UTE: La dinamica della litosfera e la formazione delle montagne. (D. Sassi)

La litosfera, o crosta terrestre, non è così fissa e statica come si è pensato per moltissimo tempo. La Terra ha circa 4miliardi e mezzo di anni, ma gli oceani non hanno più di 200milioni di anni …è logico chiedersi se è esistito un periodo (lunghissimo per la verità) in cui non esistevano gli oceani…

La conoscenza e la rappresentazione del mondo  è stata molto approssimativa fino a pochi secoli fa e la teoria creazionista contribuiva a rafforzare l’idea che il mondo fosse immutabile: se Dio lo aveva creato così, era certamente il migliore dei mondi possibili e non poteva certo cambiare..

Nell’800 però gli scienziati, constatando come molte rocce fossero il risultato del raffreddamento di una massa magmatica, arrivarono a formulare l’ipotesi che inizialmente la Terra fosse un’enorme palla di fuoco, poi raffreddatasi via via. Le montagne perciò vennero spiegate come le “grinze” che si erano formate in superficie durante il raffreddamento.

Nel 1912 il climatologo e geologo tedesco Wegener, si applicò nell’approfondimento di una teoria già formulata da alcuni studiosi nel ‘600: le terre emerse, un tempo, dovevano essere tutte unite tra loro; lo avevano dedotto dalla forma dei continenti, che erano complementari, ma questo non era una prova sufficiente a confermare la loro teoria. Wegener attraverso lunghe ricerche constatò  che sulle opposte rive dell’Oceano Atlantico si trovavano gli stessi tipi di fossili, risalenti a più di 200milioni di anni fa, mentre la fauna attuale era totalmente diversa. Come spiegarlo? Continue reading “UTE: La dinamica della litosfera e la formazione delle montagne. (D. Sassi)”

Il Papa in Iraq.

E’ stato un ritorno nella Terra di Abramo, dove tutto ebbe inizio.  Francesco, il Papa che fa della fratellanza universale (fratellanza che si estende anche alla natura) il cardine del suo papato, non si è dimenticato, come purtroppo è successo ai media internazionali, dei fratelli iracheni, martoriati da guerre ricorrenti in questi ultimi decenni.

Lo ha spinto in quei luoghi antichi l’amore per l’esigua e coraggiosa comunità cristiana, ma anche l’amore per un popolo che ha molto sofferto e che ora è impegnato in una difficile opera di ricostruzione. Ha voluto ricordare  a tutti che se le sofferenze non si possono dimenticare, è però necessario non inseguire progetti di rivalsa o di vendetta che porterebbero solo altro dolore. Ha voluto dare speranza a chi si è visto togliere tutto e non ha più nemmeno la possibilità di immaginarsi un futuro. Ha voluto affermare che la fede non giustifica mai la violenza: il Dio unico, in cui tutte le religioni monoteiste credono, è Creatore e Padre di tutti gli uomini che quindi non hanno altra possibilità di salvezza che amarsi, come fratelli.

Si può solo auspicare che l’esempio di coraggio e di vera carità che Francesco ha dato al mondo intero possa smuovere i cuori induriti dal dolore, dall’odio e dall’indifferenza e segni un punto di ripartenza verso la pace in quelle terre da troppo tempo dilaniate da lotte fratricide.

7 Marzo 2021: Auguri, Vanna!

Oggi Sr. Giovanna, mia sorella, festeggia il suo 78° compleanno, circondata dall’affetto devoto di tutte le sue consorelle, che la assistono con ammirevole affetto in questo momento non facile per lei.

Per farle i miei auguri, riascoltiamo le parole con cui lei stessa (sul sito della diocesi di Carpi) aveva raccontato tempo fa la storia della sua vocazione:

La mia Vocazione

E’ sempre cosa difficile il tradurre in linguaggio umano una forte esperienza spirituale. E penso che lo sia in modo particolare il poter dire come è nata la propria vocazione
religiosa.
Nel lontano 1958, quando avevo 15 anni di età, il papa Pio XII mandò un riadiomessaggio ai giovani che io ascoltai con molto interesse. Era il tempo infatti in cui cercavo di capire la volontà di Dio nella mia vita… Un frase mi rimase impressa nel cuore e ricordo ancora il timbro sonoro e angelico della voce del Santo Padre che ad un certo punto disse ai giovani:

“FLORETE FLORES”…,LA VOSTRA VITA ACQUISTERA’ SIGNIFICATO E VALORE DONANDOLA, “UT DETUR”.

Con queste parole che mi risuonavano in cuore incominciai a fare un profondo discernimento PER COMPRENDERE I DISEGNI DI DIO SU DI ME.

Circa due anni dopo mi fu possibile rispondere alla chiamata del Signore entrando in un monastero di Vita Contemplativa : Le Clarisse Cappuccine di Carpi.

In fondo al cuore sentivo forte il desiderio della Missione ma nello stesso tempo mi sembrava che quel “UT DETUR” che mi risuonava in cuore potesse trovare una realizzazione più completa… Dopo pochi anni si presentò la possibilità di una nuova scelta: incrementare la vita dell’Ordine nella Missione della Thailandia dove allora c’era un unico monastero. Mi offersi con tutto il cuore pensando di poter realizzare così in modo più profondo la mia totale offerta al Signore . Era l’anno 1968.

Il 5 Novembre prossimo compirò i miei 37 anni (n.d.r. ora sono 53) di Missione. Missione che ho amato e a cui ho donato tutta me stessa. Il Signore si è servito di questo umile strumento per la diffusione dell’Ordine delle Clarisse Cappuccine in questa terra in cui i cristiani sono ancora un piccolo gregge, ma i monasteri ora sono sette con più di 100 suore professe. Ne sia ringraziato il Signore.

Auguro a tanti altri giovani di poter sentire e rispondere generosamente alla chiamata del Signore e di fare della propria vita un DONO per Dio per i Fratelli.

CATELLANI Suor GIOVANNA
(Convent Mater Ecclesiae – Ban Saeng Arun Thabsakae
77130 Prachuab – THAILANDIA)

Tanti auguri, Vanna!

Ai giovani d’oggi. (D.B)

GiovaniOggi i giovani e  i giovanissimi/ manifestano blasfemia e volgarità,/sui social insultano anche gli sconosciuti.

Penso che la gioventù/ debba essere educata e rispettosa;/ penso che debba dedicarsi allo studio/ e  liberarsi dalla volgarità.

 

La nostra Africa.

Riporto qui sotto la conclusione di un articolo che compare sul sito di Romano Prodi.  Lui conosce bene i problemi dell’Africa. Credo anch’io che impegnarsi a fondo per stabilizzare quel continente sia un primario interesse di tutti noi Europei e la lettura dell’articolo citato ne dice bene le motivazioni.

L’Africa ha bisogno di noi, ma noi abbiamo e avremo sempre più bisogno di un’ Africa stabile e democratica: per questo si impegnavano l’ambasciatore Attanasio e il suo collaboratore Iacovacci e continuare la loro opera sarà il modo migliore per onorarli.

L’unica strada percorribile per salvare l’Africa è infatti quella di aiutarla a salvare se stessa, non solo con gli aiuti economici, ma con una vicinanza attiva, indirizzata a favorire lo sviluppo di un continente che, già ora, conta un miliardo e trecento milioni di abitanti, ma che nel 2050 arriverà a oltre due miliardi per raggiungere, a fine secolo, l’incredibile cifra di quattro miliardi: il 40% dei cittadini di tutto il pianeta.

Il nostro futuro dipende quindi totalmente dal livello di sviluppo, di equilibrio interno e di stabilità di questi miliardi di nostri vicini di casa.

Credo che aiutare l’avvicinamento a questi obiettivi sia il modo migliore per tenere viva la memoria di Luca Attanasio. Il nostro ambasciatore ha infatti sempre affiancato alla sua opera di raffinato diplomatico, una  personale passione per aiutare gli africani a costruire un loro migliore futuro al nostro fianco. Ed è morto proprio mentre stava concretamente portando avanti questo disegno. (http://www.romanoprodi.it/strillo/luca-attanasio-morto-mentre-aiutava-gli-africani-a-costruire-un-futuro-migliore-al-nostro-fianco_17441.html)

 

Dote e niente eredità.

Molto interessante questo articolo di “Avvenire”,

Ci fa ripercorrere il doloroso cammino che le donne hanno dovuto compiere nel corso dei secoli.

Da sempre oggetto di mercato tra famiglie o costrette alla clausura forzata, hanno pagato sempre il prezzo più caro alla società del loro tempo. E non è che tutta questa discriminazione sia solo un ricordo, anzi…. anche oggi la parità di stipendio a parità di mansioni è ancora un sogno, in pandemia il 90% di coloro che hanno perso il lavoro sono donne, se in famiglia qualcuno deve pensare al part-time toccherà certamente alla moglie e questo significherà poi una pensione minore e minore capacità di acquisto.

Per fortuna  l’istituto della dote in sostituzione dell’eredità  è tramontato, ma chissà quando si arriverà al riconoscimento di una parità effettiva di diritti d e di doveri.

 

Prove d’arte.

In questi giorni sto coinvolgendo i miei nipoti, Samuele e Davide (13 e 14 anni), nella pubblicazione di loro composizioni su questo blog, che è nato proprio pensando a tutti i miei nipoti.

Davide si è scoperto poeta/filosofo e mi manda le sue riflessioni; Samuele mi ha mandato i suoi disegni: alcuni sono molto ben eseguiti, altri sono molto originali come tema e come impostazione. Ne

tempo di coronavirus
tempo di coronavirus

pubblico qui  un paio, visto che, dopo averli aperti con Paint, la piattaforma di questo blog non mi consente di pubblicare gli altri.

cane di SamuFoto da Diana Catellani

UTE: le crisi di governo.

Siamo in piena crisi di governo e mai lezione fu più legata all’attualità come quella di oggi del dr. Spagnuolo, che ci ha accompagnato attraverso le crisi de nostri  75 anni di vita repubblicana. I governi, in teoria, dovrebbero durare in carica 5 anni come il Parlamento, ma non è mai accaduto, infatti la vita politica del nostro paese è da sempre caratterizzata dalla precarietà dei governi: se ne sono susseguiti ben 70 dal 1945 ad oggi, un vero record!!

Tra questi si ricordano anche tre governi tecnici, cosiddetti perchè guidati e composti anche da esperti nei vari campi amministrativi, ma in effetti quando un governo ottiene la fiducia del Parlamento non è più solo tecnico, ma anche politico.

Nel nostro ordinamento politico il popolo delega la sovranità ai suoi eletti , i quali eleggono a loro volta il capo dello Stato, il quale nomina il primo ministro, che può anche non essere membro del Parlamento; il primo ministro propone i nomi dei titolari dei vari dicasteri che devono essere approvati dal Capo dello Stato. Il governo deve poi ottenere la fiducia di entrambe le Camere e resta in carica finché non viene sfiduciato anche da una sola Camera.

Uno dei motivi che causano l’instabilità politica del nostro paese è da ricondurre al fatto che gli eletti non hanno vincolo di mandato e quindi possono cambiare gruppo parlamentare in ogni momento (questo è stato voluto dai Padri Costituenti, che ben ricordavano il tempo della dittatura), ma forse l’instabilità politica non fa che rispecchiare l’individualismo esasperato di noi italiani, sempre pronti a dividerci su qualunque argomento e sempre pronti a spaccare il capello in quattro e a formare nuovi partiti così come se se trattasse di formare una squadra per giocare a calcetto nella palestra parrocchiale.

Ora il Presidente incaricato di formare il nuovo governo è Mario Draghi, una personalità il cui valore e la cui competenza sono riconosciuti in tutto il  mondo per le alte cariche da lui ricoperte in tempi di gravi difficoltà: a lui dobbiamo se l’UE e l’euro continuano ad esistere.

Draghi dovrà guidare il nostro Paese fuori da una crisi dalle dimensioni sconvolgenti, ma ha dalla sua parte l’appoggio morale e finanziario di un’Europa che ha trovato la strada della solidarietà e questo è motivo di speranza per tutti noi.