Ute: la Pasqua nella religiosità russa – lezione/concerto

Chiesa cattolica e Chiesa ortodossa non si sono accordate nemmeno sulla data in cui celebrare la Pasqua: per noi cattolici la festività cade la prima domenica dopo il primo plenilunio di primavera, quella ortodossa di solito cade una settimana dopo, visto che si basa sul calendario giuliano.

Dopo questa premessa don Ivano si è soffermato sulla spiegazione del significato di alcuni termini:

Pasqua= passaggio (per gli Ebrei ricorda il passaggio del Mar Rosso; per i cattolici il passaggio dalla morte alla vita di Gesù);  mistero= fatto così grande da non poter essere contenuto nella nostra mente; geenna= luogo alla periferia della città dove venivano scaricati i rifiuti, che periodicamente venivano bruciati; calvario= monte (piuttosto altura) spoglio detto anche golgota, cioè cranio (e il cranio è sempre calvo). Si pensava infatti che vi fosse nascosto il cranio di Adamo.

Per analizzare il mistero della Pasqua , don Ivano fa riferimento  ai romanzi di Dostoevskij “L’idiota” e “I fratelli Karamazov” e riporta il brano in cui si legge del viaggio della Madonna negli inferi e della sua compassione per i dannati , tanto da indurla a chiedere grazia per tutti e, avendone ottenuto un rifiuto da Dio, incita tutti i santi del paradiso a inginocchiarsi insieme a lei per ottenere quanto aveva chiesto. La Madonna e simbolo di bellezza e da qui deriva la celebre frase dello scrittore “La bellezza salverà il mondo”

La liturgia ortodossa richiama la grande bellezza divina, per aiutare i fedeli a immergervisi. La Resurrezione viene spesso rappresentata nelle icone come la discesa di Gesù negli inferi per portare la salvezza all’umanità che lo aveva preceduto.

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LEZIONE/CONCERTO – alla fine del ‘700 si diffonde in Europa la corrente culturale del Romanticismo, inteso come valorizzazione dei sentimenti in contrasto col razionalismo illuminista. Il romantico è un uomo che soffre, che non può essere felice, ma la musica è via privilegiata per la salvezza.

Dopo questa introduzione della nostra docente Cannatà, lei stessa ha magistralmente interpretato, accompagnata dal maestro Scaioli, alcuni lieder di Schumann su testi del poeta Heine. Si è passati poi a esaminare la musica di un altro autore tedesco, Schubert, più intimista del precedente e con le sue tematiche sentimentali ottenne molto successo a Vienna. Alle stesse tematiche si ispirava anche il pittore Caspar David Friederich, nelle cui opere la natura non viene più vista nella sua realtà oggettiva, ma viene rappresentata col filtro dei sentimenti.

Per darci un saggio della produzione di Schubert, il baritono Vincenzo Petrucci, nostro valente docente, ha eseguito “Il re degli elfi”  e la “Serenata” . Nel primo brano, altamente drammatico, la musica è incalzante, quasi ossessiva e fa intuire il finale tragico della storia (il bambino malato viene strappato dalle braccia del padre dal re degli elfi e muore). Il secondo brano, molto dolce e coinvolgente, ci ha permesso di concludere in bellezza questo straordinario momento di ottima musica dal vivo.

Solo all’UTE si hanno queste opportunità!!! Grazie, Vincenzo e Maria Rosaria !!!!

 

UTE: Il Doppio (sintesi di A. D’Albis) – Mosè o la Cina (Diana)

La professoressa Laura Molinari, docente di Lingua e letteratura Inglese in una scuola superiore di Erba e nuova docente della nostra Università, affronterà in due lezioni il tema del “DOPPIO” nelle opere di due famosi scrittori della letteratura inglese: Robert Louis Stevenson e Oscar Wilde.

In questa lezione si è soffermata su Stevenson e la sua opera:” The strange case of Dr. Jekill and Mr. Hyde”.

La docente ha iniziato la sua lezione facendo una breve contestualizzazione storica del periodo nel quale lo scrittore è vissuto: l’età vittoriana (The Victorian Age 1837-1901), chiamata così perché il sovrano della Gran Bretagna era la Regina Vittoria che, con il suo lungo regno, rese grande la sua nazione. Questo fu, infatti, un periodo di grandi riforme sia politiche sia sociali. In questo periodo si svilupparono le teorie di Darwin sull’evoluzionismo, le teorie materialiste di Marx, il movimento delle “Suffragette”, che chiedevano il diritto di voto pe le donne, le “Trade Unions” (i primi sindacati), ma soprattutto le sconvolgenti teorie psicanalitiche di Freud. Tutte queste novità, ma in modo particolare le teorie di Freud, influenzarono la letteratura dell’epoca.

Nel romanzo di Stevenson, ambientato a Londra, il personaggio principale (Dr. Jekill), persona molto rispettabile che rappresenta il “bene”, si trasforma in Mr. Hyde, il suo alter ego, personificazione del “male”. La docente sottolinea l’importanza della scelta dei nomi da parte dell’autore. Il nome “Jekill” è formato dal pronome francese Je (io) e il verbo inglese kill, che significa uccidere; “Hyde” è un verbo inglese che significa “nascondere”; la parola “case” che troviamo nel titolo” e che noi traduciamo con “caso”, è sia il “caso medico” sia quello “poliziesco”. Anche l’aspetto fisico dei due personaggi è molto diverso: il Dr. Jekill è alto, bello, elegante; Mr. Hyde è basso, deforme e vestito male. Anche l’ambiente esterno cambia: la casa del Dr. Jekill ha una facciata elegante e pulita, mentre il retro è sinistro e sporco; la stessa Londra ha quartieri eleganti e puliti e quartieri poveri, sporchi e maleodoranti.

Rifacendosi alle teorie di Freud, Stevenson si contrappone all’atmosfera ipocrita del periodo vittoriano, nel quale, in nome della rispettabilità sociale, si salvavano le apparenze, ma anche l’ipocrisia e la falsità. Con il pretesto narrativo del “DOPPIO”, Stevenson mette a nudo l’animo umano nel quale albergano sia il “bene” sia il “male” e quindi anche violenze, aggressività, istinti omicidi. Un’altra caratteristica di questo romanzo è che non ci sono personaggi femminili che “addolciscano” l’atmosfera. Tuttavia, per essere fedele alla mentalità moralistica della sua epoca, l’autore chiude il romanzo facendo suicidare il protagonista, oppresso dai sensi di colpa.

Alla fine della lezione, la professoressa ci fa vedere alcuni videoclips del film :”Dr. Jekill e Mr. Hyde” del 1941 (significativo per l’interpretazione), con Spencer Tracy e sottolinea le differenze che ci sono tra libro e film. Esse sono sostanzialmente due: nel libro non ci sono personaggi femminili, mentre nel film le donne sono importanti; nel finale, il protagonista non si suicida ma viene ucciso dalla polizia. E’ stata una lezione veramente interessante e aspettiamo con ansia il suo seguito con l’approfondimento dello scrittore Oscar Wilde e il suo romanzo, altro esempio di pretesto narrativo di “doppio”.

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MOSE’ o LA CINA – Il prof. Porro continuando il suo discorso su F. Julien, importante filosofo francese ,  ci parla di uno dei suoi libri: “Mosè o la Cina”, in cui si mette a confronto la cultura cinese con quella occidentale, le cui radici affondano nella cultura greco- giudaico- cristiana.

Quando Matteo Ricci,gesuita, arrivò in Cina fu accolto benevol mente, ma quando decise di tradurre la Bibbia si trovò di fronte a una inattesa difficoltà: nella lingua cinese non esisteva la parola “creazione”, intesa come fare dal nulla. I cinesi infatti non avevano mai avuto bisogno di pensare a un Dio Creatore perché hanno sempre inteso la realtà come un processo ciclico legato alle stagioni e non si sono posti il problema di come tutto abbia avuto inizio. In cinese inoltre non si poteva scrivere “IO SONO”.

In occidente, già Platone e Aristotele non erano politeisti, infatti pLatone parlava di un Demiurgo che plasma la realtà osservando il mondo delle idee; Aristotele aveva invece pensato a un Dio, Motore Immobile, causa prima di ogni cosa. Nel Medioevo invece si cercò di conciliare Fede e Ragione: ci si cimentarono anche S. Agostino, S. Tommaso, ma poi alla fine del 1700 nessun teologo ha più cercato di dimostrare l’esistenza di Dio. Kant, credente, affermava che l’esistenza di Dio è indimostrabile.

Nel 1800 si diffonde il progressivo abbandono della fede da parte delle masse che si spostano dalle campagne alle fabbriche. Per Feuerbach, Dio è quel che noi immaginiamo per soddisfare i nostri desideri di immortalità e di compensazione delle nostre tribolazioni; per Marx la religione ha funzione consolatoria; Nietzsche conclude che Dio è morto e siamo stati noi a ucciderlo: sono venuti a mancare i valori trascendenti e il nostro agire è condizionato solo dall’interesse materiale.

La Cina non ha mai conosciuto l’ateismo, perchè non ha mai cercato Dio. La cultura cinese ha indubbi limiti nel non rispetto dei diritti umani, ma non ha mai conosciuto le guerre di religione che hanno sconvolto a lungo l’Europa. Tuttavia risalgono a 2000 anni A.C. degli scritti in cui si parla di un Signore dall’Alto, ma questa idea scompare circa mille anni dopo per lasciare il posto al concetto di “Cielo” inteso come partner della Terra, elemento benefico che consente la vita. La realtà è di per sé armonica, non è necessario pensare a un Dio.

In Cina non ci sono sacerdoti, perchè il sacro è insito nella vita quotidiana. In occidente il cristianesimo ha promosso risorse preziose, come l’idea dell’alterità di Dio, che è sensibile al cuore ed è possibile incontrarlo nel profondo delle nostre coscienze. L’idea di Dio ha sviluppato l’interiorità anche affettiva.

 

 

 

Poesia: L’edera (G. D’Annunzio)

Un D’Annunzio per me  sconosciuto in questa poesia che ben dipinge uno scorcio di primavera:

L’EDERA

“Le edere rigerminanti salivano
pel vecchio muro scrostato
con un impeto di giovinezza;
si attorcigliavano alle
travi della tettoia come a tronchi vivi;
coprivano i mattoni
vermigli d’una tenda
di piccole foglie cuoiose,
lucide, simili a laminette di smalto;
assaltavano le tegole
allegre di nidi: vecchi e nuovi nidi
già cinguettanti
di rondini in amore”

D’Annunzio non è tra i poeti che più amo, ma bisogna riconoscergli una grande maestria nell’uso delle parole: l’immagine delle piccole foglie cuoiose che “assaltavano le tegole allegre di nidi” è veramente bella ed efficace.

Film: Taxi Teheran.

Penso che  Jafar Panahi, regista iraniano, abbia preso spunto da “Il tassinaro” di Sordi. Il regime iraniano gli ha ingiunto di non fare più film per vent’anni? Bene, lui girerà un film nel chiuso di un taxi.

E’ così che, girando per le vie di Teheran, accoglie sul suo taxi persone di varia estrazione sociale e culturale: un uomo favorevole all’estensione delle condanne a morte e un’ insegnante che lo controbatte; un uomo che va a vendere dischi e film proibiti a domicilio; due anziane signore vittime della superstizione; un uomo che è stato derubato, ma non denuncia chi lo ha aggredito, pur avendoli riconosciuti, perché sarebbero condannati a morte; un’attrice che vende fiori perché condannata dal regime a non esercitare più il suo lavoro; un uomo ferito in un incidente che vuole ad ogni costo registrare le sue ultime volontà per impedire che, in caso di sua morte, la moglie venga spogliata di ogni avere;  una bambina che deve girare un filmato come compito scolastico, ma l’insegnate le ha dettato le regole da seguire: non deve mostrare cose sgradite al governo e deve quindi autocensurarsi.

Dalle conversazioni tra tassista e passeggeri, esce il quadro delle condizioni di repressioni in cui si vive in Iran e gli spettatori si rendono conto di quanto coraggio occorra per continuare a opporsi. C’è da dire che il film è stato girato nel 2015 ed è quindi immaginabile che oggi la situazione sia molto peggiorata, con le proteste di piazza guidate dalle donne in rivolta da molti mesi e con i tanti processi sommari seguiti da impiccagioni.

I tanti premi vinti da questo film sono ben motivati: all’inizio, se uno non sa come è stato girato, sembra un po’ noioso anche perchè non è doppiato e si fa fatica a seguire i sottotitoli, poi man mano che ci si rende conto di cosa viene raccontato, ci si sente sempre più coinvolti.

Visione ampiamente consigliata su Raiplay.

 

Concorso letterario”Giovanni Segantini”

Come è noto, Segantini ha passato un periodo della sua vita qui in Brianza e, in particolare, a Pusiano e alcune sue opere ritraggono proprio momenti di vita rutale sulle rive del lago.

Per ricordare questo suo illustre cittadino (anche se solo per un periodo), a Pusiano è sorta  l’associazione “Promoterre” che si pone il fine di far conoscere sempre più l’opera di Segantini. E’ nell’ambito di queste attività che è stato indetto un concorso letterario. I partecipanti dovevano inviare poesie, racconti e saggi ispirati ai quadri del pittore. Gli elaborati inviati sono stati poi raccolti e pubblicati in un libro dal titolo : “Giovanni Segantini -Concorso letterario”,  che  è stato presentato  ieri, a Palazzo Beauharnais,  nella sala Civica di Pusiano.

Sono state proiettate alcune diapositive riproducenti le opere dell’artista e intanto un pianista, un clarinettista e un violinista commentavano le immagini con le loro note. A condurre la presentazione c’era il prof. Creuso, che si è rivelato anche un buon flautista e un attore appassionato.

La sala era affollatissima e si è reso necessario aggiungere molte sedie a quelle predisposte in anticipo; molti tra i presenti erano gli autori dei testi pubblicati: scrittori già conosciuti, ma anche persone semplici e alunni delle scuole dei paesi vicini.

E’ stato un bel momento e per me anche un’occasione per conoscere un po’ di più Palazzo Beauharnais.

Io ho inviato questo racconto : nella stalla ++

 

 

Quando la natura ci fa sentire piccoli…

Il terremoto in Turchia di questa notte, raccontato in questo articolo di Avvenire, ha provocato una vera catastrofe: già ora si registrano più di mille morti, ma alcuni ipotizzano che si possa arrivare a contarne fino a 10.000 !!!

Di fronte a notizie come questa, ci si sente piccoli, impotenti, in balia di forze incontrollabili e immani e viene subito da pensare a quanto sia senza senso fare delle guerre per qualche pezzo di terra in più.  Se Putin può forse sentirsi forte perché ha distrutto intere città in un anno di guerra, ora dovrebbe impallidire: questo terremoto, oltre a danneggiare molte città in pochi secondi, ha fatto spostare la penisola Anatolica di tre metri!!!!

Siamo tutti “naufraghi” su questo piccolo pianeta che fluttua nel cosmo e dovremmo capire che l’unica nostra possibilità di sopravvivenza è darsi una mano ogniqualvolta se ne presenti la necessità… E credo che tutti quelli che ne hanno la possibilità debbano contribuire a portare un po’ di aiuto a che in pochi secondi ha perso tutto.

Ute: Il gruppo dei 5 nella musica russa dell’800 – Il profeta Amos.

Nell’ottocento, secolo in cui si afferma il Romanticismo, i musicisti si dedicano alla scoperta delle radici culturali e nascono così le “scuole nazionali”.  Accanto ai compositori che seguono le regole tradizionali della musica, nascono gruppi di compositori che si ribellano alla tradizione e anticipano la musica atonale e dodecafonica.

In Russia , alla fine del ‘700, la zarina Caterina II aveva fatto di S. Pietroburgo una delle principali città europee e aveva introdotto l'”opéra comique” (opera lirica con recitativi, di origine francese).

Nella prima metà dell’ottocento compare sulla scena  uno dei primi compositori russi, Michail Ivanovic Glinka, che, avendo viaggiato molto, compose l’opera ” Una vita per lo zar” ispirandosi ai musicisti italiani: Bellini, Donizetti…. In quest’opera egli inserisce canti popolari russi e lo strumento tipico di quel paese: la balalaika.

La Russia in quel momento è ancora un paese molto arretrato e solo nel 1861, lo zar Alessandro I abolisce la servitù della gleba, ma la sua opera riformatrice viene fermata con un attentato. E’ di questo periodo la fondazione, da parte di Anton Rubinstejn della “società musicale russa”,  i cui aderenti  si propongono di ostacolare il dilagare dell’opera italiana, infatti sostengono i musicisti russi e fondano il primo conservatorio.

In opposizione a questo tipo di scuola,  cinque musicisti autodidatti, noti appunto come “Gruppo dei 5″fondano una scuola gratuita di musica. Fanno parte di questo gruppo Balakirev,  Cezar’ Kjui, Borodin,  Modest MusorgskijNikolaj Rimskij-Korsakov . Quest’ultimo è  un grande orchestratore e a volte accusa di dilettantismo gli altri componenti del gruppo.

Musorgski si ispira esclusivamente al patrimonio folcloristico del suo paese e anticipa alcune novità della musica del ‘900. E’ sua l’opera “Boris Godunov” che ebbe inizialmente vita difficile. Molto successo ha anche la sua opera più eseguita: “Quadri di un’esposizione” , opera ispirata a una mostra di quadri del pittore Hartmann, orchestrata in seguito da Maurice Ravel.

Veramente interessante questa lezione che ci ha dimostrato come il movimento  dell’euroasianismo non abbia  interessato solo la filosofia e la letteratura  russa, ma anche la musica. Un grosso grazie alla nostra giovane e brava docente Maria Rosaria Cannatà!!!

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IL PROFETA AMOS – Mons. Pirovano continua con noi il suo discorso sui profeti dlla Bibbia, ma fa una doverosa premessa.

Nel corso della storia, nel  popolo ebraico sono sorti molti profeti, la maggior parte dei quali non hanno lasciato testimonianze scritte, come Elia ed Eliseo.  Nella Bibbia compaiono i profeti maggiori come Isaia o Geremia, ma anche profeti detti “minori” per l’esiguo numero di scritti che ci hanno lasciato.

Prima del 750 a.C. non si parla di profeti, ma di veggenti; entrambi i termini stanno ad indicare persone che “parlano in nome di Dio”. Il primo profeta di cui si conoscono gli scritti è Amos, contemporaneo di Isaia (VIII sec. a. C.). Era nato a Tekoa, a sud di Gerusalemme; faceva il pastore e coltivava sicomori.. Dal Regno di Giudea, in cui viveva, si recò, obbedendo alla chiamata di Dio, nel Regno di Israele (dopo Salomone era avvenuta una scissione). Là si stava vivendo un periodo di grande benessere e la gente si abbandonava ai piaceri e ai vizi; Amos profetizzò la distruzione del Regno di Israele da parte degli Assiri, che avvenne nel 722 a. C.

Come già detto, era un uomo semplice e il suo linguaggio è altrettanto semplice, ma crudo e incisivo; si ispira alla natura e alla vita quotidiana dei pastori e della gente di campagna. Stigmatizza il comportamento ipocrita di che dice di credere, ma poi persegue l’ingiustizia e il vizio. I suoi scritti si concludono con un messaggio di speranza: Israele sarà sì distrutto, ma verrà ricostruito e risorgerà.

 

UTE: fior di pelle – il sole e la sua corte.

La pelle è il nostro contenitore e caratterizza il nostro aspetto. E’ un organo, perchè è un insieme di tessuti diversi che concorrono alla stessa funzione. La pelle di una persona mediamente pesa 4Kg., ha un’estensione di due metri quadrati e in essa sono presenti 17 km. di capillari. Inoltre contiene 4 milioni di ghiandole sudorifere che possono produrre fino a 10 litri di sudore nelle 24 ore.

La cute è una barriera contro l’aggressione dei germi; anche il sebo ha questa funzione oltre a quella di ammorbidire la pelle (lavaggi troppo frequenti possono essere nocivi); la melatonina invece ci protegge dai raggi del sole. Questo organo continua a rinnovarsi (ogni 4/5 settimane) e nonostante ciò è la parte più “abitata” del nostro corpo: batteri e virus, che costituiscono il nostro microbioma,  rappresentano  un efficace sistema di difesa.

La pelle è anche un organo sensoriale denso di terminazioni nervose sensibili agli stimoli esterni; la loro percezione viene trasmessa al cervello che reagisce  in modo adeguato. La pelle, con la sua rete di capillari, ci difende anche dal caldo e dal freddo. Essa si è evoluta nel tempo, per l’adattamento alle condizioni ambientali (colore della pelle), ma conserva una caratteristica primordiale utile ai nostri antenati pescatori: dopo un po’ di tempo che le nostre mani sono immerse nell’acqua,  la pelle si raggrinzisce per favorire la presa; la stessa funzione è svolta dalle linee presenti nel palmo della mano.

Il sole è nemico della pelle; per la produzione di vitamina D basta esporre al sole le braccia. L’uso eccessivo di deodoranti e cosmetici può essere dannoso. E’ utile invece reidratarla bevendo molto, seguire una dieta prevalentemente a base di vegetali e dormire regolarmente.

La pelle è formata da 3 strati: epidermide, derma e sottocute.

La pelle va soggetta anche a piccoli e grandi guai: Voglie nei generalmente benigni, foruncoli fastidiosi, acne di natura ormonale, verruche causate da virus e contagiose, dermatiti allergiche o irritative, eczema, cheratosi, herpes zoster, psoriasi e tumori cutanei di varia natura.

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IL SOLE E LA SUA CORTE – Il sole è un’enorme palla di gas incandescenti, tra cui prevale l’idrogeno.

La massa solare è pari 333 mila volte quella della nostra Terra; la temperatura della sua superficie è di circa seimila gradi centigradi, mentre il suo nucleo arriva 15 milioni di gradi ed è costituito da fotoni gamma, che tendono a raggiungere la superficie, trasformandosi prima in fotoni x e poi in fotoni ultravioletti (per fare questo percorso impiegano 100mila anni.

La superficie del sole (fotosfera) non è solida e non emette solo luce, infatti parte della sua materia “evapora”. La nostra atmosfera terrestre ci protegge dalle radiazioni più nocive. Le macchie solari sono zone più fredde e meno luminose; le facole invece sono zone più calde e più luminose.

Sulla superficie solari a volte si notano dei brillamenti, cioè esplosioni; altre volte si vedono delle protuberanze o filamenti di materia più fredda. Il ciclo del sole è calcolato in 11,1 anni

I pianeti possono essere terrestri (Mercurio, Venere e Marte) che hanno molte caratteristiche comuni al nostro pianeta: sono piccoli, rocciosi, hanno un nucleo interno metallico, hanno pochi satelliti e si muovono rapidamente intorno al sole. I pianeti gioviani (Giove, Saturno, Urano, Nettuno) sono molto grandi, sono gassosi, si muovono lentamente attorno al sole e hanno molti satelliti. Le distanze nel sistema solare si misurano con l’unità astronomica, che corrisponde alla distanza tra la Terra e il Sole.

Anche oggi i nostri docenti, Lissoni e Sassi, ci hanno intrattenuto molto piacevolmente con due belle e interessanti lezioni.