Nella giornata internazionale della donna, non bisogna dimenticare le tante donne che hanno fatto della loro vita un dono d’amore nei conventi, negli ospedali, nelle scuole, accanto ai poveri, ai disabili, agli ultimi. Esprimo la mia gratitudine a tutte loro e in particolare alle monache di Baan Saeng Arun (Thailandia) per l’amore devoto di cui circondano Suor Giovanna. Ieri hanno fatto per lei una grande festa a cui ha partecipato anche il loro vescovo. Un abbraccio grato a tutte!
Io sono Joy.
Sul sito “Vatican News” ho trovato questa storia, raccontata questa mattina durante un webinar sulla tratta di esseri umani. E’ una storia terribile, ma uguale a milioni di altre, visto che questa piaga coinvolge circa 40 milioni di persone (due terzi sono donne e il 23% sono bambini). Sono persone costrette a prostituirsi o a lavori forzati, persone maltrattate, spesso torturate o usate come donatori di organi.
Joy è una donna nigeriana la cui storia è raccontata nel libro di Mariapia Bonanate, “Io sono Joy” (San Paolo), con la prefazione di Papa Francesco. Si tratta di una ragazza nigeriana che approda in Italia dopo un viaggio drammatico con l’illusione di trovare un lavoro, finendo invece sulla strada.
Joy racconta:“Il viaggio verso l’Italia è stato drammatico, mancavano acqua e cibo. Se qualcuno cadeva dalla macchina o dalle moto veniva abbandonato, non si tornava indietro. Siamo state quasi due settimane nel deserto”. Poi l’arrivo in Italia. “Mi hanno detto che dovevo lavorare in strada, il mio debito era di 35mila euro”. Sulla strada Joy è rimasta quasi un anno, anche incinta. “Mi hanno fatto abortire”, dice con la voce rotta dall’emozione. “Gesù, fammi conoscere persone che mi aiuteranno, io da sola non ce la faccio. Pregavo, pregavo sempre – racconta Joy nel video – ed ho sentito una voce, che mi diceva di non avere paura, di trovare il coraggio. Allora ho preso il telefono, il giorno dopo un poliziotto mi ha liberata e sono andata a Caserta”. Qui spunta il sorriso. La vita di Joy è cambiata, stavolta per sempre. (dal sito: Vatican news).
Joy ha trovato la salvezza grazie a questo numero verde telefonico: 800 290 290. Questo numero può salvare altre persone e riportarle a una vita di dignità e di rispetto.
E le donne diventarono cittadine…
76 anni fa, fu riconosciuto alle donne il diritto di voto, furono considerate cittadine, ma non era la prima volta che lo stato italiano si ricordava che la metà dei suoi cittadini era rappresentato dal gentil sesso.
Infatti, 20 anni prima, il duce, per attirarsi le simpatie femminili, consentì alle donne di votare nelle elezioni amministrative, ma subito dopo tale diritto non poté più essere esercitato perché le cariche amministrative locali furono assegnate con nomina del governo.
La decisione del 1 febbraio 1945 fu presa certamente in considerazione del ruolo che tante donne avevano avuto durante la guerra nelle attività produttive del Paese sostituendo nelle fabbriche, nei campi e negli uffici gli uomini che erano stati richiamati sotto le armi, ma anche in considerazione del loro apporto coraggioso nella lotta di Resistenza.
Credo che se tutti fossimo consapevoli di quante battaglie e di quanti sacrifici sia costato il diritto di voto, nessuno rinuncerebbe ad esercitarlo con leggerezza.
Maschi e femmine in famiglia.
La violenza contro le donne è un fenomeno molto preoccupante, conseguenza nefasta di una mentalità in via di superamento, ma ancora fortemente radicata in molti, che concepisce la donna come essere subalterno, fatto per obbedire ed essere dominato. Per secoli è stato così, tanto che le donne non avevano il diritto di ereditare fino alla riforma del diritto di famiglia di qualche decennio fa . Non c’ è perciò da stupirsi se c’è ancora chi non si è adattato a concepire la donna come essere alla pari, soggetto di doveri e diritti del tutto uguali a quelli dell’uomo.
Per smantellare questa mentalità “razzista” verso le donne è senz’altro necessaria una educazione indirizzata fin dai primi anni a non inculcare nei figli l’idea che certi lavori, soprattutto in ambito domestico, siano solo per le donne e altri solo per gli uomini. Perchè ad esempio non insegnare ai propri figli, maschi e femmine, a tenere in ordine le proprie camere, o a cucinare piatti semplici, o a rammendarsi un orlo, o a far funzionare gli elettrodomestici. Sono piccole cose, che garantiscono a tutti la propria indipendenza. Un ragazzo che sa badare a se stesso anche in queste piccole cose quotidiane, non cercherà nella futura moglie una colf- non pagata e sarà forse più propenso a vederla come partner alla pari.
C’è poi chi porta questa questione a eccessi del tutto irrazionali a mio avviso: non si può cancellare la diversità tra i sessi. Io avuto figlie femmine e un figlio maschio e ora ho nipoti maschi e una nipote femmina, ebbene non ho mai visto le bambine giocare con le automobiline o i soldatini anche avendoli a disposizione, e non ho mai visto i maschi prediligere il gioco con le bambole.
Forse anche in questo campo, come in ogni situazione, non bisognerebbe mai dimenticare il buonsenso.
Ciao!
Vent’anni fa moriva mia madre, una vita spesa nel lavoro, nella cura della famiglia e della vita che inizia e di quella che arriva al suo traguardo. Si può certamente dire che ha fatto sempre del suo meglio, senza risparmiarsi, nelle condizioni difficili in cui ha vissuto e per me è sempre stata un esempio di dedizione e di abnegazione. La foto la ritrae insieme a mio padre nel giorno del loro matrimonio. Ciao, Mamma! Continua a ricordarti di noi tutti come hai sempre fatto.
Prendimi per mano….
Come ho già avuto modo di dire, in questi giorni di isolamento mi sta tenendo buona compagnia la lettura della versione integrale del libro di Etty Hillesum “Diario”. L’autrice è una ragazza ebrea di 27 anni che assiste ogni giorno all’arresto di famiglie intere, ma si sforza di condurre una vita il più normale possibile: è la sua forma di resistenza.
Ieri sera ho letto questo brano che potrebbe adattarsi benissimo anche alla situazione di questi giorni, in cui siamo in balia di un male davanti al quale ci si sente impotenti…Pedalando in bicicletta per le strade della sua città, Etty pensa:
“Mio Dio, prendimi per mano, ti seguirò, non farò troppa resistenza.
Non mi sottrarrò a nessuna delle cose che mi verranno addosso in questa vita,
cercherò di accettare tutto e nel modo migliore. Ma concedimi di tanto in tanto
un breve momento di pace.
Non penserò più nella mia ingenuità,che un simile momento debba durare in eterno, saprò anche accettare l’irrequietezza e la lotta.
Il calore e la sicurezza mi piacciono, ma non mi ribellerò se mi toccherà
stare al freddo purché tu mi tenga per mano.
Andrò dappertutto allora, e cercherò di non aver paura.
E dovunque mi troverò, io cercherò d’irraggiare un po’ di quell’amore,
di quel vero amore per gli uomini che mi porto dentro.”
“
Le donne e la tecnologia.
Pensavo che solo le persone di una certa età avessero difficoltà ad utilizzare le nuove tecnologie, ma non è così: stamattina alla radio si diceva che solo una minima percentuale di donne è in grado di stare al passo con le innovazioni che sempre più vengono introdotte nella vita di tutti i giorni e nell’ambiente di lavoro.
Per millenni le donne non hanno avuto accesso all’istruzione e sono quindi state discriminate in famiglia e nella società, considerate sempre cittadine di serie B; ora che, almeno qui da noi, certi tabù sono caduti e le ragazze che vengono avviate agli studi dimostrano di saper battere spesso per impegno e capacità i colleghi maschi, ora, dicevo, sono le stesse donne che si ritraggono davanti alle nuove tecnologie….. ne hanno timore, credono di non riuscire a impadronirsene!!!!
Questo stato di cose non deve continuare o il gap tecnologico ricaccerà le donne in posizioni di secondo piano e questa volta l’avranno scelto loro stesse.
Festa a Baan Seng Arun!
Oggi suor M. Giovanna Catellani compie 77 anni. e a Ban Saeng Arun si starà facendo festa!!
Voglio inviarle il mio più sentito grazie per essere stata per me sempre esempio di dedizione, di carità e di amore disinteressato e totale.
Spero le faccia piacere se accompagno i miei più calorosi e affettuosi auguri con queste foto che la ritraggono insieme alle sue consorelle, alle quali va il mio abbraccio e il mio grato ricordo.