Il nostro “QUADERNO”

Molti cittadini erbesi conosceranno questa elegante signora vestita coi colori del Natale, ma per chi non la conoscesse eccomi qui per colmare questa lacuna: si tratta della sig.ra Luigia, la decana dell’UTE.

Cosa sta facendo in questa foto? Sta sfogliando il volumetto intitolato “QUADERNO” appena uscito dalla tipografia. Certamente sta leggendo l’articolo in cui lei stessa ha raccontato la sua vita ricca di tante esperienze interessanti e particolari.

Il QUADERNO infatti è la pubblicazione che raccoglie , dipinti, poesie e racconti di soci e docenti per celebrare i trent’anni di vita dell’UTE di Erba; in una sezione sono poi pubblicati i temi vincitori del concorso 2024 “Racconta e scrivi una storia”, scritti da alunni delle scuole medie di Erba.

Il risultato è un piacevole, interessante volumetto che gli autori degli elaborati pubblicati potranno conservare come ricordo o regalare ai propri nipoti che saranno orgogliosi dei loro nonni/scrittori,

E per chi non ha voluto cimentarsi con carta e penna (o tastiera) potrebbe essere un segno tangibile di una realtà vitale e preziosa come l’ Università della Terza Età di Erba.

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Sarà un Natale speciale.

Sarà un Natale speciale per noi cristiani, infatti, il 24 dicembre prossimo, Papa Francesco darà inizio al Giubileo aprendo la Porta Santa in San Pietro e, il giorno di Santo Stefano, per la prima volta nella storia, aprirà una porta santa nel carcere di Rebibbia, che in quel momento rappresenterà tutte le carceri del mondo.

Il logo ufficiale del Giubileo 2025, in una immagine diffusa il 28 giugno 2022. ANSA –HO – NO SALES EDITORIAL USE ONLY++

Perché questo gesto così nuovo e rivoluzionario? Ecco la risposta del Papa, il cui pontificato si è caratterizzato, fin dai primi istanti per la sua attenzione e la sua vicinanza agli ultimi e ai sofferenti nell’anima e nel corpo:

Nell’Anno giubilare saremo chiamati ad essere segni tangibili di speranza per tanti fratelli e sorelle che vivono in condizioni di disagio. Penso ai detenuti che, privi della libertà, sperimentano ogni giorno, oltre alla durezza della reclusione, il vuoto affettivo, le restrizioni imposte e, in non pochi casi, la mancanza di rispetto” (Spes non confundit, 10)

Queste parole ci indicano il modo più giusto di vivere questo anno giubilare, che deve rappresentare per ognuno di noi un’occasione speciale di grazia che la Chiesa ci offre per stabilire un rapporto più intimo tra noi e il Cielo (acquistando più volte l’indulgenza plenaria, la si può applicare a se stessi, ma anche alle anime di chi abbiamo amato e non è più in questo mondo) e per testimoniare ai fratelli, che condividono il nostro cammino sulla terra, la Carità e la Speranza che solo la Fede in un Dio, che è Padre, può darci.

Buon Natale e buon Anno Santo!

Un incontro inaspettato

Rientravo in auto, naturalmente a passo d’uomo, e davanti al cancello del prato confinante ho visto camminare nervosamente avanti e indietro qualcosa di colorato: ho cercato di capire …. era un fagiano!! Il piumaggio lucido, la testa piccola, la lunga coda si stagliavano sullo sfondo scuro.

Appena parcheggiata l’auto sono corsa col cellulare per fotografarlo, temendo di non trovarlo più, invece era ancora lì che cercava il modo di superare il cancello. Ha certamente notato la mia presenza ( anche se mi sono fermata a debita distanza per non spaventarlo) e questo deve avergli dato il coraggio di tentare una soluzione alla sua situazione e si è infilato tra le sbarre del cancello per allontanarsi nel prato vicino.

Un incontro tanto piacevole quanto inaspettato!

Yasmine, salvata dalle acque come Mosè.

E’ una storia che pare richiamarne un’altra antichissima: quella di Mosè, salvato dalle acque del Nilo.

Ricordate? Il faraone aveva ordinato che tutti i figli maschi degli Ebrei fossero uccisi perché il popolo schiavo stava diventando troppo numeroso. Ma la madre di Mosè lo pose dentro a un cesto e lo affidò al Nilo e Mosè poté essere salvato e diventare il liberatore del suo popolo.

Nella storia linkata sopra si racconta non di un neonato maschio, ma di una bambina di 11 anni, salvata non dalle acque del Nilo, ma da quelle del Mediterraneo; al posto del cesto due salvagenti ricavati da gomme d’automobile; a salvarla non è stata la figlia del re, ma le braccia solidali dei volontari di una ONG.

Yasmine ha visto morire tante persone intorno a lei e solo una forza che sa di miracolo può averle consentito di resistere al freddo in acqua per tante ore, al buio, gridando per chiedere aiuto.

Avrà una famiglia a cui ricongiungersi? Troverà protezione adeguata nel nostro paese? Mi piace pensare che se si è salvata è perché è una bambina speciale con una missione speciale, che forse non sarà quella di salvare un popolo, ma certamente quella di farci vergognare, come europei, di non saper porre fine alle tragedie del mare …

P.S.: Ieri ho sentito che negli ultimi dieci anni sarebbero morte nel Mediterraneo almeno trentamila persone!!!

Festa delle Associazioni all’Excelsior.

Ieri sera è stato bello vedere premiare tanti giovani per il loro impegno scolastico o per i risultati sportivi conseguiti in campo regionale, nazionale o addirittura internazionale. Sono state premiate anche intere classi degli Istituti Scolastici cittadini per i progetti realizzati con l’aiuto dei loro docenti. Questa sfilata di ragazzi pieni di entusiasmo e con tanta voglia di fare mi ha riempito il cuore di speranza: il futuro non può fare paura se sarà nelle loro mani.

Sono state poi festeggiate anche le associazioni che si occupano di solidarietà e che quest’anno hanno compiuto un “anniversario” importante. Tra queste è stata premiata anche la nostra UTE che vanta trent’anni di attività a beneficio dei cittadini adulti del territorio erbese: ha ritirato il riconoscimento il nostro Presidente dr. Umberto Filippi.

Come ha ricordato il Sindaco Caprani, l’Italia è il paese con la più elevata presenza di associazioni di volontariato e forse è per questo che il nostro paese continua ad andare avanti senza troppi scossoni: il volontariato sopperisce molto spesso alla mancanza di servizi efficienti e alle carenze delle istituzioni ufficiali.

W il volontariato ! W i volontari!!!

Dimenticavo: a rallegrare lo spettacolo è intervenuto il coro Gospel dell’ass. NOI, VOI , LORO che ha eseguito con grande bravura brani noti e meno noti molto applauditi dal pubblico in sala.

Il momento in cui il dr. Ghislanzoni legge la motivazione e consegna al dr. Filippi il riconoscimento .

Ritrovare la nebbia.

Era da un po’ che non andavo in Emilia, per questo ieri mattina ho deciso di partire: l’inverno è alle porte ormai e non si può sperare che le condizioni per viaggiare in auto migliorino. Dovevo andare a salutare quella parte della mia famiglia che vive là e rendere un omaggio a quella parte che riposa nel cimitero del paese.

E’ così che ho ritrovato la nebbia: non la nebbia che impedisce di vedere a un palmo dal naso, ma una nebbia sospesa a mezz’aria, che sfuma i contorni delle case e degli alberi e aleggia leggera sui prati. E’ una nebbia che ti avvolge, senza farti paura, che ti lascia libera di immaginare cosa si celi dietro quella barriera fluida che restringe il tuo orizzonte: una nebbia gentile.

Mi piaceva guidare in quell’atmosfera un po’ irreale, quasi da fiaba: le cose che mi correvano incontro ai lati e le auto che mi superavano apparivano per un breve momento, poi scomparivano inghiottite da una magica cortina fumogena.

30 anni di lotta alla solitudine

Ieri sera su Rai3, la trasmissione “Presa Diretta” ha parlato della solitudine, il male silenzioso che s’insinua soprattutto nelle città più popolate. Ad esempio a Tokio, che con le zone circostanti arriva a contare più di 30 milioni di abitanti, molti anziani commettono reati, cercando di farsi cogliere sul fatto, per poter andare in carcere: la reclusione è meglio della solitudine disperata di casa propria.

In Italia, è Milano la città in cui più del 50% delle famiglie sono composte da una sola persona e sono tanti i casi di gente che ha avuto una vita normale (perciò non senzatetto) che giace negli obitori per mesi senza che nessuno ne reclami la salma per darle una sepoltura dignitosa.

In Inghilterra, il problema ha attirato l’attenzione delle autorità e in alcune città si stanno mettendo in atto iniziative per combattere il fenomeno dell’isolamento che coinvolge soprattutto gli anziani.

Qui a Erba abbiamo la fortuna di avere molte associazioni di volontariato in cui gli anziani possono impegnarsi per essere d’aiuto agli altri e a sé stessi e tra queste associazioni, certamente occupa un posto d’onore l’UNIVERSITA’ della TERZA ETA’, che il 25 ottobre prossimo festeggerà i suoi primi 30 anni di attività.

Sono stati trent’anni all’insegna dell’aggiornamento culturale, della solidarietà e soprattutto dell’accoglienza: ognuno in Sala Isacchi può sentirsi a casa, trovare un sorriso di benvenuto e ascoltare parole amichevoli o essere ascoltato con empatia e rispetto.

I festeggiamenti si apriranno alle 12:30 con il pranzo all’hotel Leonardo da Vinci a cui parteciperanno soci, docenti e persone amiche dell’UTE e si concluderanno la sera nella sala polivalente di Via Alserio (ex-tribunale), dove valenti cantanti e musicisti si esibiranno in splendide arie tratte dalle opere di Puccini. L’ingresso è libero fino ad esaurimento dei posti.

E’ facile capire che sarà una bellissima serata a cui io non vorrò mancare; e voi?

Supereroi.

Supereroi così bisogna definire tutti gli atleti che partecipano alle Paralimpiadi.

Abbiamo visto gesti e performance da lasciare a bocca aperta, compiuti da giovani con i quali la vita è stata avara, a volte molto avara.

Li avremmo compresi se si fossero chiusi nel rancore verso la loro sorte e nel rimpianto di ciò che poteva essere e non è stato, ma invece loro non si sono arresi e hanno cercato di potenziare al massimo quelle parti del corpo di cui potevano ancora disporre e si sono impegnati nelle più varie discipline sportive.

Nel guardarli ci si sente pervadere da diversi sentimenti: subito, al primo sguardo, ti viene da pensare alla loro disabilità con dispiacere, poi li vedi con lo sguardo deciso prepararsi alla propria gara e allora li ammiri per il loro impegno e per la loro determinazione… Al termine della gara esplode la gioia dei vincitori, ma anche di quelli per i quali già l’aver partecipato è un successo, un momento che riempie la loro vita e riempirà i loro ricordi per sempre. Allora non vedi più la loro disabilità, vedi solo dei giovani felici e godi della loro felicità…e ti commuovi.

…Poi ti viene da pensare a quante volte noi, che siamo più fortunati, sciupiamo tempo ed energie in lagnanze meschine per motivi che ora appaiono futili e irrilevanti e ci diciamo che i supereroi esistono davvero e sono quei ragazzi delle Paralimpiadi.