La scuola: un ottimo affare!!!

In Italia iscrivere un bambino a scuola non e` un grosso problema, almeno per quanto risulta alla mia esperienza : ogni paese , ogni quartiere ha la sua scuola di riferimento e li` sai che non ti negheranno l`iscrizione, se sei in una citta` con piu` scuole puoi anche scegliere quella che ti ispira piu` fiducia…e se hai i mezzi e hai esigenze particolari di orario o altro solo allora ti rivolgi alla scuola privata.

Qui a Londra invece la scelta della scuola per tuo figlio e` un assillo ricorrente per i genitori, che cominciano ad occuparsene gia` anni prima dell`inizio dell`obbligo scolastico. Le scuole statali sono in genere frequentate da bambini provenienti da famiglie poverissime e spesso emarginate con tutti i problemi di sicurezza che cio` comporta , inoltre dette scuole  propongono orari poco conciliabili con le esigenze di genitori che lavorano entrambi e quindi questi devono rivolgersi alle scuole private.

La scuola privata frequentata da mio nipote si ispira al metodo Montessori, cosi` almeno e` scritto sulla carta, ma nessuno puo` controllare perche` poco o nulla si sa delle attivita` svolte.  Non offre nemmeno un servizio mensa e a mezzogiorno i bambini si mangiano panino , yogurt e frutta portati da casa, anche se la retta supera le mille sterline al mese.  Gli insegnanti poi non si preoccupano molto dello svolgimento di un programma, tanto  ci pensano i genitori a istruire i loro figli.

Infatti a sette anni e poi ancora a undici anni i bambini vengono selezionati da varie scuole e superare l`esame vuol dire assicurarsi il diritto a una buona istruzione (sempre a pagamento), cosi` la mamma si preoccupera` ogni sera dopo il lavoro o nei week end di insegnare al proprio figlio tutto cio` che e` previsto per il superamento dell`esame. Naturalmente tutto questo ha portato al fiorire di un businness gigantesco: le librerie sono piene di eserciziari graduati per le varie eta` e, sempre  naturalmente , sono proposti esercizi anche molto difficili per i bambini cui sono diretti, cosi` l`ansia dei genitori aumenta e compreranno sempre nuovi eserciziari.

Vedendo il tipo di prove , che i bambini devono affrontare , viene da pensare che poiche` quasi nessuno puo` rispondere esattamente a tutte, cio` rendera` facile motivare le esclusioni, e la selezione avverra`tenendo conto anche di altri criteri.

A conclusione di questo post, che non vuole essere che l`esposizione di quanto sono riuscita a capire in queste mie visite ricorrenti nella “perfida Albione”, mi sento di consigliare, a chi volesse far soldi in questo paese, di aprire una scuola per bambini dai quattro ai sette anni :  si possono reclutare insegnanti anche non molto esperte, i genitori non reclamano e le rette assicurano ottime entrate….

Vent’ anni fa….

Carmela, una collega che ho conosciuto 20 anni fa e con la quale ho avuto il piacere di condividere un anno di insegnamento , mi ha inviato tramite Facebook questo messaggio che mi ha profondamente commosso e che, col suo permesso copio qui :
“Domani sarà un inizio di anno scolastico particolare: sono passati esattamente 20 anni da quel 15 settembre 1994 in cui, dopo anni di scuole private e supplenze, cominciai l’anno scolastico come insegnante di ruolo a Erba. Come é capitato per molte altre volte in questi anni era il giorno del mio compleanno, ma quello era l’ultimo dei miei pensieri. Ricordo tutto di quel giorno e di quel periodo particolare: ero impaurita e a disagio, non conoscevo niente e nessuno e mi sentivo inadeguata. Ma ricordo anche il sorriso accogliente di Diana Catellani, insieme a Lina B., la collega piu’ cara incontrata in questi anni. Mi presentò i bambini parlandomi di ognuno di loro e mi coinvolse nella lezione come se avessimo sempre lavorato insieme. Nel corso di quell’anno piuttosto complicato fu per me una guida e un punto di riferimento: ebbi modo di scoprire la persona speciale che era, ed oggi, quando leggo gli elogi e i complimenti che le fanno tutti, capisco ancor di più quanto io sia stata fortunata ad averla conosciuta personalmente.
In quei giorni di 20 anni fa insieme a me c’erano i suoceri di mio fratello, mi accompagnarono a scegliere la sede e mi aiutarono a trovare casa. Fu anche grazie a loro se quel periodo fu meno duro: ci divertimmo molto, girando per i paesi della zona, a prendere in giro le usanze del posto diverse dalle nostre. Oggi non ci sono più, ma spesso mi capita di ripensare a loro con affetto proprio ricordando quei giorni in cui mi fecero da mamma e papà.”

Grazie, Carmela! Anche per me sei un bel ricordo. Forse non merito tutte le parole gentili che mi hai dedicato, ma mi hanno fatto tanto piacere.  Un affettuoso abbraccio. Diana

Costruiamo un pezzetto di pace.

Se fossi un ingegnere, credo che vorrei costruire ponti.

I ponti mettono in comunicazione mondi che sarebbero rimasti lontani ed estranei l’ uno all’ altro. Quando non ci si conosce ci si guarda con sospetto o con invidia , attribuendo all’ altro pensieri e intenzioni che sono solo il riflesso del nostro disagio, delle nostre paure. Ma se si può attraversare un ponte e imparare a conoscere chi sta dall’ altra parte , ecco che si capisce che quella che sembrava ostilità è solo difficoltà a decifrare una realtà nuova……

Il ponte principe per incontrare chi viene dall’ altra parte del fiume o dall’ altra parte del mare o dalla parte opposta del mondo è la possibilità di parlare, di capire e di farsi capire . Per questo anche quest’ anno sotto il patrocinio della Caritas di Erba riprenderanno i  corsi della “Scuola di italiano per stranieri”. Sono corsi gratuiti tenuti da volontari che regalano un po’ del loro tempo per costruire il ponte della comunicazione, che potrà permettere a chi è venuto da lontano di trovare più facilmente occasioni di inserimento. Anche questo è un modo per contribuire alla costruzione di un pezzetto di pace.

C’ è  bisogno di allargare la squadra dei volontari , per questo invito quanti , comprendendo l’ importanza di questa iniziativa, sentono di potersi unire alla nostra squadra. Non sono richiesti titoli specifici per l’ insegnamento , ma la buona volontà di mettersi al servizio di una iniziativa che vuole costruire la pace e la collaborazione nelle nostre comunità.

Spero che qualcuno in Erba e dintorni voglia accogliere questo appello e decida di venire alla riunione  di giovedì 11/9/14 alle ore 20,45 , presso la Casa della Gioventù di Erba .

Settembre per me….

Settembre per me , quando ero piccola, era il mese in cui seguivo mia madre che andava a lavorare per la raccolta delle mele o del mais o per la vendemmia nelle fattorie dei dintorni, poi è stato il mese dei compiti delle vacanze da finire e dei preparativi per il nuovo anno scolastico (primo fra tutti la ricerca dei libri di testo usati).

Da neo-diplomata , disoccupata, settembre era il mese in cui mi impegnavo nel preparare i ragazzi per l’ esame di riparazione: ricordo tanti volti e tante piccole storie che hanno riempito quei giorni.

Più tardi settembre è diventato il periodo in cui cominciavo a preparare il materiale didattico (soprattutto se sapevo di avere bambini delle prime classi) per l’ anno  che stava per cominciare. Quando infine è cambiato il calendario scolastico, settembre (o almeno la prima metà ) è diventato il mese delle riunioni infinite, delle programmazioni, dei progetti, delle lunghe dispute su orari e giorni liberi….in preparazione dell’ incontro con gli alunni.

Ora i supermercati che traboccano di zaini, quaderni, materiale scolastico vario, mi riportano indietro nel tempo e mi dicono quanto tempo è passato…

Due notizie ….per riflettere…

Ha fatto giustamente scalpore la notizia della lezione tenuta dal comandante Schettino alla Sapienza   e bene sta facendo il rettore a prendere le distanze da quell’ iniziativa a dir poco sconcertante…. Siamo d’ accordo: Schettino non è stato ancora condannato ed è logico ritenere che non sia stato il solo a sbagliare nella notte tragica dell’affondamento della nave da crociera Concordia , ma da questo a proporlo come modello educativo e di professionalità mi pare che ce ne manchi…. E mi spiace per i giovani universitari che si son visti proporre una simile iniziativa ….probabilmente il docente responsabile dell’ evento li stimava molto poco ….

C’ è un’ altra notizia che ha come protagoniste invece due ragazze di 20 e 21 anni. Sono andate in Siria, in una delle zone più calde del mondo , sia per la guerra civile sia per l’ avanzare del fanatismo di matrice islamica ( notoriamente poco indulgente con le donne che si espongono in pubblico- è di pochi giorni fa la condanna delle donne che sorridono in pubblico pronunciata da un viceministro turco) . Il motivo della loro spedizione è senz’ altro encomiabile ed esse meritano tutta la mia ammirazione. Tuttavia mi pare sia stato molto imprudente da parte di chi  ha autorizzato questa missione lasciare partire due ragazze così giovani da sole…….C’ è stato certamente un errore di valutazione  della situazione e una sopravvalutazione di quanto due ragazze ventenni  potessero fare per affrontarla…

Una bianca, uno giallo, una nera…

Alla scuola per stranieri, nella classe seguita da me, in questi giorni ci sono pochi studenti: forse qualcuno ha trovato lavoro, forse qualcun altro invece è partito in cerca di lavoro altrove o più semplicemente qualcuno preferisce fare altro vista la bella stagione.

Ieri erano solo in tre e questo ci ha permesso di parlare più liberamente tra di noi. Ognuno ha storie particolari da raccontare….

C’è S. , giovane mamma turca, che mostra, con gli occhi che le brillano di orgoglio, le foto  della sua bambina vestita  da principessa nel giorno di Carnevale. E’ una bambina veramente graziosa; nella foto appare insieme ad una sua amichetta e allora S. mi racconta che è la figlia di una sua amica che è morta recentemente all’ improvviso, lasciando il marito e tre figli. Il sabato e la domenica  S. ospita i bambini orfani a casa sua, per far loro sentire meno la mancanza della mamma.

C’è X., che viene dalla Cina. Lo credevo poco più che un ragazzino con quella sua faccina pulita e sempre sorridente. Ecco invece che scopro che è già padre di una bambina di cinque anni. Ora lei vive in Cina coi nonni, ma X.racconta, con quel suo linguaggio stentato e senza “R,” che a novembre andrà  a prendere la sua bambina per portarla qui: potranno vivere insieme !!! E la sua gioia è proprio evidentissima.

C’è poi S., che viene dal Senegal. E’ giovane e bellissima, con uno spiccato senso estetico, che traspare da come si veste, da come copre con eleganza i suoi capelli (è musulmana), da come ama ornarsi con bijoux di buon gusto. Grandi occhi dolcissimi e neri, pelle di luna, sorride spesso mostrando denti bianchissimi e regolari e intanto sulle guance le si disegna una simpatica fossetta . E’ qui da appena un anno, ma ha già imparato ad esprimersi abbastanza bene nella nostra lingua, anche se  gli articoli e le preposizioni fanno ancora brutti scherzi. Lei racconta che per venire  qui a scuola per le nove, deve prendere un pullman  alle 7.10  e aspettare poi più di un’ ora l’ inizio delle lezioni. Racconta anche che insieme a suo marito sta risparmiando i soldi per tornare in Senegal quest’ estate a riabbracciare le famiglie. E da come racconta si sente che questa è una cosa molto importante per lei.

Sono  proprio dei bravi ragazzi e nonostante le loro facce variamente colorate, penso che assomiglino tanto ai miei figli…

La strabomba.

La strabomba

Due giorni fa è morto Mario Lodi, un grande maestro di scuola. Per ricordarlo copio qui una delle sue belle favole….

LA STRABOMBA.

Nella sua fabbrica padron Palanca faceva le bibite con gli scarti del petrolio. Ma nessuno comprava quelle bibite perché erano nere e facevano venire il mal di pancia. Allora inventò un bel carosello per convincere la gente. Tutti bevevano e lui diventò ricco, ricchissimo, quasi come il re. I ricchi sono sempre amici dei re e anche padron Palanca lo diventò. Una sera andò a cena nel suo castello e gli disse: “Facciamo una grande guerra! Io ti costruirò la strabomba e tu mi darai cento stramilioni. Io diventerò il più ricco del mondo e tu il re di tutta la terra”.
“Bene” disse il re. “Ma come si fa convincere la gente a fare la guerra per noi?”.
“Ci penso io” disse padron Palanca. Diventò capo della TV e fece un telegiornale bello come carosello e tutte le sere diceva: “È bello combattere e morire per me e per il re”.
E la gente credeva alle sue parole bugiarde come beveva le sue bibite nere.
Intanto padron Palanca nella sua strafabbrica nuova costruiva la strabomba, gli aeroplani, i carri armati, i fucili, e tutto quello che occorreva per fare la grande guerra. E vendette tutto al re per cento stramilioni. Il giorno della guerra la gente, in piazza guardava sul teleschermo il re e il generale Palanca. Il generale diceva: “La guerra è incominciata. Fra poco vedrete l’aereo che sgancia la strabomba sul nemico che non sa niente. Noi siamo più forti e vinceremo. Viva me e viva il re”.

L’aereo era arrivato sulla città più grande del mondo. Il generale ordinò: “Butta la strabomba”. Il pilota guardò giù e vide i bambini che giocavano. E pensò: “se sgancio li ammazzo!” E volava, volava, sulla città che brillava al sole. E non ubbidiva.
“Butta la strabomba sul nemico!” Urlò il re arrabbiato.
Il pilota volava e diceva: “Vedo solo bambini e gente che lavora… il nemico non lo vedo… il nemico non c’è”.

Il re e il generale gridarono:” Sono loro il nemico! Sgancia e distruggili”. Ma il popolo e i soldati urlarono tutti insieme: “NO!”.
Urlarono tanto forte che il pilota li sentì. Allora tornò indietro, volò sul castello e disse al re: “La bomba la butto addosso a te!”.
Insieme al generale il re scappò e da quel giorno un’altra storia incominciò.
In tutta la terra una storia senza guerra.

Nella realtà ci sono molti re e molti padron Palanca e così sono tante le guerre che affliggono il mondo portando povertà, fame e sofferenze di ogni genere; purtroppo, invece, non ci sono tanti piloti che, prima di lanciare le strabombe , guardano giù….

Tra donne: politica estera…. spicciola….

Sono nell’ aula della scuola di italiano per stranieri e sto consultando un po’ di materiale didattico in attesa che arrivino gli “studenti”. Dopo un poco arriva L., una signora ucraina, e , sapendo che è da poco tornata dal suo paese dove è andata per Natale, chiedo:- Cosa sta succedendo nel tuo paese? Ho sentito brutte notizie!- L. risponde:– Sì, brutte notizie! Quasi guerra ! la gente è molto arrabbiata…. la gente non può sopravvivere…Questo governo non  aiuta la gente..

Nel frattempo arriva anche S., che viene dall’ Andalusia e chiede:- Ma c’ è una dittatura in Ucraina? Chi ha eletto questo governo?-

L. : – Ci sono state elezioni normali, ma hanno detto bugie; ad esempio: ti dicono che lì dove tu vedi un bosco , dietro c’è una città…..ma dopo elezioni tu vedi che c’è solo un bosco, niente è come ti avevano detto… In Ucraina al supermercato tutto costa come qui; però qui gli stipendi sono 800/1200 euro al mese, ma in mio paese stipendi sono 100 euro al mese!!! Non è possibile! Non è possibile sopravvivere…-

S. allora parla del suo paese e dice che anche in Spagna si può sopravvivere, ma punta il dito contro la corruzione……e io devo convenire che a questo riguardo qui da noi non è certo molto meglio….