Festa solidale.
Quest’anno a Rolo la tradizionale festa di S. Luigi avrà un taglio particolare. E’ da sempre una delle feste più sentite, perchè S. Luigi è un santo di queste terre (era un principe della famiglia Gonzaga) ed è anche il patrono della gioventù, essendo morto a soli 23 anni assistendo i malati di peste.
Quest’anno si è voluto cogliere l’occasione di questa festa per mobilitare tutto il paese in una raccolta di fondi per i terremotati di Amatrice e dintorni. Qui la gente sa bene cosa significhi un terremoto: lo ha vissuto sulla propria pelle 4 anni fa e sa che in queste circostanze l’unica speranza, l’unico conforto è la solidarietà concreta della collettività. Così come hanno ricevuto, ora i Rolesi sono pronti a donare. Ed ecco un esercito di volontari al lavoro per preparare pizze e altre prelibatezze da mangiare in Villa. Quasi cinquecento le prenotazioni, ma non mancheranno anche i soliti poco organizzati che arriveranno all’ultimo momento.Tutto il ricavato andrà a una delle comunità colpite dal terremoto.
Per l’occasione i due pizzaioli del centro del paese terranno chiusi i loro locali e presteranno la loro opera come volontari per contribuire alla perfetta riuscita dell’evento.
Mentre scrivo, una musica allegra viene dalla festa e io sento di amare questa terra e questa gente, che sa lavorare duramente, che sa reagire con coraggio alle avversità, ma che non perde il gusto di stare insieme in allegria e che soprattutto sa sempre rispondere con generosità alle richieste di aiuto di chi si trova in difficoltà.
AGGIORNAMENTO: mi dicono che la festa è stata un vero successo di pubblico e incassi. Complimenti a tutti!!!
Furore…. ieri e oggi…
Di questi tempi si sente spesso parlare di nuove schiavitù, di poveri in fuga dalla povertà per ritrovarsi poi più poveri , più disperati e più sfruttati di prima.
Spesso riflettendo su questo stato di cose, mi sovviene di un libro che ho letto in gioventù e che non ho più dimenticato : FURORE di John Steinbeck. Vi si narrano le peripezie di una famiglia di contadini, che , insieme a una miriade di altre, è costretta dalle banche ad abbandonare la propria terra . …. le banche non hanno un’ anima……le banche hanno come solo e unico criterio operativo il dividendo da distribuire agli azionisti e allora non conta la sofferenza della gente che perde tutto e che si vede sostituita dai trattori…..E quando i poveri sono tanti, c’è sempre chi può speculare sulla loro fame e sulla loro miseria……
Questa storia è ambientata negli USA quasi un secolo fa, è però molto attuale;vi sono molti punti di contatto con ciò che accade oggi su scala mondiale: oggi a non avere un’anima non sono solo le banche , ma anche le multinazionali, i fondi di investimento, i grandi capitali…che si spostano là dove è più facile sfruttare la fame di lavoro ;che si appropriano di immense estensioni di terreno cacciandone chi da esso ha sempre tratto i mezzi della propria sussistenza; che non esitano a licenziare la gente e a sostituirla con computer e robot e provocando così guerre e “deportazioni” di milioni e milioni di disperati.
….Ma le multinazionali non hanno un’anima….e nessuno ritirando il suo dividendo sentirà l’odore del sangue che gronda da quel danaro…
Chi volesse rinfrescarsi la memoria e ricordare meglio il bel libro di Steinbeck può cliccare Qui
La domenica andando alla messa….
Ci vestivamo col vestito buono, quello della festa: io ricordo una gonna blu con bolero dello stesso colore e camicetta bianca. Allora poi ci si metteva il cappellino di paglia (in estate) e ricordo anche una borsetta bianca a secchiello.
Andavamo alla messa delle nove e mezza e ricordo la chiesa piena di bambini. Vengo dall’ Emilia conosciuta per il suo anticlericalismo, ma allora i bambini frequentavano tutti o quasi la parrocchia, forse perchè i genitori di ogni tendenza politica riconoscevano il valore educativo delle attività che vi si svolgevano e forse anche perchè non c’ erano alternative.
A me piacevano molto i canti; ce n’ era uno che, l’ ho scoperto solo molto dopo, riproduceva nel ritornello la stessa melodia dell’ inno tedesco …, forse era una traccia del fatto che il clero aveva simpatizzato con gli occupanti e prima con gli alleati tedeschi (la guerra era finita da poco) Certo io allora non mi ponevo certe domande e non ero in grado di fare certe considerazioni.
Finita la messa si usciva in gruppo e si andava all’ oratorio femminile, ma lungo il percorso c’ era la sosta per comprare il panino o il castagnaccio caldo (in inverno) Si assisteva alla lezione di catechismo e poi fuori in cortile a giocare a palla prigioniera, o a divertirsi su alcune giostrine o sull’ altalena .. Verso mezzogiorno si tornavava a casa, ma prima a volte mi fermavo a comprare il Corriere dei Piccoli: la Tordella, Bibì. Bibò, Bonaventura, Sor Pampurio mi avrebbero fatto compagnia durante la settimana.
Anche i ragazzi più grandi attendevano la domenica. Per mia sorella era l’ occasione per indossare l’ abito nuovo, le scarpe buone e amche per mettere un filo di trucco (molto leggero però, altrimenti chi li sentiva papà e mamma!!)
I miei fratelli si mettevano in ghingheri e si spalmavano la brillantina sui capelli, guardandosi a lungo nello specchietto che era appeso vicino all’uscio della cucina… Tutti cercavano di dare il meglio di sè, perchè dopo la messa i giovani e le ragazze passeggiavano in piazza e sotto i portici . Era l’ unico giorno in cui ci si incontrava in paese ed era per tutti un’ occasione per far festa. e per lanciare occhiate eloquenti a chi suscitava maggior interesse.e simpatia.
Come potranno vivere?
Già il terremoto è finito in seconda pagina ….la vita continua, si dice con un po’ di cinismo.
Ma io vorrei sapere come continua questa vita per coloro che hanno costruito senza osservare le norme antisismiche in quelle zone che sono ad altissimo rischio sismico. Come continueranno a vivere quelli che hanno falsificato i documenti relativi agli adeguamenti strutturali degli edifici dichiarati sicuri e invece crollati come castelli di sabbia?
Riusciranno a dimenticare di aver causato la morte di 300 persone? Dimenticheranno quelle bare , che chiedono giustizia? E si chiederanno se un laido , miserabile pugno di denaro in più può giustificare il dolore di tanti sopravvissuti feriti nel corpo e nell’anima? In fondo i danni materiali sono il male minore in queste tragedie…
Spero che questi “avvoltoi” abbiano ancora un po’ di coscienza e che non riescano a dormire la notte, ma forse chi arriva a commettere certi crimini riesce sempre ad autogiustificarsi; la loro coscienza è stata anestetizzata e resa muta e sorda.
Letture: l’altro capo del filo.
Ho letto molti dei libri di Camilleri che hanno come protagonista il commissario Montalbano, l’ultimo che mi è capitato di acquistare in aeroporto si intitola “L’altro capo del filo”.
In una Sicilia assediata dai migranti che arrivano a centinaia ogni notte, portando con sè un carico enorme di dolore e di speranza, Montalbano si trova non solo a dover gestire gli sbarchi, ma anche a indagare sulla morte di una donna che ha appena conosciuto: Elena. E’ una sarta molto brava ed è anche molto amata da tutti perchè è una donna solare, gioviale e oltretutto anche bellissima. Le indagini portano prima verso gli uomini che Elena, rimasta vedova giovanissima, ha amato e che l’hanno amata, ma senza successo. Poi un indizio porta Montalbano a scoprire un filo che porta lontano dalla Sicilia , in quella parte di vita che Elena ha sempre voluto mantenere segreta.
Leggere Camilleri per me è sempre divertente, anche se negli ultimi tempi, a mio avviso, eccede un po’ con l’uso del dialetto siciliano, che io però comprendo abbastanza bene. Nella postfazione Camilleri ringrazia la collaboratrice che ha consentito a lui, ormai cieco, di continuare a scrivere; non sapevo di questa sua infermità e ora posso spiegarmi una certa fatica nello svolgimento della storia , qualche incongruenza, qualche indugio cronachistico eccessivo…..ma ciò non ha impedito a me di divorare le pagine di questo libro.
Poesia: Ultimi giorni d’estate di H. Hesse.
E’ stata un’estate molto piacevole in Brianza: calda sì, ma non torrida; i giorni caldi si alternavano a piogge e temporali diurni , ma più spesso notturni concedendo così dei piacevolissimi risvegli . Io poi ho avuto la fortuna di passare molti giorni con figli e nipoti e questo mi ha reso quest’estate particolarmente gradita.
Ora però qui a Londra già si vedono i segni della fine della bella stagione , i primi presagi d’autunno…..
Ho trovato questa poesia di Herman Hesse che interpreta bene i miei sentimenti e le mie sensazioni di questi momenti.
ULTIMI GIORNI D’ESTATE (H. HESSE)
Nonostante il caldo opprimente di questi giorni, sto molto fuori.
So fin troppo bene quanto questa bellezza sia effimera,
come rapidamente si accomiata ed io sono così bramoso,
così avido di questa bellezza dell’estate che declina!
Vorrei vedere tutto, toccare tutto, odorare e assaporare
tutto ciò che questo rigoglio estivo offre,
vorrei conservare tutto questo e tenermelo per l’inverno,
per i giorni e gli anni futuri, per la vecchiaia.
In giardino, sulla terrazza, sulla torretta sotto la meridiana,
ogni giorno sto seduto per ore, e con matita e penna,
con pennello e colori disegno accuratamente le ombre mattutine
sulla scala del giardino e le contorsioni dei grossi serpenti
del glicine e cerco di riprodurre le lontane, limpide tinte
delle montagne al crepuscolo, diafane come un sospiro
eppure fulgide come gioielli.
Quindi rientro in casa stanco, molto stanco,
e quando la sera metto i miei fogli nella cartella,
quasi mi dà tristezza vedere quanto poco del tutto
ho potuto segnare e fissare per me.
Il fascino delle città sommerse.
Al British Museum sono esposti i reperti archeologici provenienti dalle antiche città portuali egiziane Heraclion e Canopus , sommerse dalle acque marine da 1200 anni.
Vederli da vicino fa veramente una profonda impressione constatare il livello di perfezione dei vari manufatti, che documentano i contatti tra la cultura egizia e quella greca. In quei siti sottomarini si sta scavando da dieci anni e solo il cinque per cento dei materiale sommerso è stato recuperato. L’ Egitto ha in questi siti una risorsa incommensurabile , che potrebbe, se ben gestita, risolvere tutti i suoi problemi economici, terroristi permettendo…
A proposito di terrorismo, c”era moltissima gente in coda all’ingresso in attesa dei minuziosi controlli della polizia; noi abbiamo potuto , come famiglia con bambino al seguito, usufruire di una corsia preferenziale.
Grande impressione mi fa anche, ogni volta che entro in questo museo, vedere i grandi monumenti mesopotamici incastonati nelle pareti del museo stesso: sono certo bottino di conquista al tempo dell’espansione coloniale inglese e derubare un popolo della sua storia mi pare cosa veramente deprecabile.