Aminata Traorè .

http://www.repubblica.it/solidarieta/cibo-e-ambiente/2011/10/12/news/la_sovranit_alimentare_per_il_diritto_dei_popoli_al_cibo-23124519/

E’ un lungo, interessantissimo articolo in cui Aminata Traorè, scrittrice e sociologa del Mali, spiega come un Nobel alle donne africane possa apparire solo una mossa ipocrita per nascondere la rapina selvaggia che si sta operando nei confronti delle ricchezze del continente nero.

Responsabile di questo stato di cose, che porta alla fame e costringe a fuggire dall’ Africa i suoi figli , sono prima di tutto la globalizzazione senza regole e il capitalismo spietato , che dopo aver messo in ginocchio l’ Africa ora sta facendo lo stesso con la Grecia. E’ sempre questo modo di intendere i rapporti economici che porta alla fame: il cibo non è più un diritto , ma una merce e sta rincarando sempre più. La stessa logica predatoria porta le multinazionali a sottrarre ai popoli le terre da coltivare e a fare la guerra in Libia per poter avere il controllo sul suo petrolio.

C’ è da dire (e questo lo aggiungo io) che in tutto questo ha la sua parte di responsabilità la classe politica africana, che anzichè difendere i diritti dei propri cittadini, si allea spesso e volentieri con chi li vuole depredare..

Il mondo si dibatte in questi problemi epocali e noi ci siamo impantanati in un vicolo cieco per assecondare la megalomania di un uomo che vuole essere al di sopra di ogni legge umana e morale in virtù dei suoi soldi….. e a pagare la nostra miopia saranno i nostri figli.

 

Donne che “fanno rete”.

I piccoli comuni sono in grandi ristrettezze , dato il giro di vite imposto dai tagli di Tremonti , e non possono assicurare nemmeno i servizi ritenuti basilari fino a poco tempo fa.

Sono stata in un piccolo centro dell’ Emilia in cui non esiste scuolabus, dove non c’ è tempo pieno e dove chi chiede la mensa scolastica si vede accollare anche  il costo del personale di sorveglianza   Alle carenze della collettività sopperiscono in molti casi i nonni, che si accollano l’ onere dell’ accompagnamento dei nipotini a scuola, la fornitura del pranzo e la gestione del pomeriggio, ivi inclusi compiti e attività varie.

E chi non può contare sui nonni perchè troppo anziani o troppo lontani , come se la cava?

Ho visto un gruppo di giovani mamme inventarsi una società di mutuo soccorso: chi tra loro è in difficoltà per l’ incompatibilità degli orari di lavoro con quelli scolastici, può contare sull’ aiuto delle altre mamme che provvedono ad accudire oltre ai propri figli anche a quelli dell’ amica in difficoltà. Questa poi saprà ricambiare l’ aiuto nel fine settimana o in qualunque altra occasione ciò si renda necessario. Questo comporta una programmazione giorno per giorno piuttosto laboriosa e snervante, ma il sistema si rivela efficace.

Questa rete di donne solidali tra loro va senz’ altro a vantaggio delle mamme lavoratrici , ma favorisce anche il rafforzamento dell’ amicizia tra i bambini , i quali inoltre capiscono di poter contare non solo su papà e mamma, ma anche su molti altri adulti che esercitano una genitorialità “allargata”, dando concreta attuazione a quel detto africano che recita: “per crescere un bambino ci vuole un villaggio…”

Apprezzo molto queste giovani donne (i mariti non si occupano molto di queste problematiche a dire il vero), che sanno “fare  rete”, che sanno darsi una mano e che si sentono mamme non solo dei propri figli, ma di ogni bambino che abbia bisogno di sostegno.

Per le donne morte a Barletta.

 

 

 

 

Ho letto molti articoli oggi sulle cinque lavoratrici di Barletta, morte sotto le macerie del palazzo fatiscente dentro al quale lavoravano in condizioni subumane. Credo che in questo momento non ci sia niente altro da aggiungere e voglio solo idealmente unirmi al dolore delle famiglie, posando un fiore sulle loro tombe

Mattinata al volante.

Mattinata al volante : sono partita da Erba verso le dieci  e ho imboccato la strada per Bergamo .Il primo tratto si snoda tra i laghi di Pusiano e di Annone, che appaiono splendenti e lisci sotto il sole di questo fine- settembre. Poi , a Lecco , ecco che ti accompagna per un bel tratto la vista del ramo orientale delLario e subito dopo  quella dell’ Adda che lì riprende il suo cammino verso la pianura. I panorami sono bellissimi, non c’ è che dire , anche grazie alle montagne che si specchiano nelle acque calme e gremite di uccelli acquatici .Un altro scorcio di  notevole bellezza ti coglie , quasi d’ improvviso sul ponte di Brivio sotto il quale l’ Adda compare per l’ ultima volta lungo il mio itinerario.

A questo punto si entra nel cuore del Leghismo  e, attraversate alcune contrade, si arriva al sancta sanctorum : il “pratone ” di Pontida.  E questo fazzoletto poco più grande del mio orto sarebbe il “pratone”? Ma non fatemi ridere!!! Tolto lo spazio per il palco e per l’ immancabile angolo barbecue rimane spazio solo per poche decine di persone.

Così pensando a come può essere manipolata la realtà da una telecamera, arrivo all’ autostrada: un bel traffico, non c’ è che dire, ma abbastanza ordinato , anche se i continui sorpassi tra camion costringono spesso ad occupare la terza corsia, mentre nella direzione opposta un lungo serpentone di auto e TIR fa capire che c’ è stato un incidente.

In sottofondo l’ autoradio, che mi fa compagnia , fa una rassegna di spezzoni di commedie cinematografiche che illustrano il rapporto degli Italiani con il fisco, considerato da sempre , come una sanguisuga, un vampiro, un mostro da incubi notturni.

Imbocco la Modena- Brennero verso mezzogiorno e  mi ritrovo dopo poco nelle terre dei Gonzaga, dove il Mincio e il Po  si incontrano per continuare insieme il loro viaggio.  Il mio (viaggio) si sta concludendo, proprio all’ inizio dell’ Emilia; metto la freccia e …sono arrivata.

Dedicato a noi donne ..

Per reazione allo squallore che dilaga sui giornali e che mostra uno spaccato del genere femminile per nulla rispondente a quella che è la realtà, ripubblico l’ inno “SORELLE D’ ITALIA”:

 

 

 

 

Sorelle d’Italia alziamo la testa               

Facciamo sentire la nostra protesta

Siam tutte le donne di questa nazione

Vogliamo rispetto, cerchiamo l’unione

 

Non siamo solo gli angeli del focolare

Vogliamo rispetto, vogliam lavorare

Non siamo solo madri, d’amor le colonne,

noi siamo persone, noi siamo le donne.

 

Sorelle d’Italia, l’Italia s’è desta

Di rose e mimose s’è cinta la testa,

le donne italiane son belle e capaci

non son bamboline per mani rapaci.

 

Sorelle d’Italia è giunto il momento

Abbiamo diritto a metà Parlamento

Non solo del cielo noi siam la metà

Ma anche della terra con par dignità

Devo dissentire con l’ ultimo verso dell’ inno: noi siamo sì la metà del cielo , come si suol dire, ma sulla terra siamo forse i 3/4… non tanto numericamente, ma qualitativamente per tutto il lavoro di cura dei bimbi, degli anziani, degli ammalati, dei più indifesi, che le donne si caricano sulle spalle ogni giorno spinte dall’ amore e dal rispetto per ogni vita .

Le donne non sono solo quelle di Via Olgettina.

 

Che soddisfazione!!

” Te l’ ho già detto tante volte, possibile che non ti ricordi? …. mamma, guarda che non è difficile…. Usa il tasto destro…….”

Quante volte mi son sentita dire queste frasi quando mio figlio cercava di insegnarmi a usare il computer e io mi sentivo molto “matusa” (come si diceva ai miei tempi).

Ora che i miei figli , lavorando full time, non hanno molto tempo per tenersi aggiornati sulle ultime novità della rete, mi sto prendendo qualche rivincita. E’ capitato proprio due giorni fa : nella posta  ho trovato un’ offerta Groupon: pulizia dentale (con annessi e connessi) a 29 euro, anziché 200) in uno studio di Como. Presa la carta prepagata, mi son messa subito all’ opera e ho proceduto all’ acquisto. Verso sera è arrivata la conferma che il numero di richieste consentiva l’ acquisto collettivo .

 Nella rituale telefonata della sera ho detto a mia figlia: – Sai ho acquistato un’ offerta Groupon ecc. ec.- 

E lei:  Cosa sarebbe sto Groupon?- Non sapeva nulla delle nuove tecniche di vendita su internet e io mi son messa PAZIENTEMENTE a spiegarle come funzionano !!!!

Che soddisfazione, ragazzi!

P.S. Ieri mi è arrivato anche il buono da presentare lunedì pomeriggio  al momento della visita e ho subito provveduto a stamparlo.

 

Dedicato a Vanna…

Ripubblico qui , con qualche adattamento , un post scritto qualche tempo fa,  in occasione dell’ anniversario dell’ entrata in convento di mia sorella.

Cinquantuno  anni fa, l’ 8 settembre 1960, una bella ragazza di diciassette anni nata in un paesino dell’Emilia, entrava nel convento delle Clarisse Cappuccine di Carpi.
Era una scelta che aveva gettato nello sconforto soprattutto  la sua mamma, che pensava di perdere per sempre una figlia, che sarebbe stata per sempre come “sepolta viva”.
Anche in paese la cosa aveva suscitato grande scalpore, perchè suora sì, si sentiva dire ogni tanto, allora, che qualche ragazza faceva questa scelta, ma per occuparsi degli orfani, degli ammalati, degli anziani o degli handicappati, ma la clausura era un’ altra cosa.Eppure quella ragazzina era stata irremovibile e alla fine, dopo un lungo braccio di ferro coi genitori, l’aveva spuntata ed ebbe il permesso di seguire la sua vocazione.
Quella ragazzina era ed è mia sorella; otto anni dopo, se ne andò inThailandia per aiutare alcune consorelle e presto divenne una figura importante, perchè le comunità aumentavano velocemente di numero ed era lei a coordinare tutte le attività e a progettare i nuovi conventi.
Ancora oggi si trova là in una terra che ormai ama come la sua terra e fra giovani suore che la amano come una madre amorosa. E, incontrandola, vedi una donna pienamente felice e serena, che sa di aver  seguito la sua strada con coerenza, senza sbandamenti , lasciando un’ampia impronta di sè al suo passaggio.
So che ogni tanto si collega a questo blog, per questo scrivo queste poche righe: per dirle che ho sempre ammirato la sua scelta coraggiosa e la sua determinazione, anche se, quando se ne andò via da casa, io mi sentii più sola.
Auguri, Vanna!

16 Agosto

La Grande  Guerra le aveva rubato il padre giovanissimo (33 anni)  e le rubò insieme anche la fanciullezza : a nove anni si ritrovò prima dei cinque figli di una giovane vedova spesso preda di depressioni penose e ricorrenti. Da quel momento fu lei l’ uomo di casa e anche spesso la mamma dei suoi fratellini. Faceva la sfoglia aiutandosi con un panchetto per arrivare al tavolo, andava nei campi e nella stalla a fare i lavori più pesanti aiutata dal suo fratello secondogenito, cui restò sempre molto legata. Nel corso della sua vita ha riempito ogni sua giornata spendendosi per il bene di chi le stava vicino, sempre, fin quando le forze glielo hanno consentito. E’ stata per tutti noi un grande esempio di generosità, di abnegazione, di spirito di sacrificio, di costanza e di tenacia.

Ho sempre fatto fatica a ricordarmi della data del suo compleanno, perchè non lo ha mai festeggiato : non valeva la pena, a suo dire, di fare simili smancerie per lei.  Ora però  ricordo sempre questa data  e così oggi voglio dirle “Buon compleanno, mamma!” , per farmi perdonare tutte le volte che non me ne sono ricordata.

P.S. Pubblico solo ora questo omaggio a mia madre che non ho potuto pubblicare il 16 agosto.