UTE: Il doppio in Stevenson e in Wilde. – Perchè camminiamo e come camminiamo.

La nuova e giovanissima docente, Laura Molinari,  ha continuato ad analizzare il tema del “doppio” nella letteratura inglese, prendendo in esame il libro di Oscar Wilde “Il ritratto di Dorian Gray”.

Nato a Dublino nel 1954, Wilde si trasferì a Londra a 25 anni e lì cominciò a pubblicare poesie, favole per  bambini (Il principe Felice – Il gigante egoista) , opere teatrali (L’importanza di chiamarsi Ernesto).  Ma la sua opera più famosa è certamente “Il ritratto di Dorian Gray” pubblicato nel 1890.  Cinque anni dopo , fu  condannato ai lavori forzati per omosessualità. Da quel momento cominciò per lui un periodo molto triste in cui conobbe l’abbandono e la solitudine. Morì nel 1900 a Parigi. Fu lui a creare la figura del “dandy”: giovane dell’alta borghesia con il culto della bellezza,  dell’eleganza e della ricerca del piacere.

La sua opera più famosa prende spunto da Continue reading “UTE: Il doppio in Stevenson e in Wilde. – Perchè camminiamo e come camminiamo.”

UTE, ponte tra generazioni.

Costruire un ponte tra generazioni che non hanno molte occasioni di incontro è un vanto della nostra UTE di Erba, che coglie al volo ogni possibilità che si presenta e ne “inventa” altre con iniziative proprie.

E’ il caso della collaborazione con l’Istituto Romagnosi per organizzare visite guidate per la conoscenza del territorio. Anche quest’anno infatti gli studenti della sezione turistico-alberghiera ci guideranno alla scoperta di alcuni tesori nascosti: la chiesa dei Ss. Cosma e Damiano a Rezzago (19 aprile); la chiesa di S. Alessandro a Lasnigo (10 maggio); la casa del pellegrino a Civate (24 maggio).  Sono occasioni preziose di sperimentarsi per i giovani del Romagnosi e sono opportunità altrettanto preziose per i soci UTE di approfondire la conoscenza della storia del territorio attraverso i suoi monumenti più significativi.

Ma c’è ancora un’altra iniziativa che prevede l’incontro tra generazioni e questa volta si tratta di un concorso letterario che ha visto coinvolte numerose classi delle scuole medie cittadine: la S. Vincenzo e l’istituto comprensivo Puecher. Saranno premiati sei alunni con buoni-libro da 250 euro l’uno.

Il tema è il rapporto nonno-nipoti. Sono arrivati numerosissimi componimenti che denotano sempre grande preparazione, grande sensibilità e, in qualche caso, vero talento narrativo.

Selezionarli e pensare di indicare qualcuno più meritevole di altri non sarà facile per i componenti della commissione che il 21 aprile consegneranno i premi ai vincitori …

Ute: la Pasqua nella religiosità russa – lezione/concerto

Chiesa cattolica e Chiesa ortodossa non si sono accordate nemmeno sulla data in cui celebrare la Pasqua: per noi cattolici la festività cade la prima domenica dopo il primo plenilunio di primavera, quella ortodossa di solito cade una settimana dopo, visto che si basa sul calendario giuliano.

Dopo questa premessa don Ivano si è soffermato sulla spiegazione del significato di alcuni termini:

Pasqua= passaggio (per gli Ebrei ricorda il passaggio del Mar Rosso; per i cattolici il passaggio dalla morte alla vita di Gesù);  mistero= fatto così grande da non poter essere contenuto nella nostra mente; geenna= luogo alla periferia della città dove venivano scaricati i rifiuti, che periodicamente venivano bruciati; calvario= monte (piuttosto altura) spoglio detto anche golgota, cioè cranio (e il cranio è sempre calvo). Si pensava infatti che vi fosse nascosto il cranio di Adamo.

Per analizzare il mistero della Pasqua , don Ivano fa riferimento  ai romanzi di Dostoevskij “L’idiota” e “I fratelli Karamazov” e riporta il brano in cui si legge del viaggio della Madonna negli inferi e della sua compassione per i dannati , tanto da indurla a chiedere grazia per tutti e, avendone ottenuto un rifiuto da Dio, incita tutti i santi del paradiso a inginocchiarsi insieme a lei per ottenere quanto aveva chiesto. La Madonna e simbolo di bellezza e da qui deriva la celebre frase dello scrittore “La bellezza salverà il mondo”

La liturgia ortodossa richiama la grande bellezza divina, per aiutare i fedeli a immergervisi. La Resurrezione viene spesso rappresentata nelle icone come la discesa di Gesù negli inferi per portare la salvezza all’umanità che lo aveva preceduto.

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LEZIONE/CONCERTO – alla fine del ‘700 si diffonde in Europa la corrente culturale del Romanticismo, inteso come valorizzazione dei sentimenti in contrasto col razionalismo illuminista. Il romantico è un uomo che soffre, che non può essere felice, ma la musica è via privilegiata per la salvezza.

Dopo questa introduzione della nostra docente Cannatà, lei stessa ha magistralmente interpretato, accompagnata dal maestro Scaioli, alcuni lieder di Schumann su testi del poeta Heine. Si è passati poi a esaminare la musica di un altro autore tedesco, Schubert, più intimista del precedente e con le sue tematiche sentimentali ottenne molto successo a Vienna. Alle stesse tematiche si ispirava anche il pittore Caspar David Friederich, nelle cui opere la natura non viene più vista nella sua realtà oggettiva, ma viene rappresentata col filtro dei sentimenti.

Per darci un saggio della produzione di Schubert, il baritono Vincenzo Petrucci, nostro valente docente, ha eseguito “Il re degli elfi”  e la “Serenata” . Nel primo brano, altamente drammatico, la musica è incalzante, quasi ossessiva e fa intuire il finale tragico della storia (il bambino malato viene strappato dalle braccia del padre dal re degli elfi e muore). Il secondo brano, molto dolce e coinvolgente, ci ha permesso di concludere in bellezza questo straordinario momento di ottima musica dal vivo.

Solo all’UTE si hanno queste opportunità!!! Grazie, Vincenzo e Maria Rosaria !!!!

 

Sieger Koder: La lavanda dei piedi

lavandapiedi_definitivoPiù volte mi è capitato di parlare di questo sacerdote/pittore, Sieger Koder, che ha dedicato buona parte della sua vita a dipingere episodi ispirati al Vecchio e al Nuovo Testamento.

Oggi ho trovato “La lavanda dei piedi”; anche in questo caso la forza espressiva dell’immagine è affidata all’uso del colore e delle ombre, al disegno quasi primitivo delle figure e all’inquadratura della scena.

Gesù. ritratto di spalle,  sta lavando i piedi di Pietro, che con una mano cerca di opporsi al gesto del Maestro e con la destra invece lo abbraccia: sono i due momenti che rivelano la doppia reazione dell’Apostolo, che prima non accetta che il suo Maestro si umili davanti a lui, ma poi, sentite le parole di Gesù,  volentieri  lo lascia fare.  Come sempre nei quadri di Koder, il viso di Gesù , protagonista assoluto della scena, non viene ritratto: qui è piegato a lato delle ginocchia di Pietro e se ne intravvede solo il riflesso nell’acqua del catino, usato per l’abluzione.

La scena è molto buia: è ormai sera; la veste di Gesù però emana una luce potente, che si riflette anche sull’angolo della tovaglia che ricopre il tavolo. Su quest’ultimo compaiono il calice e il pane spezzato che tra poco verrà benedetto e distribuito fra tutti gli apostoli.

Lo sguardo di Pietro esprime sconcerto per l’atto inconsueto di Gesù, ma anche la sua adesione a un Disegno che accetta pienamente anche se ancora non è in grado di comprenderlo appieno. Gesù si fa servo e insegna la via a chi lo vuole seguire.

UTE: l’arte come accesso alla verità – Arnold Schönberg

La professoressa Tatafiore ci ha introdotto a un nuovo modo di considerare l’opera d’arte, cioè vedere l’opera d’arte alla luce di come essa viene intesa dai filosofi, in particolare da Heidegger e Gadamer.

Il primo dei due , prendendo in esame il quadro di Van Gogh “Le scarpe da contadina” afferma che  quest’opera racconta tutta la vita dei campi e manifesta la realtà più autentica della vita. La pittura è simile alla poesia, entrambe rivelano la verità dell’essere. Il filosofo ricerca la verità tramite il pensiero razionale, l’artista (poeta o pittore) evoca il sacro.

Anche il filosofo Gadamer ha affrontato il tema del rapporto tra filosofia e arte ed afferma che non solo il filosofo interpreta la realtà, ma tutti noi in ogni momento interpretiamo ciò che vediamo attorno a noi per dargli un significato. Tuttavia l’arte riesce ad  indagare  e a  svelare  la realtà più delle scienze  Un tempo l’arte aveva una finalità concreta: celebrazione del committente, decorazione di ambienti, raccontare il sacro… Ora però queste opere vengono esposte nei musei, strappandole dal contesto in cui sono state pensate e, ciò facendo, le espropriamo di parte del loro significato .

L’opera d’arte non ci parla solo  del mondo in cui è nata e del suo autore, ma riesce anche a farci conoscere meglio noi stessi e a  farci dialogare con l’opera stessa, che , pur mantenendo nel tempo il suo significato, verrà apprezzata e interpretata  in modo diverso a seconda del momento storico e della sensibilità delle persone che la guardano.

L’arte narrativa, poi, spesso ci fa capire la realtà meglio della scienza stessa, perchè organizza il tempo, gli eventi e le loro cause e i loro effetti.

Tutta l’arte ci aiuta a cogliere la verità.

Veramente nuovo e  interessante questo modo di intendere le opere d’arte : Grazie, Brunella Tatafiore!

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ARNOLD SCHõNBERG: un sopravvissuto di Varsavia.

A inizio ‘900, nel Nord-Europa,  si afferma l’Espressionismo, originando tre movimenti: Il ponte, il cavaliere azzurro e la tempesta.

E’ il momento in cui si fa largo la psicanalisi di Freud e anche la produzione artistica ne rimane fortemente influenzata e ne riceve stimoli per un profondo rinnovamento. Il 7 giugno 1905, nasce a Dresda il primo movimento espressionista, la cui opera più rappresentativa è “L’URLO” di Munch, in cui i colori stessi urlano l’angoscia (i colori non sono più stimolo soltanto visivo, ma anche uditivo).

L’espressionismo in musica si sviluppa a Monaco (1910) grazie al gruppo del “Cavaliere Azzurro”, il cui intendimento è quello di fondere i vari linguaggi artistici, così come aveva cominciato a fare Wagner.

Schönberg (viennese di origine ebraica) autodidatta, fu l’esponente più importante di questo gruppo. Egli ebbe stretti contatti con Kandinsky, che intendeva riprodurre non la realtà visibile, ma le vibrazioni sonore della realtà: avendo assistito a un concerto di Schönberg dipinse la sua opera “Impressione III – o concerto” in cui, amplificando i volumi delle forme del bozzetto preparatorio, arriva a rappresentare gli elementi essenziali della scena , unificati dal  suono  (colore giallo). I due artisti intrattennero un lungo epistolario che si interruppe definitivamente solo con la fuga in California del musicista austriaco.

Questi è l’iniziatore della musica Dodecafonica, che stravolge tutti i rapporti tra i suoni della musica classica: non si basa più su sette note, ma su dodici . Il suo metodo è artificioso, intellettuale; la sua non è musica per tutti e ce ne rendiamo bene conto ascoltando la sua opera più conosciuta ” Un sopravvissuto a Varsavia” in cui il musicista racconta il momento in cui i prigionieri dei lager tedeschi lasciano la baracca per entrare nelle camere a gas. I suoni stridenti che fanno da sfondo alla voce recitante, giungono a noi come  urla di orrore che lasciano sconvolti.

Questa bella lezione che il  nostro docente Vincenzo Petrucci ha esposto con grande calore e padronanza della materia esposta, mi  ha aiutato a considerare la dodecafonia in modo nuovo: non sono solo suoni disarticolati, sotto c’è un nuovo modo di intendere la musica, per meglio esprimere le angosce dell’uomo moderno.

Ute: Industrializzazione attuale nella valle del Lambro – Picasso e la rivoluzione cubista.

L’intero comparto della moda in Italia vale 100 miliardi all’anno, di questo settore fa parte l’industria tessile del comasco che ora si rivolge a un pubblico di élite con prodotti di lusso. A Erba però non ci sono più industrie tessili, sconfitte dalla concorrenza cinese e dal cambiamento di abitudini della clientela, che preferisce prodotti di scarso valore per poterli cambiare frequentemente.

Erba è comunque ancora un distretto industrializzato di grande importanza, infatti c’è un’impresa ogni 13 abitanti; sono tutte di piccole dimensioni (prevalgono quelle metalmeccaniche) a conduzione familiare e lavorano per conto terzi, cioè forniscono parti di prodotti, ad alto livello qualitativo, alle fabbriche maggiori.

Dal 2000 si è accentuato il fenomeno della delocalizzazione delle industrie italiane, che per perseguire maggiori profitti hanno trasferito le loro aziende (compresi macchinari e personale specializzato) in altri paesi (Cina, Vietnam, Romania….) ottenendo però l’effetto poco apprezzabile di esportare anche competenze frutto di secoli di esperienza.

Tra i paesi che più fanno concorrenza ai nostri prodotti c’è certamente la Cina, dove i diritti dei lavoratori non sono affatto rispettati; la stessa situazione si ha anche nelle fabbriche cinesi in Italia, ma mancano gli ispettori del lavoro in grado di far emergere le irregolarità e punirle.  Dall’inizio del XXI secolo inoltre, le tante guerre e i dissesti finanziari provocati dai fallimenti delle banche hanno danneggiato molte imprese. Così nella nostra zona sono scomparse : Il Cotonificio di Ponte Lambro, la OME, la Cementeria di Merone, il Molino Mottana, le fabbriche Meroni; anche le piccole imprese sono dimezzate rispetto alla fine del secolo scorso.

merita di essere menzionata la Roda Acciai, nata negli anni ’50, dopo 15 anni già costruiva un’enorme fabbrica a Bosisio e poi un altro a Sirone con macchinari ad alta automazione; è in grado di fornire 56.000 prodotti diversi per un totale di 300mila tonnellate all’anno con 1000 dipendenti in Italia e all’estero.

Con la diminuzione di offerta delle materie prime (gas, petrolio, acqua..) sta diventando improrogabile un drastico cambiamento delle nostre abitudini: dovremo consumare meno e riciclare tutto quanto è possibile riutilizzare, valorizzando al massimo le risorse umane, ambientali e materiali disponibili.

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les-demoiselles-davignonLES DEMOISELLES D’AVIGNON – Nel cinquantesimo anniversario della morte di Picasso la nostra amata prof. Beretta ci ha parlato oggi della prima opera “cubista” del grande pittore spagnolo, che ha innovato la pittura lasciando un segno indelebile nella storia dell’arte. Egli era solito dire che “Il peggior nemico della creatività è il buongusto” perché per lui le regole dell’arte tradizionale erano una gabbia che impedisce la libera espressione dell’artista.

Gli inizi del ‘900 hanno segnato grandi cambiamenti in ogni campo delle attività umane ed è stato così anche nell’arte. Picasso , nel 1907, era rimasto colpito profondamente da una mostra delle opere di Cézanne, morto l’anno precedente; proprio in quell’anno cominciò a collaborare con Braque: insieme cominciarono a produrre le opere che diedero inizio alla corrente pittorica chiamata “CUBISMO”.

In alcune  opere di Picasso  si può rilevare la sua intenzione di ispirarsi ai quadri di Cézanne ad esempio la “Donna col ventaglio” e la “Natura morta”. In esse traspare la ricerca di essenzialità nelle forme e nei colori già presente in Cézanne, ma Picasso aggiunge un nuovo modo di intendere la pittura, che non è  riproduzione fedele della realtà (ormai la fotografia poteva farlo molto facilmente), ma la riproduzione di ciò che l’artista conosce della realtà, percorrendola nello spazio e nel tempo (nella scienza fa irruzione la teoria della relatività di spazio e tempo).

“Les demoiselles d’Avignon” (per Avignon s’intende la via di Barcellona in cui sorgevano i bordelli) è da tutti definita la prima opera cubista. Picasso dipinge questo quadro a Montmartre nel 1906/07, ma lo esporrà al pubblico solo 10 anni dopo. E’ un’opera a lungo studiata (si conoscono  800 studi preparatori) in cui sono presenti 5 figure femminili molto vicine tra loro, che guardano dritto verso l’osservatore con fare provocatorio per scardinare il perbenismo imperante nella buona società del tempo.

 

Ute: Esami diagnostici in cardiologia. – Perugino: il pittor divino.

Il dr. Ferrari, cardiologo all’ospedale Fatebenefratelli di Erba, ci ha parlato oggi degli esami diagnostici in cardiologia.

In ospedale è possibile fare esami a prenotazione diretta, esami radiologici, esami cardiologici di II livello ed esami in regime di ricovero. In strutture con attrezzature speciali e personale appositamente preparato possono essere effettuate scintigrafie miocardiche, risonanza magnetica nucleare cardiaca, angio-TAC coronarica.

L’esame base è comunque l’elettrocardiogramma (ECG), durante il quale più elettrodi registrano l’attività cardiaca e se ne possono trarre informazioni sul ritmo cardiaco, oppure si può rilevare un eventuale infarto in corso o pregresso; si possono ottenere informazioni sullo stato delle “camere” cardiache, su eventuali effetti derivanti da farmaci o su alterazione degli elettroliti. L’ECG può essere prescritto periodicamente  a ipertesi cardiopatici o agli sportivi per verificare se l’ attività fisica è compatibile con il loro stato di salute; viene sempre effettuato nei prericoveri e in caso di aritmia.

Esistono poi vari tipi di eco-cardiogramma che utilizzano gli ultrasuoni per esplorare le parti del cuore in movimento. Con le moderne tecnologie è possibile ottenere immagini del cuore in due o anche in tre dimensioni.

Il test da sforzo è un ECG tradizionale effettuato mentre il paziente è sottoposto a un esercizio fisico di intensità crescente. L’Holter cardiaco consente di monitorare l’attività cardiaca nelle 24 ore.

Presso l’ospedale locale è presente un ambulatorio dello scompenso, cui possono accedere più facilmente i pazienti già sottoposti a cure; l’ambulatorio di aritmologia invece accoglie pazienti con gravi aritmie; vi si controllano i pace-maker e i defibrillatori. Il pace-maker viene controllato tramite un computer.

Attualmente è possibile effettuare ECO-cardiogrammi trans- esofagei  che consentono di vedere il cuore da vicino, l’eco-stress invece viene effettuato previa somministrazione di farmaci che stimolano l’attività coronarica; possono essere effettuati anche eco-cardiogrammi con inoculazione di liquido di contrasto.

Nell’ambulatorio di cardiologia pediatrica vengono esaminati da personale specificamente preparato  i bambini con sospette cardiopatie.

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IL PERUGINO (1446 – 1523) nel V centenario della morte – Pietro Vannucci detto il Perugino, ha avuto la sfortuna di nascere appena qualche anno prima dei grandissimi pittori del cinquecento, che ne hanno oscurato la fama che pure lo aveva accompagnato in vita. E’ comunque stato un pittore fondamentale nella storia della pittura e merita di essere rivalutato.

Il Perugino è il pittore dell’armonia di forme e colori; spesso traspare chiaramente dalle sue opere la sua ispirazione alla pittura di Piero della Francesca..

A 14 anni va a Firenze ed entra nella bottega del Verrocchio, la scuola più prestigiosa del tempo; lui, portatore di cultura  umbra, assorbe la cultura fiorentina e le rielabora entrambe in modo originale. Nel 1472, appena  ventiseienne, ha già una bottega sua, che gestisce con grande oculatezza,  e poco tempo dopo apre una bottega anche a Perugia. Papa Sisto IV lo chiama a Roma e gli fa affrescare la Cappella Sistina appena costruita. Il Perugino affresca le pareti con le storie parallele di Gesù e di Mosè.

Nelle sue opere, la maggior parte delle quali è attribuibile non personalmente a lui, ma alla sua scuola, si vede via via un affinamento del gusto e della tecnica pittorica: in ogni rappresentazione, la composizione dei personaggi e degli elementi di sfondo è sempre ordinata e simmetrica.

E’ un momento di grande successo per Pietro, che ottiene  anche l’incarico di affrescare il Collegio del Cambio a Perugia. La figura principale rappresenta Catone che ammonisce i cambiavalute ( che si riunivano in quella sala) a cercare sempre il bene comune e non solo il tornaconto personale. Seguno poi le rappresentazioni delle virtù teologali e cardinali ad ognuna delle quali il pittore associa  l’immagine di tre personaggi che incarnano le singole virtù. Le figure da lui dipinte, anche se uomini, hanno sempre atteggiamenti dolci, quasi femminei, ed espressioni pacate e serene.

Sempre molto piacevoli le lezioni della dr.ssa Beretta, amica da sempre della nostra Università.

Ute: Fermo e Lucia: confronto tra i personaggi – La rivoluzione industriale nell’erbese

Don Ivano continua l’analisi di “Fermo e Lucia”  iniziata la lezione precedente, ribadendo che la storia raccontata in questa prima edizione è la stessa raccontata ne “I Promessi Sposi”, ma diverso è il posizionamento degli episodi e molto più “levigati” sia gli episodi, che i personaggi che il linguaggio.

Don Ivano mette a confronto i personaggi del Conte del Sagrato con l’Innominato  e la Monaca di Monza nelle due diverse versioni del romanzo. Continue reading “Ute: Fermo e Lucia: confronto tra i personaggi – La rivoluzione industriale nell’erbese”