C’è un giudice…

martello del giudiceUn giudice di New York ha bloccato l’esecuzione del decreto di Trump contro gli ingressi di  gente proveniente da alcuni paesi musulmani. Viene subito da dire : C’è un giudice a New York!!!- parafrasando il detto “c’è un giudice a Berlino” e  volendo significare che alla fine la giustizia ha trionfato.

Ma come nasce questo detto? Guardando sulla rete ho scoperto una storia molto interessante svoltasi alla fine del 1700 in Prussia: Arnold, un mugnaio si vide togliere l’acqua che azionava il suo mulino da un proprietario terriero che aveva deviato il corso del fiume. Non potendo più macinare, non poteva più pagare l’affitto al padrone del mulino, che dopo un po’ gli impose lo sfratto. Arnold e sua moglie convinti di essere dalla parte della ragione ripetevano :c’è un giudice a Berlino ! E cominciarono una lunga battaglia legale, in cui ebbero più volte sentenze sfavorevoli, ma alla fine riuscirono a farsi ascoltare dal re Federico, che rese giustizia ad Arnold e condannò i giudici che avevano emesso sentenze inique.

E’ una bella storia, che però non ha un lieto fine, perchè alla morte di re Federico, il suo successore, per ingraziarsi la nobiltà, annullò quella sentenza e Arnold perse il suo mulino.

Teatro: La scelta.

Sono andata a teatro  a vedere “La scelta”.

Due attori, un uomo e una donna, sul palco raccontavano episodi veramente accaduti durante la guerra nell’ex-Jugoslavia. Gente che fino a pochi giorni prima aveva convissuto pacificamente senza curarsi di etichettare il vicino come diverso da sè, si è trasformata ora in carnefici e ora in vittime in uno scontro  feroce , che ha toccato abiezioni inaudite.

Ascoltare il racconto delle atrocità perpetrate via via da bosniaci, serbi o croati non è stato facile, ma ciò che mi ha consentito di continuare a restare nella mia poltrona è stato il raggio di speranza che ha illuminato ogni storia: in ognuna, una persona ha deciso di “SCEGLIERE” di restare umana, di non lasciarsi sopraffare dall’odio e di salvare dei propri simili in pericolo, anche se appartenevano a una etnia diversa.

Come già detto in un pos precedente, l’iniziativa si inquadrava nell’ambito degli eventi previsti in città per il mese della Pace, ma la casualità ha voluto che la rappresentazione avvenisse alla vigilia del Giorno della Memoria e questo ha fatto dire al protagonista come commento finale allo spettacolo, che si dovrebbe parlare di GIORNO DELLE MEMORIE : nel mondo ci sono stati e ci sono ancora tanti olocausti e tutti devono di essere ricordati come quello della SHOAH: tutti stanno a dimostrare a quali abiezioni si possa arrivare quando si negano i diritti fondamentali ai nostri simili.

Giocare col sole!

sole che rideGiovanni sta giocando da solo: lui è bravissimo a inventarsi giochi manovrando le sue macchinine. A un certo punto però sente il bisogno di muoversi,  comincia a correre intorno alla stanza e mi invita a fare altrettanto, ma io non posso: sto tenendo in braccio Gioele che è un po’ indisposto. Giovanni capisce e riprende la sua corsa, ma cambia pecorso e a un certo punto si trova ad avere negli occhi il sole che penetra dalla finestra e che  lo  acceca per un istante. Giovanni ride e ripete tante volte quel percorso, divertendosi sempre di più.

Ha trovato come compagno di giochi un raggio di sole!bimbo che corre

Cambiamenti … stimolanti…

Rientro a casa che è quasi sera e trovo nella cassetta della posta un cartoncino: qualcuno è passato per prendere la lettura del contatore del gas , ma io non c’ero e quindi mi invita a provvedere personalmente a inviare l’autolettura al mio fornitore…- Poco male – penso- domani provvederò….-

Poche ore dopo mi arriva la telefonata di un’amica anziana e sola, angosciata : anche lei ha trovato la stessa cartolina nella posta , perchè lei sì era in casa, ma  non apre a nessuno: ha troppa paura di ladri e truffatori e teme che anche in quella cartolina sia nascosto un qualche tentativo di truffa. La rassicuro: i suoi timori non hanno ragion d’essere,  un truffatore avrebbe agito diversamente. Le dico che c’è solo da mandare la lettura del contatore alla compagnia del gas, credendo di confortarla, invece ottengo l’effetto contrario: si angoscia ancora di più perchè lei non sa proprio come fare, non saprebbe da dove cominciare… Le dico subito che non deve preoccuparsi: è una cosa semplice e l’aiuterò.

Il giorno dopo eccomi munita di occhiali e del necessario per scrivere e vado dall’amica. Insieme leggiamo il contatore, prendiamo il codice cliente dalla fattura e chiamiamo il numero verde: al primo tentativo non risponde nessuno, ma al secondo tutto funziona come si deve e quando la voce al telefono conferma l’avvenuta registrazione della lettura, la mia amica si commuove : lei ormai certe cose nuove  non le sa affrontare e si sente a disagio in questo mondo che cambia vorticosamente……

A tutti i miei coetanei e a tutte le mie coetanee (70 o giù di lì) che dicono:”Ah, quando ci sono cose nuove io lascio fare ai miei figli” io raccomanderei invece di cercare di stare al passo con le nuove invenzioni e con le nuove procedure burocratiche fin che hanno la possibilità di farlo: un giorno potrebbero vivere più serenamente e  avere meno paura del mondo che li circonda. Noi siamo più fortunati di quelli che si sono visti piombare addosso le nuove tecnologie quando ormai erano troppo in là con gli anni, noi siamo ancora in tempo e possiamo ancora imparare.

I cambiamenti non devono paralizzarci, ma anzi ci devono stimolare a restare attivi e …in campana….

Un pomeriggio in musica alla Scala.

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Palco reale

La Scala di Milano, per avvicinare alla musica anche quelli che non possono permettersi il lusso di partecipare ai grandi eventi, organizza concerti pomeridiani per studenti e anziani.

Ieri si esibiva il “SETTIMINO ITALIANO”, sette valentissimi orchestrali della Scala che hanno formato un complesso per musica da camera, composto da due violini, una viola, un violoncello, un contrabbasso, un fagotto e un’arpa.

La star del gruppo è l’arpista, una musicista di fama internazionale, che sa trarre dal suo strumento delle incredibili, freschissime cascate di note limpide e dolcissime. E’ stato interessante anche scoprire la voce dolce e un po’ “scura” del fagotto, strumento che difficilmente riusciamo a “isolare” nel contesto dell’orchestra Il fagottista si è esibito con brio in un brano che Verdi, da giovane, aveva composto proprio per mettere in evidnza le particolari caratteristiche del fagotto. Durante l’esecuzione del “capriccio” lo strumentista accompagnava col corpo la musica che usciva dal suo strumento: si capiva che per lui suonare è divertimento e piacere. L’accostamento tra le note argenine  dell’arpa e quelle più sommesse del fagotto creava un contrasto insolito ma molto piacevole.

La bellezza della musica, la maestria di tutti i musicisti e il fascino del teatro più famoso d’Italia (e tra i più famosi nel mondo) hanno contribuito a creare un pomeriggio magico per il pubblico che occupava ogni odine di posti.  A proposito del pubblico, devo annotare come i palchi fossero quasi interamente occupati da studenti, che hanno seguito il concerto con una compostezza ammirevole.

 

 

La fatica di avere un fratellino….

ragazzo-suo-fratellino-be_4a65f57c74ef6-pA Giovanni (tre anni tra poco), che pure aveva atteso con ansia la nascita del fratellino, erano bastati due giorni per capire quale pericolo rappresentasse il nuovo arrivato per la sua tranquilla, serena routine quotidiana, frutto di oltre due anni di sforzi di adattamento.

Infatti già al momento di portare a casa Gioele, il fratellino, dopo il breve ricovero ospedaliero per il parto, lui aveva espresso chiaramente il suo pensiero : Non sarebbe stato meglio lasciare quel fagottino urlante in ospedale?…. Nessuno gli aveva dato retta e così ecco che era cominciato un periodo terribile: la mamma non aveva più tempo per giocare con lui e aveva sempre tra le braccia quel fratellino che addirittura se la mangiava, la mamma !!!!  Una cosa veramente scioccante!  E il papà? Lui che prima immortalava con la sua bella macchina fotografica ogni gesto di Giovanni, ora faceva le foto anche al fratellino … E’ vero che si metteva spesso a giocare con Giovanni o a leggergli le storie, ma Giovanni capiva che era tutta una mossa per distrarlo, mentre la mamma accudiva Gioele.

E fu così che il povero Giovanni ( sempre ammirato da tutto il parentado per la sua parlantina sciolta e ricca di vocaboli come non è facile trovare in un bimbo maschio così piccolo) si è ritrovato a balbettare: le parole gli si inceppavano in gola e a volte non trovavano la strada per uscire .

Questo, sommato a tutto il resto, lo innervosiva parecchio e lui ha cominciato a protestare vivacemente a volte senza sapere bene il perchè…. Ora sono passati quasi sei mesi e il fratellino comincia a mangiare le pappe, non proprio come quelle di Giovanni, ma mangia dal piattino e col cucchiaio!! Poi Gioele, il fratellino, a volte si diverte a guardare Giovanni che gioca e Giovanni ci prende gusto a fargli vedere come si fanno le cose…. Giovanni ora balbetta molto meno….

UTE: Omaggio a Puccini.

con Illica
Illica e Puccini

Oggi alle 16 in Sala Isacchi ha avuto luogo un evento straordinario: il m. Alessandra Zapparoli  ci ha introdotto alla comprensione dell’opera lirica, guidandoci a individuare le tecniche musicali adottate da Puccini per “rivestire di note” le parole sempre belle di Luigi Illica nelle opere di Bohème, Tosca e Butterfly.

Il maestro al pianoforte evidenziava i momenti espressivi più intensi poi il soprano Silvia Conti eseguiva dal vivo il brano che si stava analizzando; il tutto era completato dai bellissimi filmati montati ad hoc dal prof. Francesco Pintaldi.

In questo modo abbiamo potuto apprezzare, come forse mai prima d’ora, la bellezza di brani già sentiti tante volte, ma mai assaporati fino in fondo : la freschezza di Mimì che si presenta in tutta la sua semplice sincerità, l’appassionata preghiera di Tosca piena di dolore , l’insensata illusione di Butterfly che vuole ad ogni costo aggrapparsi a una speranza che appare vana a tutti tranne che a lei, la dolcezza del coro a bocca chiusa che suona come una tragica, dolcissima ninna-nanna.

Alla fine tutti i presenti hanno indirizzato la proverbiale “standing ovation” sia al maestro Zapparoli per la sua dotta  lezione, sia al soprano Silvia Conti che si è cimentata in una prova di grande difficoltà, dovendo eseguire i vari brani interrompendosi di volta in volta per lasciare spazio alle spiegazioni del maestro. Un particolare plauso va anche al coro e al prof. Francesco Pintaldi per i filmati che prepara appositamente per le lezioni dell’UTE.

Purtroppo la paura della neve e del ghiaccio ha tenuto lontani dall’UTE molti soci, che non hanno potuto così vivere un momento di grande intensità e bellezza.

UTE: la donna in famiglia e nel lavoro.

Nella prima ora di lezione , oggi il dr. Cossi ci ha fatto un esaurientissimo escursus sui cambiamenti che la famiglia  ha subito dal dopoguerra ad oggi.

Il primo fenomeno analizzato è quello della denatalità, registrato in tutti i paesi sviluppati del mondo , che da noi e in Spagna si è manifestato in ritardo rispetto ad altri paesi, ma che è stato molto violento. Molto eclatante è anche l’aumento dei figli nati fuori dal matrimonio, che in certi paesi del nord-Europa raggiungono il 45-50%, anche perchè ci si sposa molto meno, mentre aumentano le convivenze (in Svezia l’85% dei giovani sotto i trent’anni opta per la convivenza).. Contemporaneamente aumentano i divorzi, che diventano sempre più precoci e aumentano le famiglie monoparentali.

Per quanto riguarda il lavoro delle donne, dopo la ricostruzione post-bellica le donne entrano nel mondo delle fabbriche e dei servizi, ma il loro lavoro viene pagato meno di quello degli uomini a parità di mansioni e questa discriminazione dura tutt’ oggi. Spesso la donna che lavora si deve sobbarcare , come sempre, anche la cura dei figli e della casa e finisce col lavorare il doppio dell’uomo

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