Ebru se ne è andata in silenzio….

 

Ricevo tramite Whatsapp e non conosco l’autore…

Se n’è andata in silenzio, ieri pomeriggio, in una stanza d’ospedale, dove era stata trasferita dal carcere in seguito al precipitare delle sue condizioni.

timtik-1200Se n’è andata al 238esimo di uno sciopero della fame con cui chiedeva un processo equo in un Paese, la Turchia, in cui l’equità e la giustizia sono concetti inesistenti. Specie se sei donna. Specie se sei un’avvocata per i diritti umani. Specie se non pieghi la schiena di fronte a un potere che vorrebbe tapparti la bocca.

È morta così, Ebru Timtik, di fame e di ingiustizia. Il suo cuore si è fermato semplicemente perché non aveva più nulla da pompare in un corpo scarnificato dall’inedia.

È morta per difendere il suo diritto ad un giusto processo, dopo essere stata condannata a 13 anni, insieme ad altri 18 avvocati come lei, detenuti con l’accusa di terrorismo, solo per aver difeso altre persone accusate dello stesso crimine.

È morta come Ibrahim e come Helin e come Mustafa del Grup Yorum, morti dopo 300 giorni di digiuno per combattere la stessa accusa.

È morta combattendo con il proprio corpo, fino alle estreme conseguenze, una battaglia che nella Turchia di Erdogan non è più possibile combattere con una parola, un voto, una manifestazione di piazza.

È morta come fanno gli eroi, sacrificando la propria vita per i diritti di tutti.

C’è solo un modo per celebrare la memoria di questa grande donna: non restare zitti. Far arrivare la sua voce il più lontano possibile, dove lei non può più arrivare.

Ci sono idee così forti capaci di sopravvivere anche alla morte.

Addio Ebru. Viva Ebru. Noi ti ricorderemo così:

Ebru

Sorella acqua.

…. Laudato si’, mi’ Signore, per sor’aqua,

la quale è multo utile et humile et pretiosa et casta… (Cantico delle creature)

 

terra-acqua (1)Milena Gabanelli in questo video racconta una proposta di investimenti, nell’ambito del Recovery Plan, che viene dal mondo dell’agricoltura per sfruttare l’acqua piovana e farla diventare sia una risorsa in periodi di siccità, sia una fonte di energia idroelettrica pulita. La realizzazione di questa proposta comporterebbe anche la creazione di molti posti di lavoro e questo non è un aspetto da trascurare di questi tempi.

Mi sembra un’ ottima idea: va nella direzione giusta, visto che è  da tempo universalmente accettato il fatto che l’acqua sarà sempre più in futuro un problema  anche nel nostro paese.

Dovremmo rendercene conto tutti e contribuire tutti in ogni modo a non sprecare un bene così prezioso; dovremmo capire che non  sarà più così scontato averla a disposizione senza limiti come è stato fino ad ora.

Io, per quel che posso, mi sto già attrezzando: ho riflettuto che anche nella mia cucina sprecavo molta acqua che poteva benissimo essere riutilizzata e ho deciso di cambiare le mie abitudini.

Ho acquistato una bacinella di plastica di dimensioni tali  da poter entrare nel lavandino della cucina e quando lavo la verdura o la frutta,  quando mi capita di sciacquare un attimo le mani sena usare il sapone, o quando lavo la caffettiera, recupero l’acqua che altrimenti andrebbe sprecata finendo direttamente nello scarico e la utilizzo per annaffiare orto e giardino.

Certo il mio risparmio influisce solo minimamente sulla mia bolletta dell’acqua e non ha certo ripercussioni  sull’andamento generale del consumo idrico, ma, se tutti provassimo a limitare gli sprechi, certamente ne gioverebbe tutto l’ambiente.

Offendiamoci!

Tollerare che la guida di una delle istituzioni europee sia oggetto di una discriminazione perché donna (anche se ora qualche giustificazione sarà accampata per smentire questa lettura dell’episodio) può essere una metafora di peggiori concessioni. Offendersi, tutti, è pertanto la risposta corretta a un affronto che forse è proprio mirato a misurare la fermezza dell’interlocutore.(da “Avvenire“).

Molte voci si sono levate per protestare contro l’atteggiamento volutamente ingiurioso tenuto da Erdogan nei confronti della Presidente della Commissione Europea Ursula Von der Leyen, ma questo non è sufficiente. Come dice l’autore dell’articolo sopra citato, dovremmo sentirci TUTTI OFFESI e tutti i governi europei dovrebbero protestare vivamente…ma non succederà..

In fondo offendere una donna e, attraverso lei tutte le donne del mondo, non è così grave se viene da uno che viene pagato per difenderci da una presunta “invasione”  di persone che hanno visto la loro vita stravolta e devastata da questioni di interesse politico-economico-strategico.

Se il mondo riesce a tollerare da anni la guerra in Siria, l’offesa ad Ursula, purtroppo, sarà presto dimenticata anche dai media e dai social…

 

 

Prime emozioni.

Alla radio, Maria Latella parla dei primi amori e mi riporta alla mente ricordi lontanissimi…

Ero al mare. Avevo 15/16 anni. Sulla spiaggia avevo conosciuto Lucia, una ragazza di Bologna ed eravamo diventate amiche. Poco distante dai nostri ombrelloni c’era un gruppetto di ragazzi inglesi giovanissimi anche loro. Non so come avessimo cominciato a parlare insieme con molte difficoltà perchè Lucia non sapeva nulla di inglese e io ne conoscevo solo qualche parola per aver seguito un corso radiofonico della RAI, che pubblicava contemporaneamente le dispense sul Radiocorriere… riuscivo a spiccicare solo qualche breve frase, ma questo non ci impediva di divertirci e ridere insieme di qualunque stupidaggine.

Tra quei ragazzi, c’era Christofer: alto, snello, occhi azzurri e viso d’angelo. Era anche il più simpatico. Passammo così solo pochi giorni, giocando sulla spiaggia e tentando di comunicare in qualche modo. Poi ci dissero che stavano tornando a casa. Solo allora sentii come un tonfo al cuore: forse arrossii… Non capivo bene cosa mi stava capitando ed ero confusa. Poi quando poco più tardi vidi scomparire Christofer nella hall del suo albergo, lui, che forse aveva capito il mio momentaneo smarrimento, si voltò a guardarmi da lontano per qualche istante e io sentii una gran voglia di piangere: non l’avrei mai più rivisto.

Non c’era stato nulla tra noi, se non qualche sguardo più carezzevole, ma io ricordo ancora  quell’ultimo sguardo e  quei capelli biondi illuminati dal sole che sparivano per sempre …

Le donne e il futuro.

Le donne turche in piazza manifestano contro il governo che vuole ritirarsi dal trattato internazionale contro la violenza sulle donne. Non deve essere facile in quel paese decidere di protestare pubblicamente, perciò è ammirevole il coraggio di chi scende in piazza e c’è da augurarsi che la  protesta ottenga i risultati sperati: sarà un bene per le donne turche, sarà un bene per la Turchia.

In un reportage visto in TV si diceva che l’esempio di Lea Garofalo, donna nata e cresciuta in ambiente mafioso (QUI la sua storia), viene ora seguito da altre donne coraggiose. L’ amore  per i figli, per tentare di dare loro una possibilità di vita nella legalità e nella  dignità, finalmente lontani  da  violenza, soprusi e morte, le spinge a ribellarsi anche contro i propri congiunti.  Speriamo che il coraggio di queste donne raggiunga lo scopo che tutti auspichiamo: sarà un bene per tutta l’Italia.

Le donne sanno guardare lontano, sanno proiettarsi nel futuro perchè è lì che vivranno attraverso i loro figli.

Solo per donne.

Siamo ancora a questo punto?

Siamo davvero nel 2021 o una bizzarra macchina del tempo ci ha riportato indietro di qualche secolo? Riporto dall’articolo linkato qui sopra:

Sul questionario della Asst Rhodense ci sono voci riservate “solo alle donne”: ‘preparazione del cibo’, ‘governo della casa’ e ‘biancheria’. (ANSA- Cronaca)

E’ triste constatare che anche nelle istituzioni amministrative del nostro paese resiste una mentalità che vede la donna come la serva-cameriera-governante-sguattera-guardarobiera- vivandiera da relegare alle mansioni più umili in casa.

Certamente chi ha concepito quel questionario ha la stessa mentalità di tanti uomini che ancor oggi ritengono  un loro preciso diritto  essere “accuditi” e che considerano la moglie come la propria personale domestica e, se questa si stufa di quel ruolo, nemmeno capiscono come sia possibile che  possa non essere soddisfatta dell’onore di poterli  servire scodinzolando.

UTE: La contessa di Castiglione (docente: Alberta Chiesa)

Quella che oggi la prof.ssa Chiesa ci ha presentato è una donna molto diversa da quella che immaginavo.

Avevo 13/14 anni quando alla Tv trasmisero lo sceneggiato che ripercorreva la vita della contessa di Castiglione e il regista Anton Giulio Majano  aveva tratteggiato l’immagine di una dolce bellissima fanciulla sacrificata alla ragion di Stato dalla cinica politica del Cavour.  Certo a questo ricordo ha contribuito molto la dolcezza un po’ malinconica della allora giovanissima Virna Lisi, che interpretava il ruolo della protagonista, Virginia Oldoini.

Oggi invece abbiamo scoperto una donna ambiziosa, avida di successo e di potere  che perseguì il suo scopo con fredda determinazione e senza alcuna remora.

Marchesa-di-Castiglione (1)Nata nel 1837 da famiglia nobile, ma di modeste possibilità economiche a 17 anni sposò il Conte di Castiglione che si era innamorato di lei e al quale lei aveva dichiarato esplicitamente di non ricambiarlo e che accettava quel matrimonio solo per poter entrare alla corte di Torino, cosa che ottenne puntualmente.

Cavour, suo cugino, notando la sua intraprendenza e la sua spregiudicatezza, la inviò a Parigi con il compito di convincere Napoleone III ad allearsi con il Piemonte contro l’Austria. Divenne ben presto l’amante dell’imperatore attirandosi l’ostilità dell’imperatrice Eugenia e delle altre dame di corte, ma la sua carriera di spia finì ben presto in seguito a un attentato di cui Napoleone III, che usciva dalla casa della contessa, era il bersaglio.

Durante il periodo trascorso alla corte francese, mandò in rovina il marito con le sue spese pazze, ma in seguito si arricchì notevolmente grazie agli investimenti in borsa fatti su consiglio del banchiere Rotschild, divenuto suo amante, grazie anche ai sussidi ottenuti  dal re e ai doni dei suoi innumerevoli adoratori(in pratica tutti gli uomini più potenti del suo tempo).

Visse col gusto della trasgressione, della provocazione e nel  culto della sua bellezza; divenne la prima fotomodella di moda (la fotografia era appena nata – si contano ben 450 suoi ritratti fotografici). Quella che era stata la sua arma vincente, la bellezza appunto, divenne poi anche la sua ossessione, infatti ad appena trent’anni, sentendosi già vecchia e per  paura di mostrare i segni del passare del tempo, si ritirò a vivere in solitudine in un appartamentino di Parigi circondata dai suoi cimeli. Morì a Parigi nel 1899, sola e dimenticata da tutti.

Gli storici sono concordi nell’affermare che il suo contributo come improbabile spia, fu del tutto trascurabile.

 

Festa della donna.

Nella giornata internazionale della donna, non bisogna dimenticare le tante donne che hanno fatto della loro vita un dono d’amore nei conventi, negli ospedali, nelle scuole, accanto ai poveri, ai disabili, agli ultimi. Esprimo  la mia gratitudine a tutte loro e in particolare alle monache di Baan Saeng Arun (Thailandia) per l’amore devoto di cui circondano  Suor Giovanna. Ieri hanno fatto per lei una grande festa a cui ha partecipato anche il loro vescovo. Un abbraccio grato a tutte!

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