Cosa staranno pensando questa notte quelle madri afghane che sono riuscite a consegnare ai soldati i loro figli … anche bambini piccolissimi…
Credo stiano piangendo stringendo al petto una foto del loro bimbo o un suo indumento.
Ripenseranno ai momenti più belli vissuti insieme, ai progetti e ai sogni accarezzati mentre lo guardavano la sera dopo averlo aiutato ad addormentarsi con il racconto di una favola o col canto di una nenia. Ripenseranno ai momenti angosciosi vissuti quando sopravveniva una febbre improvvisa e alla paura di perderlo…..E ora….
Ora loro stesse lo hanno allontanato da sè col rischio di non poterlo più rintracciare, ma con la speranza che almeno per lui ci possa essere una possibilità di vita degna di essere vissuta; per loro non c’è futuro in quella terra infelice. Lo strazio di aver abbandonato la propria creatura potrà avere solo per un attimo conforto dalla speranza che chi l’ha presa in consegna possa darle quella sicurezza su cui in Afghanistan in questi giorni nessuno può contare.
L’amore per i figli è tanto forte da riuscire a vincere il desiderio innato di tenerseli accanto se questa scelta straziante può significare un bene per loro.
Oggi tutto questo accade in Afghanistan, ma vi accadeva anche tanto tempo fa come testimonia questo libro; e accade anche altrove, lontano dai riflettori dell’informazione ed accade da molto tempo come testimonia questo film ambientato nel 1984