Se si accorgono che sono vecchia….

In mia suocera , negli ultimi anni della sua vita, si era sempre più rafforzata la sua naturale, forse atavica, diffidenza verso tutte le istituzioni pubbliche, in particolare non amava dire la sua età quando veniva ricoverata in ospedale e   diceva : ” Se si accorgono che sono vecchia non mi curano più”.

Certo era un’ idea piuttosto balorda, ma, a sentire i casi di “angeli della morte”, che vengono denunciati a intervalli più o meno regolari, forse non del tutto infondata.

Proprio oggi la notizia dell’arresto di un’ infermiera di Piombino fa pensare e volendoci scherzare su si potrebbe avanzare un’ipotesi: non è che ogni tanto l’ INPS o il premier di turno inviano in qualche ospedale un agente segreto sotto copertura per sfoltire le fila dei pensionati , notoriamente responsabili del debito pubblico nazionale?

AUGURI!!

Oggi mia sorella Vanna, compie  gli anni. E’ in Thailandia da ben 48 anni e là ha speso la  sua vita e tutte le sue energie nel compimento della missione che ai è scelta quando era ancora una giovinetta.

So di farle cosa gradita regalandole la foto di chi ci ha lasciato da poco tempo e che ricorderemo sempre.

Auguri!!!!

Silvana e Vincenzo foto

5 Marzo ’72

Man mano che si avvicinava la fine di quella mia seconda gravidanza, cresceva in me una determinazione: sarei andata all’ospedale solo per partorire , non avrei rivissuto in solitudine le pene del travaglio. Il ricordo del primo parto era ben vivo nella mia mente…..

Mancava ancora una decina di giorni al termine previsto e quella domenica mattina mi ero svegliata con un po’ di malessere, ma non ci avevo fatto caso;  nel pomeriggio mio marito  disse che stava andando un po’ al bar e allora mi feci accompagnare da mia suocera: non volevo stare da sola in casa con la mia prima bambina di appena 16 mesi.

Passai il pomeriggio sferruzzando e chiacchierando, ma ogni tanto avvertivo qualche doloretto: – Non sono certo i dolori del parto – mi dicevo – ci vuole ben altro….lo ricordo bene….

Si arrivò così all’imbrunire  e mia suocera a un certo punto, guardandomi in faccia,  mi disse che secondo  lei era venuto il  momento di andare all’ ospedale. Lasciai lì la bambina, con mio marito passai da casa a prendere la valigia che avevo preparato da tempo e andammo all’ospedale.

Alle  20.35 ero al Pronto Soccorso e alle 21 era nata Giovanna: ero così felice che tutto fosse andato nel migliore dei modi e la bambina era così bella….

Via Villabianca, n. 5

Riporto qui questo post scritto nel settembre 2014 su ELDAS (è sempre più difficile accedere ai blog del cannocchiale, quindi riporto qui i post cui tengo di più).

Ieri , dopo aver accompagnato Davide alla lezione di nuoto, sulla strada del ritorno ho fatto una piccola deviazione per ripercorrere la via Villabianca, dove ho vissuto fino all’ età di 11 anni.

Nel primo tratto nulla è cambiato tranne l’ aspetto esterno delle case, che sono state tutte più o meno ristrutturate.
Là dove la strada svolta a destra c’ è ancora il casale dove sono nata. Ora la facciata è tutta rinnovata; c’ è un cancello davanti all’ ingresso del cortile e su di esso c’ è un cartello con la scritta “VENDESI”. Ho potuto solo dare una rapida occhiata al cortile dove, nella bella stagione, mia madre disponeva il mastello del bucato, stendeva i panni e io saltavo con la corda o giocavo a palla… e c’ è ancora il rustico dove tenevamo i conigli, le galline e il maiale
La cosa strana è che tutto sembrava così piccolo, sia la strada ,ora asfaltata, che  le case dei vicini di un tempo  e  tutto pareva uscire dalle pagine di un vecchio libro rimasto chiuso per tanti anni.
Mi ha fatto piacere  ritrovare l’ atmosfera di quieta serenità che ricordavo.

Due candeline per Giovanni!.

due anni tortaDue anni fa nascevi tu, Giovanni.

E’ stata una grande gioia per tutti noi che ti avevamo tanto atteso e continui ora a rallegrarci col tuo sorriso, la tua serenità, la tua voglia di cantare ….

Che la tua vita sia sempre buona e bella come lo è ora!

Tanti auguri, Ilva!!!

Oggi è il compleanno della mia sorella maggiore, a cui devo tanta gratitudine per aver spesso badato a me quando ero piccola e per essere sempre stata un esempio di coerenza e forza morale anche nei momenti più dolorosi. Per accompagnare i miei migliori auguri per tanti e tanti anni futuri di salute e serenità, pubblico qui l’ ultima foto che ci ritrae tutti uniti: noi cinque fratelli con i nostri genitori.

Papà aveva insistito a lungo perchè si facesse questa foto in occasione della venuta di suor Giovanna dalla Thailandia e credo abbia avuto proprio ragione….

Auguri, Ilva! Un abbraccio affettuosissimo !

Il sapone fatto in casa….

Ho trovato su internet la ricetta per fare il sapone in casa: mi pare laboriosa e forse non così conveniente visto che oggi si può disporre di prodotti buoni ed anche  ecologici a prezzi convenienti.

C’era però un tempo in cui comprare il sapone poteva essere una spesa non compatibile coi magri bilanci familiari e io ricordo quando mia madre , poco dopo la fine della seconda guerra mondiale fece il sapone in cortile.

Ricordo che aveva conservato in un recipiente appeso in un ripostiglio il grasso di animali che aveva cucinato: maiale, coniglio, galline…ecc. Ricordo anche l’ odore assai disgustoso di quel recipiente. Poi un giorno di bel tempo si mise all’ opera per fare il sapone e certo la procedura sarà stata come quella riportata QUI, ma io non sono in grado di ricordare.

Alla fine nel fondo di un mastello di legno si poteva vedere una poltiglia di un colore tra il giallo scuro e il marrone. Quando fu abbastanza solida, mia madre la incise con un coltello per formare i vari pezzi di sapone, che però dovevano ancora stagionare.

Quel sapone non odorava certo di lavanda, ma era prezioso per poter fare il bucato, in un momento in cui i detersivi non erano ancora così diffusi e così a buon mercato come oggi.sapone

Diventare nonna.

La gravidanza era stata difficile, ma ormai volgeva al termine.Le preoccupazioni dei mesi precedenti per i vari disturbi, avevano lasciato il posto ai timori per il momento che si stava avvicinando: mia figlia era lontana da me e ci tenevamo in contatto con frequentissime telefonate.

Una sera, verso le 11 l’ annuncio:- Stiamo andando in ospedale!- . Non so quante cose mi sono passate per la testa in quel momento!  Seguivo col pensiero le fasi di ciò che stava accadendo, ma quando ci si sente così lontani e impotenti a recare aiuto, viene spontaneo pregare. Il tempo passava lentissimo, era inutile telefonare: gli apparecchi vanno spenti all’interno degli ospedali.

A un certo punto mi sono messa a fare dei solitari con le carte, per tenere le mani impegnate …I timori che qualcosa di imprevisto potesse capitare si affacciavano in modo molesto, ma cercavo di allontanarli subito… Finalmente squillò il telefono… era Michele che con voce commossa comunicava che tutto era andato bene, che la piccola Elisa era bellissima e che lei e la sua mamma stavano bene. E continuava a ripetere:-E’ bella, è molto bella…-

Tutta la tensione si sciolse e potei andare a riposare. Quando la vidi per la prima volta, Elisa era  veramente perfetta e e sebbene fosse molto tempo che non prendevo in braccio un neonato, fu così naturale occuparsi di lei, coccolarla e appoggiare le mie guance alle sue così lisce e morbide …. Sentivo in quel momento una strana sensazione: tutta la mia vita assumeva ora un significato  nuovo: non era più solo la somma di vicende più o meno positive, di sacrifici, di lavoro, di preoccupazioni…… era il presupposto perchè lei potesse nascere così come mi appariva: un miracolo!