Ieri a Milano si concludeva la mostra dedicata ad Antonello da Messina. Spinta dal desiderio di incontrare mia cugina Lia e Nicola, suo marito, ho preso il coraggio di mettermi in treno e di andare insieme a loro alla mostra.
Le opere esposte erano tutte di piccole dimensioni, ma forse proprio per questo stupisce la cura dei particolari, della prospettiva e direi addirittura della tridimensionalità creata con sapienti giochi di ombre e di luci. Nel campo della ritrattistica fu un innovatore e un maestro: quando tutti dipingevano le persone di profilo, come nelle monete e nelle medaglie, Antonello ritrasse i suoi personaggi girati di 3/4 con lo sguardo verso chi guarda il quadro. Inoltre riusciva a dare una fine caratterizzazione di ogni personaggio, tanto che viene detto “il pittore psicologo”. Basta un sorriso appena accennato, un lieve innalzamento di ciglia o uno sguardo particolare per far trasparire l’anima del soggetto ritratto nel quadro . La voce dell’audio-guida faceva notare come Antonello , ben prima di Leonardo con la sua Gioconda, abbia saputo dipingere sorrisi diversi: ironici, sprezzanti o dolcissimi.
Certamente però il dipinto che più emoziona è quello dell’Annunciata. E’ una fanciulla cui è appena stato annunciato un evento che sconvolgerà la sua vita; la sua mano sinistra sta tenendo il velo con modestia, la destra rivela il suo timore, il suo turbamento, tuttavia lo sguardo è sereno, pieno di dolcezza nel suo abbandono alla volontà divina.
E’ un vero peccato che con il terremoto di Messina del 1908 gran parte delle sue opere sia andata perduta.
Ieri, con l’UTE gita a Ferrara,: una città dalla lunga gloriosa storia, legata principalmente alla dinastia degli Estensi, che hanno costruito, ampliato e abbellito la città che li ha visti governare per molti secoli. Dopo un piacevole viaggio in pullman, eccoci davanti al castello della città: costruzione imponente e ben conservata (anche per le cure che gli hanno riservato i ferraresi), cui le acque del fossato, che lo circondano, donano un grande fascino. I saloni interni conservano affreschi notevolissimi e soffitti a cassettoni splendidi.
I palazzi solenni del centro storico testimoniano un passato di grande splendore; le viuzze del ghetto ricordano il contributo che gli ebrei hanno dato allo sviluppo economico e culturale della città e lungo le vie cittadine pare di rivedere i ragazzi in bicicletta in una scena del film “Il giardino dei Finzi Contini”
In una giornata che prometteva condizioni climatiche poco rassicuranti, abbiamo invece potuto goderci la città senza dover aprire gli ombrelli che ognuno aveva portato con sè; la pioggia ci ha accompagnato solo durante le ore di viaggio in pullman: qualcuno deve aver pregato per noi…
Sarà che la chiesetta di S. Bernardino ha un fascino tutto particolare, sarà che la corale “AD HOC” proveniente da Bellinzona era di una bravura eccezionale, sarà che violinista e tastierista erano dei virtuosi del loro strumento …sarà certo tutto questo mix di fattori ad aver creato un momento veramente magico ieri sera.
Il concerto “Laudemus Virginem” ci ha dato modo di ascoltare brani dedicati alla Madonna partendo da canti gregoriani antichissimi a più recenti inni di epoca classica e barocca fino ad arrivare a un’Ave Maria di Astor Piazzolla del tutto sorprendente, almeno per me che ho sempre associato il nome di questo musicista contemporaneo al bandoneon, al tango, a musica comunque fortemente ritmata. Il brano proposto ieri sera per violino e pianoforte invece era dolcissimo e il suono limpido, e direi commovente del violino, riempiva la volta della chiesetta e il cuore dei presenti: veniva voglia di chiudere gli occhi per lasciarsi avvolgere da quell’armonia celestiale.
La corale era composta da 15 voci, maschili e femminili, molto ben amalgamate da una lunga consuetudine a cantare insieme.
La chiesetta era piena di gente e alla fine è scattato un lunghissimo applauso diventato ben presto una “standing ovation”, come si usa dire oggi.
Un grazie calorosissimo a tutto l’ “ensemble” AD HOC e alla famiglia Mauri-Frigerio che ha con grande generosità messo a disposizione un locale per il rinfresco, dove abbiamo potuto commentare la bella serata con cantanti, musicisti e direttori del coro.
Nel video qui sopra si vede una delle tante attività che nella Cooperativa “NOI GENITORI” di Erba i ragazzi con varie disabilità svolgono con l’aiuto di educatori e volontari. Oltre al biscottificio, che produce biscotti veramente buoni con ingredienti di prima qualità, vi si producono anche cesti in midollino, fiori e piante per orti e giardini, c’è una piccola, ma ben attrezzata tipografia che produce quaderni, piccole agende, volantini, ……. I ragazzi poi svolgono numerose attività sportive: scherma, nuoto, ginnastica. Possono usufruire inoltre di attività di pet terapy e di tecniche di rilassamento.
Ciò che comunque mi ha maggiormente colpito nella visita di oggi alla Cooperativa è stata la dolcezza dei ragazzi che sono venuti a salutarci, la grande professionalità degli educatori e il numero stragrande di volontari che ruotano attorno all’ istituzione.
Mentre da una parte ti sentivi stringere il cuore pensando ai sacrifici enormi delle famiglie che devono accudire a questi ragazzi, dall’altra parte sentivi quanto bene nascosto sta attorno a noi, quante persone sanno donare il proprio tempo, le proprie energie, le proprie conoscenze semplicemente per fare del bene, senza pretendere nulla in cambio. Dpovrò ricordarmelo ogni volta che, ascoltando i TG, mi verrà buttata addosso una realtà fatta di corruzione, violenza, soprusi di ogni genere …..il mondo non è solo questo….
Nell’incantevole cornice del convento dei Barnabiti, stamattina si è tenuto l’incontro organizzato dal GRANIS di Erba ed Asso. Il relatore, don Walter Magnoni, ha scelto come tema di riflessione alcuni brani della lettera apostolica “Octogesima adveniens”scritta nel 1971 da Papa San Paolo VI in occasione dell’80° anniversario della “Rerum Novarum”.
Dopo il saluto di Mons. Pirovano, che ha sottolineato l’attualità e la modernità dei documenti scritti da Paolo VI, don Magnoni ha fatto notare che la “Octogesima adveniens” è stata scritta solo quattro anni dopo la “Populorum Progressio”, che già appariva un po’ superata in certe parti dalle grandi trasformazioni in atto in quel momento nel nostro paese e nel mondo: guerra nel Vietnam e in Palestina, uccisione di M. L. King , boom economico, forte dilagare di ideologie utopistiche, che sfoceranno nel terrorismo non solo in Italia. Prima però di iniziare la lettura e l’analisi del documento paolino, don Magnoni ci ha proposto la lettura di un brano del profeta Ezechiele, in cui egli invita il popolo di Israele a farsi sentinella per vigilare sui pericoli che possono minacciarlo.
Oggi è compito dei cristiani farsi sentinelle per scrutare la realtà, per scoprirne i difetti e per entrare in dialogo col mondo circostante, facendosi testimoni.
Uno dei grandi problemi del giorno d’oggi è la solitudine in cui vivono le persone immerse nella folla anonima delle grandi città. Questa solitudine si riflette anche nel modo di vivere la fede, che diventa privata, mentre essa ha bisogno di essere condivisa. C’è un grande rischio nella vita delle comunità cristiane: ci si accontenta spesso di belle parole, che poi non si traducono in fatti concreti.
Per tradurre in pratica i principi e i valori, bisogna prima di tutto dare più spazio alle donne anche nei ruoli più elevati, bisogna cambiare l’impostazione del dialogo con i giovani: non solo indottrinamento, ma preparazione politica in senso lato e soprattutto farli innamorare della Chiesa e del messaggio cristiano.
Nel vuoto culturale attuale, i cristiani possono avere nuove opportunità, se sapranno porsi come testimoni di valori, permeando i vari ambiti sociali.
Paolo VI nella sua lettera, affronta per la prima volta temi nuovi come la difesa dell’ambiente, l’immigrazione, l’influenza dei mezzi di comunicazione e le sue parole sono talmente calzanti con la realtà odierna da farle sentire come profetiche.
Nella discussione che è seguita nella seconda parte della mattinata, tutti hanno sottolineato la difficoltà di contattare i giovani e di coinvolgerli nelle problematiche concrete del proprio ambiente, ma si è auspicata anche la possibilità di intercettare il loro interesse per l’ambiente e per le variazioni climatiche. Molti hanno anche messo in evidenza le responsabilità dei mezzi di comunicazione, e soprattutto dei giornali tradizionali che non hanno saputo evolversi per accompagnare i cambiamenti avvenuti nella società.
Don Magnoni alla fine ha sottolineato che tutti dobbiamo sentirci corresponsabili del bene comune, che dobbiamo considerare come male l’omissione delle occasioni di bene che dovremmo cogliere per migliorare la nostra realtà.
Si potrebbe qui citare una frase famosa di Kennedy ” Non chiederti cosa può fare il to paese per te, ma cosa puoi fare tu per il tuo paese”
Ieri siamo andati a Pavia a ripercorrere le tappe della vita di S. Agostino, il nordafricano ritenuto ancora oggi uno dei pilastri della dottrina della Chiesa Cattolica.
Abbiamo visitato prima di tutto la chiesa di S. Pietro in Ciel d’Oro ( la
denominazione “Ciel d’ORO” deriva dall’antico e ormai scomparso soffitto a cassettoni dipinto d’oro) poi la chiesa di S. Maria del Carmine e quella di S. Michele Maggiore: tre splendidi esempi di architettura romanica. In ogni chiesa ci siamo soffermati prima ad ammirare l’architettura e le opere d’arte, poi abbiamo ricordato una tappa della vita di S. Agostino, rifacendoci a un’omelia che Papa Benedetto XVI ha pronunciato proprio in occasione di una sua visita a Pavia.
Abbiamo comunque avuto modo anche di apprezzare la bellezza del centro storico di una città le cui strade ampie e ordinate sono percorse dai tanti giovani che frequentano la locale prestigiosa università. Abbiamo terminato il nostro percorso in prossimità del ponte sul Ticino, che è stato ricostruito nel 1949 sul preesistente ponte romano.
Io avevo portato con me una carrozzina, perchè zoppico ancora vistosamente, tanto che avevo deciso di rinunciare a partecipare, poi però, utilizzando la carrozzina come un deambulatore, sono riuscita a percorrere in autonomia buona parte del percorso previsto. Devo comunque ringraziare gli amici e le amiche che mi hanno aiutato nei momenti più critici, in special modo Anna F. che mi ha sempre tenuta d’occhio…Grazie a tutti!
(Oggi però ho un male alle gambe da farmi vedere le stelle!!!)
Dopo due mesi di immobilità o quasi, ricomincio a camminare faticosamente. La riabilitazione è dolorosa, ma sento che mi sta aiutando a riprendere il controllo dei movimenti.
Ieri ho anche ripreso a guidare l’automobile per brevi percorsi e la sensazione di poter essere di nuovo autonoma è bellissima!!! Mi sembra di rinascere, anche se so che la ripresa completa richiederà ancora molto tempo.
Rivedo un bagliore di luce in fondo a un tunnel, che non ho ancora percorso del tutto.
Devono aver lavorato a lungo in segreto i collaboratori di Papa Francesco e del Grande Imam che ieri si sono incontrati ad Abu Dhabi.
Il risultato di tanto lavoro è un documento che testimonia come nel mondo islamico ci sia la capacità di dialogare in spirito di fratellanza e tolleranza con le altre religioni.
In tante occasioni, quando accadevano gli attentati terroristici, molti si chiedevano perchè non si alzassero le voci dei capi religiosi musulmani a condannare la violenza, lo spargimento di sangue innocente, l’integralismo bieco e feroce. Oggi abbiamo avuto una presa di posizione chiara e forte che afferma la volontà di pace e di giustizia che è alla base anche della religione islamica e afferma inoltre che è intollerabile la strumentalizzazione della religione da parte della politica. Nessuno può più associare il nome di Dio (o Allah) ad azioni violente e sanguinarie.
Papa Francesco ha compiuto un vero capolavoro, che può dare speranza di un futuro di pace.