Dal genocidio femminile a Malala.

Oggi mi è arrivata una mail che mi invita ad agire contro il genocidio femminile in India, dove questa pratica è tristemente diffusa , ma ho motivo di credere che lo sia, per motivi diversi, anche in Cina .

Varie sono le situazioni in cui questo fenomeno si verifica in India: si va dall’ aborto selettivo, alla uccisione delle neonate, alla mancata cura delle bimbe malate perchè per loro non vale la pena di spendere soldi, alla morte per aborti plurimi, all’ uccisione da parte della famiglia del marito per motivi di dote.
 Mancano all’ appello 50 milioni di bambine e di giovani donne.
In Cina a provocare questo genocidio è la legge del figlio unico.
Quello che fa più tristezza è che in questo massacro senza uguali sono spesso complici le donne stesse, prigioniere di ignoranza e di aberranti tradizioni.
Come si può combattere tutto questo? Le risposte sono ovviamente diverse nei diversi paesi: in Cina penso si dovrà rivedere la legislazione e prevedere una campagna di educazione al controllo responsabile delle nascite.
In India forse la ricetta migliore è quella suggerita da Malala, la sedicenne pakistana che ha rischiato la vita per sostenere il diritto all’ istruzione delle bambine e che per questo è stata insignita del Premio Sakharov.
Credo che mai questo premio sia stato assegnato a persona più meritevole.

A scuola di Italiano.

Stamattina abbiamo cominciato le lezioni di Italiano per Stranieri. Il gruppo del mercoledì mattina in cui mi trovo ad insegnare è composto da persone che già conoscono gli elementi base della lingua e hanno tuttavia bisogno di approfondire e perfezionare le loro conoscenze. Stamattina era rappresentata l’ Africa  (un egiziano, un senegalese e una ivoriana) l’ Asia (due pakistani) e l’ America del sud (due suore brasiliane). Solo tre di loro sono “vecchie ” conoscenze, per gli altri si tratta di persone nuove del gruppo.

Dopo i primi approcci per imparare  i loro nomi e la loro provenienza, abbiamo guardato sulla cartina dell’ Italia dove ci troviamo noi, poi abbiamo individuato l’ isola di Lampedusa  e abbiamo rivolto un pensiero ai tanti  che sono morti laggiù la settimana scorsa. E’ stato  un breve ricordo per le famiglie intere scomparse tra le onde e per quelle che forse non sapranno mai quale sorte sa toccata a quel figlio, a quella figlia,a quel marito che si ostina a non dare notizie di sè. E’ stato solo un minuto, ma in quel breve lasso di tempo ho visto su quei visi variamente colorati lo stesso mio sgomento, lo stesso dolore.

Poi abbiamo cominciato la lezione vera e propria, partendo dalla conoscenza dei soldi e dei numeri e dopo un breve ripasso siamo passati alla compilazione di un bollettino postale. Alla fine tutti se ne sono andati con un “grazie” e un sorriso.

Ricordando Edith Piaf.

Singer Edith Piaf performing.
Singer Edith Piaf performing.

C’era una grandissima cantante francese dalla voce ineguagliabile per espressività e capacità di emozionare: Edit Piaf . Piaf nel linguaggio corrente significa “passerotto” e lei assomigliava veramente a un passerotto spaurito: così  piccola, minuta, gracile ….ma appena cominciava a cantare si trasformava , la sua voce riempiva i teatri e penetrava nell’ anima. Spesso componeva da sé i testi delle sue canzoni , che avevano spesso un sapore autobiografico. Ha avuto una vita molto difficile, ma spero che, Là dove si trova ora, abbia pesato positivamente la gioia che ha saputo dare a chi la ascoltava.

Ecco il testo di una delle su canzoni più famose:

Non! Rien de rien …
Non ! Je ne regrette rien
Ni le bien qu’on m’a fait
Ni le mal tout ça m’est bien égal !

Non ! Rien de rien …
Non ! Je ne regrette rien…
C’est payé, balayé, oublié
Je m’ en fous du passé!

Avec mes souvenirs
J’ai allumé le feu
Mes chagrins, mes plaisirs
Je n’ai plus besoin d’eux !

Balayés les amours
Et tous leurs trémolos
Balayés pour toujours
Je repars à zéro …

Non ! Rien de rien …

Non ! Je ne regrette rien …
Ni le bien, qu’on m’a fait
Ni le mal, tout ça m’est bien égal !

Non ! Rien de rien …
Non ! Je ne regrette rien …
Car ma vie, car mes joies
Aujourd’hui, ça commence avec toi !

Ecco qui il video per ascoltare questa canzone dall’ incredibile voce del “Passerotto”

 

Il mio nome è S. e vengo dalla Siria…

– Il mio nome è S. e vengo dalla Siria, sono in Italia da vent’ anni.-

Così si è presentata questa mattina una signora di mezza età per la prima volta alla scuola di italiano per stranieri. Ha difficoltà nel leggere e nello scrivere in italiano, ma parla molto bene la nostra lingua.

Quando, terminato il test mirante a individuare il suo livello di preparazione, sta per andarsene, lei tiene a precisare che è andata a scuola, dietro le insistenze della madre, solo fino a 7 anni, mentre nella sua famiglia i maschi sono arrivati anche all’ università.

– In Siria è così – continua – se sei femmina non hai diritto di andare a scuola, subito devi lavorare.-

-E’ difficile la vita delle donne in Siria – osservo io – ma speriamo che le cose possano cambiare.-

– Là non cambierà mai nulla – dice S. – Qui io ho fatto studiare i miei figli : sono stati loro a spingermi a venire a questa scuola e io verrò ogni volta che potrò-

S. per far studiare i suoi figli ha lavorato molto e non ha finora potuto imparare a leggere l’ italiano; ora che ha perso il lavoro e i figli son cresciuti, può pensare un po’ a sè. Mentre se ne va, mi chiedo se il suo risentimento per i suoi diritti negati sia comune a molte altre donne nel suo paese o se sia frutto dell’ aver sperimentato il nostro modo di vivere.

L’ istruzione delle donne , meglio delle bambine, è il primo passo verso l’ affermazione del diritto all’ uguaglianza  e io , contrariamente a S. , spero che qualcosa cambi  e cambi in fretta; per questo auspico che a livello mondiale si applichino delle sanzioni a quei paesi che continuano a negare i diritti fondamentali alla popolazione femminile.

Chissà se un giorno anche S. potrà dire come me : DONNA E’ BELLO!

 

 

Diritto all’ infanzia delle spose- bambine.

Mai più spose bambine.

Cliccando sul link potrete aderire a una campagna che mi pare particolarmente importante, perchè chiede all’ ONU e ai governi che non lo hanno ancora fatto, di prevedere come reato il matrimonio tra bambine anche molto piccole con adulti e vecchi. Mi pare un modo bieco e abominevole di autorizzare la pedofilia, pratica particolarmente odiosa e che spesso condiziona per sempre la vita delle piccole vittime, ma non di rado ne causa menomazioni fisiche o addirittura la morte.
Ogni essere umano ha diritto all’ infanzia! Io ho firmato e spero che lo facciano in tanti….

Scoperta in cucina….

Uno dei lavori più odiosi per me è pulire i filtri della cappa della cucina. Con qualunque prodotto si cerchi di riportare le due griglie a uno stato decente di pulizia, ci si rende conto che è sempre un’ operazione che si limita alla superficie, mentre l’ interno resta immutato.

Ieri stavo pulendo gli armadietti della cucina e avevo deciso di ritornare alle vecchie abitudini, cioè di utilizzare l’ ammoniaca diluita e al momento di smontare le due griglie ho provato a immergerle in una soluzione di acqua calda e ammoniaca dentro al lavandino. Non potevo crederci!!!! Il risultato è stato visibile immediatamente e dopo aver ripetuto l’ operazione i due filtri parevano tornati nuovi…senza strofinamenti o spazzolamenti interminabili  con i prodotti reclamizzati come portentosi contro il grasso  in cucina…..  Non ci avevo mai pensato……

Costruttori di ponti

Ieri sera si è tenuta la riunione dei volontari che si dedicheranno all’ insegnamento della lingua italiana agli stranieri. I presenti erano più di 30, ma la squadra conta un numero superiore di aderenti.

Ognuno dei presenti ha manifestato la propria disponibilità secondo le proprie possibilità, tenendo conto di impegni di lavoro o di famiglia.

Si è sottolineata la necessità di un coordinamento e di una linea di programma concordata per rendere più efficace, e quindi meno dispersivo, l’ insegnamento.

Mi piace qui sottolineare la preponderante presenza delle donne; ci sono anche alcuni uomini, ma sono una risicatissima minoranza. Ci sono molti insegnanti , alcuni ancora in servizio e altri invece già in pensione, ci sono studentesse universitarie e anche persone senza titoli specifici per l’ insegnamento.

Le cose da fare sono tante: oltre all’ insegnamento nelle classi, bisogna curare la parte amministrativa (compilazione dei registri, formazione dei gruppi , cura dei materiali didattici, ecc.) , ci si deve occupare dei bambini che le mamme portano con sè e ci sono anche coloro che si dedicano all’ assistenza nei compiti per i ragazzi stranieri inseriti nelle scuole dell’ obbligo o nelle scuole superiori. 

Chiunque abbia provato ad andare in un paese di cui non conosceva la lingua, può ben immaginare le difficoltà di questi nostri compagni di viaggio che questi  tempi inquieti hanno catapultato così lontano dalle proprie abitudini e dalle proprie radici: porgere loro una mano vuol dire “costruire ponti tra le culture” , come diceva tempo fa la nostra coordinatrice, vuol dire  costruire le premesse per una convivenza pacifica, per oggi e per il futuro, e  porre le basi per un arricchimento reciproco.

Anche qui è il caso di dire che “la messe è molta, ma gli operai sono pochi”, pertanto invito chiunque senta l’ importanza di questa attività a farsi avanti , presentandosi alla Casa della Gioventù.