Sorridi donna sorridi sempre alla vita anche se lei non ti sorride. Sorridi agli amori finiti sorridi ai tuoi dolori sorridi comunque. Il tuo sorriso sarà luce per il tuo cammino faro per naviganti sperduti. Il tuo sorriso sarà un bacio di mamma, un battito d’ali, un raggio di sole per tutti. In questa giornata della donna voglio rendere omaggio alla forza delle donne ucraine, delle donne afghane, delle donne siriane, di tutte le donne che vivono in situazioni atroci senza farsene travolgere. Anche in quelle situazioni le donne trovano le energie per proteggere i loro figli o gli anziani anche a costo di sacrifici indicibili, anche a costo della vita.
LA GUERRA CHE VERRÀ di Bertolt Brecht
La guerra che verràNon è la prima.Prima ci sono state altre guerre.Alla fine dell’ultima c’erano vincitori e vinti.Fra i vinti la povera gente faceva la fame.Fra i vincitori faceva la fame la povera gente egualmente.
Shoah (Davide B.)
27 gennaio : giorno di cui il mondo dovrà sempre fare memoria.
Scrivo per i morti nell’inferno di Auschwitz: persone considerate non umane dai barbari nazisti, bambini in gabbia separati dalle madri, uomini che si sono tolti la vita per la perdita dei loro cari.
Ebrei gettati nel fuoco come legna nel camino, Ebrei bastonati come fossero cani. I nazisti spietati uccisero madri disperate e bambini malnutriti. A questo dramma, a questo tragico peccato è stato dato il nome di SHOAH.
N.B. Nella foto il campo di concentramento di Fossoli.
Poesia: A mia sorella (Alda Merini)
Il nostro viale era il mattino,
silenzioso, mattino di aprile,
immote come fanciulle
scendevamo nell’aia
dei nostri sogni infiniti,
qualcosa ci consolava
la ridente e giocosa giovinezza,
eravamo come le capre
ci bastava un po’ d’erba
e un po’ di rorida acqua.
Adesso la tempesta ci avvelena,
e il nostro cuore é fatto sospettoso
dai mille pericoli di vita,
forse tremiamo per gli altri
ma in fondo siamo rimaste intatte
credenti in un Dio che non muore,
ma forse ci troveremo
oltre queste barriere
come angeli oscuri
che hanno patito la morte
ma che possono credere ancora
che oltre le mura del cielo
sorga una terra santa, edificante leggera,
la terra di tutti i fratelli.
(da:”la Poesia Luogo del Nulla”)
Ciao, Ilva! Buon viaggio…”.ma forse ci troveremo
oltre queste barriere
come angeli oscuri
che hanno patito la morte
ma che possono credere ancora
che oltre le mura del cielo
sorga una terra santa, edificante leggera,
la terra di tutti i fratelli.
Poesia: A volte ritorniamo… (Alfonso Brezmes)
A volte ritorniamo sulle pagine
dove una volta siamo stati felici.
È facile come lasciare che corrano
all’indietro tra le dita,
tornare ai segni che abbiamo lasciato,
a quelle brevi note con cui
volevamo indicare a un altro lettore
che proprio lì doveva fermarsi.
Basta cercarle per vedere
che non sono più le stesse:
qualcosa è cambiato in questo breve
intervallo in cui ce ne siamo andati.
Tornare è un altro modo di misurare
la grandezza incerta della ferita.
Non conoscevo questo poeta spagnolo contemporaneo, ma mi pare molto interessante. In questa poesia mette il dito su una verità che tutti conosciamo: come i ricordi deformano la realtà di quanto si è vissuto o come l’esperienza vissuta faccia vedere in tutt’altra luce le cose del passato. Mi spiace non conoscere lo spagnolo; penso che nella lingua originale questi versi sarebbero anche più suggestivi.
Vorrei scalare un monte. (poesia)
Fissare, in un cielo senza contorni,Limpidi voli perduti nel tempo
Vorrei scalare un monte per sentireLe mie urla che feriscono il silenzio, divino.La verità nascosta che trema.
Vorrei scalare un monte per rinascereFermare le pagine dei giorni anche se per pocoTenere con due dita la mia storia, nel vento.Che pace (Grazia Rapisarda)
Poesia: Giorno d’autunno (R. M. RILKE)
Signore: è tempo . Grande era l'arsura . Deponi l'ombra sulle meridiane, libera il vento sopra la pianura. Fa' che sia colmo ancora il frutto estremo; concedi ancora un giorno' di tepore, che il frutto giunga a maturare, e spremi nel grave vino l'ultimo sapore. Chi non ha casa adesso, non l'avrà. Chi è solo a lungo solo dovrà stare, leggere nelle veglie, e lunghi fogli scrivere, e incerto sulle vie tornare dove nell'aria fluttuano le foglie.
La poesia inizia con una preghiera per chiedere a Dio che si ripeta la magia dell’autunno, che ferma il tempo sulle meridiane e fa maturare gli ultimi frutti; prosegue poi con un pensiero dolente per chi è solo (forse il poeta stesso): le notti sempre più lunghe lo vedranno vegliare sui libri e scrivere pagine e pagine per riempire la sua solitudine. Avrà qualche volta anche il desiderio di camminare per le strade buie, accompagnato solo dal cadere delle foglie.
Quanto assomigliano,alle mie, le notti autunnali di Rilke!
Poesia: Nella nebbia (G. Pascoli).
Oggi, 1° Settembre, è comparsa la nebbia, come a ricordarci che l’estate è finita e che comincia da oggi l’autunno meteorologico.
Il sole, di prima mattina, si intravvedeva appena, circondato da un alone dorato e tutto intorno le case, gli alberi e ogni cosa erano immersi in una lieve nuvola lattiginosa.
Molte poesie sono ispirate alla nebbia, che sa creare atmosfere ovattate e magiche; tra di esse ho scelto questa di Pascoli.
Nella nebbia
E guardai nella valle: era sparito
tutto! Sommerso! Era un gran mare piano
grigio, senz’onde, senza lidi, unito.
E c’era appena, qua e là, lo strano
vocio di gridi piccoli e selvaggi;
uccelli sparsi per quel mondo vano.
E alto, in cielo, scheletri di faggi,
come sospesi, e sogni di rovine
e di silenziosi eremitaggi.
E un cane uggiolava senza fine,
nè seppi donde, forse a certe peste
che sentii, né lontane né vicine. (G. Pascoli)
Forse il Pascoli osserva il panorama da un’altura e la nebbia sotto di lui forma quasi un mare grigio e immobile; il silenzio è interrotto dai brevi richiami degli uccelli, dal monotono uggiolare di un cane in un casolare lontano e dal rumore di passi provenientii da chissà dove.
Dalla nebbia più densa vicina al suolo, spuntano, come sospesi nell’aria, le cime dei faggi e i resti di casali cadenti .