Giovani tunisine e la jihad-niqah.

Parlerò  stasera di quelle ragazze tunisine appartenenti alle famiglie più povere, che vengono convinte dai capi religiosi a correre in soccorso dei fratelli che combattono in Siria contro Assad, ma l’ aiuto che si richiede loro non è di fare da infermiere e curare i feriti o di imbracciare il fucile; niente di tutto questo: devono sacrificare se stesse per  soddisfare le esigenze sessuali dei combattenti, che certo non pensano a sposarle.

Quando restano incinte, non rimane  loro che tornare sui propri passi, ma non ci sarà nessuno ad accoglierle , perchè le famiglie si vergognano di loro e  non accettano nè queste ragazze disonorate e nemmeno i loro bambini.  Per loro si apre una vita di stenti ai margini della società.
In tutta questa storia quello che colpisce è il cinismo di quei capi religiosi (???) e il totale disprezzo che dimostrano per le giovani donne , spingendole a distruggere la propria vita in nome dei diritti dei maschi ai quali tutto è dovuto.
 Mentre scrivo vengo assalita da un vivo senso di nausea..

“Io parlo”

http://www.liberainformazione.org/2013/06/27/io-parlo-donne-ribelli-in-terra-di-ndrangheta/

Segnalo un libro che mi pare degno di attenzione ” IO PARLO” di Francesca Chirico.

Racconta le storie delle donne che in Calabria si ribellano alla ‘ndrangheta dai casi più conosciuti , come quello di Lea Garofalo ad altre storie meno conosciute, ma non per questo meno tragiche.

Credo che solo la volontà delle donne di cambiare il destino dei propri figli possa scardinare dal di dentro un’ organizzazione criminale che si sta diffondendo sempre più nell’ Italia intera e  oltre i confini nazionali. Parlare di queste donne  può servire  a dare ad altre persone il coraggio di seguirne l’ esempio.

Barbra per fortuna ha potuto cantare…

Donne discriminate in Israele

Israele dev’ essere un ben strano paese : tanta gente proveniente da tutte le parti del pianeta si è trovata a convivere in questo angolo di mondo, portando però con sé le tradizioni e la cultura dei paesi di origine. E quello che si scopre nell’ articolo, di cui ho riportato il link qui sopra,  è che in una parte della popolazione, e precisamente quella ultraortodossa, la donna vive in una condizione di sottomissione impensabile in un paese moderno: addirittura non possono pregare nè cantare!!!

A stigmatizzare pubblicamente questa situazione è stata Barbra Streisand nel corso di una sua tournée in Israele: fa piacere constatare che gli anni (sono ormai 71) non le hanno fiaccato l’ animo battagliero ….e , grazie al cielo, a lei nessuno ha proibito di cantare…..

Cliccando su questo link la potete ascoltare nella sua famosissima “Woman in love” di cui faccio copia – incolla del testo per chi , come me, deve esercitarsi in inglese. http://www.youtube.com/watch?v=0KJ60uJZ3-Q
Life is a moment to space
When the dream is gone
it’s a lonelier place

I kiss the morning goodbye
But down inside, you know we never know why
The road is narrow and long
When eyes meet eyes and the feeling is strong
I turn away from the wall,
I stumble and fall, but I give you it all

Chrous:
I am a woman in love
And I’d do anything to get you into my world and hold you within
It’s a right, I defend, over and over again
What do I do?

With you eternally mine
In love there is no measure of time
We planned it all at the start
That you and I live in each other’s heart
We may be oceans away
You feel my love, I hear what you say.
No truth is ever a lie,
I stumble and fall, but I give you it all.

(Chrorus)

Ooooh Yes I am a woman in love and I’m talking to you,
You know I know how you feel, what a woman can do.
It’s a right, I defend, over and over again.
What do I do.
I’m a woman in love
And I’ll do anything to get you into my world
And hold you within

Quando la poesia diventa impegno politico…

Maram Al-Masri

Una donna siriana,  cui è  stato tolto il figlio, in nome di una cultura nemica delle donne, vive in Francia e scrive poesie per il suo popolo e per la sua terra. E’ il suo modo di combattere la dittatura che opprime il suo  paese. Copio e incollo qui di seguito una sua bella poesia. Cliccando sul link in alto potrete leggere un articolo pubblicato su “La Stampa” con qualche cenno biografico e alcune altre poesie…

Lettera di una madre araba al figlio


La libertà
è un grido
l’esplosione di una corda
in un petto che non ne può più
La libertà
è la madre della forza,
la Bella tra le belle,
 dea della saggezza,
perché il mondo diventa sordo
ai gridi delle madri,
perché Il mondo
non prende più nelle sue braccia
la gazzella ferita
sfuggita alla pallottola del cacciatore…
Perché ci sono
Tra noi, figlio mio,
montagne,
mari,
venti
e notti senza colore
ritmate
da paure e speranze.
Sii figlio mio
la goccia d’acqua
che insieme alle altre gocce
formerà l’onda
che pulirà la costa del mondo
e addolcirà le rocce acuminate
Figlio mio sii il soffio
che si unirà all’aria
perché la tempesta
strappi le radici dell’ingiustizia
Sii la scintilla
di luce,
che il sole della libertà
illumini il tuo paese.
La tua vita mi è cara …
Come quella dei bambini di tutte le madri.
Io ti dedico
figlio mio
alla libertà
Questa ultima parte della poesia mi pare particolarmente toccante se penso a quanto atroce possa essere stato per questa donna vedersi strappare il figlio e non poterlo seguire passo passo, giorno per giorno come accade a tutte le altre madri.

Donne pakistane : quante Malala!!

Il paese in cui studiare è un crimine.

 

 

 

 

In Pakistan se sei donna e vuoi studiare rischi la vita. Le notizie di assalti a scuole femminili si ripetono periodicamente e ora un autobus   di studentesse  universitarie  è stato fatto oggetto di un attacco terroristico: una bomba esplosa a bordo ha ucciso 12 ragazze e ne ha ferito numerose altre, che sono state trasportate all’ ospedale .  Ma a questo punto anche l’ ospedale è stato attaccato e sono state necessarie ore di combattimenti per riportare la calma.

Quanta paura hanno i talebani delle donne? Quanta paura hanno dell’ istruzione? Sanno che istruire una donna vuol dire dare un’ accelerazione vertiginosa al miglioramento delle condizioni di vita all’ interno delle famiglie e nella collettività e questo può mettere a repentaglio lo strapotere arrogante e miope  dei talebani .

Ognuna delle ragazze coinvolte in questo ennesimo attentato è un’ altra Malala ((la studentessa quindicenne pakistana che si è sempre battuta per il diritto allo studio delle sue coetanee e che per questo ha subito un attentato).

Stando così le cose, sarebbe importantissimo che a Malala  fosse conferito il premio Nobel per la pace (ho anch’ io firmato questa proposta).

Credo che se questo accadesse, sarebbe il riconoscimento dell’ eroismo  di tutte le giovani donne che in quella parte del mondo rischiano la vita per affermare i loro più elementari diritti. Malala è ormai un simbolo , una bandiera che rappresenta tutte le donne che combattono contro il fanatismo di chi va incontro al futuro con la testa rivolta al Medioevo.

 

Chi conosce Emily Davison?

Emily-Davison-350x270Chi era Emily Davison?

Cliccando sul link riportato qui sopra si può leggere la storia di una donna morta 100 anni fa, di cui non sapevo nulla.

Prima dello scoppio della prima guerra  mondiale, in Inghilterra, le suffragette lottavano per il riconoscimento alle donne del diritto al voto. Emily era una di loro e quell’ 8  giugno di 100 anni fa aveva accettato di compiere un gesto dimostrativo plateale per richiamare l’ attenzione dell’ opinione pubblica sull’ ingiustizia che negava alle donne il diritto di votare: a Epsom si stava svolgendo un importante avvenimento ippico ed Emily doveva attaccare la bandiera simbolo del suo movimento alle redini del cavallo del re. Purtroppo fu travolta e riportò ferite tanto gravi da causarne la morte. Fu fatta passare per una fanatica  kamikaze, ma solo ora un attento studi dei fotogrammi dell’ epoca ha ristabilito la verità e a Londra le verrà dedicata una targa ricordo sul luogo della morte.

Mamme contro la dislessia.

Donne in campo contro le carenze della scuola.

Tra il dire e il fare si sa…come dice il proverbio  c’ è di mezzo il mare. Sulla carta sono scritte tante belle leggi per il diritto allo studio di tutti, per il sostegno a chi si trova in difficoltà, per assicurare a tutti percorsi scolastici che possano  valorizzare le potenzialità di ognuno.  In realtà però poi a dettare veramente legge sono i mezzi finanziari a disposizione e tutto viene demandato alla buona volontà degli insegnanti (quando questa buona volontà c’è) e allo spirito di servizio e di abnegazione delle famiglie , in modo particolare delle mamme.

E’ il caso delle due mamme di cui si parla al link riportato sopra: i loro figli sono dislessici, un disturbo non particolarmente tragico, ma che complica la vita scolastica .

Di fronte alla scarsità degli interventi statali ecco queste due donne rimboccarsi le maniche per organizzare eventi  e interventi al fine di diffondere la conoscenza della dislessia e delle strategie che possono essere adottate proficuamente per agevolare il percorso scolastico dei ragazzi che presentano questa difficoltà.

Di questa storia mi piace il fatto che queste due donne non si limitano ad aiutare i propri figli, ma si prodigano per migliorare la capacità della scuola e del personale scolastico ad accogliere tutti  i ragazzi un po’ meno fortunati : esse vivono una maternità  “estesa”, che sa preoccuparsi dei figli di tutti.

 

Due madri.

Il dolore di una madre…. 

Vedersi strappare una figlia sedicenne in un modo così barbaro (bruciata viva), dev’ essere un dolore inimmaginabile……credo che una madre senta le proprie carni bruciare ogni volta che il pensiero riporta  alla mente le immagini della fine….. Sento profonda solidarietà per questa donna e spero che la giustizia possa punire chi le ha arrecato un simile oltraggio.
Ma il mio pensiero va anche alla mamma del carnefice di Fabiana, è una mamma cui i giornali non prestano attenzione per ora…….Credo che anche lei stia vivendo un incubo straziante: come capacitarsi di avere un figlio, ancora poco più che un bambino, e capace di una tale mostruosità?
Credo che io sarei annientata per il mio fallimento come madre, per il male causato dal figlio, per il dolore di sapere che per lui  la vita sarà d’ ora in poi solo una lunga interminabile pena, qualunque sia l’ evoluzione di questa vicenda….
Stasera prego per entrambe queste povere madri…