A Ban Saeng.

C’era un tempo in cui per indicare le suore di clausura si usava il termine sepolte vive e forse a ragione, vista l’ austerità delle regole e l’alone di mistero di cui i conventi si circondavano.

Qui in Tailandia non è così: nei monasteri fondati da mia sorella, clarissa cappuccina, si respira aria di gioiosa serenità, che traspare dai visi sorridenti delle suore, dai loro modi estremamente amichevoli tra di loro e con gli ospiti esterni, dall’accoglienza calorosa e generosa  che riservano a chi si reca in visita nel convento.

Ho potuto constatarlo di persona in questi giorni a Sam Pran, a Phanom e soprattutto a Baan SaengArun, dove ci siamo soffermate più a lungo. Le suore ci hanno inondato di attenzioni, preparando per noi  ghirlande di fiori, cibi squisiti e prevenendo ogni nostra minima necessità. Hanno poi  a più riprese  festeggiato l’81° compleanno di mia sorella Ilva, che non si aspettava certo tanta attenzione.

Dopo cena venivano a tenerci compagnia e si interessavano delle nostre famiglie e della nostra vita, amavano guardare le foto sui nostri telefonini e si sono inventate anche uno spettacolino: hanno fatto indossare dei costumi tailandesi alle due “Moniche”, che poi hanno eseguito una danza folcloristica imitando le due suorine più giovani che facevano da “specchio”.

Inutile dire che però ciò che più mi ha toccato il cuore è stato poter parlare a lungo con Madre Giovanna, mia sorella, vederla serena nonostante gli acciacchi, vederla amata, riverita e coccolata dalle sue consorelle e constatare di quanto rispetto e direi venerazione è fatta segno dai parrocchiani , dai sacerdoti e anche dal  suo Vescovo. Ha speso tutta la sua vita e tutte le sue migliori energie per le sue consorelle e ora continua ad essere per loro una forte guida spirituale e una madre premurosa.

Scherzi da jet lag.

Riabbracciare mia sorella dopo sette anni è stata una grande emozione;  il tempo passa per tutti, si sa, e noi tre sorelle non facciamo certo eccezione, però le rughe in più e qualche acciacco di troppo hanno reso ancora più bello e dolce il ritrovarsi per ricordare insieme gli anni della giovinezza e le persone care, sia quelle rimaste a casa, sia quelle che ci hanno lasciato per un viaggio senza ritorno.

Le emozioni provate, la stanchezza del viaggio e l’effetto jet lag (effetto fuso orario) si sono fatti sentire in modo strano in particolare per me e mia sorella, le due viaggiatrici seniores del gruppo. Infatti al momento di sistemare i bagagli nelle stanze della foresteria, mi sono ricordata che all’aeroporto avevo affidato i bat (moneta tailandese) e il passaporto a Ilva e le ho quindi chiesto se poteva ridarmi il tutto.

Prontamente ha cominciato a estrarre il contenuto della borsetta e a metterlo in ordine sparso sul letto. Ho visto a un certo punto alcune banconote e ho pensato che fossero le mie, ma mancavano all’appello quelle sue. E’ ricominciata così la rassegna delle carte sparse qua e là con una certa angoscia di mia sorella, che pensava con dispiacere che certe cose le capitano troppo spesso e io allora cercavo di consolarla raccontando quante volte anch’io perdo gli oggetti più svariati e passo ore intere per rintracciarle. Intanto continuavamo a rivoltare carte e pacchettini e finalmente ecco che abbiamo rintracciato quanto  andavamo cercando, ….. ma a quel punto ci siamo accorte che dovevamo scambiarci le due mazzette di banconote: non erano mie quelle che mi ero tenuta!!

Per quanto riguardava i soldi ora tutto era in ordine, ma ecco affacciarsi un altro problema: mancava all’appello il mio passaporto!!!! e allora sono stata io a sbiancarmi in viso e a sentire un sudore freddo gelarmi la schiena: e come potevo averlo perduto ? lo avevo perso sul pulmino di don Antonio? Come potevo fare a rientrare in Italia senza quel documento? Ho passato alcuni momenti veramente angoscianti…..poi eccolo spuntare da sotto un mucchietto di carte!!!! A quel punto mia sorella Ilva ed io siamo scoppiate a ridere a crepapelle per lo stato confusionale in cui eravamo precipitate tutte e due ….- Speriamo sia solo colpa del jet lag- ci dicevamo a vicenda.

Verso Bangkok.

Sembrava un’impresa ardua e invece si sta rivelando una bellissima esperienza.

Da tempo desideravo partire per la Tailandia per trovare mia sorella, che vive lì da quasi mezzo secolo, e che non vedevo ormai da sette anni, ma non riuscivo mai a trovare chi mi accompagnasse in un viaggio troppo lungo per affrontarlo da sola la prima volta.

Ora invece siamo in quattro: due giovani donne (mia nipote e una sua amica) e due donne “diversamente giovani” (mia sorella maggiore ed io).

Armate di valigie e borsette varie ci siamo imbarcate a Bologna e siamo rimaste stupite dell’assistenza in volo: il personale di bordo ci ha coccolato tutto il tempo della prima tappa fino a Dubai, offrendoci di tanto in tanto bibite a scelta, una cena squisita e persino un panno caldo e umido quando l’aria condizionata era diventata tanto secca da inaridire le narici. Per me abituata alla essenzialità (eufemismo) dei servizi Ryanair, è stata una scoperta piacevolissima.

A Dubai erano già le 23 locali; scese dall’aereo siamo salite sul pullman che ci doveva portare nella zona della connessione per Bangkok e con nostro grande stupore quello che pensavamo dovesse essere un breve tragitto di trasferimento è durato invece quasi mezz’ora!!!!

  • Quanto è grande questo aeroporto?- Ci chiedevamo….. .. In attesa del volo successivo abbiamo visitato i negozi e le boutique delle grandi firme della moda internazionale e vedendo l’insegna di “Toilet” siamo entrate senza guardare bene e ci siamo ritrovate in un bagno per soli uomini, anche perchè da noi l’ingresso per uomini e donne è comune, anche se poi le due aree sono separate, mentre qui si ricerca scrupolosamente di evitare qualsiasi contatto considerato “pericoloso”…. In aggiunta i bagni per le donne sono molto meno belli di quelli per gli uomini: donne di Dubai, ribellatevi!!!

All’avvicinarsi dell’apertura del gate ci hanno fatto scendere in un enorme salone affollatissimo; non potevo  crederci: dovevamo tutti prendere lo stesso aereo!!!

Passare la notte in volo non è il massimo della vita, ma ci si poteva distrarre con gli schermi individuali su cui potevamo vedere film o documentari a scelta o anche cimentarci in giochi di vario genere.  Parecchi dormivano ma a chi era sveglio venivano offerte bibite calde o fredde, coperte e all’alba un’ ottima colazione molto abbondante.

All’arrivo  ci ha accolto l’aria calda di Bangkok che rendeva del tutto superflui maglioni e cappotti e con questa zavorra addosso, unitamente a valigie varie ci siamo immesse nella fiumana di gente che si stava avviando al controllo dei documenti, operazione che ha richiesto una lunga e faticosa attesa, durante la quale per sovrappiù il mio bagaglio a mano è collassato e non riuscivo più nè a chiuderlo nè a metterlo a tracolla, nè a tenerlo per i manici malinconicamente pendenti nel vuoto…..

In mezzo a una folla traboccante dovevamo trovare un padre salesiano che doveva portarci al convento di Sam Pran, ma non lo conoscevamo, per fortuna dopo aver vagato a lungo ci ha individuato lui, che pratico della lingua e delle usanze locali ci ha aiutato a sbrigare le prime pratiche burocratiche per attivare una SIM locale e per il cambio della moneta, poi ci ha dato un passaggio fino al convento dove con grandissima gioia abbiamo potuto riabbracciare, dopo tanto tempo sr. Giovanna.