Grazie, amico dell’ultimo minuto…

E’ nota la vicnda dei monaci di Tibhirine, uccisi in Algeria nel 1994 dai terroristi. Qui riporto alcuni stralci di quello che si può definire il testamento spirituale del Priore di quella comunità, frère Christian, che presagiva la prossima fine sua e dei suoi confratelli.

Quello che più mi commuove è il suo “grazie” a colui che lo ucciderà….

monaci-tibSe mi capitasse un giorno (e potrebbe essere oggi) di essere vittima del terrorismo che sembra voler coinvolgere ora tutti gli stranieri che vivono in Algeria, vorrei che la mia comunità, la mia chiesa, la mia famiglia si ricordassero che la mia vita era donata a Dio e a questo paese.

Che essi accettassero che l’unico Padrone di ogni vita non potrebbe essere estraneo a questa dipartita brutale. Che pregassero per me: come potrei essere trovato degno di una tale offerta? Che sapessero associare questa morte a tante altre ugualmente violente, lasciate nell’indifferenza dell’anonimato.

La mia vita non ha più valore di un’altra. Non ne ha neanche meno. In ogni caso non ha l’innocenza dell’infanzia. Ho vissuto abbastanza per sapermi complice del male che sembra, ahimé, prevalere nel mondo, e anche di quello che potrebbe colpirmi alla cieca.

Venuto il momento, vorrei avere quell’attimo di lucidità che mi permettesse di sollecitare il perdono di Dio e quello dei miei fratelli in umanità, e nel tempo stesso di perdonare con tutto il cuore chi mi avesse colpito. …….

……So il disprezzo con il quale si è arrivati a circondare gli algerini globalmente presi. So anche le caricature dell’Islam che un certo islamismo incoraggia. E’ troppo facile mettersi a posto la coscienza identificando questa via religiosa con gli integralismi dei suoi estremisti.

L’Algeria e l’Islam, per me, sono un’altra cosa: sono un corpo e un’anima. L’ho proclamato abbastanza, credo, in base a quanto ne ho concretamente ricevuto, ritrovandovi così spesso il filo conduttore del vangelo imparato sulle ginocchia di mia madre, la mia primissima chiesa, proprio in Algeria e, già allora, nel rispetto dei credenti musulmani…..

…..Di questa vita perduta, totalmente mia, e totalmente loro, io rendo grazie a Dio che sembra averla voluta tutta intera per quella gioia, attraverso e nonostante tutto.

In questo grazie in cui tutto è detto, ormai, della mia vita, includo certamente voi, amici di ieri e di oggi, e voi, amici di qui, accanto a mia madre e a mio padre, alle mie sorelle e ai miei fratelli, e ai loro, centuplo accordato come promesso!
E anche te, amico dell’ultimo minuto, che non avrai saputo quel che facevi. Sì, anche per te voglio questo grazie e questo ad-Dio profilatosi con te. E che ci sia dato di ritrovarci, ladroni beati, in paradiso, se piace a Dio, Padre nostro, di tutti e due. Amen!
Insc’Allah.

Algeri, 1º dicembre 1993
Tibhirine, 1º gennaio 1994

 

 

 

 

Sorellitudine.

diana-ilva-e-vannaCome eravamo giovani!!!

Quando si è giovani, ognuno di noi è sempre “troppo perso dentro ai fatti suoi”, come dice Vasco Rossi.

Gli avvenimenti ti assorbono, il lavoro ti succhia tempo ed energie e può accadere che si trascurino anche gli affetti più cari.  A mano a mano però ,col passare del tempo, quando le cose riacquistano il loro giusto posto nella gerarchia dei valori, allora ci si riscopre vicine anche se lontane geograficamente.  E così ci si sente più sorelle che mai. Ilva e Vanna, grazie di esserci.

Un po’ di Africa ….

Ieri per 10 minuti sono stata in Uganda …..

No, non ho imparato a volare, ma la moderna tecnologia mi ha fatta entrare in un villaggio dove opera la Associazione di Italia Solidale: lì molte persone stavano aspettando i collegamenti coi sostenitori e ho potuto vedere e parlare con una volontaria italiana, che faceva da interprete, con il bambino che sostengo e con sua madre.

uganda-italia-solidale Erano tutti seduti a cerchio su un prato verdissimo e in lontananza si vedevano alcuni alberi  tra abitazioni basse. Il bambino aveva un sorriso dolcissimo e due grandi occhi luminosi. La sua mamma dopo aver ringraziato per il sostegno alla sua famiglia, mi ha raccontato la sua fatica per cercare di recuperare il marito che ha problemi di alcolismo, a quanto  ho potuto capire.

Non mi aspettavo questa videochiamata e mi sono un po’ commossa.

Spero che col sostegno dell’Associazione quella gente non sia costretta a scappare dalla propria terra, ma possa continuare a viverci dignitosamente mantenendo la propria cultura e le proprie tradizioni.

La catena delle donne.

catena-di-donneNell’ospedale di Lewisham, dove sono stata curata dopo la frattura alla gamba, gran parte del personale medico e paramedico, altamente qualificato, è di origine indiana o indo-pakistana.  Sono in gran parte donne, che contribuiscono col loro lavoro al sostentamento della propria famiglia e al funzionamento dei servizi per la comunità.

Da questo punto di osservazione sembra inverosimile che in India si possa ancora proibire l’accesso a un tempio alle donne, solo per il fatto di essere donne. E sembra altresì inverosimile che le donne subiscano ancora tanti soprusi e siano oggetto di tanta discriminazione.

E’ perciò con grande soddisfazione che leggo di milioni di donne che hanno fatto una catena lunga 620 Km. per garantirsi  la possibilità di entrare in un tempio.  La libertà bisogna guadagnarsela, nessuno ce la regala, perciò, donne, non perdetevi di coraggio e continuate su questa strada. Potrete così contribuire di più al progresso del vostro paese e soprattutto potrete lasciare alle vostre figlie una speranza di una vita più dignitosa.

 

Un buon servizio.

Da quando  sono rimasta sola, mi viene spesso da pensare a come sarebbe complicato per me gestirmi un periodo di ospedalizzazione o una malattia, che mi impedisse di guidare l’auto e  che richiedesse frequenti controlli : non ci sono molti servizi da noi per sopperire a queste necessità.

In questi giorni qui a Greenwich sto sperimentando un utilissimo servizio: in ospedale c’è un ufficio addetto all’accettazione delle prenotazioni per il trasporto dei malati. Ieri, mentre noi ci lambiccavamo il cervello per trovare la soluzione migliore per arrivare alla sala gessi, un medico (!!!) ci ha telefonato dicendo di aver richiesto per noi un trasporto nelle prime ore del mattino!!. ed ecco che stamattina si sono presentati tre prestanti giovanotti  con autoambulanza e carrozzine varie e mi hanno portato all’ospedale; e abbiamo potuto usufruire dello stesso servizio anche al ritorno. TUTTO GRATIS!!!!

Non è una buona idea da copiare?

 

Se la voglia di pace cresce nei ragazzi….

Segnalo questo articolo che meglio di tante manifestazioni esteriori rappresenta il vero Spirito del Natale.

In Bosnia-Erzegovina, la guerra atroce, che più di venti anni fa ha seminato morte e distruzione, ha lasciato tracce evidenti di un odio che persiste: ogni etnia ha programmi scolastici diversi, testi diversi, studia in lingue diverse e anche le stesse strutture scolastiche sono divise in aree separate da reti metalliche.

Ora  sono i ragazzi stessi a chiedere di abbattere questi steccati per costruire una società multiculturale capace di convivere pacificamente.

Questo è davvero un segno di speranza: forza ragazzi!

S. Lucia.

Oggi è S. Lucia e qui, in questa parte di Emilia dove mi trovo, molti bambini stamattina avranno trovato i doni sotto l’albero.  Non ho trovato spiegazioni per il fatto che sia proprio questa santa a portare i doni  e non è vero che la notte di S. Lucia sia la notte più lunga che ci sia (forse lo è per i bambini che aspettano i regali), infatti il solstizio d’inverno si avrà solo fra qualche giorno. Forse la spiegazione di tutto è in quel nome “Lucia”, derivante chiaramente da “lux” (luce) che la fa invocare nel periodo più buio dell’anno per  impetrare  il ritorno della luce.

Nei miei ricordi di bambina mi rivedo svegliarmi quando era ancora buio a cercare in fondo al letto il piccolo tesoro lasciato lì durante quella notte magica: qualche caramella, qualche cioccolatino, l’immancabile mandarino, un libro o un giocattolo, un pupazzetto di zucchero …. Fuori a volte nevicava, ma non mi sognavo certo di non andare a scuola, naturalmente a piedi come sempre: avrei potuto raccontare anch’io alla maestra quanto ero stata fortunata!

La magia però veniva presto smascherata e con la magia finivano anche i regali …..

Ritornando alla storia di Lucia, si sa che era una fanciulla di buona famiglia di Siracusa e che fu denunciata come cristiana da un suo pretendente respinto durante le persecuzioni di Diocleziano. Fu condannata al rogo, ma il fuoco non la uccise e fu quindi decapitata.

Ora è venerata, oltre che nella sua città natale, di cui è patrona, anche in molti paesi del Nord-Europa, dove la luce in questa stagione è un bene raro…

 

Il Centro Italiano Femminile: una storia lunga 70 anni.

img_20181211_220944_resized_20181211_115455233In un salone del Castello di Pomerio, gremito di pubblico, stasera sono stati insigniti di un riconoscimento di benemerenza gli sportivi erbesi che si sono fatti onore a livello regionale, nazionale e internazionale, le associazioni sportive e le associazioni che festeggiavano particolari anniversari di fondazione

Anche il Centro Italiano Femminile di Erba (di cui sono segretaria da un paio d’anni) è stato invitato per la consegna di un attestato di benemerenza  per i suoi 70 anni di attività nella nostra città. Siamo intervenute Maria Pellegrino (Mariuccia), Angela Parietti (Lalla) ed io (Diana). Quando il Presidente del Consiglio Comunale ci ha chiamate, ci ha preso un pizzico di emozione e con una certa fatica ho potuto ringraziare il Sindaco e l’amministrazione comunale che ci gratificano con questa  menzione. Mi sono però ricordata di puntualizzare il gran lavoro che hanno fatto nel passato grandi donne, come Mariuccia e Lalla, nel campo dell’educazione-assistenza dei bambini e per l’emancipazione femminile  negli anni del secondo dopoguerra, quando le donne si affacciavano per la prima volta sulla scena politica avendo finalmente ottenuto il diritto di voto; e ho ricordato il grande e preziosissimo lavoro che le donne del C.I.F. dimg_20181211_223619_resized_20181211_115401902i Erba (insieme a tanti altri collaboratori) continuano a fare da 25 anni nell’organizzazione e nella gestione dell’Università della Terza Età di Erba.

Da sette anni si ripete questa cerimonia: è un modo simpatico dell’Amministrazione Comunale di fare gli auguri di Buon Natale alle organizzazioni di volontariato che si spendono per rendere più bella e solidale la vita della città.

Alla cerimonia ufficiale ha fatto seguito un rinfresco, durante il quale è stato bello salutare  amici e conoscenti intervenuti a questa serata, di cui conserveremo un buon ricordo.