Bolle di sapone fai da te.

Ai tempi  in cui ero bimba io, la plastica e l’ industria non  erano  ancora entrate nel mondo delle bolle di sapone e non potevi comprarle al negozio in paese. Te le dovevi preparare con un po’ di pazienza: quando il sapone del bucato era diventato così sottile che non poteva più essere utilizzato, io ne prendevo alcune scaglie e le mettevo in un barattolo con un po’ d’acqua, mescolavo a lungo con un bastoncino e poi lasciavo riposare la soluzione in un posticino tranquillo, dove nessuno poteva urtare il contenitore.
Dopo qualche ora, o il mattino seguente, quando il sapone si era ormai sciolto, io andavo a cogliere il fiore del tarassaco (o dente di leone) e il suo stelo cavo  diventava la mia cannuccia.
All’ inizio ne sentivo in bocca il sapore amarognolo che poi a poco a poco svaniva.

A questo punto l’attrezzatura era al completo e non mi restava che trovare il posto migliore per incominciare il gioco. Di solito cercavo un luogo  elevato perchè le bolle avessero modo di volteggiare più a lungo prima di toccare terra, così il posto ideale era sul ballatoio al primo piano dove si apriva una finestra . Lì c’ era una vecchissima cassapanca. Io mi ci sedevo sopra, soffiavo le bolle fuori dalla finestra ed esse cominciavano a volare tremolando verso il basso finchè scoppiavano all’ improvviso. Erano così belle, così colorate, così leggere, così delicate.
Ed era bello anche soffiare dentro al barattolo: le bolle crescevano, crescevano fino a debordare dal contenitore e la luce si rifletteva su di esse in mille modi diversi.
Quando mi stancavo, riponevo il barattolo nel solito posticino tranquillo: l’ indomani avrei potuto giocare di nuovo.

Provino.

Quando i nipotini si trovano insieme, sperimentano l’ uso delle nuove tecnologie (il mio telefonino)  in modo creativo.

Elisa , la maggiore, di solito si occupa della regia e della sceneggiatura , mentre Samuele e Davide si cimentano nell’arte della recitazione e il divertimento è assicurato.

 

Meglio di Mr. Bean…

Stamattina i miei nipotini hanno fatto un po’ di storie prima di andare a messa  e bisogna riconoscere che bisognerebbe inventare un modo nuovo di celebrare il rito religioso della domenica, almeno per i più piccoli.

Una volta in chiesa però si sono comportati decisamente meglio di un certo mr. Bean….

Per le vie di Erba.

3993_comune-di-erba-(9)L’abitudine all’uso dell’auto in città fa sì che percorriamo sempre le stesse vie e che abbiamo una conoscenza del tutto parziale e incompleta anche dei luoghi in cui abitiamo da sempre.

L’altro giorno con Samuele dovevo andare a ritirare una borsa di pelle che mia figlia aveva portato per farla riparare da un artigiano del luogo: qui c’è ancora chi si occupa di queste cose. Ho parcheggiato l’auto appena giunta nella zona in cui doveva trovarsi il laboratorio (e che credevo di conoscere), poi a piedi abbiamo cominciato a percorrere le stradine che si aprono ai lati della via principale: viuzze strette, case venute su come per caso in tempi in cui non si parlava ancora di piano regolatore…..Era facilissimo anche perdere il senso di orientamento visto che non c’erano punti di riferimento e le strade seguivano traiettorie chiaramente non programmate con razionalità.

Abbiamo girato un po’ senza cavare un ragno dal buco, poi abbiamo cominciato a chiedere informazioni, ma nessuno sembrava conoscere la via che cercavamo.

A un certo punto però si è fermata un’auto che occupava tutta la sede stradale della viuzza e ne è scesa una signora.

Ho chiesto a lei dove si trovasse la via che stavo cercando e finalmente mi son sentita rispondere con gentilezza e con chiarezza: dovevo tornare sui miei passi ….

Mentre ci stavamo incamminando di buona lena verso la nostra meta, Samuele mi ha chiesto: – Tu la sapevi?- Questa domanda mi ha un po’ disorientato : cosa avrei saputo?  e ho chiesto al nipotino di spiegarsi meglio , ma lui ha ripetuto: – Tu la sapevi già prima quella signora?-

A questo punto i miei lunghi anni (infruttuosi!!!!) di studio della lingua inglese mi sono venuti in soccorso e ho intuito che il bambino come al solito aveva pensato in inglese e tradotto il suo pensiero in italiano, solo che non aveva tenuto presente che dove per lui basta il verbo “Know” , a noi servono due verbi diversi e ben distinti : sapere e conoscere…. Samuele mi aveva chiesto se conoscevo già quella signora, perchè era stata molto gentile, come se fossimo vecchie conoscenze.

Dev’ essergli capitato di rado di incontrare per le strade di Londra estranei con atteggiamenti amichevoli….

Verità per Giulio.

verità-giulio-regeniDopo aver visto il proprio figlio ucciso tra torture e sofferenze inaudite , penso che una mamma non avrebbe altro pensiero se non quello di nascondersi a piangere il suo dolore, ma alla mamma di Giulio Regeni non è concesso nemmeno questo. Ieri al Senato in una conferenza stampa, con ciglio asciutto e voce ferma, ha chiesto di nuovo con forza la verità sulla morte di suo figlio. Insieme a lei il marito che con la stessa pacatezza ha parlato delle cose in cui credeva il giovane Giulio.

Io penso che nessuno avrebbe dovuto permettere a un giovane , da solo, di esporsi al rischio di sfidare il sistema di potere che governa l’ Egitto, indagando sui soprusi che in quel paese vengono quotidianamente perpetrati, tuttavia credo che la ricerca di verità sulla morte di questo giovane sia un dovere per tutti noi, non solo nei suoi riguardi e nei riguardi della sua eroica famiglia, ma anche nei riguardi di quei cittadini egiziani che si trovano esposti a quotidiani soprusi , in balia di un regime feroce.

VERITA’ PER GIULIO REGENI deve essere il grido da ripetere ogni giorno su tutti i media fino ad ottenere una ricostruzione credibile e onesta: la famiglia di Giulio se lo merita.

 

Pasqua insanguinata.

Pasqua insanguinata a lahoreE’ stata una Pasqua schiacciata tra  attacchi terroristici che ci hanno gettato nell’angoscia: gli attacchi di Bruxelles e la strage di Lahore.

Negli attacchi di Bruxelles colpisce il fatto che queste cellule terroristiche possano agire indisturbate nell’ombra, favorite dall’inefficienza e dalla sottovalutazione di chi dovrebbe invece vigilare e colpisce anche il venire a sapere che fino a qualche mese fa i terroristi, che dicono di agire in nome dell’ Islam, si davano invece alla bella vita incuranti dei precetti religiosi  del loro presunto credo.

Che cosa è dunque in verità che li spinge a cercare la morte per sè e per altri ? Chi riesce a plagiarli fino a far loro rinnegare l’istinto di conservazione? Chi ha interesse a spingere le nazioni verso una guerra di civiltà che segnerebbe la rovina per il mondo intero?

Nell’attacco di Lahore fa orrore che si siano voluti colpire intenzionalmente bambini e mamme in un momento di festa. Chi può perseguire questa ideologia di morte?

Giochi di cuccioli.

Un momento di lotta tra cuccioli d'uomoOggi Samuele (8 anni) è stato un eccellente baby sitter: ha intrattenuto il cuginetto Giovanni (due anni) per tre ore, assecondandolo nei suoi giochi senza spazientirsi. A Giovanni brillavano gli occhi dalla felicità: non gli pareva vero di avere a sua disposizione un compagno di giochi tanto docile a ogni sua richiesta. Naturalmente anche io dovevo giocare a nascondino e partecipare alle corse intorno al tavolo, o contribuire alla costruzione della fattoria coi mattoncini ed era così bello vedere i due bimbi felici di stare insieme.

A un certo punto in Giovanni è affiorato l’ istinto primitivo che induce i maschietti a giocare alla lotta e si è buttato su Samuele per ingaggiare un allegro corpo-a-corpo.

Chi afferma che maschi e femmine sarebbero del tutto simili se non intervenissimo noi adulti a condizionarli sulla scelta dei giochi, secondo me dice una grandissima fesseria……chi suggerisce ai maschi di fare la lotta, magari col rischio di farsi male o di distruggere suppellettili varie? Certamente nessuno, eppure i miei cucciolotti maschi (Elisa è per ora l’unica femmina) non vedono l’ora di incontrarsi per poter fare la lotta e suonarsele di santa ragione….

 

UTE: il medico e l’alpinista – Musica romantica.

Nella nostra zona è molto diffusa la passione per le passeggiate sulle montagne vicine ed è per questo che il nostro dr. Alberto Rigamonti ha voluto rispolverare un po’ di consigli utili soprattutto agli escursionisti meno giovani.

Prima di tutto la montagna va affrontata con prudenza e in modo graduale: non ci si deve avventurare in escursioni troppo impegnative se non  si è adeguatamente allenati e se non ci si è sottoposti almeno ad un cardiogramma.

Bisogna sempre tenere conto di: età, stato di salute, forma fisica, esperienza escursionistica, capacità di adattarsi alle situazioni e di gestire esperienze al limite. E’ anche necessario curare l’alimentazione privilegiando i carboidrati, gli zuccheri, le proteine vegetali, e grassi in quantità minima. Importante è portare sempre acqua con sè.

Chi soffre di diabete deve stare molto attento all’idratazione, mentre i cardiopatici devono temere gli sbalzi troppo repentini di altitudine (ad esempio è meglio evitare seggiovie, funivie , ecc.) . In caso di capogiri o difficoltà respiratorie, meglio fermarsi.

C’è poi chi soffre di mal di montagna , con la presenza di sintomi quali cefalea , nausea, vertigini  nei casi più lievi fino ad arrivare al disorientamento, alla perdita di coordinazione e di memoria nei casi più gravi.


 

Nella seconda la docente Zapparoli ci ha intrattenuto con immagini stupende che accompagnavano brani di musica, del periodo del Romanticismo, aventi come tema la  natura. E’ così che abbiamo potuto riascoltare i “Notturni” di Chopin, “Il sogno di una notte di mezza estate” di Mendelssohn, il famosissimo “Mattino” di Grieg,  “La Moldava ” di Smetana e per finire “Finlandia ” di Sibelius che riporto qui di seguito.