BUONA SCUOLA!!!!

In questi giorni tutti i bambini tornano a scuola o ci entrano per la prima volta. Auguro loro di comprendere quanto sia importante per il loro futuro l’ esperienza scolastica, non solo per accrescere la loro istruzione, ma anche per imparare il rispetto per se stessi, per gli altri e per il mondo……che ha tanto bisogno del loro entusiasmo e della loro gioia…Dedico a tutti  i bambini questa semplice poesia , che li invita a unirsi per salvare insieme questo mondo molto acciaccato…..Buona scuola a tutti (anche agli insegnanti, naturalmente)

GIROTONDO DEI BAMBINI

Per la mancanza d’affetto e d’amore
un giorno il mondo ebbe un malore
e poiché si sentiva cadere
un bimbo piccino lo volle tenere.

Aprì le braccia più che poté,
però non riusciva a tenere un gran che,
a lui si unì un altro bambino
ma non ne tennero che un pezzettino.

Poi vennero altri, a dieci e a venti
e unirono mani e continenti,
bambini pallidi, giallini, mori
in un girotondo di tanti colori.

E quell’abbraccio grande e rotondo
teneva in piedi l’intero mondo. (Maria Loretta Giraldo)

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AGGIORNAMENTO:   La cara amica Elettra ha scritto su facebook ancora una volta un bellissimo commento a questo post e, col suo permesso, mi accingo a pubblicarlo qui di seguito:

” @Diana…i bambini, tu lo sai meglio di me, sono come le spugne, molto di quello che saranno è anche merito e demerito degli insegnanti, che per prima cosa devono essere innamorati del loro lavoro e trasmettere, gettare i semi…ho già raccontato che tipo di maestra elementare è stata mia suocera, che andava raccattando gli alunni , che giocavano a pallone e li riportava a casa, rimproverando i genitori, che non li obbligavano a fare i compiti…naturalmente quelli bravi, li lasciava giocare, ma i somari, li “bacchettava” parecchio e cercava sempre di trovare la porta dalla quale entrare per farli interessare allo studio…al suo funerale, 20 giorni fa, c’erano molti dei suoi ex alunni, generazioni intere, addirittura padri o madri e figli, che erano stati suoi alunni…uno ci ha chiesto di poter dire due parole e ti giuro, che mi sono venuti i brividi, per come l’ha ringraziata, di avergli dato l’interesse alla lettura, la capacità di capire che sapere, vuol dire essere più liberi di scegliere, di avergli insegnato anche l’educazione e le buone maniere, oltre alla storia e alla grammatica, la preghiera all’inizio e alla fine delle lezioni…. tante di quelle cose così belle e importanti che tutti gli alunni erano in pianto, perchè condividevano e ricordavano…che fosse molto quotata , ai suoi tempi, questo lo sapevo, però per noi familiari è stata una sorpresa , il trasporto con il quale questo ex bambino, oggi con figli grandi,la ha elogiata….. come insegnante, è stata .”Maestra con la M maiuscola e Signora con la S ancora più maiuscola,anzi Signora Maestra”, come ha detto il suo alunno e come si usava interpellare la maestra in quegli anni!….buona scuola a tutti! “

Credo che per un’ insegnante nulla valga di più di un omaggio come questo. Grazie, Elettra!

Serata in musica.

Dopo due mesi o giù di lì, trascorsi tra arrivi e partenze, questa era la prima serata da sola….per fortuna in Prepositura si esibiva la corale di S. Pietro al Monte di Civate. I canti erano tutti ispirati al tema “La ragazza di Nazareth”, in vista della festa patronale dell’8 settembre ed erano inframmezzati da brani tratti da libri di Erri De Luca, M. Marcolini, Tonino Bello e da citazioni di autori vari, tra cui anche Dante e Petrarca.

Mi ha sorpreso felicemente l’ entrata in scena dei coristi: mentre il prevosto faceva una breve presentazione, i coristi sono entrati dal fondo della navata e io che ero davanti non li avevo visti. Quando hanno cominciato a cantare , misono girata e li ho visti sparsi in mezzo agli spettatori: ho avuto l’ impressione di essere avvolta dalle loro voci e dalla loro musica. Molto bello!

Ancora una volta devo dire che il livello delle corali di questa zona è veramente notevole per affiatamento e per l’ armonizzazione perfetta delle voci, alcune veramente notevoli. L’esibizione è stata seguita nel più profondo silenzio e solo alla fine gli ascoltatori presenti (non moltissimi in verità) sono esplosi in un lunghissimo applauso.

Incollo qui di seguito la prima parte dell’ inno alla Vergine del Petrarca, che abbiamo riletto insieme stasera:

  1. Vergine bella 1, che di sol vestita,
  2. coronata di stelle, al sommo Sole
  3. piacesti sí, che ’n te Sua luce ascose,
  4. amor mi spinge a dir di te parole:
  5. ma non so ’ncominciar senza tu’ aita 2,
  6. et di Colui ch’amando in te si pose.
  7. Invoco lei che ben sempre rispose,
  8. chi la chiamò con fede:
  9. Vergine, s’a mercede
  10. miseria extrema de l’humane cose
  11. già mai ti volse, al mio prego t’inchina 3,
  12. soccorri a la mia guerra 4,
  13. bench’i’ sia terra 5, et tu del ciel regina

Infine la famosa terzina di Dante dedicata alla Madonna:

Donna, se’ tanto grande e tanto vali,

che qual vuol grazia e a te non ricorre,

sua disianza vuol volar sanz’ ali.

A conclusione della sua esibizione, la corale ha eseguito questo notissimo e suggestivo canto , “Amazing grace”, che potrete ascoltare cliccando QUI (si possono trovare le parole del testo originale e la relativa traduzione in italiano).

Una serata, che si preannunciava solitaria e un po’ triste, è stata invece piacevolissima e ne ringrazio tutti coloro che hanno contribuito a realizzare questo evento.

 

 

Poesia: Settembre (H. Hesse)

pioggia-autunno01-579x420Triste il giardino: fresca
scende ai fiori la pioggia.
Silenziosa trema
l’estate, declinando alla sua fine.

Gocciano foglie d’oro
giù dalla grande acacia.
Ride attonita e smorta
l’estate dentro il suo morente sogno.

S’attarda tra le rose,
pensando alla sua pace;
lentamente socchiude
i grandi occhi pesanti di stanchezza. (H. Hesse)

E’ un’ estate che finisce dolcemente, questa che Hesse ci racconta. Non c’ è tristezza se non nel giardino, mentre l’ estate trema sì un po’, ma sorride e va serenamente verso la fine del suo tempo.

L’ abete.

Ecco come deve apparire da vicino l' abete abbattuto

Durante uno dei quotidiani temporali che allietano quest’ estate mai cominciata,  qualche sera fa, a un tratto, uno schianto terribile fece tremare i vetri della casa: pensai a un fulmine caduto proprio qui vicino  e sperai che non avesse provocato qualche guaio.

Naturalmente non ci pensai più… poi andando dopo un paio di giorni sul balcone, notai che c’ era qualcosa  di diverso, ma non riuscii a capire subito cosa fosse cambiato…. dopo un po’ mi resi conto che  sulla collina a sinistra  riuscivo a vedere dei palazzi che non avevo mai visto prima….Abbassai lo sguardo e capii: sul verde della collina spiccava il colore giallastro di un tronco squarciato e ai suoi piedi giaceva la parte superiore dell’ enorme abete che da sempre aveva dominato la collinetta.

Pareva un gigante abbattuto e umiliato. Certamente doveva essere un abete secolare a giudicare dalla sua mole, chissà a quante bufere aveva resistito, eppure in un attimo aveva dovuto arrendersi.

Ora ogni tanto si sentono le voci di chi si affaccenda attorno a quel gigante con arnesi vari per ricavarne legna  e per rimuovere ciò che non può servire.  La vista di quel tronco straziato , che protende la sua ferita verso il cielo , mi rattrista  e mi fa ripensare a una poesia che penso abbiamo studiato tutti sui banchi di scuola.:

La quercia caduta

di Giovanni Pascoli

Dov’era l’ombra, or sé la quercia spande
morta, né più coi turbini tenzona.
La gente dice: Or vedo:era pur grande!

Pendono qua e là dalla corona
i nidietti della primavera.
Dice la gente: Or vedo:era pur buona!

Ognuno loda, ognuno taglia. A sera
ognuno col suo grave fascio va.
Nell’aria, un pianto… d’una capinera

che cerca il nido che non troverà.

 

Nostalgia…

Stasera ho tanti pensieri per la testa e vorrei poter essere in tanti posti contemporaneamente…ed ecco che mi è capitato di trovare questa vecchia canzone un po’ malinconica, in linea con il mio stato d’ animo.  Cliccando qui potete ascoltarla nella interpretazione di Milly. Qui di seguito riporto il testo in dialetto, ma non mi pare troppo difficile capirlo anche per chi non fosse meneghino…

Nostalgia de MilanStasera sont in vena de fa el sentimental
la nòtt l’è insci serena ma mi me senti mal!
Te scrivi cara mama, sont stuff de restaa chì:
el me Milan el me ciama visin a ti!O mama mia mi sont lontaan,
ma g’hoo la nostalgia del mè Milan;
mi voraria turnà doman:
t’el giuri, curaria col coeur in man!

Vedè la Madonina, sentì el mé bell dialett,
svègliass ona mattina in del me lett!
O mama mia, inscì lontan,
t’el giuri, piangiaria puur de vess a Milan!

La par ‘na stupidada se pensi ai mè bastion,
e foo ‘na sifolada per cascià giò el magon!
E quand ven giò la sira ricòrdi i bei tosann,
rivedi la ringhera di mè vint’ann!

O mama mia mi sont lontaan,
ma g’hoo la nostalgia del mè Milan;
mi voraria turnà doman:
t’el giuri, curaria col coeur in man!

Vedè la Madonina, sentì el mé bell dialett,
svègliass ona mattina in del me lett!
O mama mia, inscì lontan, t’el giuri, piangiaria
pur de vess a Milan!

 

 

 

Poesia: Generale.

Qui vicino a noi la gente sta morendo sotto le bombe, sta morendo nelle strade della Siria e di Gaza, sta morendo nelle scuole, nei parchi-gioco, nelle proprie case…..molti tra i morti sono bambini ai quali è stato impedito di conoscere la vita e il mondo….

L’ angoscia è tanta e mi fa venire alla mente una poesia:

GENERALE  ( B. BRECHT)
Generale, il tuo carro armato
è una macchina potente
Spiana un bosco e sfracella cento uomini.
Ma ha un difetto:
ha bisogno di un carrista.

Generale, il tuo bombardiere è potente.
Vola più rapido d’una tempesta e porta più di un elefante.
Ma ha un difetto:
ha bisogno di un meccanico.

Generale, l’uomo fa di tutto.
Può volare e può uccidere.
Ma ha un difetto:
può pensare.

Bertolt Brecht

E’ questo difetto, questa facoltà di pensare che fa sì che in una guerra ci siano vittime che muoiono sotto le bombe e altre vittime anche in chi è costretto a lanciare quelle bombe e che avrà la sua vita devastata dalle atrocità di cui diventa (spesso forzatamente) complice…

Poesie famose: Sta soffiando nel vento…

Il premio Nobel a Bob Dylan mi induce a ripubblicare questo post.

Qualcuno sta contestando questa decisione , per me invece è un giusto riconoscimento a chi si è fatto interprete dei sentimenti di un’intera generazione di ragazzi ( cui sento di appartenere) che ora hanno i capelli bianche e il viso pieno di rughe.

Bob DylanDa molti giorni mi risuonavano nella mente alcune note , ma non ricordavo il nome della canzone , sarà effetto dell’ età…. Oggi ricordando che doveva essere un motivo di Bob Dylan o Joan Baez ho cercato su You tube e finalmente sono arrivata a dare una risposta al mio interrogativo: si tratta della famosissima (quand’ ero giovane io…) “Blowin’ in the wind” di cui ora copio e incollo il testo, che appare attuale anche oggi…

How many roads must a man walk down /Before you call him a man?

Yes, ‘n’ how many seas must a white dove sail/Before she sleeps in the sand?

Yes, ‘n’ how many times must the cannon balls fly/Before they’re forever banned?

The answer, my friend, is blowin’ in the wind, /The answer is blowin’ in the wind.

How many times must a man look up /Before he can see the sky?

Yes, ‘n’ how many ears must one man have /Before he can hear people cry?

Yes, ‘n’ how many deaths will it take till he knows /That too many people have died?

The answer, my friend, is blowin’ in the wind, /The answer is blowin’ in the wind.

How many years can a mountain exist /Before it’s washed to the sea?

Yes, ‘n’ how many years can some people exist /Before they’re allowed to be free?

Yes, ‘n’ how many times can a man turn his head,/Pretending he just doesn’t see?

The answer, my friend, is blowin’ in the wind,/The answer is blowin”n” in the wind…..

TRADUZIONE (che copio e incollo) :

Quante strade deve percorrere un uomo

Prima che lo si possa chiamare uomo?

Sì, e quanti mari deve sorvolare una bianca colomba

Prima che possa riposare nella sabbia?

Sì, e quante volte le palle di cannone dovranno volare

Prima che siano per sempre bandite?

La risposta, amico, sta soffiando nel vento

La risposta sta soffiando nel vento

Quante volte un uomo deve guardare verso l’alto

Prima che riesca a vedere il cielo?

Sì, e quante orecchie deve avere un uomo

Prima che possa ascoltare la gente piangere?

Sì, e quante morti ci vorranno perchè egli sappia

Che troppe persone sono morte?

La risposta, amico, sta soffiando nel vento

La risposta sta soffiando nel vento

Quanti anni può esistere una montagna

Prima di essere spazzata fino al mare?

Sì, e quanti anni la gente deve vivere

Prima che possa essere finalmente libera?

Sì, e quante volte un uomo può voltare la testa

Fingendo di non vedere?

La risposta, amico, sta soffiando nel vento

La risposta sta soffiando nel vento

 

 

Poesia: Temporale.

Ci sono stati molti temporali in questi giorni e chi meglio di un poeta può descriverli? Ecco  una poesia di G. Pascoli, breve, ma efficace:

TEMPORALE

. Un bubbolìo lontano…

Rosseggia l’orizzonte,
come affocato, a mare:
nero di pece, a monte,
stracci di nubi chiare:
tra il nero un casolare:
un’ala di gabbiano.