Cosa accadrà in Iran?

In Iran è stato giustiziato un giovane che ha partecipato alle proteste contro il regime e altre esecuzioni sono previste per i prossimi giorni. Ma le proteste di questi giorni non nascono dal nulla. QUI è possibile leggere un esaustivo articolo sull’argomento, scritto da  V. M. Moghadam, un’iraniana docente all’università di Boston. Io ne riporto le righe conclusive.

È difficile predire gli esiti delle proteste guidate dalle donne, proteste che mancano di leadership e strategia e che si scontrano con uno stato islamico ancora resistente che sicuramente contrasterebbe ogni intervento militare a guida estera. Ma quel che è certo è che il popolo iraniano, specialmente la sua vasta gioventù, non intende più accettare le leggi e le norme della Repubblica islamica. Quindi, anche se l’attuale protesta battesse in ritirata sotto la dura repressione, di sicuro riemergerebbe. Il livello d’istruzione, le tecnologie digitali, la diffusione globale dell’agenda Onu sui diritti delle donne e altri effetti transnazionali hanno dato slancio a nuove aspettative, aspirazioni e rivendicazioni. Nel frattempo, il mondo sta a guardare, aspettando di vedere cosa succede, e sperando in una nuova alba.

Le donne e gli uomini iraniani che vogliono cambiare le condizioni di vita del loro paese dovranno contare sulle proprie forze: gli interventi esterni messi in atto dai paesi occidentali hanno solo peggiorato le cose…. C’è solo da augurarsi che tutta la popolazione iraniana si unisca ai giovani e alle donne e possa spezzare le proprie catene.

25 novembre 2022

IN RICORDO DI REYHNAEH JABBARI – Maria Letizia Del Zompo

Hai preferito andartene spiegando le tue ali bianche

anziché sporcare la tua dignità,
svilire la tua bellezza,
rinnegare la tua libertà,
quella che nasce dal coraggio del Vero.
Pugnalasti per difenderti
e ti hanno impiccata
perché certe leggi sono fatte da uomini
che non sopportano donne consapevoli e fiere.
Eri colpevole di essere donna,
giovane, moderna, gentile, forte e bella.
Al processo non hai pianto,
non ti sei disperata,
non hai chiesto perdono.
Avresti potuto salvarti
rinnegando ciò che ti era successo.
Hai preferito morire e donare i tuoi occhi,
il tuo cuore, la tua pelle
a che non diventino polvere,
ma continuino a celebrare vita. ….
L’autrice di questa poesia ha voluto ricordare una donna iraniana impiccata per essersi difesa dal suo stupratore.
Nel mondo esistono paesi dove le donne non hanno diritti;
 dove se denunci uno stupro puoi essere fustigata (Qatar);
 dove le ragazze non possono andare a scuola;
 esistono paesi dove le donne non possono guidare l’auto o uscire da sole a fare la spesa…
Ma esiste anche un paese dove le donne possono uscire da sole, guidare la macchina, andare a scuola, fare carriera politica e occupare posti di prestigio e possono denunciare  le violenze subite, ma nonostante questo vengono uccise proprio da chi dovrebbe amarle e proteggerle.

Per le sorelle iraniane.

Elezioni, prime mosse del nuovo governo, migranti, crisi energetica, guerra hanno eclissato dai nostri giornali stampati e radiotelevisivi la lotta delle donne iraniane.

donne in iran

 

 

 

 

 

 

Sono ormai quasi due mesi che in Iran le donne (e ora anche molti uomini) scendono in piazza per protestare contro la discriminazione di cui sono oggetto: discriminazione ottusa e violenta, che ha già portato alla morte 200 donne che chiedono dignità , rispetto e libertà.

Le proteste sono cominciate per l’arresto di una giovane che con il velo non copriva tutti i suoi riccioli, per questo è stata picchiata in carcere fino a causarne la morte. Dopo di lei altre donne coraggiose hanno subito la stessa sorte e credo che noi che viviamo fortunatamente in paesi non certo perfetti, ma meno oppressivi dovremmo anche noi scendere in piazza ogni giorno perchè il mondo non dimentichi la loro lotta.

Mi sale dal cuore una preghiera: Signore Gesù, tu che hai onorato la tua Mamma terrena, che hai perdonato ed amato l’adultera, Maddalena e Marta, che hai compreso e consolato il dolore della vedova di Naim e della emorroissa, proteggi e dai forza alle nostre sorelle in Iran  e fa’ comprendere a chi governa quel paese che nessun Dio può mai condannare a una vita senza dignità le sue creature che da sempre custodiscono in sè la vita stessa.

Chapeau!!

Mentre qui in Italia la campagna elettorale della destra è caratterizzata dalla gara a chi promette sempre meno tasse (c’è chi parla del 23% e chi rilancia al 15% senza fare alcun accenno a come poi far quadrare i bilanci), una giovane ereditiera austriaca dichiara di rinunciare alla sua miliardaria eredità. E non è una “boutade” dell’ultimo minuto per guadagnare un po’ di spazio sui giornali, infatti ha fondato il movimento “TASSATECI SUBITO” che chiede ai governi di tassare i grandi patrimoni per combattere le ingiustizie sociali sempre più accentuate.

“Chapeau!!” a questa ragazza e ai giovani che hanno aderito al suo movimento.

Film: La Tempesta di sabbia.

La vita dei beduini non è facile, in un ambiente naturale ostile che offre ben poche risorse; ma se poi sei una donna, allora tutto si complica enormemente: non c’è altra via che soggiacere a regole tribali vecchie di millenni, imposte dagli uomini, senza alcuna considerazione per i diritti delle donne e per i loro sentimenti.

La storia inizia su una strada che attraversa una zona desertica. Un’auto la sta percorrendo e al volante c’è una ragazza; al suo fianco c’è il padre che le fa da istruttore di guida. Subito si pensa che si tratti di un padre affettuoso, e dalla mentalità aperta, tanto più che di lì a poco si viene a sapere che la ragazza, Layla, frequenta regolarmente la scuola. Ma ci si deve subito ricredere: questo padre  sta per sposare una seconda volta e questo getta nella disperazione Jalila, la prima moglie, mamma di Layla.

Mentre l’uomo è  in viaggio di nozze, una telefonata porta lo scompiglio tra madre e figlia: a chiamare è un ragazzo che Layla ha conosciuto a scuola. I due sono innamorati, ma sanno bene che le leggi tribali non consentono loro di sposarsi. La madre, dopo questa scoperta diventa la nemica della figlia e le proibisce di andare a scuola e di incontrare il ragazzo, che però cerca inutilmente di ottenere il beneplacito della famiglia. Il padre allora combina subito un matrimonio per Layla con uno sconosciuto. A questo punto la madre si ribella: vuole un buon matrimonio per la figlia e ha un durissimo scontro col marito, che a quel punto la ripudia.  Layla sa che per sua madre e per le sue tre sorelle si prepara un ben triste futuro e allora va dal padre e accetta di sottomettersi al matrimonio combinato se lui riprende con sè la moglie e le figlie.

E’ un film con pochissimi personaggi, ambientato in un villaggio in mezzo al deserto; i dialoghi sono essenziali ma efficaci. Ha il merito di mettere a fuoco il dramma che tante donne vivono ancora oggi, là dove nessuna dignità e nessun diritto è loro riconosciuto.

 

Vicinanza e affetto.

Voglio esprimere qui la vicinanza mia e di tutto il CIF di Erba, alla nostra Presidente Provinciale, Marina Tirelli, per la prematura scomparsa del marito, Giorgio Butti.

Siamo certe che la  Fede, che l’ha sempre sostenuta, le sarà di grande conforto anche in questi momenti  e l’aiuterà a superare le difficoltà che non mancano mai a chi deve ripensare la propria vita.

Noi del CIF di Erba le saremo vicine con il nostro affetto e le nostre preghiere.

UTE: Storia industriale di Erba.

Ieri abbiamo avuto un docente speciale, il dr. Croci, appassionato ricercatore di storia locale.

Credo che i soci erbesi presenti abbiano potuto gustare molto meglio di me il suo racconto che faceva riferimenti specifici a località per me difficilmente identificabili. Ho tuttavia potuto conoscere le radici remote della vita economica della Brianza e dell’Erbese in particolare.

Qualche secolo fa, la Lombardia era solo una striscia di terra che correva da est a ovest, perchè buona parte del suo territorio attuale era governato dalla Repubblica di Venezia.

La ricchezza di acque della zona aveva favorito la costruzione di mulini che erano numerosissimi su tutto il corso del Lambrone e dei torrenti vicini.

Quando nel XV secolo Ludovico il Moro incentivò la coltivazione dei gelsi (detti anche muruni proprio da il Moro), per l’alimentazione dei bachi da seta, in ogni casa, in ogni cascina ci si dedicò alla bachicoltura. Le donne compravano al mercato un sacchettino di uova e se lo tenevano in seno per una decina di giorni, poi alla schiusa delle uova i bachi (cavalée) venivano posti su “un letto” di foglie di gelso e cominciavano a mangiare e a dormire. Bisognava averne molta cura perchè bastava poco a danneggiarli. Dopo la quinta dormita i bachi salivano al “bosco” e cominciavano a produrre il bozzolo, che i contadini essiccavano provocando la morte del baco e le “gallette” così ottenute venivano vendute alla “galatera” per le successive filandalavorazioni. Erano le donne ad occuparsi dell’allevamento dei “cavalée” ed erano ancora le donne e tante bambine in tenerissima età a lavorare nelle filande che sorsero spesso là dove prima c’erano i mulini. Le bambine avevano mani piccole e agili, che erano particolarmente adatte a trovare il capo del filo di seta dei bozzoli immersi in acqua a 60/70 gradi. Da ogni bozzolo si potevano ricavare anche mille metri di filo. Le condizioni di lavoro erano terribili.

Nel 1700,  finita la devastante dominazione spagnola, gli Austriaci misero mano al territorio e diedero ordine al patrimonio idrico della nostra zona. Inoltre posero fine a molti privilegi rendendo anche più equo il prelievo fiscale. Grazie alla laboriosità e  al grande spirito imprenditoriale dei brianzoli, cominciarono a fiorire nuove attività industriali alimentate anche dal ferro delle miniere di Canzo. In quelle fabbriche le condizioni di lavoro erano più salubri e così a poco a poco le filande si svuotarono e la bachicoltura scomparve soppiantata dalla seta proveniente da Cina e Giappone.

Possiamo però affermare con assoluta certezza che la prosperità della zona  è nata dalla fatica e dalla sofferenza delle donne.

La lezione è stata seguita da molte domande dei presenti e anche io ho avuto la conferma dell’origine del “lago che non c’è) che si forma davanti a casa mia nei periodi più piovosi. Chi costruendo un centro commerciale ha interrotto il naturale percorso delle acque sotterranee, dovrebbe provvedere a sue spese ai lavori di ripristino dello “status quo”

 

Maya Angelou.

maya-angelou“Se hai solo un sorriso dentro di te, dallo alle persone che ami. Non essere sgarbato a casa, per poi uscire in strada e iniziare a sorridere a dei completi sconosciuti dicendo loro ‘Buon Giorno’.” (Maya Angelou)

Confesso che non conoscevo questa donna afro-americana dai mille talenti, che ha ottenuto tanti riconoscimenti e che si è cimentata in tanti campi diversi, ma ora credo che cercherò di colmare questa lacuna per conoscere meglio la sua opera e soprattutto la sua anima.

QUI è possibile leggere qualche notizia che la riguarda.