Il prezzemolo: un’ erba …presenzialista.

Chi ha un orto anche minuscolo, credo che pensi innanzitutto a seminare il prezzemolo, che per la gradevolezza del suo gusto viene utilizzato in moltissimi  piatti della nostra cucina.  Infatti di una persona che si inserisce in tutti gli ambienti e in tutte le iniziative si dice che è “come il prezzemolo”.

I primi tempi in cui mi occupavo dell’ orto , lo seminavo cercando di spargere uniformemente i semi sul terreno già preparato, ma spesso , crescendo, le piantine troppo fitte si soffocavano a vicenda e ingiallivano tristemente. Ora ho imparato a scavare  dei leggeri solchi paralleli nei quali lascio cadere i piccolissimi semi e così ottengo sempre piantine rigogliose che affrontano benissimo anche i periodi più torridi dell’ estate.

Ne ho raccolto parecchio quest’ anno , anche per regalarlo a vicini e amiche; ora lo raccolgo invece per congelarlo e utilizzarlo nel prossimo inverno, ma  ho anche  trovato un’ottima ricetta per fare la salsa verde e la consiglio vivamente. Eccola qui : salsa verde – ricetta della nonna

Tra gli ingredienti citati ci sono anche i cetriolini sottaceto, ma si può benissimo farne a meno. Gustate la vostra salsa verde con i lessi o su crostini di pane, ma io la gusto anche su una fetta di pomodoro  o di cetriolo crudi.

Se poi volete saperne di più , cioè origine, proprietà medicinali, controindicazioni ecc. leggete QUI

 

Perchè tieni un blog?

Oggi mi son sentita chiedere il perchè  si può desiderare di scrivere su un blog e non credo di aver risposto in maniera esauriente, perciò eccomi qui a riprovarci:

  • prima di tutto non ho bisogno di molte ore di sonno, per cui durante le mie lunghe giornate viene facile ritagliare qualche momento per scrivere e scrivere mi piace;
  • ho molti parenti , familiari e amici lontani e il blog  ci permette di stare sempre “collegati” , almeno ogni volta che loro ne hanno voglia;
  • è bello esprimere le proprie opinioni o le proprie considerazioni sugli avvenimenti di ogni giorno e potersi confrontare con molte persone che condividono le tue stesse idee o che dissentono da te e ti permettono di confrontarti;
  • molto spesso ci si può associare a iniziative o campagne di sensibilizzazione dell’ opinione pubblica verso problemi importanti, aderendo a petizioni e facendosene divulgatori presso i propri lettori, che non saranno una folla, ma possono a loro volta diffondere l’ idea da sostenere;
  • ma la spinta iniziale è stata la voglia di raccontare i miei ricordi alle pagine di un blog perchè un giorno li possano leggere i miei nipoti. Infatti in ognuno dei blog c’ è una pagina intitolata “altri tempi”.

Se poi allarghiamo il discorso alle motivazioni che mi hanno spinto all’ uso del computer  è d’ obbligo  evidenziare la possibilità che offre di tenersi a contatto col mondo, di avere informazioni e soluzioni di vari problemi a portata di mano (una ricetta , il controllo del proprio conto corrente, ricaricare il telefonino, pagare un bollettino, comprare un libro, o prenotare un volo) di interagire con molte persone alle quali offrire  parole di conforto in momenti bui o condividere momenti di allegria e questo per una persona sola e non più giovane vuol dire scongiurare il rischio di depressione da isolamento e da senso di inutilità.

 

Storia di una monaca….(prima parte)

Sto imparando a manipolare le vecchie foto al computer ed eccomi a tentare il primo esperimento con alcune vecchie immagini che ricordano momenti significativi della vita di mia sorella Vanna, che oggi ha compiuto 53 anni di vita monastica.

Eccola, diciassettenne , alcuni giorni prima della sua entrata in convento e poi nel giorno della sua vestizione insieme a me e a mia sorella Ilva.

 

Vacanze 2013.

Una settimana al mare con una figlia e tre nipotini: l’ idea mi era venuta per dare occasione ai tre cuccioli di passare un po’ di giorni insieme  e di avere qualche bel ricordo in comune, qualcosa da raccontarsi quando saranno grandi e avranno occasione di riincontrarsi.

Sono stati bravissimi: hanno giocato, si sono divertiti  e si sono fatti compagnia senza farsi dispetti sia in spiaggia , sia in appartamento sia e soprattutto in acqua.

Ieri abbiamo fatto l’ ultimo bagno e poi in stanza ho cominciato l’ operazione di riduzione del volume del carico: come far stare dentro un solo bagagliaio le tre valigie che inizialmente stavano su due macchine? I due dottorati conseguiti da mia figlia hanno finalmente dato un frutto tangibile, perchè è a lei che è venuta l’ idea geniale: inserire la mia valigia piccola in quella più grande, riempire entrambe  fino ad occupare ogni millimetro cubo , poi inserire la terza valigia e infine il bagaglio restante in piccoli sacchi da infilare negli spazi residui del vano portabagagli. Lo stratagemma ha funzionato alla perfezione e l’ operazione di caricamento è stata eseguita con successo in brevissimo tempo.

IL VIAGGIO DI RITORNO.

Consiglio ai non più giovanissimi di programmare il navigatore tenendo sempre sul naso gli occhiali da vista, così non incorreranno nell’ errore che ho commesso io stamattina: dopo aver inserito tutti i dati, il navigatore mi chiedeva se volevo pagare il pedaggio oppure no e io , convinta di aver scelto “con pedaggio” avevo invece digitato “non pedaggio”, ma non me ne sono resa conto.

Quando dopo 40 minuti di coda per arrivare al bivio per il primo casello, il navigatore mi ha indicato di proseguire oltre, per la statale, ho pensato che mi stesse indicando un percorso alternativo e mi son messa a elogiare il mio Tom Tom così previdente e rassicurante,  ma poi visto che continuavo a percorrere la Flaminia, peraltro congestionatissima, e non trovavo modo di entrare in autostrada, mi sono arrabbiata moltissimo con quel navigatore : cercavo di ignorarne le indicazioni e di fare di testa mia ma per un buon pezzo ho continuato a girare in tondo, I bambini avevano capito la drammaticità (si fa per dire) del momento e mentre Samuele piagnucolava sgomento, Davide supplicava : – Portami a casa! Voglio tornare a casa!-  Elisa invece cercava di mostrarsi serena, ma forse non era molto tranquilla nemmeno lei……

Finalmente, al colmo dell’ esasperazione , ho spento il navigatore e ho seguito solo la segnaletica : così ho con grande sollievo imboccato l’ autostrada e il viaggio è proseguito senza più intoppi!!!!

Morale da ribadire: non programmate il navigatore senza aver inforcato i vostri occhiali da vista!!!   🙂

 

Sulla spiaggia…

Sulla spiaggia I bambini sono intenti a giocare con la sabbia. L’ altoparlante della spiaggia annuncia:

– Stiamo cercando un bambino di cinque anni con costume azzurro…..

A queste parole Samuele, che ha cinque anni, indossa un costume blu e ha sempre qualche incertezza Sui colori , sgrana gli occhi in un’espressione sbalordita E chiede:- E’ azzurro questo?- e con la mano mostra il suo costume……Gli pareva strano di essere un ricercato!!!

Naturalmente siamo scoppiati a ridere, ma ne e’ seguita una piccola discussione sul perche’ I bambini si smarriscono e io ho colto l’ occasione per fare un “sermone “da nonna:- Sono cose che capitano quando i bambini si allontanano Dalle mamme senza avvertire….- Allora Davide con la saggezza che gli viene dai suoi sette anni interviene piuttosto deciso:- Ma Sara ‘ colpa  della mamma pero’…..-

Hai proprio ragione ,Davide! Un bambino a cinque anni puo’ Anche compiere qualche leggerezza, ma sono le mamme che non devono distrarsi!!!!!

 

 

 

Nascere femmina.

Un cucchiaio nelle mutande….

Gira da giorni su internet la notizia che potete leggere cliccando sul link qui sopra: adolescenti costrette a un falso viaggio-vacanza nei paesi di origine dei genitori ( per contrarre forzatamente un matrimonio combinato con uno sconosciuto), si mettono un oggetto metallico nella biancheria intima per far scattare i metal detector dell’aeroporto e poter così evitare in extremis l’ imbarco con l’ aiuto della polizia….accade molto frequentemente negli aeroporti inglesi.

Questa notizia mi fa accapponare la pelle e mi vengono di getto alcune considerazioni:

  • La notizia viene dall’ Inghilterra, un paese che, forse per il suo passato coloniale, ha scelto di non impicciarsi troppo nelle faccende delle comunità di stranieri che si sono insediate sul suo territorio : so addirittura che certi reati compiuti all’ interno delle famiglie vengono lasciati al giudizio dei capi-comunità!!!! In questo modo si creano cittadini di serie A tutelati dalle leggi del Regno Unito e cittadini (o meglio cittadine) di serie B in balia di tradizioni arcaiche.
  • Che senso ha emigrare in un paese lontano per sfuggire alle difficoltà di sopravvivere nel proprio paese d’ origine e portarsi dietro tutto un bagaglio di orpelli mentali e di usanze troglodite per riprodurre lo stesso modello di società da cui si è fuggiti? E’ forse un modo di affermare la propria identità, ma quando si diventa genitori  sono altre le priorità da privilegiare.
  • A volte si vedono bambine piccolissime già costrette a portare l’ hijab (il fazzoletto che copre il capo) in un’ età in cui si vorrebbe apparire simili ai propri coetanei: comincia così il tentativo di condizionare il comportamento delle bambine e questo condizionamento diventerà sempre più pesante e intollerabile per ragazze che crescendo e studiando in una realtà tanto diversa, vivono un dilemma tragico: mi ribello alla famiglia e scelgo in base al mio diritto di decidere della mia vita o mi assoggetto alle scelte dei miei genitori e piango poi per tutta la vita?

Credo che ogni cittadino dovrebbe essere tenuto a conoscere le leggi del paese in cui vive e gli immigrati non possono esserne esentati: la legge è uguale per tutti!!! Si dovrebbero prevedere corsi obbligatori  di diritto, soprattutto di diritto di famiglia, sia nelle scuole, che per gli adulti (anche per i cittadini italiani denunciati per stalking) in modo da far capire bene che nascere femmina non è una condanna da scontare tutta la vita. 

A proposito di stelle.

“Tutte le sere, quando si apre il sipario della notte, nel cielo nero si accendono le stelle e inizia lo spettacolo che da millenni mette in scena storie in cui si muovono eroi dotati di superpoteri, mostri e ibridi da fantascienza, fanciulle più divine che terrestri: tutti impegnati in un repertorio d’amori e d’avventure ai confini della realtà. Uno spettacolo che si replica senza interruzione da parecchie migliaia di anni, e che ha il solo torto d’esser finito anche sui libri di scuola dove spesso persino le cose più straordinarie diventano noiose. Eppure, come faceva notare il filosofo latino Seneca, se le stelle, anzichè brillare continuamente sopra le nostre teste, fossero visibili solo da un particolare luogo del pianeta, tutti vorrebbero andarci per assistere allo spettacolo” (Margherita Hack)

Auschwitz 9 agosto 1942: muore Edith Stein.

Oggi 9 agosto: Santa Edith Stein.

Ho trovato su “Avvenire” questo articolo che ricorda la Santa Edith Stein morta  (9/8/1942) in un lager nazista.

Nell’ articolo si può trovare la sua biografia , che mi ha sempre affascinato : ebrea, abbandona adolescente la fede della famiglia per professarsi atea poi gli studi filosofici, la ricerca in ambito universitario e a 30 anni (nel 1921) l’ incontro col cristianesimo che la porterà dieci anni dopo circa a entrare in un convento di clausura dove continuerà i suoi studi. Quando le persecuzioni contro gli Ebrei si fanno più feroci, viene trasferita in un monastero olandese, ma qui, durante l’ occupazione tedesca, una lettera di denuncia delle deportazioni scatena la vendetta nazista contro il clero cattolico. Edith rifiuta di fuggire: vuole condividere la sorte del suo popolo; insieme alla sorella si lascia arrestare e di lì a poco morirà ad Auschwitz.

Sembra che elementi di eterna contrapposizione (origini ebraiche – cattolicesimo / ricerca scientifica – Fede) trovino in Edith un punto d’ incontro e di armonia difficilmente riscontrabile .