BAMBINI SULLA SPIAGGIA (poesia)

BAMBINI SULLA SPIAGGIA

I bambini s’incontrano
sulla spiaggia di mondi sconfinati.
Su di loro l’infinito cielo
è silenzioso, l’acqua s’increspa.
Con grida e danze s’incontrano
i bambini
sulla spiaggia di mondi sconfinati.
Fanno castelli di sabbia
e giocano con vuote conchiglie.
Con foglie secche intessono
barchette
e sorridenti le fanno galleggiare
sull’immensa distesa del mare.

RABINDRATH TAGORE

Cielo, terra, mare si incontrano sulla spiaggia…..e la loro immensita`, che incute anche un po` timore, viene ravvivata, colmata, da alcuni  bambini con i loro giochi semplici che sanno  di gioia , di fantasia e di vita.

E` una poesia brevissima e  semplice, ma se la si legge con la dovuta attenzione e sensibilita`, vi si puo` trovare tutta la meraviglia del poeta davanti al creato e tutto il suo amore per i bambini, che, nella loro creativita,` sanno ridare vita all` arida sabbia, alle “vuote conchiglie” e alle foglie ormai rinsecchite.

 

Una poesia per l’ estate…..

UMBERTO SABA – Meriggio d’Estate 

Silenzio! Hanno chiuso le verdi               
persiane delle case.
Non vogliono essere invase.
Troppe le fiamme
della tua gloria,o sole!
Bisbigliano appena
gli uccelli,poi tacciono,vinti
dal sonno. Sembrano estinti
gli uomini,tanto è ora pace
e silenzio… Quand’ecco da tutti
gli alberi un suono s’accorda,
un sibilo lungo che assorda,
che solo è così:le cicale.

Con poche annotazioni , il poeta ritrae il momento  “della siesta” estiva , quando tutto si ferma e le strade, invase da una luce accecante, sono deserte. Solo lucertole e cicale danno segno di vita.

Quando la poesia diventa impegno politico…

Maram Al-Masri

Una donna siriana,  cui è  stato tolto il figlio, in nome di una cultura nemica delle donne, vive in Francia e scrive poesie per il suo popolo e per la sua terra. E’ il suo modo di combattere la dittatura che opprime il suo  paese. Copio e incollo qui di seguito una sua bella poesia. Cliccando sul link in alto potrete leggere un articolo pubblicato su “La Stampa” con qualche cenno biografico e alcune altre poesie…

Lettera di una madre araba al figlio


La libertà
è un grido
l’esplosione di una corda
in un petto che non ne può più
La libertà
è la madre della forza,
la Bella tra le belle,
 dea della saggezza,
perché il mondo diventa sordo
ai gridi delle madri,
perché Il mondo
non prende più nelle sue braccia
la gazzella ferita
sfuggita alla pallottola del cacciatore…
Perché ci sono
Tra noi, figlio mio,
montagne,
mari,
venti
e notti senza colore
ritmate
da paure e speranze.
Sii figlio mio
la goccia d’acqua
che insieme alle altre gocce
formerà l’onda
che pulirà la costa del mondo
e addolcirà le rocce acuminate
Figlio mio sii il soffio
che si unirà all’aria
perché la tempesta
strappi le radici dell’ingiustizia
Sii la scintilla
di luce,
che il sole della libertà
illumini il tuo paese.
La tua vita mi è cara …
Come quella dei bambini di tutte le madri.
Io ti dedico
figlio mio
alla libertà
Questa ultima parte della poesia mi pare particolarmente toccante se penso a quanto atroce possa essere stato per questa donna vedersi strappare il figlio e non poterlo seguire passo passo, giorno per giorno come accade a tutte le altre madri.

Per un giorno di quasi estate….

Oggi è stata forse la prima bella giornata calda di questa primavera che sta per finire . A Como c’ erano molti turisti stranieri per le vie del centro e c’ era aria di ferie. L’ aria limpida consentiva di vedere il bellissimo panorama del lago in tutto il suo splendore… solo passeggiando sul lungolago ci si sentiva stringere il cuore per lo scempio perpetrato da qualche anno nel cuore della città.

Nel viaggio di andata e ritorno , la campagna che costeggia la strada e i boschi sui fianchi delle montagne erano in piena esplosione proprio come descrive bene il poeta in questa poesia che incollo qui di seguito….

ESTATE

Improvvisamente fu piena estate.

I campi verdi di grano, cresciuti e 

riempiti nelle lunghe settimane di piogge,
cominciavano a imbiancarsi,
in ogni campo il papavero lampeggiava
col suo rosso smagliante.

La bianca e polverosa strada maestra era arroventata,
dai boschi diventati più scuri risuonava più spossato,
più greve e penetrante il richiamo del cuculo,
nei prati delle alture, sui loro flessibili steli,
si cullavano le margherite e le lupinelle,
……..

H. Hesse

 

Giustizia per Romero.

In nome di Dio vi prego, vi scongiuro, / vi ordino: non uccidete! / Soldati, gettate le armi… / Chi ti ricorda ancora, / fratello Romero?
Ucciso infinite volte / dal loro piombo e dal nostro silenzio. / Ucciso per tutti gli uccisi; / neppure uomo / sacerdozio che tutte le vittime / riassumi e consacri.
Ucciso perché fatto popolo: / ucciso perché facevi / cascare le braccia / ai poveri armati, / più poveri degli stessi uccisi: / per questo ancora e sempre ucciso.
Romero, tu sarai sempre ucciso, / e mai ci sarà un Etiope / che supplichi qualcuno / ad avere pietà. / Non ci sarà un potente, mai, / che abbia pietà / di queste turbe, Signore? / nessuno che non venga ucciso? / Sarà sempre così, Signore?

(Padre Davide Maria Turoldo)

La poesia è stata scritta in omaggio all’arcivescovo di San Salvador , Oscar Romero, ucciso nel 1980, mentre celebrava una messa. Vivendo tra la sua gente aveva potuto constatare quanto feroce fosse lo sfruttamento dei poveri da parte delle grandi famiglie latifondiste e cominciò a denunciare tutte le violenze perpetrate contro di loro.

Ieri Papa Francesco ha sbloccato la sua causa di beatificazione, ponendo fine al lungo silenzio della Chiesa di Roma . Dopo i numerosi “segni” e gesti rivoluzionari del nuovo Papa, ora cominciano ad arrivare anche decisioni innovative: pochi giorni fa l’ istituzione di una commissione per rinnovare la struttura e il funzionamento della Curia Romana e ora la giusta rivalutazione di un vero martire della fede che ha saputo testimoniare il suo amore per i poveri fino al sacrificio della vita.

 

 

Giornata della Terra.

Nel 1854 Il Presidente degli Stati uniti aveva proposto al capo degli indiani americani Seattle di comprare le terre della sua tribù; questi risponde con una lettera che è un inno all’ amore per la Terra, Madre di tutti i viventi. Cliccando sul link qui sotto si può trovare il testo integrale; io ne riporto solo la parte iniziale…..poetica e commovente.

La Terra fa parte di noi…

“Come potete acquistare o vendere il cielo, il calore della terra? L’idea ci sembra strana. Se noi non possediamo la freschezza dell’aria, lo scintillio dell’acqua sotto il sole come e’ che voi potete acquistarli? Ogni parco di questa terra e’ sacro per il mio popolo. Ogni lucente ago di pino, ogni riva sabbiosa, ogni lembo di bruma dei boschi ombrosi, ogni radura, ogni ronzio di insetti e’ sacro nel ricordo e nell’esperienza del mio popolo. La linfa che cola negli alberi porta con se’ il ricordo dell’uomo rosso. Noi siamo una parte della terra, e la terra fa parte di noi.

I fiori profumati sono i nostri fratelli; il cavallo, la grande aquila sono i nostri fratelli, la cresta rocciosa, il verde dei prati, il calore dei pony e l’uomo appartengono tutti alla stessa famiglia. Quest’acqua scintillante che scorre nei torrenti e nei fiumi non e’ solamente acqua, per noi e’ qualcosa di immensamente significativo: e’ il sangue dei nostri padri….

Consiglio vivamente di leggere il testo integrale è una lezione di amore e di rispetto per la sacralità della Terra, dono dell’ unico DIO.

E’ bene ricordare questi concetti nel giorno in cui nel mondo si celebra l’ Earth day (Giorno della Terra) per ricordare che dipende dall’ impegno di ognuno di noi la conservazione di un bene che abbiamo avuto in prestito da chi ci ha preceduto e che dovremo restituire a chi verrà dopo di noi.

UTE : letteratura dialettale.

Oggi il dr. Ghioni , dopo un breve excursus su i temi da lui svolti in questi 18 anni all’ UTE, ci ha  presentato le poesie di Cesare Mainardi, un ingegnere milanese dalla sensibilità squisita. Copio e incollo qui di seguito una delle poesie che abbiamo avuto l’ opportunità di gustare , grazie all’ ottima lettura del sig Gottardi.

In essa il Mainardi paragona il poeta a una pianta che cresce sola e abbandonata tra i palazzi della città  e nessuno gode del suo forire e della sua ombra. Anche il poeta non ha più una missione etico-educativa: la sua poesia non illumina più nessuno.

Pianta a Milan (1959)Grattaciei motrient
drizzaa su sui trabucch
de cement,
tanabus e bottegh
alla lus
sputtanda del neon
fann la guardia a ona pianta
che hann logaa
– lì –
per legria della gent.Quand l’è april
la mett foeura i sò frasch.
Poeu d’estaa la se sbatt
per tegnissij bei franch
e fagh ombra a nissun.
E la viv – de per lee –
se sa minga comè.

O poetta, anca tì
intramezz alla gent
che sta su sui trabucch
de sambus,
doggionaa da guardian
dur e gnucch
te se sbattet tutt l’ann
per fagh lus a nissun.
E te vivet
– tì –
de per ti
se sa minga comè.

Albero a Milano (1959)Grattacieli tristi
rizzati sui trampoli
di cemento,
stambugi e botteghe
alla luce
svergognata del neon
stanno a guardia di un albero
che hanno collocato
– lì –
per far allegra la gente.

Quand è aprile
mette fuori le foglie.
Poi d’estate si affanna
per serbarsele ben salde
e fare ombra a nessuno.
E vive – solo –
non si sa come.

Oh poeta, anche tu
frammezzo alla gente
che si regge sui trampoli
di sambuco,
vigilato da guardiani
duri e ottusi
ti affanni tutto l’anno
per far luce a nessuno.
E vivi
– tu pure –
solo
non si sa come.

 

 

 

Bisogno di primavera.

Pioggia di primavera  (Achille Campanile)

La pioggia; picchiettandola con le lunghe
dita leggere, faceva il solletico
alla terra e le diceva piano’ piano:
“Destati “. E mormorava: «Svegliati!” E poi:
Su, su, è l’ora, vestiti!” E la terra fingeva
ancora di dormire perchè nulla era più dolce
di quella carezza leggera e di quel dormiveglia!
Alla fine aprì gli occhi delle margherite
e nei giardini restò un odore di terra bagnata.

 

Bisogna farlo sapere alla pioggia, che ormai la terra si è svegliata e che i fiori hanno aperto gli occhi !!!! E’ inutile che insista !!! Lasci uscire un bel sole e la primavera scoppierà in tutto il suo splendore…. ne abbiamo bisogno  :-))