UTE: microbioma e microbiota (sintesi di A. D’Albis)- Il Pantheon dentro di noi

Il professor Sassi ci parla oggi dei microbi e dei batteri che si trovano nel nostro corpo. Ci dice che ogni persona è circondata da una nuvola di batteri assolutamente personale e univoca, che nessun altro al mondo ha. I batteri sono l’asse portante della vita sulla terra e anche del nostro corpo.

Essendo i gruppi di batteri che ricoprono il nostro corpo unici, sono come le impronte digitali, ci contraddistinguono e possono aiutarci a comprendere di più noi stessi.

microbiota-intestinaleIl docente passa, poi, a parlare del MICROBIOTA INTESTINALE. Esso è l’insieme di migliaia di microorganismi: batteri, funghi, virus e protozoi che si trovano nel nostro intestino e sono essenziali allo sviluppo del sistema immunitario.  Il Microbiota intestinale pesa circa 1KG e mezzo ed è composto da 500 specie di batteri diverse tra loro, divise in 45 generi e 14 famiglie. Alcune di queste famiglie sono utilissime perché aumentano la capacità dell’organismo di metabolizzare i carboidrati, altre possono diventare nocive. Continue reading “UTE: microbioma e microbiota (sintesi di A. D’Albis)- Il Pantheon dentro di noi”

Poesia: La pioggerellina di marzo.

Marzo ci sta portando la tanto attesa pioggia. Tutto era secco e arido, i fiori stentavano a fiorire, ma ora scende leggera, tranquilla una leggera pioggerella, una pioggerella gentile come quella della famosa poesia  che credo tutti abbiamo studiato alle elementari … eccola qui di seguito nella sua versione integrale.

LA PIOGGERELLINA DI MARZO ( di A. S. Novaro)

Che dice la pioggerellina
di marzo, che picchia argentina       la-pioggia-di-marzo
sui tegoli vecchi
del tetto, sui bruscoli secchi
dell’orto, sul fico e sul moro
ornati di gèmmule d’oro?

Passata è l’uggiosa invernata,
passata, passata!
Di fuor dalla nuvola nera,
di fuor dalla nuvola bigia
che in cielo si pigia,
domani uscirà Primavera
guernita di gemme e di gale,
di lucido sole,
di fresche viole,
di primule rosse, di battiti d’ale,
di nidi,
di gridi,
di rondini, ed anche
di stelle di mandorlo, bianche…

Che dice la pioggerellina
di marzo, che picchia argentina
sui tegoli vecchi
del tetto, sui bruscoli secchi
dell’orto, sul fico e sul moro
ornati di gèmmule d’oro?

Ciò canta, ciò dice:
e il cuor che l’ascolta è felice.
Che dice la pioggerellina
di marzo, che picchia argentina
sui tegoli vecchi
del tetto, sui bruscoli secchi
dell’orto.

UTE: linguaggio musicale e matematica – le sorelle Agnesi (sintesi di Angela D’Albis)

Alle 15.00 la professoressa Alessandra Zapparoli introduce la sua lezione su Maria Teresa Agnesi, compositrice milanese che si forma nei salotti milanesi del ‘700, facendoci ascoltare un’opera di Mozart, composta negli anni giovanili: l’Ouverture del “Mitridate re di Ponto”. Quando compose quest’opera, Mozart era giovanissimo, aveva solo 14 anni e si trovava a Milano. La docente ci fa notare che quest’opera ha già quel sapore che si viveva nell’ambiente culturale e musicale di Milano grazie a Maria Teresa Agnesi. Quest’ultima e sua sorella Maria Gaetana affrontarono delle discipline che erano patrimonio prettamente maschile: la Composizione e la Matematica. Le due sorelle si dedicarono allo studio di queste materie, arduo per delle donne del ‘700, grazie al padre che permise alle sue figlie di dedicarsi a studi non accessibili alle donne. Fino ad un certo punto, però, perché anche Maria Teresa dovette sottostare alla consuetudine del tempo che voleva la donna moglie e madre, si sposò ed ebbe figli, tuttavia continuò la sua carriera di compositrice. Ella riuscì ad ampliare la mentalità dell’epoca e compose opere che furono eseguite al Teatro di Milano. Addirittura, lei suonava il clavicembalo e dirigeva l’opera!
Maria Teresa Agnesi è stata una figura di grande spicco e di grande umanità, ci dice la docente, e aiutò la sorella con il Pio Albergo Trivulzio. Purtroppo, con la vedovanza diventò povera. La professoressa ci spiega che, nel ‘700, le donne che si esibivano in teatro non potevano essere pagate. Anche la sorella di Mozart, Anna Mozart, pur avendo grandi doti di compositrice, dovette lasciare e sposarsi a 18 anni.
La docente procede con l’ascolto di altre arie di Maria Teresa Agnesi e le paragona a quelle del grande compositore Handel. Ma mentre Handel è conosciuto in tutto il mondo e il suo nome si trova citato in tutti i libri di Storia della Musica, non è così per Maria Teresa Agnesi.
La professoressa ci fa ascoltare ancora il primo tempo di un bel concerto per clavicembalo nella struttura tipica del concerto barocco. Ogni concerto barocco, spiega, si divide in tre tempi: quello di mezzo più malinconico, andante, mentre il primo e il terzo risultano più allegri.
Da questo concerto emerge l’eccellente gusto di orchestrazione di Maria Teresa Agnesi.
Poi, ascoltiamo ancora il primo tempo di un concerto per cembalo in fa maggiore di questa compositrice che la docente paragona alle musiche del grande Johann Sebastian Bach.
Dopo tutti questi ascolti, la professoressa fa un’operazione molto interessante: ci mostra concretamente come viene composto un pezzo per strumento. Ci fa vedere la differenza tra le sue partiture e quelle di Maria Teresa, che sono state composte a due secoli di distanza. Poi, esibendosi al pianoforte, la docente ci dimostra che i rapporti matematici sono importanti quando si compone musica. Ci fa ascoltare una parte del Preludio n. 1 in do maggiore di Bach, prima autentico, in modo maggiore, e poi con una variazione matematica della professoressa, in tono minore. Le sensazioni sentite sono diverse e questo avviene cambiando un lieve rapporto matematico.
Quindi, l’universalità del sapere può confluire per creare un’arte.
La lezione termina con l’ascolto di altri brani, non solo di Maria Teresa Agnesi, ma anche dei figli di Bach e di Mozart.

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La lezione delle 16.00 comincia con una performance che ha come protagonisti la professoressa Zapparoli e il professor Pintaldi, tratta da “Il medico olandese” di Goldoni.
Dopo questa esibizione, molto divertente, il professor Pintaldi sottolinea che Goldoni, in questa commedia, parla di un libro di matematica, anche se nel ‘700 le scienze non erano ancora ben sviluppate. Anche la figura della donna non viene descritta come una persona ingenua, ma scaltra e intelligente.
Questa introduzione serve al professore per parlare della scienziata Maria Gaetana Agnesi, sorella di Maria Teresa. Questa donna era molto colta e viene ricordata per una sua grande intuizione: la famosa “VERSIERA”. La “versiera”, in geometria, è una curva del piano ed è caratterizzata da una forma a campana.

versiera

 

<costruzione e spiegazione della versiera
Maria Gaetana Agnesi la descrisse in un suo libro che ebbe subito diffusione mondiale. La “versiera” era già stata studiata in precedenza, ma fu Maria Gaetana Agnesi a chiamarla così.
Il professore ci dice una curiosità: il traduttore inglese del libro di Maria Gaetana interpretò la parola “versiera” come l’abbreviazione di “avversiera”, cioè “strega” e da allora è conosciuta come the “WITCH OF AGNESI (la Strega di Agnesi).
Il professor Pintaldi conclude la sua lezione invitandoci all’uscita organizzata per mercoledì 20 febbraio a
VILLA AGNESI ALBERTONI e il SANTUARIO DI MONTEVECCHIA
con la visita della Villa, del Salotto di Maria Gaetana Agnesi, dei giardini terrazzati del Parco Privato e del Santuario di Montevecchia.
Il professore ci seguirà nella visita insieme alla guida dell’agenzia dott.ssa SILVIA BRUSADELLI.
Arrivederci allora a mercoledì 20 per questa bella visita!
Maria Gaetana Agnesi la descrisse in un suo libro che ebbe subito diffusione mondiale. La “versiera” era già stata studiata in precedenza, ma fu Maria Gaetana Agnesi a chiamarla così.
Il professore ci dice una curiosità: il traduttore inglese del libro di Maria Gaetana interpretò la parola “versiera” come l’abbreviazione di “avversiera”, cioè “strega” e da allora è conosciuta come the “WITCH OF AGNESI (la Strega di Agnesi).
Il professor Pintaldi conclude la sua lezione invitandoci all’uscita organizzata per mercoledì 20 febbraio a
VILLA AGNESI ALBERTONI e il SANTUARIO DI MONTEVECCHIA
con la visita della Villa, del Salotto di Maria Gaetana Agnesi, dei giardini terrazzati del Parco Privato e del Santuario di Montevecchia.
Il professore ci seguirà nella visita insieme alla guida dell’agenzia dott.ssa SILVIA BRUSADELLI.
Arrivederci allora a mercoledì 20 per questa bella visita!

UTE: F.I.L. e Life skills (sintesi di A. D’Albis)

La dottoressa Todaro ha presentato due argomenti veramente interessanti. Nella prima parte, ha spiegato che cosa è il F.I.L. (Felicità Interna Lorda) e nella seconda parte ha chiarito cosa sono le Life Skills (Competenze Vitali) e ci ha indicato come il loro sviluppo possa farci raggiungere un certo grado di felicità.

Esaminiamo prima che cosa è il F.I.L.

Il F.I.L. è un nuovo concetto di felicità, concreto e possibile per tutti, ma non automatico. Il F.I.L. è possibile per le persone che lo conoscono e lo coltivano.

Il concetto filosofico di felicità, invece, è teorico, valido per tutti, ma irraggiungibile (concetto di Chimera).

Queste ricerche evidenziano quali sono gli elementi perché una persona possa ritenersi felice. Sono parametri oggettivi, che poi vengono rivisti  soggettivamente, cioè ognuno di noi percepisce questi parametri oggettivi come più o meno importanti.

La felicità interna lorda è un concetto per cui la felicità umana è possibile non perché si creano delle condizioni così favorevoli che corrispondono al nostro concetto di felicità, ma perché, a prescindere da quello che ci capita nella vita, abbiamo la capacità di saper godere di quello che si ha. Questo non è un accontentarsi, ma dare un senso a quello che si ha tanto da essere appagati e non soffrire per quello che manca. E’ una predisposizione interna.

La dottoressa ci illustra ora le 5 dimensioni della felicità:

Valori, cura di sé, tempo, progetti, relazioni.

Poi illustra le 6 caratteristiche chiave che, secondo i ricercatori, sono condivise dalle persone felici. Continue reading “UTE: F.I.L. e Life skills (sintesi di A. D’Albis)”

Poesia: Abbi cura di me. (Cristicchi)

Sono solo canzonette, diceva Bennato. Ebbene, non è sempre così: a volte le canzonette sono poesia e questa che Cristicchi ha presentato a Sanremo  per me è poesia vera e profonda.

Adesso chiudi dolcemente gli occhicristicchi

E stammi ad ascoltare

Sono solo quattro accordi ed un pugno di parole

Più che perle di saggezza sono sassi di miniera

Che ho scavato a fondo a mani nude in una vita intera

Non cercare un senso a tutto Perché tutto ha senso

Anche in un chicco di grano si nasconde l’universo

Perché la natura è un libro di parole misteriose

Dove niente è più grande delle piccole cose

È il fiore tra l’asfalto, Lo spettacolo del firmamento

È l’orchestra delle foglie che vibrano al vento

È la legna che brucia che scalda e torna cenere

La vita è l’unico miracolo a cui non puoi non credere

Perché tutto è un miracolo tutto quello che vedi

E non esiste un altro giorno che sia uguale a ieri

Tu allora vivilo adesso, Come se fosse l’ultimo

E dai valore ad ogni singolo attimo.

Ti immagini se cominciassimo a volare

Tra le montagne e il mare…Dimmi dove vorresti andare

Abbracciami se avrò paura di cadere

Che siamo in equilibrio Sulla parola insieme

Abbi cura di me Abbi cura di me

Il tempo ti cambia fuori, l’amore ti cambia dentro

Basta mettersi al fianco invece di stare al centro

L’amore è l’unica strada, è l’unico motore

È la scintilla divina che custodisci nel cuore

Tu non cercare la felicità semmai proteggila

È solo luce che brilla sull’altra faccia di una lacrima

È una manciata di semi che lasci alle spalle

Come crisalidi che diventeranno farfalle

Ognuno combatte la propria battaglia

Tu arrenditi a tutto, non giudicare chi sbaglia

Perdona chi ti ha ferito, abbraccialo adesso

Perché l’impresa più grande è perdonare se stesso

Attraversa il tuo dolore arrivaci fino in fondo

Anche se sarà pesante

Come sollevare il mondo

E ti accorgerai che il tunnel è soltanto un ponte

E ti basta solo un passo per andare oltre

Ti immagini se cominciassimo a volare

Tra le montagne e il mare

Dimmi dove vorresti andare

Abbracciami se avrai paura di cadere

Che nonostante tutto

Noi siamo ancora insieme Abbi cura di me

Qualunque strada sceglierai, amore

Abbi cura di me Abbi cura di me

Che tutto è così fragile

Adesso apri lentamente gli occhi e stammi vicino

Perché mi trema la voce come se fossi un bambino

Ma fino all’ultimo giorno in cui potrò respirare

Tu stringimi forte E non lasciarmi andare

Abbi cura di me

UTE: Non violenza – cervello e attività fisica. (sintesi di Angela D’Albis)

Alle 15.00 la professoressa Russo, continuando il suo discorso sulla violenza e non-violenza oggi, ci parla delle guerre attuali.

La guerra, sottolinea la docente, ha una prima e importante vittima: LA VERITA’. In effetti, nessuno vuole la guerra, sono i politici che devono decidere e spesso lo fanno nascondendo la verità. Riferendosi alle teorie di Goering (politico e generale tedesco durante il terzo Reich) e di Tucidide (storico e militare ateniese) la professoressa sottolinea come le guerre scoppino perché si convincono le persone che sono in pericolo e che per difendersi bisogna fare la guerra. Dire che bisogna difendersi è molto semplice e funziona sempre. Sia i politici, sia l’informazione non ci dicono la verità. Tucidide, circa 2.500 anni fa, ci diceva che quando scoppia una guerra la causa non ha nulla a che vedere col pretesto. Sono tutte giustificazioni.

Vediamo quali sono le giustificazioni di oggi. Qualcuna è nuova, qualcuna è vecchia. Una giustificazione attuale è la guerra al terrorismo. Ma chi sono i terroristi? A volte le stesse persone possono essere viste come terroristi da una parte e come eroi dall’altra. La professoressa ci fa l’esempio di Cesare Battisti, eroe per noi, terrorista e traditore per gli austriaci o Garibaldi, eroe per noi, terrorista per i Borboni.

Poi ci sono le guerre per motivi umanitari.  Si fanno le guerre col pretesto di difendere o liberare le persone. La guerra in Afghanistan, per esempio, è scoppiata prima per prendere Bin Laden, poi è continuata per liberare l’Afghanistan dai talebani; anche in Iraq abbiamo combattuto per liberare quello stato da Saddam Hussein.

Poi ci sono le guerre per la pace.  “ Si vis pacem, para bellum” ( se vuoi la pace, fai la guerra), dice un detto latino. Ma come si fa ad ammazzare per motivi umanitari, si chiede la docente? Sul sito dell’esercito italiano ha trovato un numero innumerevole di missioni militari “di pace”. Queste missioni in giro per il mondo ci costano tantissimo.

La professoressa ha parlato, poi, del traffico di armi. In Italia ci sono leggi severissime che vietano la vendita di armi senza il controllo del governo. In Italia, in realtà, passano fiumi di armi. Sembra che il governo “chiuda un occhio” su queste cose. In realtà, tutti i governi hanno una politica alla luce del sole e un’altra nascosta. Per fare questo gioco sotterraneo, entrano in ballo i “servizi segreti”.

In tutti i paesi è vietato vendere armi ai paesi in guerra, però scopriamo che questi paesi ne hanno tantissime. Questo succede grazie al sistema di “triangolazione”: si vendono armi a paesi non belligeranti che poi le rivendono a quelli in guerra. Purtroppo, anche la mafia si è inserita nel traffico di armi, con corrieri che danno droga in cambio di armi.

Per quanto riguarda le fabbriche di armi la docente ha detto che:

nel 1960 c’erano 69 fabbriche di armi in 30 stati;

nel 1999, 385 fabbriche in 64 stati;

nel 2004, 1200 fabbriche di armi in 92 stati. Sempre in aumento!

La docente passa a ora a illustrare la situazione delle armi nucleari. La maggior parte delle armi nucleari ce l’hanno gli Stati Uniti e la Russia. In Europa ci sono 200 testate nucleari americane posizionate contro la Russia di cui almeno 60 sono in Italia.

La docente conclude la sua lezione sottolineando che oggi le guerre non si dichiarano più perché non sono più gli eserciti a combatterle.

Si bombardano le città, si uccidono le persone e si dice che sono “effetti collaterali oppure che: ”sono stati usati come scudi umani”; si preferisce colpire i così detti “obiettivi molli” come ospedali, case farmaceutiche, serbatoi d’acqua, dighe e si i distruggono i campi.

Alcune guerre vengono fatte per liberare la terra dalla gente perché quelle terre sono ricche di risorse minerarie, o sono fertili, o sono zone strategiche.La gente le libera o morendo o scappando. Ci sono 68 milioni di profughi nel mondo. Noi pensiamo che siano poche le guerre, in realtà sono tante e sono tutte interne agli stati e in zone ricche di miniere.

Anche per la professoressa Russo il tempo è “tiranno”. Questo argomento sarà, quindi, ripreso nella prossima lezione!

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Alle 16.00, il dottor Lissoni ci parla degli effetti dell’attività fisica sul cervello e dell’allenamento fisico e mentale. Camminando velocemente o facendo una corsetta ci si rende conto degli effetti dell’esercizio fisico sul corpo. Infatti, essa aumenta la frequenza del polso e del respiro e si suda.

L’attività fisica, però, ha riflessi anche sulla mente e traduce miglioramenti dell’attenzione e dell’umore, liberando ENDORFINE che ci fanno “sentire bene”. L’Endorfina e la Morfina hanno effetti simili e creano dipendenza. Infatti, le persone abituate a essere attive sentono che manca loro qualcosa se non fanno attività fisica. Più intensa è l’attività fisica, più essa stimola il cervello e più aumentano le ENDORFINE.

L’attività fisica favorisce anche la produzione di una sostanza che nutre i neuroni e ne contrasta la perdita dovuta al passare degli anni. Inoltre, aiuta a recuperare i neuroni nell’ippocampo.

I vantaggi dell’attività fisica sull’organismo sono:

  • Controllo del peso
  • Contrasto dell’ipertensione
  • Riduzione del diabete.

I vantaggi dell’attività fisica sul cervello sono:

  • Produce BDNF (fattore neurotrofico cerebrale che contribuisce a sostenere la sopravvivenza dei neuroni già esistenti e a favorire la crescita e la differenziazione di nuovi neuroni. Nel cervello ha un ruolo importante per la memoria a lungo termin)
  • Contrasta l’atrofia senile
  • Protegge la sostanza bianca
  • Migliora il sonno
  • Riduce il rischio di demenza
  • Migliora l’umore
  • Stimola la neuro-genesi (cioè lo sviluppo di nuovi neuroni).

Per valutare come l’attività fisica migliori l’attività cognitiva ci sono dei test di memoria, di attenzione e fluenza verbale.Il dottore raccomanda di essere fisicamente attivi e sottolinea che non è mai tardi per cominciare. Bisogna stare meno seduti e muoversi maggiormente.  E’ anche importante mantenere regolarmente l’attività fisica.

Ma quale attività fisica va meglio per il cervello? Il dottore consiglia gli esercizi aerobici che, se praticati due ore e mezzo a settimana, aiutano ad aumentare l’attenzione e la memoria. Poi ci sono gli esercizi per rinforzare la muscolatura e quelli corpo-mente come yoga e tai-chi che associano movimenti, respirazione e pensiero. Il dottore consiglia di usare meno l’automobile e di camminare da fermi.

Se ci sono problemi fisici è meglio prendere qualche precauzione per evitare bruschi aumenti di pressione o altri problemi. Soprattutto camminare e fare le scale sono esercizi molto utili.

I risultati cognitivi dell’esercizio fisico non sono così rapidi come quelli sul corpo. Sul cervello i benefici non si manifestano prima dei 6 mesi.

E’ importante anche stimolare il cervello. E’ dimostrato che le persone che hanno condotto una vita con impegni intellettuali dispongono di maggiore riserva cognitiva e hanno meno rischi di demenza. E’ meglio cominciare da giovani ad accumulare riserve cognitive, Bisogna però operarsi a impegnarsi seriamente cercando di imparare cose nuove. Le attività efficaci per allenare il cervello non sono né speciali né costose. Tutto quello che facciamo può essere utile come esercizio, ma si deve cercare di attuarle al meglio, ponendovi particolare attenzione.

Il dottore consiglia di fare nuove esperienze, di allargare i propri orizzonti andando oltre la zona di confort. Apprendere una lingua straniera o perfezionare una che si sa male, imparare a suonare uno strumento, apprezzare la letteratura (non basta leggere), frequentare corsi di disegno o di cucina sono esempi di attività che possono aiutare il nostro cervello. Ogni volta che si allarga la conoscenza con una nuova competenza si sviluppano nuove reti neuronali.

Gli esercizi che il dottore consiglia sono anche quelli che si fanno con le parole crociate, il sudoko, i rebus, ma anche i giochi da tavola come alcuni giochi di carte, gli scacchi, la dama. Le attività culturali, come andare al cinema, a teatro, a concerti, arricchiscono la mente soprattutto quando la nuova esperienza si integra con l’apprendimento.

E’ importante viaggiare, parlare altre lingue, muoversi in città (è provato, infatti, che i tassisti abbiano più neuroni nell’ippocampo a causa della loro attività lavorativa). Meno consigliati sono i giochi al computer perché non esiste nessuna conferma scientifica che contrastino il declino cognitivo.

Il dottor Lissoni termina la sua interessantissima lezione dandoci appuntamento alla prossima nella quale parlerà del sonno e dell’importanza dell’interazione sociale.

Una storia che fa riflettere.

La storia che ha raccontato Marco meritava tutta l’attenzione possibile e per questo non ho voluto appesantirla con le  considerazioni, che questa storia  mi suggerisce.

Quante donne morivano allora di parto per le scarse cure e per le troppe fatiche?  E che infanzia avranno vissuto Santo, il suo fratellino e la sorellina appena nata, dopo la morte prematura della mamma?

Ma l’infanzia durava ben poco allora, se a 11 anni si andava in fabbrica o a lavorare nei cantieri, così come durava poco l’adolescenza.

Oggi a 19 anni i ragazzi sono ancora impegnati negli studi, a progettare il loro futuro, protetti ancora (e spesso troppo) dalla famiglia.  Santo invece ha dovuto indossare una divisa, impugnare delle armi, pensare a uccidere per non essere ucciso, lottare contro i disagi più atroci: il freddo delle steppe russe, la fame, la stanchezza mortale che ti induce a fermarti, ma sai che fermarsi vorrebbe dire la fine di tutto. E Santo ce l’ha fatta, ma solo per essere deportato nuovamente e poi la “scelta” di raggiungere i partigiani. Certo erano scelte dettate dalla necessità incombente di schierarsi, non si poteva restare neutrali e il coraggio te lo dovevi far venire per forza.

Ecco, riflettendo su storie come questa, sembra quasi impossibile che la gente non  voglia più sentir parlare di Unione Europea: se i giovani di oggi possono viaggiare liberamente da un paese all’altro, se possono studiare e vivere la loro gioventù senza l’incubo che un qualsivoglia contrasto fra paesi europei   scateni una guerra sanguinosa, lo dobbiamo a questi 60 anni di percorso verso l’UE che rendono anacronistico e impensabile (almeno si spera)  un ricorso alle armi per risolvere problemi tipo Brexit.