Preghiera per la pace (S. Francesco).

Davanti all’ orrore per quanto è successo ieri sera a Parigi ( 127 morti, 80 feriti gravi per attacchi terroristici) sento che l’ unica cosa che possiamo fare noi comuni mortali è pregare e voglio farlo con questa bella preghiera di S. Francesco….il santo venerato e rispettato anche dai musulmani…

San Francesco d’Assisi

Oh, Signore,
fa’ di me lo strumento della Tua Pace;
Là, dove è l’odio che io porti l’amore.
Là, dove è l’offesa che io porti il Perdono.
Là, dove è la discordia che io porti l’unione.
Là, dove è il dubbio che io porti la Fede.
Là, dove è l’errore che io porti la Verità.
Là, dove è la disperazione che io porti la speranza.
Là, dove è la tristezza, che io porti la Gioia.
Là, dove sono le tenebre che io porti la Luce.

Oh Maestro,
fa  ch’io non cerchi tanto d’essere consolato, ma di consolare.
Di essere compreso, ma di comprendere.
Di essere amato, ma di amare.

Una cartolina brianzola: Civate.

Il nostro paese è veramente straordinario. Dove meno te l’ aspetti, anche lì nel paese più sconosciuto, puoi trovare dei tesori storico-artistici incredibili.

E’ quello che mi son detta anche oggi. Noi dell’ UTE siamo andati a Civate, un paesino di poco più di 4000 anime a dieci minuti di auto da Erba.

Abbiamo visitato la basilica di S. Calocero con la sua suggestiva cripta, la Casa del Pellegrino e il suo panorama bellissimo : alle spalle le Grigne e di fronte , in basso,  il lago di Annone. Un bel pomeriggio. Grazie UTE!

C’era un ragazzo…..

Aveva finito la quinta elementare e aveva dimostrato intelligenza vivace e  volontà di continuare a studiare.
Del resto il padre era convinto, come molti a quel tempo, che  era importante far studiare i figli maschi e quello era il primogenito.
Per frequentare le scuole medie però bisognava recarsi nella cittadina di Carpi a 15 chilometri  dal  paese e si era in tempo di guerra: i treni non funzionavano più, non c’erano altri mezzi di trasporto pubblici e l’ unico modo per raggiungere le scuole era di arrivarci in bicicletta,

Quel ragazzino di 11 anni, piuttosto mingherlino, tirò fuori un coraggio che oggi sembra fuori dell’ ordinario:  tutte le mattine  si faceva più di un’ ora di bicicletta insieme ad altri due o tre ragazzi del paese.
Lo immagino d’ inverno uscire di casa col buio, mentre la brina o la neve imbiancavano il panorama o sotto la pioggia , inforcare la sua vecchia bici e pedalare di buona lena per scaldarsi
fino a raggiungere la sua scuola e lì cominciare la sua giornata di studente.
A costo di tanti sacrifici riuscì a diplomarsi radiotecnico e io lo ricordo (sto parlando di mio fratello maggiore) alle prese con la radio di qualche vicino che gli chiedeva di sostituire qualche valvola o di saldare qualche filo che non faceva più contatto.
Poi venne il lungo servizio militare e subito dopo la sua partenza per Torino, poi a Roma e in giro per l’ Italia per lavoro.
Poco dopo mio padre dovette smettere di lavorare e ricordo come tutti aspettavamo i soldi che mio fratello continuava a mandare a casa: io  avevo dieci anni e da allora sento per lui una grande gratitudine.
In questi ultimi anni ci teniamo sempre in contatto e ho scoperto in lui, prima spesso taciturno e severo, una vena umoristica spiccata che me lo rende ancora più caro.

Poesia: Autunno (Andrea Rossini)

Con l’ autorizzazione dell’ autore  , riporto qui una delle sue poesie.  Le composizioni di questo autore sono spesso pervase da una dolce malinconia, che a volte sconfina nella tristezza; qui , oltre alla delicata sensibilità , si avverte anche una musicalità non casuale dei versi. Bravo Andrea!

Autunno

L’ultima rosa
gelata dal freddo
in un giardino
che attende l’inverno.
Una farfalla
si posa incerta
sull’erba gialla,
poi muore,
senza sapere
neppure perchè.
Pallido il sole
un po’ si nasconde,
più non riscalda
quel vecchio che trema.
Giunge l’autunno
che uccide le foglie
e i sogni avvolge
nella sua bruma.

 

Prova di hayku

Conoscete gli hayku? Ecco qualche esempio di questa forma di comunicazione estremamente sintetica.

INVECCHIARE
Incontro volti
che non riconosco
in un mondo sempre più estraneo

A MIA MADRE
Ancora oggi mi manca
la tua voce dolce e severa
che chiamava il mio nome.

Poesia: L’ora di Barga (Pascoli).

Ho una raccolta di libri con le opere dei maggiori scrittori italiani, acquistata , a sua insaputa lungo la strada, da mio figlio, allora diciottenne, che credeva di rispondere solo a un’ intervista. E’ una collana piuttosto scadente e l’ ho sempre guardata con un certo risentimento, proprio per il modo in cui si è introdotta con dolo in casa mia.

Tuttavia nei giorni scorsi, spolverando i numerosi tomi con l’ aiuto di Samuele, alcuni volumi hanno attirato la mia attenzione. Fra questi c’ è quello che riguarda le raccolte delle poesie di Pascoli….e così ho riletto questa ….

L’ ora di Barga.

Al mio cantuccio dove non sento
se non le reste brusir del grano,
il suon dell’ore viene col vento
dal non veduto borgo montano:
suono che uguale, che blando cade,
come una voce che persuade.
Tu dici, E’ l’ora; tu dici, È tardi,
voce che cadi blanda dal cielo.
Ma un poco ancora lascia che guardi
l’albero, il ragno, l’ape, lo stelo,
cose che han molti secoli o un anno
o un’ora, e quelle nubi che vanno.
Lasciami immoto qui rimanere
fra tanto moto d’ali e di fronde;
e udire il gallo che da un podere
chiama, e da un altro l’altro risponde,
e, quando altrove l’anima è fissa,
gli strilli d’una cincia che rissa:
E suona ancora l’ora, e mi manda
prima un suo grido di meraviglia
tinnulo, e quindi con la sua blanda
voce di prima parla e consiglia,
e grave grave grave m’incuora;
mi dice, E’ tardi; mi dice, È l’ora.
Tu vuoi che pensi dunque al ritorno,
voce che. cadI blanda dal cIelo!
Ma è bello questo poco di giorno
che mi traluce come da un velo!
Lo so ch’è l’ora, lo so ch’è tardi;
ma un poco ancora lascia che guardi.
Lascia che guardt dentro il mio cuore,
lascia ch’io viva del mio passato;
se c’è sul bronco sempre quel fiore,
s’io trovi un bacio che non ho dato!
Nel mio cantuccio d’ombra romita
lascia ch’io pianga su la mia vita!

E suona ancora l’ora, e mi squilla
due volte un suono quasi di cruccio,’
e poi, tornata blanda e tranquilla,

mi persuade nel mio cantuccio.

è tardi! è l’ora! Sì, ritorniamo
dove son quelli ch’amano ed amo.

Di questa poesia mi piace soprattutto la prima parte, quella che descrive la campagna in un tramonto estivo…..molto bella.

 

 

Ute: Filosofia e “Nutrire il Pianeta”

Filosofia: (proff. Creuso-Tralli): NATURA MADRE E MATRIGNA.

Anticamente l’ uomo non poteva fare altro che adattarsi ai cambiamenti delle condizioni esterne imposte dalla natura, poi l’ uomo ha imparato a scoprirne le leggi e a cercare di intervenire su di essa al fine di adeguarla ai suoi bisogni .

La Repubblica Veneta riuscì a deviare i corsi dei fiumi (Po compreso, per impedire loro di mettere in pericolo la città di Venezia.

Gregory Bateson (1904-1980) , antropologo, psicologo, epistemologo (l’epistemologia studia i meccanismi della conoscenza) indagò il rapporto tra natura e uomo.

Studiò i popoli della Nuova Guinea soprattutto per quanto riguarda l’ instaurarsi dei rapporti interpersonali e si è interessato anche di comunicazione umana , partendo dall’ osservazione degli animali. Nella sua ultima opera “Dove gli angeli esitano” esplorò il tema religioso.

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Nutrire il Pianeta : LA FAME NEL MONDO: C’E’  CIBO PER TUTTI? (Prof. Mariella Russo).

I dati su quanti stiano soffrendo la fame nel mondo sono discordanti; si va dagli 800 ai 963 milioni di persone  a seconda delle fonti . Ci sono poi 2miliardi di sottoalimentati e un miliardo e mezzo di malati per sovralimentazione.

C’ è poi il problema dell’ aumento vertiginoso della popolazione mondiale, problema cui Cina e India hanno cercato di dare una risposta limitando il numero delle nascite o con la sterilizzazione maschile, col solo risultato che ad oggi mancano 150 milioni di donne, visto che molte bambine sono state abortite o lasciate morire subito dopo la nascita per cercare di avere il figlio maschio.

Le moderne tecniche agricole e di allevamento hanno ottenuto sì il risultato di produrre più cibo , ma rischiano di causare gravissimi danni ambientali. Il cibo prodotto è in quantità sufficiente per tutti, ma è mal distribuito e ne viene sprecato troppo.

La nostra docente ha poi illustrato brevemente gli obiettivi della Carta di Milano : limitare l’ uso delle macchine, promuovere un’ agricoltura sostenibile e ridurre lo spreco alimentare.

Due Indiani , Amartya Sen e Vandana Shiva, si sono interessati alle cause delle carestie (il primo) e ai contraccolpi dello sviluppo sulle popolazioni più povere.

Per chi volesse saperne di più :

Vandana Shiva  Amartya Sen

(naturalmente questi non sono che pochi appunti presi al volo)

 

 

 

Così è stato……se vi pare…..

Vi è mai capitato di constatare come i ricordi siano soggetti a deformazioni impressionanti?

A me è capitato in questi giorni di sentire rievocare avvenimenti che ricordo bene, secondo me, in tutti i particolari e di sentirli invece ricostruire da altri in modo del tutto diverso, in modo tale che chi ha interpretato nel passato ruoli tutt’ altro che positivi, improvvisamente viene dipinto come il più puro degli eroi senza macchia e senza paura….

Mi sembrava di vivere dentro una commedia di Pirandello…..e mi sono chiesta : “E se anche i miei ricordi fossero tanto distorti?”

A proposito di Pirandello…ecco una frase tratta da “Così è se vi pare…”

“È sicura anche lei di toccarmi come mi vede? Non può dubitare di lei. – Ma per carità, non dica a suo marito, né a mia sorella, né a mia nipote, né alla signora qua, come mi vede, perché tutt’e quattro altrimenti le diranno che lei s’inganna. Mentre lei non s’inganna affatto! Perché io sono realmente come mi vede lei! – Ma ciò non toglie che io sia anche realmente come mi vede suo marito, mia sorella, mia nipote e la signora qua, che anche loro non si ingannano affatto!”

Cosa determina certe manipolazioni da parte della nostra mente?