le mail in arrivo e per rispondere a eventuali messaggi, poi un po’ di faccende per riordinare casa e una camminata a piedi per comprare il pane o per andare in farmacia.

Al ritorno è ormai ora di preparare il pranzo, incombenza che mi prende pochissimo tempo, perchè l’ appetito non manca e anche solo un paio di pomodori appena colti e una scatoletta di tonno costituiscono un piatto coi fiocchi!

Sono mattine davvero piacevoli, di cui ringrazio il buon Dio.

 

 

Mamme speciali…

Ero a Messa. Al momento dello scambio del gesto di pace, il ragazzo dietro di me, visibilmente un po’ speciale,   viene al mio banco, mi stringe la mano e mi dice: – E’ morta la mia mamma, sono abbandonato….- e se ne torna al suo banco…..

In questo giorno della mamma, prego per tutte le mamme di quei ragazzi  speciali, che non sono in grado di raggiungere una piena autosufficienza. Quelle sono  mamme, che non dovrebbero mai morire per non lasciare soli i loro cuccioli…

Poesia dialettale: Sté vòo savèr

Mi scuso perchè difficoltà tecniche per me insuperabili, mi hanno impedito di completare il post precedente e di corredarlo di un minimo di presentazione e di commento.

Jolanda Battini è una poetessa/attrice ultraottantenne carpigiana che ancora calca le scene recitando con la voce , la freschezza e l’ entusiasmo di una ragazzina.

Una delle poesie che recita più spesso è “La farmacia”( che compare qui sotto in versione dimezzata per le difficoltà già menzionate), che  è di Glauco Zanellini, ma mi è pervenuta anche una poesia scritta da lei stessa e ve la propongo:

STE VOO SAVER                                 

                                                              


Stè vòo savér chi sun

guèrdem al man .

Veini grosi , pela slésa ,

dìi vuiée come stec de vlup .

S-t’em guerd a-mot al man

it disen tùt

TRADUZIONE:

Se vuoi sapere

Se vuoi sapere chi sono

guardami le mani.

Vene grosse , pelle consumata ,

dita contorte come stecchi di fascine .

Se mi guardi a modo le mani

ti dicono tutto

La signora Felicita.

Quando la mattina mi svegliavo presto per  prendere il treno per andare a scuola, cercavo sempre di ritagliarmi alcuni minuti di dormiveglia, in cui godermi il tepore delle coperte, prima di saltare giù dal letto. In quei momenti accadeva sempre la stessa cosa  che mi faceva capire quale tempo stesse facendo fuori, anche senza aprire la porta-finestra che dava sul balcone.

Prima era il rumore secco di una serratura , poi lo sbattere del cancello della casa di fronte, poi si udivano dei passi decisi e ben cadenzati: se risuonavano in modo eccessivo, voleva dire che la strada era gelata, se si sentivano normalmente il tempo era buono o pioveva, se erano accompagnati da un inconfondibile scricchiolio era caduta la neve. A fornirmi  questo bollettino meteorologico inusuale era la signora Felicita, che ogni mattina, con qualunque tempo , a quell’ ora si recava alla Messa .

Era una donna tanto  piccola e  minuta, che mia madre la chiamava “Felicin” . Aveva il viso incavato e i capelli grigi sempre ben ordinati in una piccola crocchia sulla nuca. Era già anziana, ma non rinunciava mai a portare le sue immancabili scarpette col tacco ed era questo che rendeva i suoi passi così “sonori”.

Viveva con la sorella, di poco più giovane . Era stata sposata , ma non aveva avuto figli ; suo marito  l’ aveva  lasciata sola ed era già morto al tempo di cui sto raccontando. Nonostante questo, so che ogni anno, quando ricorreva l’ anniversario della morte del marito, faceva sempre celebrare una messa a suffragio della sua anima: certo l’ aveva perdonato e gli voleva ancora bene. Risparmiava su tutto, non per avarizia, ma per poter fare beneficenza ad ogni occasione.

Si dava un gran da fare ad aiutare in parrocchia, che era diventata per lei forse un sostitutivo della famiglia che non aveva più. Aveva sempre il sorriso pronto, anche se talvolta non esitava a dispensare consigli e critiche non richiesti.

Ricordo, ad esempio, che una domenica d’ estate, io avevo messo il vestito della festa, come si usava allora. Era un abitino bianco con profili blu e rossi e la gonna  poco sopra al ginocchio, come imponeva  la moda che si era affermata in quel periodo. La signora Felicita mi fermò lungo la strada e mi fece osservare che sarebbe stato meglio allungarla un po’….Lì per lì ci rimasi un po’ male, ma riuscii a replicare che io compravo gli abiti nei negozi, non me li cucivo io, e quindi non potevo fare altro che scegliere tra ciò che veniva esposto  e il vestito che indossavo non aveva nemmeno un orlo da poter disfare.

La signora Felicita parve capire, anche se non era  soddisfatta temendo che potessi dare il cattivo esempio ….. Non me la presi, perchè ero ben consapevole che la mentalità degli anziani  portava a vietare l’ ingresso in chiesa alle bimbe che indossavano vestiti con maniche troppo corte o che non avessero il velo in testa…..

Ci volle ben poco però perché si affermasse il diritto di portare le gonne corte, visto che tutte le ragazze vestivano così.

Quando la mattina mi sveglio e resto a poltrire un po’, accendo la radio  per sentire le notizie di cronaca e del meteo e spesso mi ricordo di quel rumore di passi ….